Alessandro Borghi è papà già da un mese, ma lo svela solo ora: il curioso nome scelto per il figlio
Irene Forti ha dato alla luce un maschietto, ma hanno mantenuto il più stretto riserbo sulla nascita
L’attore 36enne felice parla per la prima volta del bebè, un maschietto
Alessandro Borghi sorprende tutti: è papà già da un mese, ma lo svela solo ora. A The Hollywood Reporter Italia, intervistato dalla direttrice Concita De Gregorio, confessa che la compagna Irene Forti ha partorito e rivela pure il curioso e insolito nome scelto per il loro primogenito, un maschietto. Il figlio della coppia si chiama Heima.
Alessandro Borghi è papà già da un mese, ma lo svela solo ora: il curioso nome scelto per il figlio
La De Gregorio gli domanda semplicemente: “Come stai?”. L’attore 36enne, felicissimo, confida: “Sto molto bene, perché è arrivata questa cosa nella nostra vita, che ci fa dormire poco, però ci costringe a farci un sacco di domande a me e Irene”.
Irene Forti ha dato alla luce un maschietto, ma hanno mantenuto il più stretto riserbo sulla nascita
Borghi spiega quanto la sua vita e quella della manager a cui è legato sia cambiata: “Quando aspetti un bambino, tutte le persone che conosci e che hanno già avuto un bambino vogliono darti dei consigli. Vogliono farti vedere il loro punto di vista. Quindi iniziano a dire: ‘No, sai è l’amore più grande della tua vita’, tutte cose che si potevano immaginare a prescindere. Però è successa una cosa: quando ho visto mio figlio per la prima volta è come se ci fossimo riconosciuti. E’ come se mi avesse guardato e mi avesse detto: ‘Ah allora sei tu mio padre eh!’”.
L’attore 36enne felice parla per la prima volta del bebè, un maschietto che si chiama Heima
Alessandro e la Forti hanno scelto di chiamare il figlio Heima per una ragione ben precisa. “Si chiama Heima perché io e Irene abbiamo scoperto di essere appassionati di montagna insieme, e, per fortuna, abbiamo condiviso sin da subito questi viaggi al freddo. Queste camminate lunghe. E tra questi c’è stato un viaggio in Islanda. La nostra guida era un uomo molto dolce e molto gentile che un giorno ci ha raccontato questa cosa. Noi eravamo su una strada dove a sinistra c’era il temporale e a destra il sole. Lui si è girato e ci ha detto che loro usano una parola per dire che si è a casa e allo stesso tempo nel mondo: si dice heima. E io ci ho pensato. E la sera, tornando a casa, ho detto a Irene: ‘Ma sai che è un nome bellissimo da dare ad una persona?’”. LEGGI TUTTO