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Abruzzo, chi ha più paura del voto di domenica: Meloni o Schlein?

2′ di lettura

Stavolta è più di un banco di prova. Soprattutto per Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Le elezioni in Abruzzo rappresentano una chiave di volta per entrambe. La sconfitta in Sardegna è stata derubricata dalla premier a «incidente di percorso». In parte dovuto all’errore di aver sottovalutato lo scarso appeal del candidato ma anche per il “tradimento” nell’urna di chi tra gli elettori del centrodestra ha usato il voto disgiunto, ovvero ha votato per il proprio partito, ad esempio la Lega (ogni riferimento è puramente casuale) e poi scelto però come governatore l’avversario.

Il test sull’invincibilità

Questo domenica non sarà possibile. Lista e candidato non possono essere disgiunti e quindi «traditori» non ce ne saranno. Inoltre il candidato, Marco Marsilio è il governatore uscente, l’appeal c’entra poco. Molto di più il giudizio su come ha amministrato. A sceglierlo, a volerlo candidato cinque anni fa come primo presidente di una Regione a guida Fratelli d’Italia è stata Meloni, che con Marsilio è politicamente cresciuta nella sezione romana di Colle Oppio. Una eventuale bocciatura del governatore uscente non potrebbe essere minimizzata. Verrebbe imputata anzitutto a lei, molto, molto più di quanto avvenuto in Sardegna. Soprattutto alimenterebbe l’ipotesi della fine della luna di miele con gli elettori e dell’invincibilità della premier.

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Salvini lavora per evitare il crollo

Con quali conseguenze in prospettiva? Una certezza è che le tensioni interne alla maggioranza comunque andrà sono destinate ad aumentare. Matteo Salvini dopo la debacle della Lega in Sardegna rischia un bis ancora peggiore in Abruzzo con analogo sorpasso da parte di Forza Italia. E visto che alle Europee di giugno si vota con il proporzionale il leader del Carroccio farà di tutto per evitare il crollo definitivo del suo partito – e la possibile fine della sua leadership – cercando di prendere voti agli alleati e soprattutto a FdI, attaccando il partito della premier da destra.

Resuscitato il campo largo

Sul fronte opposto non sono però messi meglio. A partire da Elly Schlein. Il voto decisivo anche per lei è quello di giugno ovviamente. È lì che si giocherà la conferma o la fine della sua segreteria. Ma gli effetti delle regionali abruzzesi sono importanti, molto importanti per la leader dem. Se domenica Luciano D’Amico dovesse prevalere, Schlein potrebbe sventolare orgogliosamente di essere stata l’unica tra tutti i partiti dell’opposizione ad aver lavorato per allargare il più possibile la coalizione. Resusciterebbe cioè quel campo largo che in modo non di rado sprezzante è stato bocciato tanto da Giuseppe Conte che da Calenda e Renzi.

Le prospettive di unità del fronte

Questo è infatti a oggi è l’unico esempio in cui l’opposizione si presenta unita. Se vincesse si concretizzerebbe perciò la prospettiva dell’alternativa all’attuale maggioranza. In caso contrario ripartirebbero inevitabili le tesi di chi da M5S così come da Azione ritiene improponibile una coalizione dai confini così ampi. Certo, dipenderà anche dai numeri della eventuale sconfitta. Fino solo a un mese fa chiunque avesse ipotizzato un testa a testa tra Marsilio e il candidato del centrosinistra D’Amico sarebbe stato preso per pazzo.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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