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Candidatura Vannacci agita Lega. Il generale: “No patente antifascista per dare opinioni”

Il generale sarà candidato in ogni circoscrizione e da capolista in quella Italia Centro. In un’intervista a La Stampa dice: “Rivendico la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato”. Sull’aborto commenta: “Credo sia un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto”. Malumori nel Carroccio e nel centrodestra per la scelta di Salvini

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Il segretario della Lega Matteo Salvini alle elezioni Europee punta su Roberto Vannacci per far vincere al suo partito il “derby” con Forza Italia ed evitare il sorpasso. Con la candidatura del generale si punta a intercettare circa 800mila voti in più, anche se la scelta ha scatenato diverse perplessità nel Carroccio. Intanto oggi Vannacci ha rilasciato un’intervista a La Stampa in cui dice: “Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. Rivendico anche la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario” (LO SPECIALE SULLE ELEZIONI EUROPEE). 

Le parole di Vannacci

Il generale Vannacci sostiene poi che l’aborto sia “un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto”. Su come migliorare il rapporto con i leghisti del Nord Italia afferma: “Non c’è bisogno di porgere ramoscelli d’ulivo, perché io non ho mai sollevato alcun problema. Se qualcuno si è espresso negativamente nei miei confronti, lo capisco, fa parte di una fase, ma quando si tratterà di lavorare insieme spero si chiudano gli armadi del passato e si guardi al futuro”. Vannacci è stato intervistato anche dal Corriere della Sera: “Il ministro Crosetto è stato ironico, sarcastico, anche un po’ criptico – ha detto commentando le parole del ministro della Difesa che ha definito la sua una candidatura “win-win” – Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, spero di non deluderlo, di sicuro se dovessi essere eletto a Bruxelles mi batterei in ogni modo per perseguire la pace nel più breve tempo possibile”. E sui malumori nella Lega è convinto: “I mal di pancia chi ce l’ha se li farà passare. Io sono un indipendente, non ho la tessera di partito ma ho i miei ideali che in larga parte coincidono con quelli della Lega”.


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I dubbi nel centrodestra

Nel centrodestra sono stati pochi i messaggi di benvenuto al generale, che sarà candidato in ogni circoscrizione, e da capolista in quella di residenza, Italia Centro. Qualcuno invece è stato esplicitamente dubbioso. Il governatore Massimiliano Fedriga, ad esempio, ha già annunciato che non voterà il 56enne toscano: “Sono molto contento dei tre candidati del Friuli Venezia Giulia e sono possibili solo tre preferenze”. L’argomento tiene banco anche alla kermesse di FdI a Pescara, fra curiosità e timori che questa mossa possa drenare preferenze. Tra gli alleati, come detto, è arrivato il commento sarcastico di Crosetto: “Una scelta win-win, come si dice. Per lui, per la Lega e per l’esercito”. Se verrà eletto, dovrà lasciarlo o andare in aspettativa. “Anche Crosetto ha tanto seguito nelle Forze Armate e in Leonardo – la risposta al veleno del vicesegretario leghista Andrea Crippa -. Visto che ha così tanto seguito si candidi e si misuri in una campagna elettorale difficile e dispendiosa”. Non lo voterà Gian Marco Centinaio. “Speriamo di candidare anche qualcuno della Lega…”, ironizza nella stessa direzione Paolo Grimoldi, coordinatore del Comitato Nord creato da Umberto Bossi.


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La scommessa di Salvini

Quando i big leghisti mettevano sul tavolo le loro perplessità nelle scorse settimane, si sentivano dire da Salvini che il generale ha un potenziale da 800mila voti. L’equivalente di circa il 3% se votassero i 24milioni delle Politiche del 2022. Anche più se l’affluenza sarà bassa, soprattutto considerando che Vannacci, con il libro pubblicato un anno fa, si è attirato consensi in un mondo conservatore, di destra, in ambienti delle forze armate e no-vax, anche fra molti allontanatisi negli ultimi anni da FdI e Lega. In questi mesi è stato difeso da ex colonnelli di An come Francesco Storace e Gianni Alemanno. Secondo alcune stime, il suo primo libro, Il mondo al contrario, ha oltre 230mila copie vendute.


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