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Continuano gli sbarchi di migranti a Lampedusa e la polemica dei sindaci



Continuano ad arrivare migranti a Lampedusa e i flussi incontrollati provocano la polemica fra sindaci e governo, specialmente in vista della riapertura delle scuole.

Infatti ultimamente per far fronte al fatto che i centri di prima accoglienza sono stracolmi, si stanno utilizzando altre strutture per accogliere i migranti, come le palestre che solitamente sono adibite ad altro, ma anche uffici, studi medici e qualsiasi luogo si presti ad essere un ricovero temporaneo. Come evidenziato dai sindaci però non è questa la situazione e mentre Tajani parla di meccanismi più rigidi di accoglienza, al fine di selezionare queste persone e rimandare indietro chi non ha diritto a stare in Italia, i primi cittadini insorgono, soprattutto perché i numeri continuano a salire: solo ieri sull’isola siciliana che ormai è tristemente collegata a questo argomento, sono arrivate circa 600 persone per un totale di 11 sbarchi. “Le amministrazioni locali non possono garantire un’accoglienza idonea e rispettosa della legge, la colpa è del governo” con queste parole pronunciate dal sindaco di Prato e responsabile immigrazione Matteo Biffoni, riassumiamo il malcontento sollevato dai sindaci italiani in queste ore, specialmente dei leghisti.

Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa, ieri 598 migranti

Proseguono i flussi migratori incontrollati sull’isola di Lampedusa, dove l’hotspot di contrada Imbriacola non riesce più a contenere tutte le persone in arrivo, almeno non in condizioni adeguate. Al momento ha superato i 2.000 ospiti e soli ieri con 11 barconi sono arrivate sulle coste italiane 598 persone, tutte trasferite qui.

Ieri sera la Prefettura di Agrigento ha deciso per il trasferimento di 230 persone a Porto Empedocle e altre 420 a Trapani ma non basta a migliorare la situazione che rimane gravissima. L’ennesima giornata di sbarchi ha sollevato molte polemiche da parte dei sindaci, che accusano il governo di lavorare male: “Siamo nella più grave emergenza di sempre, in particolare per quanto riguarda i minorenni. Non siamo più in grado di accogliere tutti questi migranti” ha detto il delegato di Anci sull’immigrazione, Matteo Biffoni, che è anche il sindaco di Prato.

Proprio ieri si è anche verificata una situazione che in realtà si ripete spesso, una nave della Ong Sea Watch è approdata a Lampedusa nonostante le autorità italiane avessero assegnato il porto di Trapani. Qui sono stati portati 72 migranti e il personale ha detto di non aver avuto scelta perché questo luogo era più vicino e a bordo c’erano scorte limitate di acqua. Sono scattate le ispezioni della Digos e della Guardia Costiera, i cui uomini sono saliti a bordo per verificare le condizioni della nave in questione, l’Aurora.

Di fatto episodi come questi contribuiscono all’affollamento dell’hotspot di Lampedusa ma tanti altri migranti sono arrivati da diversi sbarchi che si sono verificati ieri nelle ore diurne, mentre nella notte non c’è stato movimento in mare. Il traghetto Galaxy ha trasferito 500 migranti alleggerendo il numero complessivo di 1.490, smaltito poi da altri viaggi organizzati sul traghetto Cossydra.

Alla base del problema secondo i sindaci c’è la mala gestione dell’emergenza da parte di un governo che si riempie la bocca con false promesse ma che di fatto non sta facendo nulla di concreto. Tajani ha detto che solleverà il problema all’Ue perché l’Italia non può farsi carico del problema da sola, intanto però come dicevamo in apertura, si stanno allestendo centri di accoglienza improbabili, specialmente strutture utili all’ambiente scolastico, e questo ai sindaci proprio non va giù.

Lo scontro

Le parole di Biffoni si inseriscono in un contesto di accesa polemica per quanto riguarda la gestione dell’emergenza da parte del governo in carica, dove i sindaci mettono in allarme specialmente sulla situazione relativa ai minorenni stranieri che non sono accompagnati.

Il prefetto Valerio Valenti aveva annunciato a maggio l’attivazione di nuovi centri di accoglienza proprio per questo motivo ma a quanto pare le parole non sono state seguite dai fatti. A dirlo è proprio il primo cittadino di Prato: “Mancano gli hub di primissima accoglienza e non ci sono abbastanza risorse per una corretta mediazione culturale”.

A fargli eco è stato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Il governo non ha strategie per gestire i flussi migratori incontrollati”.

Dall’altra parte, il Viminale risponde definendo la polemica senza senso e surreale, aggiungendo che la mancata adozione dello stato di emergenza da parte delle regioni guidate dal centrosinistra, ha ritardato alcuni interventi previsti sul territorio nazionale. Di fatto quindi uno scambio di accuse da entrambe le parti e intanto gli sbarchi non di fermano: dal primo giugno fino al 18 agosto sono arrivate 700 persone al giorno.

Contro l’operato del governo anche il sindaco di Noventa Padovana, Marcello Bani, che alla decisione di accogliere temporaneamente i migranti in tre palestre, proprio non ci sta. Come lui, in generale tutta la Lega chiede di rimpatriare i migranti che non hanno diritto d’asilo, mentre il Pd controbatte spingendo verso programmi integrativi.

L’allarme è ormai trasversale e corre da nord a sud: l’accoglienza dei migranti, specialmente quella dei minori, è al limite e c’è anche il rischio che alcuni rimangano per strada. Questo traspare dalle parole del sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, che come gli altri e come i presidenti delle regioni italiane, chiede chiarezza ma a parte le affermazioni di Tajani che sembrano aggirare il problema, c’è un mutismo allarmante da Roma.

A far sentire la propria voce anche il presidente della Basilicata, Vito Bardi: “Sono d’accordo con l’essere solidali ma bisogna tenere conto anche delle possibilità delle regioni, ad esempio la nostra ha 131 piccoli comuni che non possono reggere da soli numeri così importanti”.

Altre polemiche anche dal fatto che le Prefetture chiedono ai comuni di farsi carico con risorse proprie, della prima accoglienza, mentre invece per legge questa dovrebbe essere a carico dello Stato, questo si legge in una nota di fuoco firmata dall’assessore al Welfare del comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo e dalla consigliera delegata al Welfare nella stessa città, Sara Accorsi.


Fonte: https://www.nanopress.it/s/cronaca/feed/


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