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    Oggi sciopero di 4 ore del trasporto aereo

    Confermato lo sciopero odierno di 4 ore, il personale di terra si fermerà dalle ore 13 alle 17 per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti e per riuscire a velocizzare le trattative attualmente in corso. A scioperare sarà il personali dell’handling.Aeroporto di Malpensa – Nanopress.itRinviato lo sciopero dei bus previsto nella giornata odierna al prossimo 9 ottobre 2023. All’aeroporto di Malpensa, Milano, si terranno due presidi uno presso il terminal 1 e l’altro al terminal 2.Oggi sciopero del personale di terra in aeroporto per 4 oreÈ stato confermato lo sciopero di oggi, 29 settembre 2023, per quanto riguarda il comparto dei servizi per l’assistenza a terra per gli aerei e per i passeggeri che sostano negli aeroporti.Lo sciopero inizialmente doveva essere di 24 ore ma è stato ridotto a 4 ore dopo che il ministero dei Trasporti ha esercitato la precettazione.Lo sciopero perciò prevede che dalle ore 13:00 di oggi fino alle ore 17:00 di oggi gli addetti all’assistenza che si occupano del carico e dello scarico dei bagagli, che eseguono i check-in dei passeggeri e che si occupano del servizio agli aeromobili si fermeranno.Nonostante l’intervento del Ministero dei Trasporti il personale di terra che lavora negli aeroporti ha voluto comunque confermare lo sciopero di 4 ore.A proclamare l’astensione dal lavoro sono stati i sindacati nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl Trasporto e Uiltrasporti per sostenere la vertenza del rinnovo del contratto di lavoro scaduto a fine del 2017.Nei giorni scorsi c’è stato un incontro tra i vari sindacati e l’associazione datoriale Assohandlers ma al momento non è stata raggiunta un’intesa tra le parti. Questo è il terzo sciopero, uno si era svolto a giugno 2023, un altro a luglio 2023. La trattativa tra le parti prosegue e si punta a realizzare un’intesa in tempi brevi.Matteo Salvini – Nanopress.itLe parole dei sindacatiDalla nota diffusa dai sindacati si legge che i lavoratori dell’Handling e le loro famiglie hanno subito un danno dal mancato rinnovo del contratto che hanno atteso negli ultimi sei anni.Secondo i sindacati la precettazione è una “beffa” del governo che impedisce ai lavoratori di utilizzare lo sciopero come ravvedimento operoso.“Il Governo anziché essere riconoscente nei confronti di chi, durante la pandemia e nelle fasi di ripartenza successive, ha rischiato la propria vita garantendo la continuità dei si servizi all’assistenza aeroportuale, sollecitando le compagnie aeree a contribuire alla positiva risoluzione della vertenza, ha deciso di penalizzare quello che è l’anello debole della filiera aeroportuale e cioè le lavoratrici e i lavoratori”In Lombardia durante l’orario previsto dello sciopero si terra un presidio all’Aeroporto di Malpensa presso il Terminal 1 da parte del personale del settore dell’handling aeroportuale e al Terminal 2 da parte del personale Easyjet.È stato invece rinviato lo sciopero che era previsto pe oggi dei mezzi di trasporto pubblico che doveva essere di 24 ore, in seguito alla riduzione di 4 ore per l’intervento del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili guidato da Matteo Salvini.Lo sciopero si svolgerà il prossimo 09 ottobre, ancora non si conoscono i dettagli. LEGGI TUTTO

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    Sciame sismico nel viterbese, la scossa più forte di magnitudo 3,1

    La terra continua a tremare nel Centro- Sud questa volta ci troviamo nel Lazio, più precisamente nel viterbese dove dalla serata di ieri si è attivato uno sciame sismico che ha fatto registrare diverse scosse. La prima scossa è stata registrata alle 19:49 con un magnitudo di 2.4. In seguito a questa ne sono seguite altre molto ravvicinate, la più forte è stata registrata alle 21:27 con un magnitudo di 3,1.Sismografo – Nanopress.itL’epicentro sarebbe a 4 chilometri a sud est del Comune di San Lorenzo. Tanta la paura tra i residenti, molti dei quali hanno scelto di recarsi in strada. Da quanto dichiarato dalla Protezione Civile al momento non sono stati registrati danni a cose o persone. Una scossa è stata registrata anche a Bolsena di magnitudo 2.2 anche qui la popolazione ha avvertito il terremoto ed è scesa in strada, da quanto riportato dalla Protezione Civile non ci sono danni a cose o persone.Sciame sismico nel viterbese, l’epicentro a 4 chilometri a sud est di San Lorenzo NuovoContinua a tremare la terra nel Centro – Sud d’Italia, dopo giorni in cui nei Campi Flegrei abbiamo assistito ad un importante sciame sismico con una serie di terremoti che hanno spaventato la popolazione residente.A Napoli è stato registrato il terremoto più intenso degli ultimi 40 anni, con un magnitudo di 4.2 che è stato avvertito in diversi comuni nelle vicinanze. La terra però sembra non fermarsi e da ieri sera ha iniziato a tremare anche nel Lazio.Anche qui si è attivato uno sciamo sismico con una serie di scosse che sono state avvertite dalla popolazione, le scosse del terremoto sono state avvertite tutte nel viterbese e al momento non risulta vi siano danni a cose o persone.Da una prima stima provvisoria dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la scossa più forte che è stata registrata è avvenuta nella serata di ieri alle ore 21:27 ed ha avuto epicentro a 4 chilometri a sud est del Comune di San Lorenzo Nuovo.La prima scossa di questo sciame sismico è stata registrata alle ore 19:49 ed ha avuto un magnitudo di 2,4, ne è seguita subito dopo una seconda alle 19:50 con un magnitudo di 2,8.Alle 19:54 è arrivata la terza con un magnitudo di 2,6, poi una quarta alle 19:57 con un magnitudo di 2.2 e una quinta di magnitudo 2,1 alle ore 19:59. Quella delle 21:27 ha avuto un magnitudo di 3,1. Al momento non risultano danni a cose e persone.Sala operativa Ingv – Nanopress.itLa terra ha tremato anche a Bolsena con una scossa di magnitudo 2,2Alle 19:55 una scossa di magnitudo 2.2 è stata registrata anche a Bolsena ed è stata avvertita dalla popolazione residente. Molte persone hanno scelto di scendere in strada per la paura.La Protezione Civile ha eseguito un primo sopralluogo e non ha evidenziato o registrato danni a persone o cose. Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena, ha affermato che la speranza ora è che lo sciame si esaurisca. LEGGI TUTTO

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    Femminicidio a Castelfiorentino, muore Klodiana: aveva 35 anni

    Nella serata di ieri si è registrato l’ennesimo femminicidio, questa volta è una donna di 35 anni e ci troviamo a Castelfiorentino nei pressi di Empoli. La donna è stata uccisa con tre colpi di pistola, uno alla gola che le è risultato fatale. Dalle prime ipotesi a spararle è stato il marito in seguito ad una lite.Carabinieri e soccorsi sul luogo del delitto – Nanopress.itI due sembrerebbe che stavano litigando in strada, Klodiana si stava separando dall’uomo e da tempo non viveva più con lui. L’uomo risulta irrintracciabile e dalle prime informazioni sarebbe scappato dal luogo dell’omicidio a bordo di una Golf bianca. Le forze dell’ordine hanno istituito posti di blocco lungo tutta la zona limitrofa.Femminicidio a Castelfiorentino, muore Klodiana una ragazza di 35 anniSiamo a Castelfiorentino vicino alla città di Empoli dove nella serata di ieri, 28 settembre 2023, si è consumato l’ennesimo femminicidio.La vittima questa volta è una donna di origini albanese e che aveva 35 anni di età, si chiamava Klodiana Vefa ed è stata uccisa con tre colpi di pistola mentre si trovava in strada.Secondo i primi sospetti l’autore di questo femminicidio è il marito da cui la donna aveva scelto di separarsi e con cui da tempo non viveva più insieme.L’uomo risulta essere irreperibile e dalle prime ricostruzioni sembra che sia stato proprio lui a sparare alla donna per poi fuggire a bordo di un’auto, una Golf bianca.I Carabinieri hanno avviato le ricerche per riuscire ad arrestarlo, sono stati istituiti diversi posti di blocco in tutta la zona, soprattutto in Val d’Elsa nell’area che si trova tra Poggibonsi, nella provincia di Siena e anche nei pressi di Empoli.Klodiana erano molti anni che viveva in Italia e lavorava come cameriera all’interno di un ristorante della zona. L’omicidio sarebbe avvenuto intorno alle 20 in una strada che si trova nella frazione di Puppino, in seguito ad una lite avvenuta con il marito.Quest’ultimo sembra che ieri si sia presentato nella casa dove viveva Klodiana insieme ai suoi figli, un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 14 anni, lei però sarebbe scesa in strada forse perché si riteneva più al sicuro.Ed è invece proprio sul marciapiede in cui si trovava che le sono stati sparati tre colpi di pistola, uno dei quali ha colpito la gola risultandole fatale.Sul posto sono intervenuti i soccorsi, un’ambulanza della Croce Rossa di Certaldo insieme al personale sanitario e anche un’automedica, ogni tentativo di salvare la donna e di rianimarla è stato vano. I colpi di pistola che ha ricevuto sono stati mortali. Klodiana Vefa – Nanopress.itIl commento del sindaco di CastelfiorentinoAlessio Falorni, sindaco della città di Castelfiorentino, ha scritto su Fb un post in merito alla vicenda. Ha confermato la morta di Klodiana, affermando che sia avvenuta in seguito ad una lite.Il sindaco si è recato sul posto dell’omicidio insieme alle Forze dell’Ordine. Ha poi dichiarato che è ancora presto per dare informazioni e dettagli su quanto è avvenuto, e che sono diverse le ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine.Ha poi proseguito: “È il momento del silenzio e di stringersi attorno a una famiglia toccata da un avvenimento terribile”. LEGGI TUTTO

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    Oggi in Piemonte i funerali di 3 dei 5 operai morti a Brandizzo

    Oggi i funerali di Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Michael Zanera, morti a Brandizzo lo scorso 31 agosto.I funerali di Giuseppe Aversa – Nanopress.itPiemonte in lutto oggi, per i funerali di tre dei cinque operati morti lo scorso 31 agosto a Brandizzo. In tutta la regione bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio in ricordo della strage.Brandizzo, oggi i funerali di 3 dei 5 operai morti lo scorso 31 agostoSi sono svolti nella giornata di oggi i funerali di 3 dei 5 operati morti a Brandizzo. Gli operato che erano stati travolti da un treno lo scorso 31 agosto sono stati ricordati oggi in tutto il Piemonte, che ha posto le bandiere della Regione a mezz’asta e ha osservato un minuto di silenzio alle 12 tra cittadini e iniziative pubbliche, scuole e posti di lavoro. Il minuto di silenzio è stato osservato anche dalla società delle Ferrovie.A Vercelli si è svolto il primo funerale, alle 10:30, del più anziano delle vittime, il 52enne Saverio Giuseppe Lombardo. Poi in mattinata anche quelli di Giuseppe Aversa di Borgo d’Ale al Duomo Chivasso, mentre nel pomeriggio c’è stato quello di Michale Zanera, 34 anni, al Duomo Vercelli. Domani sarà la volta a Brandizzo, nel campo dell’oratorio Chiesa di San Giovanni Evangelista, del funerale di Giuseppe Sorvillo, e ancora in Duomo Vercelli del 22enne Kevin Laganà, il più giovane.I funerali di Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Michael ZaneraAl funerale di Saverio Giuseppe Lombardo, don Massimo Bracchi ha parlato di un accaduto che ha toccato il cuore di tutti gli italiani, ricordando l’incidente. I parenti delle altre due vittime Kevin Laganà e Michael Zanera si sono radunati in chiesa, poi la bara è stata accolta dalla canzone di Marco Mengoni “Guerriero”. L’uscita del feretro è stato accolto dagli applausi, anche di quelli dei presenti Andrea Corsaro e Davide Gilardino, sindaco e presidente della Provincia. Presenti anche numerosi sindacati, in rappresentanza, e conoscenti di Lombardo, per dare sostegno alla famiglia delle vittime. Duomo di Chivasso a Torino, funerali di Giuseppe Aversa – Nanopress.itIn mattinata anche il funerale di Giuseppe Aversa. Presente la mamma Lidia, mentre sulla bara sono stati posti dei fiori bianchi e una rosa rossa. Da 10 anni Giuseppe viveva a Borgo D’Ale nel Vercellese. Palloncini azzurri davanti al Duomo e corone di fiori in ricordo dell’operaio, posti da Ferrovie e dall’azienda Si.Gi.Fer. Presenti anche l’assessore regionale Fabrizio Ricca e il vice presidente del consiglio regionale Gianluca Gavazza. “Sarai sempre con noi” si legge in una scritta posta dagli amici, mentre sulla manica di uno dei presenti si vede lo stemma della Juventus di cui Giuseppe era molto tifoso. Nel pomeriggio invece si sono svolti a Vercelli i funerali di Michael Zanera. Applausi all’ingresso della bara coperta di fiori bianchi, mentre si scorgeva tra la folla anche un cartellone con la scritta: “Michael sarai sempre nei nostri cuori, non ti dimenticheremo mai”. All’uscita del feretro dalla chiesa sono stati lanciati dei palloncini bianchi. LEGGI TUTTO

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    Bisogna credere di più ai narcolettici

    A Massimo Zenti hanno affibbiato molti nomignoli. È stato lo scansafatiche, il pigro, a scuola finiva sempre nella categoria è-intelligente-ma-non-si-applica, molte persone lo consideravano depresso, altre sotto effetto di sostanze stupefacenti. In realtà Zenti era semplicemente narcolettico ma nessuno lo sapeva, né lui né le persone che gli stavano attorno. Malgrado si sforzasse di avere una vita sociale normale la sua reputazione era segnata dalla costante e irrefrenabile necessità di farsi una dormita, anche nei posti e nei momenti meno opportuni. A 21 anni, dopo l’ennesimo ciclo di visite ed esami, uno specialista dei disturbi del sonno lo chiamò per comunicargli la diagnosi. «Mi disse che doveva darmi una brutta notizia, cioè che avevo la narcolessia. Fu uno dei giorni più belli della mia vita. Finalmente scoprii che non era colpa mia».La narcolessia è una malattia neurologica, ovvero causata da una disfunzione del sistema nervoso centrale. Il sintomo principale e più conosciuto è l’eccessiva sonnolenza diurna. Spesso le persone narcolettiche si addormentano in momenti di inattività e dormono più volte al giorno per poco tempo, tra dieci minuti e un quarto d’ora. Dopo qualche ora, o anche meno, si ripresenta la necessità di fare un nuovo sonnellino e non possono farne a meno. Secondo diverse persone che ne soffrono, la sensazione che si prova è quella di voler restare svegli dopo non aver dormito per 24 consecutive.Da decenni scienziati e medici di molti paesi studiano la narcolessia per indagarne le cause e trovare una terapia per alleviare i sintomi o ancora meglio una cura. Le conseguenze di questa malattia sono debilitanti per il fisico, ma quelle che incidono di più per chi ne soffre riguardano la vita sociale e le relazioni.Da presidente dell’associazione nazionale narcolettici, Zenti ha ricevuto centinaia di confidenze che gli hanno ricordato la sua esperienza. «Hai una perenne sensazione di colpevolezza, di non fare abbastanza», dice. «Si finisce presto in un vortice di negatività. Ci si rende conto di essere malati, ma non si capisce mai bene qual è il confine tra la malattia e la mancanza di volontà. E in pochi ti capiscono o ti credono».I dati dicono che 4 persone ogni 10mila hanno la narcolessia, ma molte persone sono malate senza saperlo. In Occidente servono in media circa dieci anni per avere una diagnosi corretta, e molto spesso le persone che ne soffrono riescono a prenderne coscienza dopo aver vissuto quasi tutta la loro vita segnata da esperienze per certi versi inspiegabili. C’è un umorismo scontato anche se un po’ crudele nelle storie delle persone che si addormentano in posti dove non dovrebbero dormire: sui banchi di scuola, sulla scrivania al lavoro, a una festa, dal dentista, allo stadio, in autobus per poi svegliarsi straniti al capolinea. Ma la narcolessia non è divertente.Zenti ricorda in particolare le discussioni con gli insegnanti e con la madre. Il suo percorso scolastico è stato disastroso perché dormiva in classe. Si era imposto di frequentare gli amici e nelle uscite serali concentrava tutte le sue forze. «Provavo a giustificarmi, però a forza di dirmi che ero pigro mi ero convinto di esserlo per davvero», dice. Uno dei tanti medici che lo visitarono disse alla madre che forse il figlio assumeva qualche sostanza stupefacente con effetti rilassanti. «Mi portarono a fare il test tossicologico del capello, e non ci fu modo di spiegare che non prendevo nulla fino a quando il test fu negativo».Quando iniziò a lavorare come addetto alla documentazione di una compagnia aerea trovò uno stratagemma che sapeva essere insostenibile, addormentarsi al bagno. «Funzionò per tre mesi, al quarto mi lasciarono a casa con la classica frase “questo lavoro non fa per te”». A 21 anni finalmente riuscì a ottenere la diagnosi dopo una serie di esami al centro narcolessia e disturbi del sonno dell’istituto di scienze neurologiche di Bologna, il più importante in Italia. Qui è stata fatta la maggior parte delle diagnosi ai circa duemila malati italiani, un numero sicuramente sottostimato rispetto alla realtà.Giuseppe Plazzi, il direttore del centro narcolessia e disturbi del sonno, si occupa di narcolessia da molti anni. Ormai gli bastano pochi minuti per individuare alcuni segnali indicativi della possibile malattia. Oltre all’eccessiva sonnolenza diurna, un altro sintomo tipico e abbastanza bizzarro è la cataplessia: è un improvviso e breve episodio di debolezza muscolare accusato provando emozioni come il riso, la sorpresa, la rabbia. Capita anche durante l’orgasmo. La cataplessia può coinvolgere improvvisamente tutti i muscoli e causare una caduta senza perdita di conoscenza, oppure iniziare dal viso e scendere man mano fino alle ginocchia.Un altro sintomo della narcolessia sono le allucinazioni ipnagogiche, esperienze spaventose che precedono il sonno o percepite durante una fase di sonnolenza. Compaiono ombre, figure, animali e false percezioni di ogni tipo, difficili da distinguere dalla realtà soprattutto prima della diagnosi. L’esperienza è ancora più terrificante se l’allucinazione è associata all’impossibilità di muoversi, fuggire o difendersi da quello che sta accadendo.Un’altra cosa sorprendente è che le persone narcolettiche sognano non appena chiudono gli occhi e non solo, anche quando li socchiudono. È come se il sogno travalicasse la linea raggiungendo la veglia, e rendendo difficile distinguere i sogni dalla realtà.– Leggi anche: 9 cose strane che succedono mentre dormiamoMolti di coloro che faticano a dormire la notte potrebbero pensare che dormire un sacco sia una fortuna, in realtà i sintomi diurni della narcolessia si riflettono anche sulle ore notturne in cui il sonno non è mai continuo ed è spesso attraversato da incubi. Sia il continuo sognare che i ripetuti riposini sono un segno evidente dell’incapacità del cervello umano di controllare il ritmo tra il sonno e la veglia. «Oltre a condizionare le relazioni e la socialità, questi sintomi portano a un rischio molto serio di incidenti domestici e sul lavoro», dice Plazzi.Nonostante sia stata descritta già nel 1880 dal medico francese Jean-Baptiste-Édouard Gélineau, la narcolessia e i suoi misteri continuano ancora oggi ad affascinare gli studiosi del cervello e del sonno. Negli anni Cinquanta del Novecento la scoperta delle fasi del sonno – un’alternanza tra fase REM, movimenti oculari rapidi (rapid eye movements), e fase non REM – consentì di descrivere in modo accurato il sonno notturno con risvolti notevoli sulla ricerca delle cause della narcolessia e di altri disturbi.Tra gli anni Ottanta e Novanta furono allestiti in molti paesi laboratori e stanze insonorizzate per proteggere le osservazioni del sonno di persone sane e pazienti. Gli esami venivano fatti con elettroencefalografi sofisticati per misurare diversi parametri: l’attività respiratoria, quella muscolare, la temperatura, l’attività cardiaca, la pressione arteriosa. Nacque la polisonnografia, un esame utilizzato ancora oggi per diagnosticare i disturbi del sonno.– Leggi anche: Perché mentre ci addormentiamo abbiamo degli scattiLa scoperta più importante in questo campo risale al Duemila. Emmanuel Mignot della Stanford University scoprì che il cervello dei pazienti narcolettici non aveva le cellule adibite alla produzione dell’orexina (conosciuta anche come ipocretina o oressina), una proteina, anzi più propriamente un peptide, che regola il sonno e la veglia.Per molti anni Mignot studiò le origini della narcolessia indagando il DNA dei cani, tra cui quello di Watson, il suo cane narcolettico. Nelle fasi più avanzate della sua ricerca, prelevando il fluido spinale da pazienti narcolettici, Mignot scoprì che i cani hanno l’orexina ma non i recettori per attivare la risposte chimiche indispensabili per regolare il sonno, mentre nelle persone ci sono i recettori, ma manca l’orexina che non viene proprio prodotta.Negli ultimi anni questa scoperta ha permesso ai centri di ricerca e all’industria farmacologica di sperimentare terapie più efficaci contro i sintomi della malattia. Assumere l’orexina non basta, perché questa proteina se assunta e non prodotta dal corpo non riesce a superare la barriera emato-encefalica, cioè la struttura che regola il passaggio di sostanze chimiche da e verso il cervello, proteggendo il sistema nervoso da infezioni. Per risolvere questo problema negli ultimi anni sono state create e sperimentate diverse molecole sintetiche che imitano il comportamento dell’orexina.L’istituto di scienze neurologiche di Bologna ha partecipato a uno studio sperimentale in collaborazione con altri centri di ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati di recente sul New England Journal of Medicine. Lo studio è stato interrotto prematuramente perché sono emersi effetti collaterali al fegato in alcuni pazienti coinvolti, ma i dati raccolti dicono che la nuova molecola elimina tutti i sintomi della narcolessia. «Sono risultati molto promettenti, sappiamo che c’è un modo per cambiare la vita a migliaia di persone», dice Plazzi. «Ne beneficeranno molti altri pazienti di altri disturbi e malattie del sonno».Finora contro i sintomi della narcolessia erano stati utilizzati due tipi di farmaci: Stimolanti molto simili alle anfetamine per far stare svegli, sedativi per dormire di notte o antidepressivi per inibire la fase del sonno REM. Zenti sta partecipando a una sperimentazione. «Per me ora la narcolessia è un ricordo. Non ho sonnolenza e dormo regolarmente». Molti altri pazienti in Italia che non hanno avuto accesso alle cure sperimentali invece sono alle prese con la carenza del farmaco più utilizzato per dormire di notte. I farmacisti dicono che bisogna aspettare almeno fino a novembre per le nuove forniture. «Mi chiamano da molte regioni italiane, non sanno che fare», conclude Zenti. «Purtroppo essendo una malattia rara non gliene frega niente a nessuno, è complicato trovare una soluzione». LEGGI TUTTO

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    Investita da un’auto pirata a Roma, donna di 42 anni muore sulla Prenestina: caccia all’auto pirata

    L’incidente è avvenuto intorno alle 6.40 di mercoledì mattina, in zona Prenestina. La vittima è una donna di 42 anni, originaria delle Filippine, che è morta questa mattina al policlinico Umberto I di Roma.Polizia Roma Capitale – Nanopress.itIl conducente della vettura che ha travolto e ucciso la donna non si è fermato a prestare soccorso, ma gli agenti di Roma Capitale sono sulle tracce di una Fiat Panda che ha colpito altre auto, prima di fuggire.Donna travolta e uccisa da un’auto sulla PrenestinaNon ce l’ha fatta la donna di 42 anni investita da un’auto nella mattinata di mercoledì, 27 settembre, mentre camminava in zona Prenestina, a Roma. La vittima, di origini filippine, è morta al policlinico Umberto I, dove era arrivata già in condizioni gravissime. A investirla, una persona che non si è fermata a prestare soccorso. È caccia al pirata della strada, che si è allontanato a bordo della vettura, finendo contro altre auto.La Polizia Roma Capitale è sulle tracce del conducente, che pare guidasse una Fiat Panda. La vittima stava andando a lavoro, quando è stata investita e sbalzata per diversi metri. LEGGI TUTTO

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    Anziano trovato morto nel pozzo, figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini condannati a 12 anni

    Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida – rispettivamente figlia e genero della vittima – sono accusati di maltrattamenti aggravati, truffa ai danni dello Stato e sequestro di persona. Giuseppe Pedrazzini – Nanopress.itL’unica ipotesi contestata alla coppia e caduta nella sentenza di primo grado è quella dell’omissione di soccorso. Per i due indagati, la pm aveva chiesto 18 anni e due mesi di carcere. Rinviata a giudizio la vedova di Pedrazzini, Marta Ghilardini.La figlia e il genero di Giuseppe Pedrazzini condannati a 12 anniSi è concluso il processo di primo grado che vede imputati Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, rispettivamente figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, l’anziano trovato cadavere in un pozzo vicino all’abitazione di famiglia a Cerrè Marabino di Toano, sull’Appennino Reggiano.Quando l’11 maggio del 2022 venne trovato il corpo del 77enne (sul pozzo era stata posta una pesante lastra di marmo) l’esame autoptico confermò che l’uomo era morto diversi mesi prima. La figlia e il genero di Pedrazzini, che si trovano agli arresti domiciliari, sono accusati di sequestro di persona, maltrattamenti aggravati, soppressione di soccorso e truffa ai danni dello Stato. I due, 43 anni lui, 38 lei, avrebbero continuato a intascare la pensione della vittima e lo avrebbero segregato in casa, impedendogli di vedere amici e parenti. Caduta invece l’accusa di omissione di soccorso.La vedova di Pedrazzini, Marta Ghilardini, è stata rinviata a giudizio.‘Giustizia è stata fatta per il nostro Beppe’ ha detto Claudio, fratello della vittima, a conclusione del processo di primo grado.La figlia e il genero di Pedrazzini si sono sempre detti estranei ai fatti, ribadendo di non sapere chi avesse seppellito l’anziano nel pozzo, dove è stato poi ritrovato. Secondo il pm, i tre indagati – compresa la moglie – avrebbero maltrattato l’anziano, senza neppure chiamare i soccorsi il giorno del decesso, risalente a diversi mesi prima del ritrovamento. Il 77enne sarebbe morto a seguito dei maltrattamenti subiti. Pedrazzini era stato relegato a letto e veniva nutrito soltanto con del brodo. Secondo gli inquirenti, spesso gli venivano somministrati dei tranquillanti per evitare che si agitasse. LEGGI TUTTO

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    Aversa (Caserta), trovato un cadavere con ferite d’arma da taglio: s’indaga per omicidio

    La vittima è un uomo di 55 anni, di cui non sono state ancora diffuse le generalità. Il cadavere si trovava in un’abitazione delle palazzine popolari di via Saporito ad Aversa. Polizia locale – Nanopress.itSulla vicenda indagano gli agenti della Polizia di Stato. A scoprire il cadavere – su cui sarebbero presenti diverse ferite d’arma da taglio – sono stati i vigili del fuoco, allertati da alcuni parenti della vittima che non riuscivano più a mettersi in contatto con lui.Trovato un cadavere in un’abitazione ad AversaLa Polizia di Stato sta indagando sul ritrovamento del corpo senza vita di un uomo di 55 anni. Il cadavere è stato trovato in un’abitazione delle palazzine popolari di via Saporito ad Aversa, provincia di Caserta. A fare la drammatica scoperta, questa mattina, sono stati i vigili del fuoco, che hanno sfondato la porta d’ingresso, dopo essere stati contattati da alcuni parenti della vittima, che non riuscivano più a mettersi in contatto con lui.Sul cadavere erano presenti diverse ferite d’arma da taglio, il che fa ipotizzare che si tratti di omicidio. La Polizia non esclude comunque alcuna ipotesi. Il 55enne aveva dei precedenti penali per reati contro il patrimonio. LEGGI TUTTO