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La lite, poi una coltellata alla gola: così il marito ha ucciso Maria Rosaria Troisi | La coppia aveva due bambini

Maria Rosa Troisi aveva 37 anni. A ucciderla, con un fendente mortale alla gola, sarebbe stato il marito, tre anni più di lei.

Mentre andava in scena l’ennesimo femminicidio a Lago di Battipaglia (Salerno) i figli della coppia – due bambini di 8 e 10 anni – non erano in casa. Sarebbe stato proprio il papà ad allontanarli da casa, portandoli dai nonni che vivono a poche centinaia di metri, prima della lite mortale con la moglie. La circostanza è ancora da verificare, perché sul piano accusatorio aggraverebbe la posizione del presunto assassino, cui potrebbe essere contestata la premeditazione. 

L’ omicidio di Maria Rosaria Troisi

Ha telefonato ai carabinieri, dicendo che era in corso una lite familiare. Quando i militari sono giunti nell’appartamento in via Flavio Gioia, a Lago di Battipaglia, Maria Rosaria era già stata colpita a morte dal marito. La donna è morta tra le braccia di un carabiniere, come riferisce La Repubblica.

A ucciderla, con una coltellata alla giugulare, il marito, idraulico 40enne. L’ uomo ha atteso in casa l’arrivo dei carabinieri. Ha raccontato di un presunto tradimento che la moglie gli avrebbe confessato durante le vacanze estive. Ieri pomeriggio tra i due coniugi sarebbe scoppiata una lite – pare l’ennesima delle ultime settimane – al culmine della quale il 40enne ha impugnato un coltello e ha colpito la moglie alla gola. Maria Rosaria era una casalinga e catechista. A Lago di Battipaglia non si era ancora fatta conoscere bene, perché era arrivata lì da pochi mesi con marito e figlio.

I figli della coppia affidati ai nonni paterni

I due bambini sono stati momentaneamente affidati ai nonni. Pare che quando la mamma veniva uccisa non fossero in casa, e ad allontanarli sarebbe stato proprio il papà. Una circostanza che ora gli inquirenti devono appurare perché – se fosse confermato l’allontanamento dei piccoli in vista del delitto – al presunto killer potrebbe essere contestata l’aggravante della premeditazione.

 


Fonte: https://www.nanopress.it/s/cronaca/feed/


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