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Forza Italia è un caso: ecco perché il partito tiene dopo la morte di Berlusconi e ora punta al sorpasso sulla Lega

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Lo ripete continuamente: “dieci percento alle europee del 9 giugno prossimo e il 20 alle politiche”. Fino a un mese fa per molti questa affermazione di Antonio Tajani era derubricata a poco più di una boutade. Poi c’è stata la Sardegna. E soprattutto l’Abruzzo dove Forza Italia supera il 13% e quasi doppia la Lega di Matteo Salvini. Un risultato che sorprende soprattutto gli osservatori esterni e gli alleati, molti dei quali dopo la morte di Silvio Berlusconi, davano ormai per spacciato il partito azzurro. Anzi, qualcuno (non solo a destra) già pregustava di accaparrarsene le spoglie. Invece… invece Forza Italia è ancora lì. E a guardare i numeri sta piuttosto bene.

Azzurri votati sia dagli elettori di centrodestra che di centrosinistra

L’analisi dei flussi dei voti indica che gli azzurri sono stati votati sia da elettori provenienti da altri partiti del centrodestra ma anche del centrosinistra, soprattutto dai renziani e calendiani ma anche da M5s. Tajani continua a ripetere che il suo obiettivo è coprire lo spazio che va da Giorgia Meloni a Elly Schlein. Un modo anche per evitare di irritare ulteriormente l’alleato leghista alle prese con una crisi che al momento appare irreversibile. Per la stessa ragione continua a ripetere che i risultati elettorali non avranno conseguenze sugli equilibri di governo.

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L’asse Tajani-Meloni e gli equilibri nella maggioranza

Ma difficile credere che il verdetto sancito dalle urne il 9 giugno prossimo non si rifletterà con pesi e contrappesi sulla maggioranza e la compagine dell’esecutivo. Anche perché i contrasti ancora latenti tra i partiti di governo sono destinati ad esplodere con l’avanzata della campagna elettorale. Forza Italia è ancorata al partito popolare europeo e Tajani scommette sull’alleanza per l’esecutivo di Bruxelles con i Conservatori riformisti o quantomeno con la gran parte di questi e cioè con i Fratelli d’Italia di Meloni. La premier ha dato la disponibilità (se i numeri lo consentiranno) a riconfermare Ursula von der Leyen, alla guida della commissione mentre Matteo Salvini si è già schierato apertamente contro il bis della spitzenkandidaten del Ppe.

Tajani scenderà in campo per le Europee come Meloni

Tra Meloni e Tajani c’è quindi un asse che va al di là dei confini italiani e lo si è visto anche in politica estera dove il vicepremier azzurro e titolare della Farnesina è schierato senza se e senza ma a sostegno dell’Ucraina come la presidente del consiglio. Nulla però può essere dato per scontato. Tajani sa bene che i voti raccolti a livello regionale risentono molto anche delle candidature locali mentre a livello nazionale il consenso è determinato soprattutto dal voto di opinione. Per questo scenderà in campo personalmente come (a breve l’annuncio) anche Meloni. Quel che è certo è che il traguardo del 10% oggi non appare più a nessuno come una chimera.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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