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    Campo larghissimo, la ricetta di Genova e Ravenna si può estendere a tutta Italia?

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni. Essere testardamente unitari, è necessario ripeterlo oggi più che mai, non è una tesi o un dibattito politologico ma un dato oggettivo: uniti si vince, congratulazioni a tutte le forze che hanno contribuito a queste belle vittorie!».Schlein esulta per la vittoria del suo “testardamente unitari”Quando la segretaria del Pd Elly Schlein dirama la sua nota serale la neosindaca “civica” di Genova Silvia Salis ha già ricevuto le congratulazioni del rivale di centrodestra Pietro Piciocchi per la sua elezione («è stata una vittoria con grandi numeri, complimenti») e anche la vittoria del dem Alessandro Barattoni a Ravenna è più che consolidata. Due vittorie al primo turno in due capoluoghi, proprio mentre il centrodestra porta avanti la sua proposta anti-ballottaggi per abbassare dal 50% al 40% la soglia per l’elezione, alle quali si aggiunge anche la vittoria del neosindaco di Assisi Valter Stoppini. Ottimismo pure a Taranto, dove il candidato del Pd e del centrosinistra (ma non del M5s) Pietro Bitetti è nettamente avanti. Il dato politico più evidente, al netto del fatto che sia Genova sia Ravenna sono due città storicamente orientate a sinistra, è proprio quello che i tre neosindaci sono tutti sostenuti da un campo largo in versione extra: dal M5s ad Avs fino ai centristi di Azione, Italia Viva e Più Europa. Da qui l’esultanza di Matteo Renzi, spesso vittima dei veti del leader del M5s Giuseppe Conte: «Quando il centrosinistra non mette veti, come accaduto alle ultime regionali in Liguria, succede che vince – dice l’ex premier e leader di Italia Viva -. Oggi Meloni ha preso una scoppola mica da ridere. L’effetto trascinamento e l’idea della luna di miele… Non è così. Si è un po’ rotto l’incantesimo».Loading…Il caso di Matera («nessun apparentamento tra 5 Stelle e dem») e il silenzio di ConteDi certo, come dice la stessa Schlein, l’esigenza di unità non è un capriccio ma per così dire una necessità matematica: solo unite le opposizioni possono essere davvero competitive. Ma la strategia “testardamente unitari” della segretaria dem, pur restando l’unica possibile per provate a sconfiggere il centrodestra alle prossime elezioni politiche, stenta a prendere il volo e a farsi regola. Basta volgere lo sguardo a Matera, il quarto capoluogo in cui si è votato in questo primo turno che ha coinvolto 117 comuni di cui 31 oltre i 15mila abitanti: il candidato del centrosinistra Roberto Cifarelli, del Pd ma in campo senza simbolo, è sì in testa con oltre il 40%, ma il candidato del M5s Domenico Bennardi, che di Matera è già stato sindaco e che si è attestato all’8%, ha già dichiarato che non farà convergere i suoi voti su Cifarelli: «Non appoggeremo nessuno e non faremo apparentamenti. Lasceremo libero arbitrio ai nostri elettori». Altro che campo extralarge. Da parte sua Conte, mentre non smentisce la posizione dei suoi a Matera, si limita a elogiare la sola scelta della candidatura civica a Genova («è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze e, per questo, meritevoli di fiducia ed entusiasmo»).Nel M5s restano forti la vocazione all’indipendenza e la resistenza a convergere su candidati demInsomma, il principale ostacolo all’unità di tutte le opposizioni resta proprio il più importante alleato del Pd, quel M5s che si dichiara “progressista indipendente” e che fatica a ritrovarsi sempre in una logica unitaria. E fatica ancora di più a dare il suo contributo a candidati che sono espressione del Pd. Come si comporterà Conte quando arriverà il momento di scegliere il candidato premier della coalizione (ipotesi non peregrina, vista l’intenzione del centrodestra di superare i collegi uninominali del Rosatellum per un proporzionale con premio di maggioranza al 55% e indicazione del capo della coalizione sulla scheda elettorale)? E che cosa accadrà quando bisognerà stendere un programma elettorale, viste le posizioni anti armi all’Ucraina e in parte anti Ue dei 5 Stelle?Se il centrosinistra è forte nelle zone urbane, il centrodestra continua a dominare nei piccoli centriC’è poi da tenere in conto che il centrosinistra, e in particolare il Pd, è storicamente forte nei centri urbani ma debolissimo in provincia e nei piccoli centri, dove prevale il centrodestra. Anche questa volta occorre attendere i dati definitivi per leggere eventuali tendenze regionali. Insomma, la strada del “testardamente unitari” di Schlein è ancora tutta in salita. LEGGI TUTTO

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    Un poliziotto condannato per la “Diaz” diventa questore, è polemica

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa nomina di Filippo Ferri a nuovo questore di Monza e Brianza, con decorrenza dal primo giugno, sta sollevando un polverone. Un centinaio di esponenti della società civile brianzola ha inviato una lettera aperta al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per chiedergli di riconsiderare la scelta del primo dirigente, condannato per i fatti della scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001, mentre Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) hanno annunciato una interrogazione parlamentare.Le condanne Ferri è stato scelto per sostituire Salvatore Barilaro, attuale questore di Monza che dopo meno di due anni lascia la provincia per assumere lo stesso ruolo a Pisa. Se il suo addio ha suscitato dispiacere, il nome del suo successore ha innescato una forte reazione di protesta, evidenziando una profonda ferita ancora aperta nella memoria collettiva italiana. Era la notte del 21 luglio 2001 quando i reparti mobili della polizia fecero irruzione nella scuola genovese che, in occasione del G8, era stato adibito a centro stampa del coordinamento del Genoa Social Forum. Furono fermati 93 attivisti, 63 dei quali furono portati in ospedale, tre in prognosi riservata e uno in coma. Un pestaggio da “macelleria messicana”, come venne definito, per il quale nel 2012 Ferri, attuale capo della Polizia ferroviaria di Milano, imputato insieme ad altri colleghi, è stato condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi per falso e calunnia, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.Loading…I firmatari dell’appelloLa petizione, supportata da forze politiche come Sinistra Italiana, Più Europa e Lab Monza, chiede un passo indietro al ministero, sottolineando come la nomina di Ferri «offenda la intera comunità, che non merita di subire un tale affronto e una così scarsa considerazione dei principi costituzionali, dei valori di giustizia e di democrazia nei quali si riconosce». «Quanto avvenuto in quei giorni e i tentativi di insabbiamento e depistaggio che ne seguirono – ricordano i promotori della petizione – rappresentano ancora oggi una delle pagine più buie e vergognose dello Stato italiano». Tra i firmatari dell’appello figurano numerose personalità delle istituzioni brianzole (presenti e passate), ex deputati e senatori, figure della cultura e della società civile, tra cui Marco Fumagalli e Gianmarco Corbetta dei Cinque Stelle, gli ex senatori Loris Maconi, Lucrezia Ricchiuti e Gianni Confalonieri, l’attore Elio De Capitani, Valerio d’Ippolito di Libera, Rosella Stucchi di Anpi, gli ex sindaci Concettina Monguzzi (Lissone), Paolo Brambilla (Vimercate) e Roberto Scanagatti (Monza), il padre di Ilaria Salis, Roberto, e il giornalista Alfredo Somoza.L’interrogazione di Cucchi «Affidare la responsabilità della sicurezza pubblica di una città a chi ha disonorato la divisa e la funzione pubblica, significa legittimare una cultura dell’impunità e della menzogna inaccettabile», sostiene la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, che sulla nomina ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno. LEGGI TUTTO

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    Dl sicurezza, scontro tra manifestanti e polizia a Roma

    Ascolta la versione audio dell’articoloTensioni alla manifestazione contro il ddl sicurezza a Roma. Il gruppo in presidio contro il decreto sicurezza, che chiedeva di procedere in corteo, che è avanzato verso il cordone di polizia. Sono alcune centinaia di partecipanti al corteo (radunatisi alla manifestazione preavvisata in forma statica a piazza Barberini), che si sono avvicinati allo sbarramento delle forze dell’ordine su via del Tritone. Le forze dell’ordine erano posizionate lì per bloccare l’accesso a largo Chigi e a piazza Montecitorio. Sono stati due, finora, i momenti di contatto tra i manifestanti e le forze dell’ordine, schierata in assetto antisommossa. L’avanzata dei manifestanti – alcuni con casco e volto travisato – hanno colpito i poliziotti con bastoni, facendosi scudo con grossi pannelli con su scritto “La democrazia non si piega”, “Stop accordi” e “Free Palestine”, è stata respinta dalle forze dell’ordine con gli scudi entrambe le volte.L’obiettivo della PiazzaInizia alla Camera l’iter di conversione in legge del “Decreto sicurezza” e le sigle e i partiti contrari scendono in piazza contro un provvedimento che giudicano liberticida e antidemocratico. A Piazza Barberini ’Cambiare rotta’, ’Potere al Popolo’, ’Osa, Articolo 21’, ’Amnesty International’, ’Fiom Cgil’ e tante altre associazioni. Presenti anche alcuni parlamentari del centrosinistra come Arturo Scotto e Andrea Orfini del Partito democratico e Peppe De Cristofaro di Alleanza verdi e sinistra. L’obiettivo della piazza è raggiungere Montecitorio, presidiato dalle forze dell’ordine, e simbolicamente impedire che il governo ponga la fiducia sulla conversione in legge. «Oggi è il giorno della vergogna nazionale. Una delle più pericolose leggi liberticide che si sia mai vista dalla resistenza a oggi» dichiara Luca Blasi della rete “A pieno regime – No Dl Sicurezza”. «L’obiettivo è mettere in carcere chi esprime dissenso. È la fine di un pezzo della Repubblica per come la conosciamo».Loading…Le opposizioni al Dl sicurezzaIl decreto sicurezza «introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti». Lo hanno sottolineato diversi esponenti dell’opposizione durante la discussione generale in aula alla Camera sul provvedimento nella quale si sono iscritti in massa a parlare. «Criminalizzare la protesta – ha detto il Dem Paolo Ciani – e irrigidire la repressione non è una soluzione. L’inasprimento delle pene non produce risultati e lo avete visto col decreto Caivano che ha prodotto solo il 48% di più dei minorenni negli istituti carcerari». «Il governo – ha aggiunto – continua a insistere sulla repressione e trascura la prevenzione, andate a intervenire anche sui Cpr, è un tema delicato su cui il vostro operato ha un elefante in una cristalleria che è l’Albania: avete speso un miliardo dei soldi dei contribuenti per portare dei migranti lì per essere espulsi quando ci sono già luoghi per farlo in Italia». «La sicurezza – ha concluso – non si costruisce solo con la forza: sicurezza è un quartiere illuminato, una scuola che funziona, è non morire di lavoro». Anche la pentastellata Angela Raffa ha citato il numero dei reati e delle aggravanti introdotte dal testo. «Avete superato ogni limite – ha detto – ha detto dovreste fermarvi un attimo e riflettere sulla gravità di ciò che state facendo». LEGGI TUTTO

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    Inps, nel 2025 3 mesi di congedo parentale pagati all’80%. Ecco come fare domanda

    Ascolta la versione audio dell’articoloPer i bambini nati dal 2025 e per quelli per i quali il congedo obbligatorio di maternità o in alternativa di paternità è scaduto dopo il 31 dicembre 2024 i genitori lavoratori dipendenti possono avere il congedo parentale pagato all’80% per tre mesi. Lo spiega una circolare dell’Inps che chiarisce la norma introdotta con la legge di Bilancio per il 2025 che introduce miglioramenti rispetto a quella dell’anno precedente quando i mesi pagati all’80% erano due.Per accedere all’indennità maggiorata, i periodi di congedo parentale devono essere fruiti entro il sesto anno di vita del figlio (o entro 6 anni dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o di affidamento).Loading…Congedo entro i 12 anni di vita del figlioL’Inps evidenzia che i tre mesi indennizzabili all’80% interessano entrambi i genitori e possono essere fruiti in modalità ripartita tra loro o soltanto da uno di essi. Si può anche usare negli stessi giorni per lo stesso figlio, come consentito per tutti i periodi di congedo parentale. L’Istituto ricorda che il limite massimo di congedo parentale per ogni coppia genitoriale è di dieci mesi (elevabili a undici mesi nel caso in cui il padre si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a tre mesi), da fruire entro i 12 anni di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia del minore. Sei mesi sono indennizzati al 30% mentre gli ultimi due non sono indennizzati a meno che non ci si trovi in un particolare condizione reddituale.Se il minore è nato o adottato, affidato/collocato prima del 1° gennaio 2023, il diritto all’80% dell’indennità di congedo parentale spetta per massimo un mese (in applicazione della legge di Bilancio 2023), se almeno un genitore lavoratore dipendente ha terminato il periodo di congedo obbligatorio successivamente al 31 dicembre 2022.Età dei figli e congediSe, invece, il minore è nato o adottato, affidato/collocato dal 1° gennaio 2023, il diritto all’80% dell’indennità di congedo parentale spetta per massimo un mese a prescindere dalla fruizione del congedo di maternità o di paternità, purché sussista un rapporto di lavoro dipendente al momento della fruizione. LEGGI TUTTO

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    Fisco, arriva in Cdm il testo unico sull’imposta di registro

    Ascolta la versione audio dell’articoloÈ previsto nel Consiglio dei ministri preannunciato (ma non ancora convocato) per il pomeriggio di lunedì 26 maggio, il via libera del governo al testo unico sull’imposta di registro. Il provvedimento è uno dei 9 testi unici messi lo scorso anno in consultazione dal Governo nell’ambito della Delega fiscale che dovrà armonizzare tutta la legislazione in materia di imposte di registro e altri tributi indiretti. Ne sono già stati approvati 4.La proposta di testo unico, si spiegava al momento della messa in consultazione dal governo a marzo 2024, «si ispira sulla ricognizione della normativa vigente contenuta in fonti diverse, sul coordinamento della normativa vigente con gli interventi che si sono resi necessari da modificazioni apportate da leggi successive e la proposta di abrogazione delle disposizioni da ritenersi superate. La proposta di testo unico persegue la finalità di una puntuale individuazione delle norme vigenti organizzandole nel settore di rispettiva competenza, e rimettendo al Legislatore le scelte finali per il riassetto delle predette disposizioni». Il termine per l’adozione dei testi unici è stato prorogato al 31 dicembre 2025.Loading…Nei giorni scorsi in question time, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva annunciato che il governo stava ultimando i lavori finalizzati al completamento dei testi unici ancora in via di definizione e l’arrivo sul tavolo del Consiglio dei ministri.Oggi sarà la volta di quello sulle imposte di registro, presto ci sarà una norma per un nuovo rinvio della sugar tax, mentre nei prossimi mesi, ha ribadito al Festival di Trento il viceministro Maurizio Leo, si lavorerà ad un intervento ulteriore su Irpef, Ires e fiscalità internazionale. Tra le novità annunciate anche un taglio dell’Iva sulle opere artistiche. LEGGI TUTTO

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    Piantedosi ammette: sul Ponte sullo Stretto c’è stato un deficit di comunicazione con il Colle

    I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo«Le norme sul Ponte sullo Stretto? Ci sono state polemiche per dei fraintendimenti. Probabilmente c’è stato un deficit di comunicazione, che ascrivo anche al contributo della mia personale attività. La nostra volontà di ergere una barriera granitica contro le infiltrazioni della criminalità organizzata ha fatto sì che noi approvassimo le norme in Consiglio dei ministri senza rispettare alcuni circuiti informativi, visto che di solito i provvedimenti adottati in via d’urgenza vengono mandati prima al Quirinale. Abbiamo quindi commesso un errore di metodo».Piantedosi ammette: sul Ponte dello Stretto sbavature metodologicheDopo le tensioni tra il ministero delle Infrastrutture e il Quirinale, che ha chiesto e ottenuto lo stralcio della norma con cui il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo voleva introdurre controlli antimafia speciali per il Ponte sullo Stretto di Messina con l’obiettivo di accelerare i tempi, il responsabile degli Interni Matteo Piantedosi approfitta del palco del Festival dell’economia di Trento per gettare acqua sul fuoco. E, incalzato dal direttore del Tg2 Antonio Preziosi, rassicura: «In questa circostanza ci sono state delle sbavature metodologiche ma siamo tutti orientati a creare il sistema migliore, e lo faremo, per preservare l’opera da interessi criminali».Loading…«Dopo Washington rischio emulazione, ma il nostro sistema di prevenzione è molto avanzato»Il dialogo all’interno del panel intitolato “povertà, concentrazione di ricchezza, immigrazione e sicurezza” il ministro spazia su tutti i temi di attualità, dall’immigrazione alle crisi internazionali in Ucraina e Gaza. E ammette che dopo i tragici fatti di Washington, con l’uccisione di due impiegati dell’ambasciata israeliana, «sicuramente da parte nostra c’è da temere l’effetto emulazione rispetto a questi episodi. Ma noi abbiamo, per la professionalità di polizia e magistratura, un sistema molto avanzato per la prevenzione di fenomeni di questo tipo». Ossia un sistema – spiega Piantedosi – che ha l’obiettivo di «individuare preventivamente i soggetti a rischio radicalizzazione» e che «ci ha consentito fino adesso l’espulsione di 197 persone per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato»: «Cerchiamo di anticipare molto l’individuazione dei pericoli con il Comitato di analisi strategica del terrorismo dove viene aggiornato lo scambio di informazioni. Una specificità tutta italiana che il mondo guarda con interesse».«In Albania solo i soggetti ad alta pericolosità sociale, finora rimpatriate 30 persone»Quanto alle polemiche sui centri per gli immigrati irregolari fortemente voluti dalla premier Giorgia Meloni in Albania e oggetto di molti provvedimenti di stop ai trasferimenti da parte della magistratura, Piantedosi ricorda che «siamo in sede di conversione del decreto legge che riguarda il Cpr dell’Albania: al netto delle persone liberate dal trattenimento sono 30 le persone che siamo riusciti a rimpatriare» e nega che in Albania vengono portati migranti che hanno la sola colpa di versare in una condizione di irregolarità amministrativa: «Non è così – assicura il ministro -. Abbiamo rimpatriato persone che uscivano da un percorso carcerario di diversi anni per reati gravi, anche di violenza carnale, pedopornografia e quant’altro. Quindi restringiamo in questi centri solo persone che hanno pericolosità sociale. Per il resto siamo in attesa, nei prossimi mesi, della decisione della Corte di giustizia europea e delle regole europee sulla materia a giugno 2026 per poter allargare l’utilizzo della struttura».La promessa: entro il 2027 altre 22mila assunzioni nelle forze dell’ordineNon poteva infine mancare, un classico per i responsabili del Viminale, la promessa di nuovi ingressi nelle forze dell’ordine: se il governo ha già immesso circa 30mila unità di personale, che però hanno essenzialmente coperto il turn over, «quest’anno abbiamo in cantiere l’assunzione, sulle tre forze di polizia, di circa 14.000 unità di personale e da qui alla fine del mandato almeno altre 22.000». Forze nuove da utilzzare, assicura Piantedosi, per il controllo del territorio dove maggiormente si veriricano le condizioni di maggiore preoccupazione per i cittadini come stazioni ferroviarie e ospedali. LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali: quando, come e dove si vota. Tutti i comuni alle urne

    Ascolta la versione audio dell’articoloSono 117 i Comuni coinvolti nella tornata delle amministrative di domenica 25 e lunedì 26 maggio. Di questi 86 hanno meno di 15mila abitanti, mentre gli altri 31 ne contano di più. Ci sono anche tre capoluoghi di provincia (Matera, Ravenna e Taranto) e un capoluogo di Regione, Genova. Nel votare si potrà scegliere un candidato sindaco e una lista, esprimendo fino a due preferenze di genere diverso. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti si potrà effettuare il voto disgiunto, in quelli più piccoli no.Quando si vota Domenica 25 maggio i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23, mentre lunedì 26 maggio dalle 7 alle 15. Gli eventuali turni di ballottaggio si terranno domenica 8 e lunedì 9 giugno in concomitanza con i referendum. Gli orari saranno gli stessi già previsti per il primo turno, quindi dalle 7 alle 23 e dalle 7 alle 15.Loading…Come si votaSi riceverà una scheda in cui è indicato il nome di tutti i candidati sindaco e, a fianco, le liste che li sostengono. Nelle città al di sotto dei 15mila abitanti, chi prende più voti al primo turno è eletto. La lista del candidato sindaco vincitore ottiene anche i due terzi dei seggi in Consiglio comunale. Nelle città sopra i 15mila abitanti, invece, se nessun candidato ottiene il 50% più uno dei voti validi, si va al ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti.PreferenzeNei Comuni che hanno meno di 5mila abitanti ciascuno può esprimere una sola preferenza, scrivendo il cognome del candidato consigliere o consigliera che vuole sostenere. Nei Comuni più grandi, da 5mila abitanti in su, si possono esprimere due preferenze. In questo caso però bisogna sempre rispettare la regola dell’alternanza di genere: i candidati votati devono essere un uomo e una donna. Altrimenti, la seconda preferenza scritta viene considerata nulla.Voto disgiuntoAnche per il voto disgiunto c’è una distinzione tra le città più grandi e quelle più piccole. Fino a 15mila abitanti non si può effettuare il voto disgiunto, cioè votare per un candidato sindaco e poi per una lista diversa da quelle che lo appoggiano. Sopra i 15mila abitanti, invece, c’è la possibilità del voto disgiunto. Gli elettori possono scegliere una candidata o un candidato sindaco, e poi votare anche per una lista che non lo sostiene, e anche esprimere le relative preferenze LEGGI TUTTO

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    Elezioni comunali 2025: tutte le sfide per il sindaco nei capoluoghi al voto

    Ascolta la versione audio dell’articoloDopo il test elettorale in Alto Adige (con la conferma del centrosinistra a Trento e la vittoria del centrodestra a Bolzano) sono un centinaio i comuni al voto domenica 25 maggio e lunedì 26 maggio. Quattro i capoluoghi, ossia Genova, Ravenna, Taranto e Matera. Un’altra mini tornata elettorale che comunque potrà dare, conclusi gli eventuali ballottaggi nei comuni più grandi che si svolgeranno in contemporanea con i referendum l’8 e 9 giugno, alcune importanti indicazioni ai partiti.A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile “rivincita” per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l’uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo (dal M5s e Avs fino ai renziani di Italia Viva passando naturalmente per il Pd) ha raggiunto l’accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.Loading…Nel fortino rosso di Ravenna si vota per scegliere il sindaco che succederà a Michele de Pascale, che ha interrotto anzitempo il suo mandato per diventare presidente della Regione Emilia-Romagna. I favori del pronostico sono tutti per Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario dal Pd ravennate dal 2017 e sostenuto da una coalizione in versione campo larghissimo, che sostanzialmente, ricalca quella che ha appoggiato de Pascale alle regionali. Al suo fianco ci sono le liste di Pd, Avs, M5s, la lista civica Ama Ravenna, Progetto Ravenna, un rassemblement formato da Iv, Azione, +Europa e Socialisti e la lista del Partito Repubblicano, che nella prima repubblica a Ravenna aveva il proprio feudo e che in città continua ad avere un certo peso. Il centrodestra è insolitamente diviso in tre. Fratelli d’Italia ha deciso di puntare su Nicola Grandi, assicuratore, 55 anni, consigliere uscente, che ha raccolto il sostegno di Forza Italia e della civica Viva Ravenna, ma non della Lega che ha invece deciso di puntare su Alvaro Ancisi. Ancisi ha 85 anni e dal 1966 siede sui banchi del consiglio comunale, quasi sempre all’opposizione. In area centrodestra c’è anche la storica lista civica La Pigna che torna a puntare sulla consigliera comunale Veronica Verlicchi.Scenario opposto a Matera. Qui il centrodestra è unito attorno ad Antonio Nicoletti mentre ben tre candidati (Roberto Cifarelli, Vincenzo Santochirico e Domenico Bennardi) sono in corsa per il centrosinistra, e senza neanche il simbolo del Pd. Pezzi di Italia Viva e Azione (in maniera più netta con una lista) corrono a fianco di Cifarelli, che è sostenuto da un totale di nove liste. Consigliere regionale del Pd (partito con cui è stato eletto tre volte nell’Assemblea lucana), ha vinto le primarie ’Open’, promosse da un gruppo di cento giovani e non riconosciute dai partiti. E il Pd – come già successo alle Comunali di Potenza della primavera 2024 – non ha presentato una lista con il proprio simbolo. L’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato da Santochirico, avvocato, con un passato da assessore e presidente del Consiglio regionale con il Pd: indicato in un primo momento da un tavolo del centrosinistra, ha prima annunciato il ritiro dalla competizione elettorale per poi tornare sui suoi passi e presentarsi con “Progetto Comune”, con cui tenterà di spostare un po’ di voti del campo progressista-riformista. Bennardi, sindaco uscente del M5S, eletto nell’ottobre 2020, vuole la rivincita dopo essere decaduto nell’ottobre del 2024 in seguito alle dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32.Situazione confusa da entrambi i lati, invece, a Taranto. Il centrosinistra, dopo la fine prematura dell’amministrazione guidata da Rinaldo Melucci – determinata dalle dimissioni simultanee di 17 consiglieri – prova a riconquistare la guida del Comune con Piero Bitetti, volto noto della politica locale. Ex presidente del Consiglio comunale, Bitetti può contare sull’appoggio del Pd e altre sette liste. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha deciso di correre da solo, candidando la giornalista Annagrazia Angolano, affiancata dalla lista civica “Angolano sindaca”. Il centrodestra ufficiale, dopo la mancata convergenza su un candidato unico, ha puntato su Luca Lazzàro, ex presidente di Confagricoltura Puglia. Una candidatura costruita attorno alla figura di esperienza manageriale, ben vista dai vertici di FdI. Della coalizione fanno parte Fratelli d’Italia, Forza Italia, Partito Liberale e Noi Moderati. Francesco Tacente, avvocato 42enne, presidente dimissionario del Ctp (Consorzio trasporti provinciali) è sostenuto invece da un fronte civico che include anche esponenti della Lega, presenti con la dicitura “Prima Taranto”, senza però il simbolo ufficiale. Con lui altre sei liste. LEGGI TUTTO