in

Omicidio a Taranto, uomo ucciso in pieno centro: colpito con cinque colpi di pistola



Un uomo di 61 anni è stato ucciso ieri sera in strada a Taranto. Le forze dell’ordine stanno indagando e si pensa a diverse piste.

Non è chiaro per quale motivo siano stati sparati 5 colpi di pistola contro la sua abitazione in via Cugini 7, alle spalle del mercato Fadini. Era uscito da poco dal carcere dopo 17 anni di reclusione per concorso in omicidio.

Omicidio a Taranto

Una vera e propria esecuzione in stile mafioso quella che si è verificata ieri sera a Taranto, dove qualcuno ha sparato 5 colpi di pistola verso Cosimo Nardelli, pregiudicato di 61 anni che aveva da poco terminato la sua pena in carcere di 17 anni per concorso in omicidio.

Si pensa a un regolamento di conti visti i trascorsi dell’uomo ma non è esclusa alcuna pista perché le indagini da parte degli inquirenti sono solo all’inizio. L’uomo si era reso complice dell’omicidio nel 2006, del 27enne Alessandro Cimoli, ammazzato con diverse coltellate all’uscita di una masseria abbandonata nelle campagne foggiane.

Gli investigatori ora si stanno concentrando proprio su quel fatto di cronaca per capire se ci sia qualche collegamento con l’omicidio di ieri. Riguardo alla sparatoria di ieri non abbiamo molti dettagli, secondo le prime informazioni l’uomo aveva parcheggiato il suo scooter e si stava avvicinando al portone dell’abitazione quando è stato raggiunto da una raffica di proiettili.

Un vero e proprio agguato. I colpi all’addome e in altre parti del corpo sono stati fatali, infatti è stato soccorso e trasportato all’ospedale Santissima Annunziata ma è deceduto poco dopo il suo arrivo in pronto soccorso. Non si hanno dettagli sull’identità di chi ha sparato.

Sul luogo, lungo la strada che costeggia il muraglione dell’Arsenale militare, sono intervenuti i poliziotti della squadra mobile locale e la Scientifica per i rilievi del caso.

Sono stati recuperati diversi bossoli e i proiettili hanno danneggiato anche una vettura parcheggiata davanti all’ingresso dell’abitazione. Saranno importanti le testimonianze dei vicini di casa, tuttavia al momento non ci sono particolari di rilievo forniti da loro, anche perché l’ora era molto tarda e il tutto è avvenuto velocemente in pochi minuti.

Nel corso della notte la polizia ha perquisito l’appartamento e ascoltato familiari e conoscenti di Nardelli nel tentativo di reperire notizie utili per trovare il colpevole dell’omicidio. Non si esclude che possa trattarsi di più di una persona.

Regolamento di conti?

Quando avvengono episodi con un retroscena così particolare è chiaro che la prima cosa a cui si pensa è un regolamento di contri della criminalità organizzata, che in effetti nelle zone del sud è molto diffusa.

In particolare, Nardelli aveva ucciso un giovane ragazzo colpevole di aver ricevuto un chilo di cocaina senza poi provvedere al pagamento. L’uomo agì con crudeltà infierendo sul corpo di Cimoli anche dopo che questo era morto, tanto che solo attraverso i documenti di identità che aveva negli abiti al momento del ritrovamento, fu possibile risalire a chi fosse. Il ragazzo a sua volta aveva precedenti per reati contro il patrimonio.

Ora gli inquirenti dovranno appurare se qualcuno ha atteso la sua uscita dal carcere per compiere la vendetta oppure si tratti di qualche altro conto in sospeso. Fatto sta che chi ha agito, lo ha fatto con grande precisione e sapeva il momento in cui l’uomo sarebbe rincasato, infatti era lì ad attenderlo.

Oppure si era appostato da ore e attendeva nell’oscurità. Gli inquirenti non escludono che la vittima fosse rientrata in giri illegali dopo la scarcerazione, in realtà non ha mani manifestato il desiderio di allontanarsi da quello stile di vita che un po’ impersona tutta la sua famiglia, a partire dal fratello Renato. Quest’ultimo fu proprio il mandante dell’omicidio di Cimoli e venne arrestato a Taranto nel novembre del 2008. Nel corso della stessa operazione le manette scattarono anche per Matteo Basile, che poi diventerà collaboratore di giustizia e racconterà di aver partecipato a quell’agguato poiché era stato assoldato da Cosimo.

In quell’operazione la Dda di Lecce intervenne verso queste persone perché erano state accusate a vario titolo di omicidio, traffico di droga, estorsione e tentativo di omicidio.


Fonte: https://www.nanopress.it/s/cronaca/feed/


Tagcloud:

Alluvione in Emilia Romagna, si teme emergenza sanitaria per i rifiuti

Due alpinisti sono morti in un incidente sul Gran Sasso