Negli Stati Uniti è stato pubblicato il primo sulla capacità assorbente e contenitiva dei prodotti mestruali svolto utilizzando sangue umano. È un aspetto rilevante, quello del sangue umano: finora per misurare la capacità di questo tipo di prodotti erano state utilizzate soprattutto acqua e soluzioni saline, che hanno una composizione e una viscosità molto diversa rispetto al sangue mestruale e permettono quindi di fare valutazioni meno accurate.
Secondo lo studio, il prodotto più contenitivo è il disco mestruale, un piccolo oggetto di silicone simile come forma al diaframma anticoncezionale e come funzionamento alla che si inserisce all’interno della vagina e raccoglie il sangue fino a quando non viene rimossa e svuotata. Ma al di là di questo risultato lo studio è importante soprattutto per un’altra ragione: misurare con precisione la capacità dei vari prodotti mestruali permette di quantificare con altrettanta precisione l’abbondanza del flusso mestruale, e quindi di individuare e diagnosticare più facilmente eventuali anomalie o problemi medici.
Lo studio è stato pubblicato da un gruppo di scienziate dell’Università della salute e della scienza dell’Oregon sulla rivista BMJ Sexual & Reproductive Health, dopo essere stato rivisto da ricercatori esperti del settore e indipendenti che ne hanno valutato l’attendibilità (peer-review). Lo studio è consistito in una serie di esperimenti fatti su 21 prodotti mestruali di marchi e dimensioni diverse tra assorbenti tradizionali, interni, mutande assorbenti, coppette e dischi.
I marchi utilizzati erano prevalentemente statunitensi o canadesi, ma alcuni sono disponibili anche in Italia: per esempio le coppette Diva Cup, gli assorbenti interni Tampax e il disco Ziggy Cup di Intimina, che è invece un’azienda svedese (nello studio, liberamente accessibile, si possono vedere dei prodotti testati).
Il prodotto che risulta avere una maggiore capacità contenitiva è il disco e, in particolare, il Ziggy Cup che può contenere fino a 80 ml di sangue a fronte dei 61 mediamente contenuti dagli altri dischi. Prodotti come gli assorbenti tradizionali, quelli interni e le coppette, contengono mediamente tra i 20 e i 50 ml di sangue, mentre le mutande assorbenti sono il prodotto meno contenitivo, con una media di 2 ml.
Per testare i prodotti sono stati usati globuli rossi umani impacchettati (human packed red blood cells, ), cioè pacchi di sangue a cui è stato rimosso del tutto o parzialmente il plasma, normalmente utilizzati per alcuni tipi di trasfusioni. Il sangue in questione non poteva più essere utilizzato per scopi clinici ed era stato fornito alle scienziate dai laboratori dell’università. Il sangue usato non ha la stessa viscosità del sangue mestruale, che contiene anche secrezioni e tessuti di rivestimento dell’endometrio, nella parte interna dell’utero, ma è comunque una buona approssimazione rispetto ad altri tipi di liquidi.
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Lo studio appena pubblicato ha alcuni limiti, sottolineati dalle stesse scienziate che l’hanno condotto. La ricerca non ha potuto tener conto di una serie di variabili che influenzano molto la percezione dell’efficacia di un prodotto: il tipo di flusso mestruale di ogni persona, il modo in cui i prodotti mestruali vengono posizionati sulla biancheria o all’interno della vagina e in cui reagiscono ai movimenti, così come le abitudini personali. Le autrici scrivono per esempio che ci sono tanti motivi per cui una persona decide di cambiare l’assorbente o svuotare la coppetta o il dischetto, non necessariamente legati al fatto che si siano riempiti di sangue: per esempio il sentirsi più comode.
Lo studio contiene però dati e risultati utili a migliorare la conoscenza su come funzionano le mestruazioni, con vari benefici, spiegati in parte anche in un intitolato Seguire il flusso: l’emergere della scienza della scienza mestruale, di tre scienziate e scienziati dell’università di Stanford.
Gli studi sulle mestruazioni , a fronte di un generale aumento dell’offerta sui prodotti mestruali: avere criteri certi e affidabili su come funzionano permette di poterli scegliere in modo più informato. Anche perché, dice sempre lo studio, ad eccezione degli assorbenti interni non esistono regole e standard comuni per indicare quanto un prodotto sia effettivamente assorbente: le goccioline disegnate sulle scatole sono decise volta per volta dalle singole aziende, in modo piuttosto arbitrario e impreciso. Tra le altre cose, lo studio dice che la maggior parte dei prodotti testati riportava sulla scatola una capacità assorbente maggiore di quella effettiva.
In assenza di dati e criteri certi per misurare la capacità assorbente e contenitiva dei prodotti mestruali è inoltre molto più difficile diagnosticare eventuali patologie. Paul Blumenthal, professore di ostetricia e ginecologia dell’università di Stanford, al Guardian un esempio molto concreto: se una paziente dice al proprio medico di riempire un assorbente ogni due ore, in assenza di criteri più precisi non è detto che il medico conosca le marche di tutti gli assorbenti e sappia valutare quanto il sanguinamento sia eccessivo o magari sintomatico di qualche problema da curare.