La notte di San Lorenzo, tra il 10 e l’11 agosto, è tradizionalmente nota per essere quella in cui si vedono le stelle cadenti. Un tempo era effettivamente così, ma oggi le cose sono cambiate: in questo secolo il momento migliore va dall’11 al 13 agosto (quindi coinciderà con la notte tra venerdì 11 e sabato 12 agosto e la successiva).
Le cosiddette stelle cadenti non sono davvero delle stelle: sono frammenti meteorici di roccia che si sono generati dalla disintegrazione di una cometa, e per la maggior parte sono grandi come granelli di sabbia. Quelli che si possono vedere da metà luglio alla fine di agosto appartengono al gruppo di detriti chiamato Perseidi, dal nome della costellazione di Perseo, e sono stati generati dalla cometa Swift-Tuttle. La cometa fu osservata distintamente per la prima volta nel 1862 dagli astronomi statunitensi Lewis Swift e Horace Parnell Tuttle, e il suo legame con le Perseidi fu scoperto nel 1866 dall’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli.
Le scie luminose per cui diciamo “stelle cadenti” sono create dai detriti rilasciati dalla cometa nel corso delle sue orbite precedenti: sbattendo contro l’atmosfera terrestre a una velocità di più di 200mila chilometri orari, questi detriti si incendiano creando delle “palle di fuoco”. Il fenomeno è stato osservato per millenni e tra le prime notazioni su quanto accadeva nel cielo in questo periodo dell’anno ci sono quelle di astronomi cinesi, risalenti al 36 dopo Cristo. Nelle ore di maggiore attività è possibile osservare a occhio nudo circa cento scie luminose ogni ora.
Le scie luminose lasciate dallo sciame meteorico delle Perseidi vengono chiamate “lacrime di San Lorenzo” perché un tempo il momento di massima attività si verificava il 10 di agosto, in corrispondenza del giorno in cui si commemora il santo cristiano. Le stelle cadenti vengono anche associate ai tizzoni ardenti , che era un arcidiacono di origine spagnola probabilmente esistito a differenza di altri santi leggendari del Terzo secolo.
Per osservare al meglio le Perseidi è sufficiente guardare il cielo di notte: meglio se nell’emisfero boreale e possibilmente lontano dai grandi centri urbani dove l’inquinamento luminoso tende a renderle meno visibili. Il posto migliore per osservarle solitamente è in montagna, dove l’aria è meno inquinata. Ovviamente anche le della zona in cui vi trovate influiranno sull’osservazione.