in

Europee, dal Pd a Fdi: quali sono le asticelle dei leader per dire di aver vinto

I punti chiave

3′ di lettura

L’obiettivo è tenere i piedi per terra. L’asticella della premier Giorgia Meloni per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, almeno ufficialmente, è quella delle politiche. Perché già mantenere l’exploit del 2022, quando Fratelli d’Italia balzò al 26% dei consensi, «per un governo in carica da un anno e mezzo, non è facile». Giorgia Meloni ha fissato in una recente intervista ad Agorà sui Rai 3, il parametro su cui valutare il successo o meno alle europee, il primo vero test per il centrodestra nonostante i diversi appuntamenti regionali che le stanno precedendo. Il target dunque è il 26% e non il 30% come è più volte trapelato. Tutto l’extra andrebbe celebrato come una vittoria. Gli ultimi sondaggi danno in realtà al 27%, ma la prudenza è d’obbligo.

Per Salvini asticella al 10%

Nella Lega Matteo Salvini, alle prese con i malumori nel partito per la virata troppo a destra, gioca di rimessa. E mette le mani avanti. «Alle elezioni europee sono convinto che arriveremo quantomeno in doppia cifra», ha detto ai giovani militanti durante un evento a Milano. Per blindare la sua posizione traballante si aggrappa dunque alla soglia minima del 10%, che rappresenterebbe comunque un passo avanti rispetto all’8,8% delle politiche del 2022 (posto che l’exploit del 34,3% alle europee del 2019 appartiene ormai alla preistoria).

Loading…

Forza Italia punta al sorpasso sulla Lega

Forza Italia, in crescita nelle ultime elezioni regionali in Sardegna e Abruzzo, non nasconde invece la sua ambizione di superare la Lega. «L’obiettivo è superare il 10% alle elezioni europee» ha detto il segretario di Fi Antonio Tajani. Gli azzurri partono dall’8,1% delle scorse politiche e dall’8,8% delle europee del 2019.

Per il Pd decisiva la soglia del 20%

In casa dem i vertici non danno cifre ufficiali. I sondaggi collocano il partito tra il 19 e il 20%. Ma raggiungere il 20% è il minimo sindacale chiesto alla neo-segretaria Elly Schlein per evitare lo psicodramma nel partito. Si tratta di una sorta di asticella di sopravvivenza: significherebbe quanto meno superare il 19% delle politiche (anche se alle scorse europee il partito raggiunse il 22,7%). Fondamentale sarà poi lo scarto con il M5s. Uno scarto ridotto per una segretaria eletta per spostarsi più a sinistra e contendere ai 5 stelle i voti “in uscita”, sarebbe considerato un fallimento. E darebbe più fiato a Conte per contendere a Schlein la candidatura alla premiership nel campo progressista.

Sondaggi favorevoli per il M5s

Quanto al M5s, malgrado i magri risultati delle ultime elezioni regionali, i sondaggi sembrano favorevoli al partito di Giuseppe Conte e rilevano da tempo una tendenza al rialzo rispetto al 15,4% delle politiche. Uno realizzato da BiDimedia srl il (tra 4 e il 6 marzo) li dà al 16,1%. Mentre un altro di Ipsos per Euronews (tra il 23 febbraio e il 5 marzo) li vede collocarsi al 17,4% (oltre il 17% delle scorse europee).


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


Tagcloud:

”Mi chiamò appena andai via dalla festa”: Flavia Vento svela nuovi dettagli sul flirt avuto con Totti e fa un annuncio

”Ho molta paura di morire in anestesia generale”: Megan Fox rivela perché ha chiesto al chirurgo di farle il ”seno più grande possibile”