in

Migranti, ritardo per i centri in Albania: non apriranno prima di novembre

Il ministero della Difesa ha ufficialmente comunicato che i lavori relativi ai centri per migranti in Albania – iniziati lo scorso 23 marzo – non termineranno prima del 10 novembre 2024. 

Questo smentisce la propaganda messa in atto dal governo Meloni, nella quale si era affermato con certezza che i centri sarebbero stati avviati entro il 20 maggio 2024.

Il governo si smentisce sull’apertura dei centri per migranti in Albania

Lo scorso 23 marzo sono dunque iniziati ufficialmente i lavori per la costruzione dei centri per migranti in Albania. Nati – attraverso un accordo tra il governo italiano e quello albanese – con l’intento di alleggerire l’Italia rispetto la gestione dei migranti, i centri dovevano essere operativi a partire dal 20 maggio 2024.

Nelle ultime ore però – come riportato da Repubblica – il ministero della Difesa ha comunicato che i centri, in realtà, saranno pronti per la consegna precisamente 233 giorni dopo l’inizio dei lavori, ossia non prima del 10 novembre.

I lavori, dunque, stanno muovendo i primi passi e, visti i ritmi e le diverse problematiche che si stanno riscontrando a livello territoriale, sarà praticamente impossibile terminarli entro il mese prossimo.

Non solo, a quanto pare, i primi documenti confermano ulteriormente il flop dell’intero progetto proposto dal governo Meloni.

In particolare, i costi – che inizialmente dovevano ammontare già alla cifra da capogiro di 150 milioni di euro all’anno moltiplicati per cinque anni – potrebbero facilmente raggiungere la cifra di un miliardo di euro.

Questo perché vanno calcolate tutte le spese aggiuntive. Ad esempio, quelle per la sanità e i trasporti o anche quelli che riguardano i subappalti delle tre strutture.

A questi vanno aggiunti i costi per la realizzazione del centro di detenzione per richiedenti asilo da 880 posti, diviso in due aree, una adibita a Cpr e un’altra che fungerà da vero e proprio carcere.

I nuovi risvolti non hanno fatto altro che accentuare le numerose critiche della classe politica (e non solo) rispetto al controverso progetto Italia-Albania proposto dalla premier Meloni.

“In un decreto di marzo hanno aggiunto altri 65 milioni di euro, sfondando il tetto dei 700 milioni totali. Una cifra spropositata per fare una cosa completamente inutile”.

Afferma il deputato del Pd Matteo Mauri.

Le caratteristiche dei nuovi centri

Il ministero dell’interno ha, dunque, pubblicato il bando di gara per la gestione delle tre strutture. La prima sorgerà nei dintorni del porto di Shengjin, a circa 70 chilometri a nord di Tirana. Le altre due, invece, saranno allestite a Gjader, nell’entroterra.

I tre complessi potranno accogliere circa mille persone (escluse le donne incinta, i minori e le persone fragili).

Secondo il bando, il centro del porto di Shengjin sarà dotato di un ambulatoria medico, una stanza per le visite e una stanza di isolamento. A Gjader vi saranno invece tre sale per le visite, un laboratorio di analisi, una stanza per radiografie ed ecografie e una sala per visite psicologiche e psichiatriche.


Fonte: https://www.nanopress.it/s/cronaca/feed/


Tagcloud:

Ilary Blasi sempre in viaggio: weekend all’estero col suo Bastian e la figlia Isabel, le immagini

Dovremmo cambiare i cani col muso schiacciato, per il loro bene