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    Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcere: “Non ho più voglia di vivere”

    Alessia Pifferi, la 39enne condannata all’ergastolo per omicidio pluriaggravato, ha iniziato lo sciopero della fame in carcere a Milano.Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame – Nanopress.it“Non ho più voglia di vivere” ha dichiarato la donna. All’indomani della condanna, Alessia Pifferi ha accusato un malore, che ha reso necessario l’intervento dei medici.Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcereAlessia Pifferi, la donna condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, lasciandola sola in casa per sei giorni, ha iniziato lo sciopero della fame in carcere, dove è attualmente detenuta. “Non ho più voglia di vivere”, ha dichiarato. Da almeno 24 ore Alessia Pifferi ha smesso di alimentarsi. Il 13 maggio scorso, la Corte d’Assise di Milano ha condannato la 38enne – detenuta nel carcere di San Vittore – alla pena dell’ergastolo, con l’accusa di omicidio pluriaggravato. La perizia psichiatrica, eseguita nel corso del processo, ha stabilito che Alessia Pifferi era capace di intendere e di volere al momento dei fatti, mentre la sua avvocata – Alessia Pontenani – ha sempre sostenuto che la sua assistita fosse affetta da un grave deficit cognitivo. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per la 38enne, segnata da una “vita difficile”. All’indomani della sentenza di condanna, Alessia Pifferi ha accusato un malore, che ha reso necessario l’intervento dei medici. In quell’occasione l’ha raggiunta anche la sua legale.L’omicidio della piccola DianaAveva soltanto 18 mesi la piccola Diana Pifferi, la figlia di Alessia Pifferi, morta di fame e sete. Nel luglio del 2022 la bambina è rimasta sola in casa per sei giorni, mentre la mamma trascorreva qualche giorno di vacanza con l’allora compagno, nella casa di lui a Leffe. All’uomo aveva detto che la figlia era con la sorella Viviana, che invece non sapeva nulla di quanto stesse succedendo alla nipotina. Quando la 38enne è rientrata a casa, dopo sei giorni, ha trovato il corpicino della piccola, ormai senza vita.Dalle indagini è emerso che la bambina era stata lasciata sola, con accanto un biberon di acqua e uno di latte. Secondo i giudici, la madre era consapevole che, lasciando la figlia per così tanto tempo da sola, con appena due biberon, l’epilogo sarebbe stato drammatico, come infatti è accaduto. LEGGI TUTTO

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    Giostra precipita durante la festa patronale a San Severo, dodici feriti

    L’incidente si è registrato lunedì sera, 20 maggio, a San Severo, in provincia di Foggia. Dodici le persone ferite, delle quali due in condizioni più serie. Giostra precipita a San Severo – Nanopress.itAlcuni cavi dell’attrazione, alta oltre 10 metri, avrebbero ceduto. La giostra è stata posta sotto sequestro, perché le forze dell’ordine dovranno appurare se siano state rispettate tutte le misure di sicurezza. Giostra precipita durante la festa patronale a San SeveroÈ stata sequestrata la giostra, allestita per la festa patronale di San Severo, che nella serata di lunedì – 20 maggio – è precipitata al suolo. Almeno dodici le persone ferite, di cui due in condizioni più gravi, che sono state trasportate all’ospedale Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo. Nessuno dei feriti è in pericolo di vita. Stando a quanto ricostruito finora, l’attrazione – alta una decina di metri – è precipitata per il cedimento di alcuni cavi.Sul posto, oltre ai soccorritori, anche il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, che si è recato al luna park di via Fortore, dove erano state allestite le giostre in occasione della festa patronale. La procura di Foggia ha aperto un’inchiesta per accertare le cause ed eventuali responsabilità LEGGI TUTTO

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    Aggredisce i poliziotti che lo fermano per un controllo, 34enne arrestato a Como

    I fatti si sono registrati questa mattina a Como, dove un 34enne nigeriano è stato fermato da una pattuglia della polizia per un normale controllo. Agenti di polizia feriti durante un controllo – Nanopress.itA quel punto l’uomo – che è stato identificato e arrestato – ha iniziato a dare in escandescenze. Dà in escandescenze durante un controllo della poliziaUna violenta aggressione quella registrata questa mattina a Como ai danni di alcuni agenti di polizia. I poliziotti hanno fermato un 34enne di origini straniere per un controllo. A quel punto, l’uomo – con precedenti di polizia e senza una dimora stabile – si è scagliato contro gli agenti, ferendone alcuni.Alcuni colleghi sono riusciti a bloccarlo e lo hanno arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. I poliziotti coinvolti nell’aggressione hanno riportato lievi ferite su braccia e gambe e sono stati medicati dal personale del 118, intervenuto sul posto. LEGGI TUTTO

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    Baby prostitute a Bari, adolescenti adescate con la promessa di guadagni facili: 10 arresti

    Le indagini sono partite a seguito della denuncia di una mamma. Quattro donne e due uomini sono finiti in carcere. Per due clienti delle giovanissime sono scattati i domiciliari. Baby prostitute a Bari – Nanopress.itPer un terzo cliente e il gestore di una struttura in cui si consumavano i rapporti tra le giovanissime e i clienti, è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.Giro di baby prostitute scoperto a BariCon la promessa di facili guadagni e regali di lusso, avrebbero fatto prostituire delle ragazze minorenni. È con questa accusa che questa mattina si sono aperte le porte del carcere di Bari per quattro donne e due uomini. I sei indagati avrebbero gestito e organizzato un giro di prostituzione. È stata la denuncia di una mamma a far scattare le indagini degli agenti della Squadra Mobile di Bari.Per altri due clienti delle giovanissime, che secondo gli inquirenti erano consapevoli della minore età delle ragazze, sono scattati gli arresti domiciliari. Per un altro cliente e per il gestore di una struttura ricettiva in cui spesso avevano luogo gli incontri tra le baby prostitute e i clienti, è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Le indagini hanno preso il via nel marzo 2022, a seguito della denuncia presentata dalla mamma di una ragazza di 16 anni, che frequentava una presunta escort poco più grande di lei. A quel punto, gli inquirenti hanno scoperto il giro che coinvolgeva decine di ragazzine, perlopiù minorenni, le cui prestazioni sessuali venivano pagate anche centinaia di euro. Le indagini dopo la denuncia di una mamma – Nanopress.itCosa prevede la legge sulla prostituzione minorileIn Italia, la prostituzione di persone maggiorenni non costituisce reato; tuttavia, la prostituzione minorile è severamente punita dalla legge. La normativa vigente non punisce il minore che si prostituisce, ma tutti coloro che traggono profitto da questa situazione. In altre parole, il minorenne che decide di vendere il proprio corpo in cambio di soldi non commette reato. Al contrario, si macchiano di un grave delitto tutti quelli che sfruttano da questa condotta.Reclutamento della prostituzione minorile: Chiunque recluti o induca alla prostituzione un minorenne è punito con reclusione da sei a dodici anni e una multa da 15.000 a 150.000 euro. Il reclutamento riguarda chi procura minori per venderli a coloro disposti a pagare per una prestazione sessuale.Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile: Con la stessa pena (da sei a dodici anni e multa da 15.000 a 150.000 euro) è punito chi favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di un minore. LEGGI TUTTO

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    Incendio nella Presila Catanzarese, denunciati due coniugi

    È emerso che l’incendio che ha distrutto oltre 40 ettari di bosco nella zona della Presila è stato causato dall’incenerimento di residui di potature e pulizia di fondo agricolo.Incendio nella Presila, denunciati due coniugi – Nanopress.itI due coniugi, presunti autori del reato, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria. Qualora le ipotesi accusatorie fossero confermate dalle indagini, marito e moglie rischiano la reclusione da 1 a 5 anni, secondo la normativa in materia.Incendio nella Presila Catanzarese, denunciati due coniugiI Carabinieri Tutela Forestale e Parchi hanno individuato i presunti autori di un devastante incendio che lo scorso 13 aprile ha raso al suolo oltre quaranta ettari di bosco nella zona della Presila, al confine tra i comuni di Mesoraca e Petronà, tra le province di Catanzaro e Crotone. Il rogo ha causato danni ingenti a terreni agricoli e ha richiesto un lavoro incessante da parte delle squadre antincendio regionali, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. La zona interessata dalle fiamme si trova in località “Acque Molle – Timpone Forcone” e ha distrutto una vasta area di rimboschimenti di pino ed eucalipto, nonché formazioni di macchia mediterranea, equivalente a circa 65 campi di calcio. Le cause dell’incendioGrazie al lavoro tempestivo dei carabinieri forestali, è stato possibile ricostruire la dinamica dell’evento. Attraverso l’ispezione delle superfici colpite dall’incendio e delle zone circostanti, nonché la raccolta di informazioni da testimoni, è emerso che l’incendio è stato causato dall’incenerimento di residui di potature e pulizia di fondo agricolo. I presunti autori del reato, una coppia di coniugi, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria di Crotone. Qualora le ipotesi accusatorie fossero confermate, marito e moglie rischiano la reclusione da 1 a 5 anni, secondo la normativa in materia.Vigili del fuoco – Nanopress.itL’attività di prevenzione e repressione degli illeciti perpetrati ai danni dei boschi continua da parte dei Carabinieri del comparto Forestale di Catanzaro e Crotone, che hanno adeguato il proprio dispositivo di controllo su tutto il territorio, soprattutto nelle aree particolarmente esposte. Utilizzando anche strumenti tecnologici come le “fototrappole”, i militari stanno monitorando attentamente le zone a rischio per prevenire futuri incendi. LEGGI TUTTO

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    Incidente ad Arezzo, auto si ribalta: morto un ragazzo di 20 anni, tre i feriti

    L’incidente si è registrato la notte scorsa lungo la strada provinciale in località Ruscello. L’auto su cui viaggiava la vittima insieme ad altri tre amici si sarebbe ribaltata più volte. Incidente ad Arezzo – Nanopress.itSul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e gli operatori del 118, ma per la vittima non c’è stato nulla da fare.Incidente nella notte ad Arezzo, morto un ragazzo di 20 anniDrammatico incidente nella notte sulla strada provinciale in località Ruscello, nel comune di Arezzo. Un’auto, con a bordo quattro giovani, si è ribaltata più volte – almeno 4 – finendo la sua corsa a bordo della carreggiata. Nello schianto, un ragazzo di 20 ha perso la vita, altri tre amici sono rimasti feriti. Uno di loro è ricoverato in codice rosso, ma nessuno dei tre sopravvissuti sarebbe in pericolo di vita. L’automobile coinvolta nell’ incidente dove è morto un giovane ad Arezzo – Nanopress.itIl giovane che ha perso la vita è un militare in organico al Reggimento Genio Ferrovieri, reparto di stanza a Castelmaggiore (Bologna), dove il giovane vi prestava servizio da pochi mesi. Si chiamava Paolo Berbeglia, era di Arezzo e si era arruolato nell’Esercito Italiano come volontario a ferma prolungata (Vfp) per 12 mesi.La dinamica dell’incidenteSul luogo dello schianto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli operatori del 118. Al momento non si conoscono le cause dell’incidente, avvenuto poco dopo la mezzanotte di venerdì 10 maggio, ma tra le possibili cause potrebbe esserci l’eccessiva velocità dell’auto nei pressi della rotatoria dove poi è carambolata. LEGGI TUTTO

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    Entra nella fabbrica abbandonata per scattare una foto, 18enne precipita dal solaio

    Il ragazzo era in compagnia di due amici, entrambi maggiorenni, nello stabile dell’ex fabbrica di penicillina su via Tiburtina a Roma.  Incidente alla fabbrica di penicillina – Nanopress.itSul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Il giovane è stato trasferito in ospedale, ma non è in pericolo di vita. I tre amici rischiano una denuncia per invasione di edifici. Entra nella fabbrica abbandonata per scattare una foto, 18enne precipita dal solaioUn incidente che poteva avere conseguenze ben più drammatiche quello avvenuto la notte scorsa nell’ex fabbrica di penicillina sulla via Tiburtina a Roma. Tre amici, tutti maggiorenni, si sono introdotti nello stabile per scattare una foto da pubblicare sui loro profili social. Uno di loro però è rimasto vittima di un incidente. È salito sul solaio, ma una lastra ha ceduto e il giovane è precipitato da un’altezza di circa sei metri.Fortunatamente gli amici hanno allertato i soccorsi e il ragazzo ha riportato una frattura delle costole, ma non è in pericolo di vita. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e carabinieri della stazione di San Basilio e della compagnia di Monte Sacro. I tre amici rischiano una denuncia per invasione di edifici. Al vaglio delle forze dell’ordine anche i profili social dei tre giovani, per accertare se vi siano stati altri episodi simili. LEGGI TUTTO

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    Diciannovenne morta mentre faceva rafting sul fiume Lao, chiesti due rinvii a giudizio

    La vittima, Denise Galatà, stava partecipando a un’escursione con i suoi compagni di classe, quando finì in acqua. Il corpo della diciannovenne fu recuperato il giorno seguente.Diciannovenne morta mentre fa rafting – Nanopress.itL’inchiesta ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di decine di persone, ma la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per due di loro.Diciannovenne morta mentre faceva rafting sul fiume Lao, chiesti due rinvii a giudizioLa Procura della Repubblica di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per due persone in relazione alla morte di Denise Galatà, la studentessa diciannovenne  dell’Istituto “Rechichi” di Polistena (Reggio Calabria). Denise perse la vita il 30 maggio 2023 mentre partecipava a un’escursione di rafting sul fiume Lao a Laino Borgo (Cosenza). I due imputati sono il presidente del consiglio direttivo della società di rafting e l’istruttore che guidava il gommone su cui si trovava la giovane vittima. L’accusa per entrambi è di omicidio colposo. L’udienza preliminare si terrà davanti al Gip di Castrovillari, competente per il territorio. Nel pomeriggio del 30 maggio 2023, mentre gli altri partecipanti stavano tornando, scattò l’allarme per la scomparsa di Denise in acqua. Il suo corpo senza vita fu recuperato soltanto il giorno seguente, nonostante le ricerche fossero andate avanti per tutta la notte. L’inchiesta portò all’iscrizione nel registro degli indagati di dieci persone, tra cui il sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo. Furono sequestrati la struttura di rafting e tutti i gommoni e le attrezzature utilizzate durante l’escursione.Le ricerche di Denise Galatà – Nanopress.itSecondo la Procura di Castrovillari, il presidente del consiglio direttivo avrebbe violato il divieto di entrare nel fiume Lao, stabilito da un’ordinanza comunale emessa a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Inoltre, la guida non avrebbe avuto le qualifiche necessarie per affrontare il terzo grado di difficoltà del corso d’acqua, che presentava passaggi di quarto grado. L’equipaggiamento del gommone sarebbe stato inadeguato, e le ragazze a bordo, nonostante la loro inesperienza ed esilità, sarebbero cadute più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise. La guida avrebbe anche sottovalutato le criticità della discesa in acqua, come riferisce l’Ansa, continuando la navigazione e affrontando il tratto critico del fiume Lao senza fermarsi, nonostante la ragazza fosse caduta in acqua e non fosse più riemersa. LEGGI TUTTO