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Anche nel centrodestra c’è uno sconfitto: Salvini e la Lega

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Una vittoria netta con una nota stonata: il risultato della Lega che, anche in Abruzzo come già in Sardegna, scende non solo rispetto alle regionali di 5 anni fa ma all’8% conquistato alle politiche 2022 e soprattutto vede allargarsi la forbice con Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani è passato in due anni dall’11 al 13%. Quanto a Fratelli d’Italia il dato del 24% raggiunto in questa tornata elettorale è solo apparentemente inferiore al 28% delle politiche visto che la stragrande maggioranza del circa 6% conquistato dalla lista Marsilio è stato foraggiato dal partito della premier.

Insomma, a guardare i numeri, l’unico che nella maggioranza è costretto a masticare amaro, sembra essere Matteo Salvini. E certo non si può imputare al leader della Lega uno scarso impegno, essendo stato in assoluto il più presente in Abruzzo tra i big del centrodestra. Il che impone un’ulteriore riflessione sullo stato di salute del Carroccio e sui riflessi che potrebbe provocare nella maggioranza. La crisi della Lega è infatti in questo momento forse l’unico fattore di preoccupazione sul fronte della politica interna per Giorgia Meloni.

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La scelta di Salvini di buttarsi a destra finora non l’ha ripagato. Non solo infatti non ha tolto voti a Fratelli d’Italia ma probabilmente, guardando i numeri, ha spinto una parte dei suoi elettori ad abbandonare la Lega proprio in favore del partito della premier e di Forza Italia. Nessuno all’indomani della morte di Silvio Berlusconi avrebbe scommesso sulla capacità degli azzurri di mantenere, anzi,di rafforzare la quota di consenso ricevuta alle regionali del 2019 e alle politiche del 2022. Una crescita che premia la linea moderata del leader azzurro in vista del voto europeo.

Sarà quella la partita decisiva per tutti. E tra questi tutti quello che oggi ha ragione di essere più preoccupato è certamente Salvini. Il segretario della Lega corteggia il generale Vannucci e organizza una nuova a convention sovranista. L’obiettivo è cercare di mettere in difficoltà Meloni, “rubarle” una parte di elettorato deluso dall’intesa della premier con Ursula von der Leyen e in generale con il Partito popolare europeo di cui Fi fa parte. A guardare i risultati in Sardegna prima e in Abruzzo ora è però una strategia poco remunerativa.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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