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L’azienda Italia diventa sempre più donna, superate anche Francia e Germania


Il panorama dell’imprenditoria femminile italiana si distingue in Europa come un esempio di eccellenza, con 1,61 milioni di donne imprenditrici, un numero che supera nettamente Francia (1,43 milioni) e Germania (1,29 milioni), nonostante le popolazioni femminili attive in quei paesi siano sensibilmente superiori. Questo risultato, segnalato dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, rappresenta un record che evidenzia la vocazione imprenditoriale del nostro Paese, ma anche il successo delle recenti politiche di sostegno all’imprenditoria femminile messe in campo dal governo Meloni.

Circa l’80% delle donne imprenditrici italiane è attivo nei settori dei servizi e del commercio, con una forte presenza nelle attività legate alla cura della persona e ai servizi per le imprese. Il 56% opera in ambiti come estetica, parruccheria, tatuaggi, consulenza aziendale e agenzie di viaggio. Il commercio, che include una varietà di attività dal dettaglio all’ingrosso, impiega quasi il 20% delle imprenditrici, mentre Horeca (hotellerie-restaurant-café) e industria registrano ciascuno una presenza del 10%, con un ulteriore 6% che opera nell’agricoltura.

Questi dati sottolineano una particolare sensibilità delle donne verso settori che richiedono competenze interpersonali e una visione strategica per affrontare le esigenze del mercato. Il governo Meloni, consapevole di queste dinamiche, ha potenziato, attraverso il Pnrr, strumenti di supporto come il Fondo Impresa Donna, incentivando ulteriormente la crescita in questi settori chiave.

Dietro la scelta di molte donne di avviare un’attività propria, evidenzia la Cgia, ci sono motivazioni profonde e diversificate. La letteratura evidenzia due principali spinte: la necessità economica, spesso legata alla disoccupazione o a tradizioni familiari, e un desiderio di realizzazione personale che si traduce in autonomia economica e flessibilità.

Le province del Mezzogiorno guidano la classifica nazionale per incidenza di imprese femminili. Cagliari spicca con il 40,5% di attività in rosa sul totale provinciale, seguita da Benevento (30,5%) e Avellino (30,2%). Nuoro (29,3%) e Chieti (28,9%). Questi numeri dimostrano come le politiche governative abbiano saputo raggiungere anche le aree più periferiche, favorendo uno sviluppo equilibrato tra Nord e Sud.

In termini assoluti, Roma è la città con il maggior numero di imprese femminili, con oltre 76mila attività, seguita da Milano, Napoli e Torino. Questa distribuzione geografica evidenzia una vitalità imprenditoriale che attraversa tutto il Paese, supportata da misure il cui obiettivo è ridurre le disuguaglianze territoriali.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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