Fink avverte: il debito degli Stati Uniti e la crescita del Bitcoin potrebbero minacciare il primato del dollaro
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Gli Stati Uniti hanno beneficiato per decenni del fatto che il dollaro fosse la valuta di riserva mondiale, una posizione che ha conferito loro vantaggi economici e geopolitici significativi. Tuttavia, come sottolineato da Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, questa posizione non è garantita per sempre. Infatti, Fink avverte che il dollaro potrebbe essere messo in discussione dalla crescente popolarità di criptovalute come il Bitcoin, che potrebbe sottrarre al dollaro il suo status tradizionale di valuta di riserva globale. Questa è una delle preoccupazioni principali espresse da Fink nella sua lettera annuale agli investitori della società di gestione patrimoniale più grande al mondo.Il debito pubblico cresceUn altro elemento cruciale sollevato dal Ceo riguarda la crescente dimensione del debito pubblico statunitense, un problema che sta diventando sempre più difficile da ignorare. Fink evidenzia come “il debito nazionale degli Stati Uniti sia cresciuto a un ritmo tre volte superiore rispetto al Prodotto Interno Lordo dal 1989”, anno in cui è iniziato il conteggio visibile del debito, simbolicamente segnato dall’orologio del debito a Times Square. Secondo le previsioni, “quest’anno i pagamenti degli interessi sul debito supereranno i 952 miliardi di dollari”, un importo che è destinato a superare le spese militari annuali del Paese.Le preoccupazioni per gli UsaFink mette in guardia sul fatto che “se gli Stati Uniti non riescono a gestire efficacemente il loro debito e se i disavanzi continuano a crescere, il Paese potrebbe perdere il suo status dominante”, che finora ha consolidato grazie al dollaro. In particolare, Fink suggerisce che l’adozione crescente di asset digitali, come il Bitcoin, potrebbe rappresentare una minaccia concreta per la supremazia del dollaro. A tal proposito, egli osserva che “gli investitori potrebbero iniziare a percepire il Bitcoin come una ‘scommessa più sicura’ rispetto alla valuta tradizionale statunitense, se la situazione del debito non dovesse migliorare”. LEGGI TUTTO