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Orcel: “Obiettivo storico, non ci interessa Mps”


“Non penso ci sia una grande sorpresa per questa scelta”, ha detto l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, durante la conference call con gli analisti dopo l’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata all’alba di oggi su Banco Bpm. “Il settore bancario italiano è uno dei nostri due mercati principali, in questo modo ci possiamo consolidare”. In verità la sorpresa c’è tutta: per quanto Banco Bpm sia stata più volte accostata a Unicredit come possibile obiettivo di risiko bancario, l’operazione lanciata nel frattempo dalla banca di Piazza Gae Aulenti su Commerzbank aveva abbassato le luci su quello che, evidentemente, era rimasto ancora al centro dei desideri di Orcel. “È il momento giusto”, prosegue il ceo di Unicredit, “per la prima volta da tanto tempo le valutazioni sono allineate”. In caso di successo, l’Ops volontaria su Banco Bpm “consumerà 70 punti base del nostro capitale, che al momento è in eccesso” e non comporterà quindi “deviazioni significative” sulla situazione patrimoniale e sulla distribuzione dei dividendi. “Come abbiamo promesso ai nostri azionisti, la transazione dovrebbe essere di circa il 15% di ritorno sull’investimento – ha proseguito – è un’operazione dall’alto razionale sia da un punto di vista strategico che industriale”.

Un’offerta che non incorpora premi per l’operazione terzo polo bancario

Ora ci sarà da vedere quelle che saranno le reazioni sui mercati, in particolare da parte di attori come il governo che aveva lavorato per propiziare la nascita di un terzo polo bancario (Banco Bpm-Mps-Anima), di fatto un gruppo da 20 miliardi di capitalizzazione borsistica che non è stato rispecchiato in alcun modo sull’offerta presentata, carta contro carta, con un prezzo per azione di 6,657 euro e un premio quasi inesistente (0,5%) sulla chiusura di Borsa del 22 novembre scorso (e del 15% rispetto ai valori precedenti dell’Opa lanciata da Bpm su Anima). Su questo punto, incalzato dagli analisti, Orcel ha spiegato che eventuali futuri rilanci dipenderanno sostanzialmente da due cose: quali saranno le performance e le guidance di Bpm per il prossimo anno e se, e a quali condizioni, l’offerta su Anima andrà in porto. “Credo che quella di Banco Bpm su Anima sia una buona transazione”, ha detto il manager, che ha subordinato la validità della sua offerta al fatto che Bpm non modifichi l’offerta sull’asset manager. “Se Banco Bpm vuole alzare l’offerta su Anima dovrà convocare l’assemblea”. Riguardo a Mps, con cui Bpm stava costruendo il terzo polo bancario, ha invece riferito: “Non abbiamo ambizioni su Monte dei Paschi di Siena”.

La strada per Commerz resta in piedi, ma richiederà più tempo

Quanto, invece, all’operazione Commerz, Orcel ha aggiunto: “Quello che ci aspettiamo da Commerzbank non è cambiato, ma vista la reazione di certi ambienti dobbiamo essere pazienti e dare a tutti il tempo” necessario. In poche parole: l’operazione rimarrà in piedi, ma ci si prenderà il tempo necessario per fare digerire le nozze in Germania, anche in attesa dell’insediamento del futuro governo. “Per rispetto della Germania e delle sue elezioni” in ogni caso “non ci sarebbe stata la possibilità di muoversi nel breve termine e forse non ci sarà affatto”. E poi: “Mentre aspettiamo siamo tranquilli nella nostra posizione e possiamo discuterne costruttivamente senza forzare l’argomento”, ha concluso.

Unicredit-Banco Bpm: sinergie di costo per 900 milioni all’anno

Tornando però all’operazione su Bpm, il numero uno di Unicredit spiega che “con questa acquisizione di uno dei nostri obiettivi storici, rafforziamo la nostra posizione in Italia, e al contempo incrementiamo ulteriormente il valore che possiamo creare per i nostri stakeholder in quel mercato così come per i nostri azionisti“. L’Istituto prevede che l’esecuzione dell’offerta di scambio sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione completata entro approssimativamente i 12 mesi successivi e con la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi. L’operazione, secondo le stime presentate al mercato, presenterà sinergie sui ricavi per 300 milioni ante imposte per anno. Inoltre, si contano (a regime) 900 milioni di sinergie di costo all’anno.

Il tutto con circa 2 miliardi ante imposte di costi di integrazione. “L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici”.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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