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    Sull’asteroide Bennu c’è molto carbonio

    I pezzi dell’asteroide Bennu portati sulla Terra dalla missione OSIRIS-REx della NASA contengono molto carbonio e molta acqua, secondo le prime analisi del materiale nella capsula recuperata un paio di settimane fa. È una scoperta importante perché queste sostanze sono necessarie allo sviluppo di esseri viventi e la loro presenza sugli asteroidi del sistema solare potrebbe aiutarci a capire come e dove ha avuto e può avere origine la vita.I campioni di Bennu sono atterrati nel deserto dello Utah alla fine di settembre all’interno di una capsula con un diametro di 81 centimetri e altezza di 50 e sono stati sottoposti a un esame preliminare al Johnson Space Center di Houston, in Texas. «Il campione di OSIRIS-REx è il pezzo di asteroide più ricco di carbonio che sia mai stato portato sulla Terra», ha detto l’amministratore dell’agenzia spaziale statunitense Bill Nelson nel presentare le prime scoperte mercoledì, «e aiuterà gli scienziati a indagare sulle origini della vita sul nostro pianeta».Gli asteroidi sono corpi spaziali rocciosi che orbitano nel sistema solare e hanno dimensioni molto inferiori ai pianeti e forme più irregolari. Secondo gli studi più condivisi, sono ciò che rimane del “disco protoplanetario”, l’enorme ammasso di polveri e gas in orbita intorno al Sole dal quale miliardi di anni fa si formarono la Terra e gli altri pianeti del sistema solare, oltre ai satelliti naturali come la Luna. Per questo lo studio delle rocce raccolte su Bennu potrebbe darci informazioni aggiuntive sulle origini del sistema solare e sulla formazione degli elementi necessari all’origine della vita. Dante Lauretta dell’Università dell’Arizona, che è lo scienziato a capo di OSIRIS-REx, ha definito i campioni di Bennu «una capsula del tempo» per ciò che potrebbe farci imparare sulla storia del sistema solare.L’interno della capsula della missione OSIRIS-REx, aperta all’interno di un contenitore trasparente al Johnson Space Center di Houston (Dante Lauretta/NASA via AP)La capsula che ha portato i pezzi di Bennu sulla Terra è stata esaminata dall’interno di un grosso contenitore sigillato costruito per evitare che i campioni fossero contaminati da sostanze di origine terrestre. Questo tipo di contenitore è chiamato “scatola a guanti” (in inglese glovebox) perché per manipolare il suo contenuto senza venire fisicamente in contatto con esso si usano dei guanti lunghi e robusti inseriti nella struttura della scatola.Mari Montoya, a sinistra, e Curtis Calva raccolgono dei pezzi dell’asteroide Bennu attraverso la scatola a guanti contenente la capsula di OSIRIS-REx, il 27 settembre 2023 (NASA via AP)Quando gli scienziati hanno aperto la capsula all’interno della scatola a guanti si sono accorti che probabilmente sono arrivati sulla Terra più dei 60 grammi di rocce di Bennu che erano state previsti dalla NASA: della polvere aggiuntiva dell’asteroide e alcuni piccoli pezzi di roccia sono rimasti al di fuori del contenitore interno per la conservazione del campione. Prima di procedere con l’osservazione del campione principale è stata studiata proprio questa polvere, che ammonta a 1,5 grammi di materiale. Il peso complessivo dei pezzi di Bennu portati sulla Terra invece non lo si conosce ancora, perché ritardati dallo studio della polvere gli scienziati non hanno ancora cominciato a studiare il campione principale.La parte esterna della capsula di OSIRIS-REx dove si è raccolta la polvere di Bennu (Erika Blumenfeld, Joseph Aebersold/NASA via APLa polvere è stata analizzata con un microscopio elettronico (cioè un microscopio che usa elettroni al posto della luce e così consente di “vedere” oggetti molto piccoli) e con altri strumenti che consentono di stabilire gli elementi chimici che compongono un campione.Così è stato scoperto che le rocce di Bennu sono ricche di carbonio. Uno dei pezzi esaminati è fatto per il 4,7 per cento di questo elemento, che è la base di tutte le macromolecole biologiche, le molecole fondamentali di cui sono fatti gli esseri viventi, umani compresi. Sono anche state trovate delle piccole quantità d’acqua all’interno dei cristalli che compongono i pezzi di Bennu analizzati finora. È possibile che all’interno del campione principale possano essere presenti anche maggiori quantità d’acqua.A sinistra la capsula di OSIRIS-REx aperta, a destra la polvere di Bennu presente nel riquadro bianco vista più da vicino (Dante Lauretta/NASA via AP)È previsto che lo studio dei pezzi di Bennu andrà avanti per i prossimi due anni: almeno il 70 per cento del campione resterà al Johnson Space Center, mentre il resto sarà analizzato da circa 200 scienziati in varie parti del mondo e una parte verrà esposta al pubblico temporaneamente a Washington, a Houston e a Tucson, in Arizona.Tra le altre cose il materiale proveniente da Bennu sarà confrontato con quello raccolto dall’agenzia spaziale giapponese JAXA su un altro asteroide, Ryugu. Alcune differenze sono già state notate: nei campioni di Ryugu c’era meno acqua. Poi verrà misurata la percentuale di deuterio al suo interno: il deuterio è uno degli isotopi dell’idrogeno, cioè una delle forme in cui questo elemento si presenta, e si vuole scoprire se è più o meno presente nell’acqua di Bennu rispetto all’acqua terrestre. Infine si cercheranno eventuali amminoacidi, quelle molecole biologiche che sono già state trovate all’interno di meteoriti caduti sulla Terra ma che potrebbero esservi arrivate a causa della contaminazione con materiali terrestri durante e dopo l’impatto sul pianeta. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Francesco Pio Maimone: sette arresti a Napoli, c’è anche la sorella del presunto killer

    Per quattro dei sette arrestati questa mattina è stato disposto il trasferimento in carcere, per gli altri tre – tra cui la sorella del presunto killer di Maimone – sono scattati i domiciliari. Francesco Pio Maimone – Nanopress.itLe sette persone arrestate oggi sono accusate di aver aiutato il presunto killer a disfarsi della pistola – non ancora ritrovata – con cui uccise il 18enne agli chalet di Mergellina.Omicidio di Mergellina, altri sette arrestiC’è anche la sorella del presunto killer di Francesco Pio Maimone tra le persone arrestate questa mattina dalla polizia con l’accusa di detenzione di armi comunida sparo e favoreggiamento. Il 18enne Francesco Maimone venne ucciso da uno dei colpi di pistola esposi da un ragazzo poco più grande di lui, durante una lite scoppiata per futili motivi, presso gli chalet di Mergellina, a Napoli.Maimone fu colpito da una pallottola, che lo uccise praticamente sul colpo. Il gip di Napoli, su richiesta della Dda, ha disposto l’arresto per sette persone: per quattro di loro si sono aperte le porte del carcere, per gli altri tre – tra cui la sorella del presunto killer – sono stati disposti i domiciliari.Secondo quanto ricostruito dagli uomini della Direzione distrettuale antimafia, le sette persone arrestate oggi sono avrebbero aiutato il presunto killer a disfarsi della pistola – non ancora ritrovata – con cui venne colpito a morte il 18enne. LEGGI TUTTO

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    Operazione Lucignolo: 3 arrestati e 24 indagati per pedopornografia

    La Polizia Postale continua a lottare contro la pedopornografia. Ora gli agenti sotto copertura scoprono tutto.Operazione Lucignolo – nanopress.itÈ stata chiamata l’Operazione Lucignolo quella che ha permesso alla Polizia Postale di scoprire tutto. Le indagini hanno portato alla scoperta di un’ampia rete di pedopornografia online. Grazie ad agenti sotto copertura in tutta Italia sono state arrestate 3 persone ed altre 24 sono indagate. L’accusa è di pedopornografia online.Dal Piemonte ad altri città italiane. Si tratta di un’operazione condivisa dagli agenti su tutto il territorio italiano. Tra le regioni coinvolte: Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Veneto, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria. Parole in codice e tanto altro che ora è stato scoperto.Arrestati e indagati con l’Operazione LucignoloL’Operazione Lucignolo è stata condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica del Piemonte e Valle D’Aosta. Insieme a questi nel coordinamento anche il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio polizia postale. L’operazione è durata diversi mesi.Infatti gli agenti sono stati impegnati per mesi prima di uscire allo scoperto e poter arrestare alcune persone. Molti degli agenti erano sotto copertura per scoprire le attività illecite e individuare i soggetti che si dedicavano alla pubblicazione e divulgazione del materiale pedopornografico.Pedopornografia – nanopress.itGli agenti scelti per questa l’operazione si sono dovuti accreditare presso delle comunità pedofile. Solo successivamente sono riusciti ad entrare in contatto diretto con alcune persone. Così è stato possibile individuare la loro identità associandola a quella degli pseudonimi utilizzati online.I criminali utilizzano parole in codice per non farsi scoprire e per mantenere il loro anonimato. Ma utilizzavano anche degli accorgimenti tecnici per nascondersi. Talvolta si riproducevano delle violenze sessuali con parole in codice per cui non si attirava l’attenzione.Ad esempio nelle intercettazione spuntano frasi come queste: “Ciao, cerco cucciole” oppure “Hai min?“. In quest’ultimo caso min sta per minorenni. Ed infatti il materiale condiviso coinvolgeva lo sfruttamento di minori degli anni 18. Coinvolti 24 uffici di Polizia Postale.Il lavoro degli agenti della Polizia PostaleL’Operazione Lucignolo è stata complessa e molto delicata. Le perquisizione sia personali che locali avvenute hanno permesso di sequestrare molto materiale. Molto di questo è stato scoperto grazie anche a dei sistemi informatici. Sequestrati telefoni, tablet, hard-disk, pen-drive e molto altro. Arresti – nanopress.itGrazie a tutto ciò gli agenti sono riusciti a rintracciare gli account che venivano utilizzati. Inoltre è stato trovato anche un considerevole quantitativo di materiale illecito. Non si tratta di un’operazione isolata. Infatti spesso minori e pornografia sono accostati.Il Governo si è dimostrato attivo su questo importante tema e soprattutto la Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella. Quest’ultima ha annunciato infatti dopo gli eventi di Caivano più controlli. LEGGI TUTTO

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    Paura a Sinigo, bambina di due anni scappa nel bosco di notte: ritrovata sana e salva

    L’allarme è scattato poco dopo le 21 di mercoledì sera, quando i genitori di una bambina di Sinigo, in Alto Adige, si sono accorti dell’assenza della figlia. A quel punto sono partite le ricerche, anche con l’aiuto dei cani molecolari. Bosco – Nanopress.itPoco meno di un’ora dopo la bambina è stata ritrovata in un bosco vicino casa in buone condizioni di salute.Bimba di due anni fugge nel bosco di notte: paura a SinigoSta bene la bambina di due anni scomparsa nella serata di mercoledì, 11 ottobre, dalla sua casa a Sinigo, in Alto Adige. L’allarme è scattato poco dopo le 21, quando i genitori della piccola si sono accorti che la bambina non era più in casa. A quel punto hanno allertato le forze dell’ordine e sono partite immediatamente le ricerche, anche con l’aiuto dei cani molecolari.La zona è stata battuta palmo a palmo e poco meno di un’ora dopo la piccola è stata trovata, sana e salva, in un bosco vicino casa. La bambina era in buone condizioni di salute ed è stata riaffidata ai genitori.Notizia in aggiornamento.  LEGGI TUTTO

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    Le cimici dei letti che infestano Parigi arriveranno anche in Italia?

    Le notizie sulla estesa infestazione di cimici dei letti a Parigi hanno suscitato qualche preoccupazione in alcuni paesi vicini o molto ben collegati alla Francia. Il 5 ottobre il ministero della Salute dell’Algeria ha annunciato l’introduzione di «misure preventive» su aerei e navi per evitare la diffusione degli insetti nel proprio territorio. E dopo che vari giornali del Regno Unito hanno parlato della possibilità che le cimici dei letti arrivassero da Parigi a Londra, Eurostar, il servizio ferroviario che collega le due capitali, ha fatto sapere che i suoi treni saranno controllati per verificare l’eventuale presenza dei parassiti.Anche tra Francia e Italia ci sono molti collegamenti, sebbene dal 27 agosto e fino alla prossima estate quelli ferroviari siano sospesi a causa di una frana, ma tra gli esperti di insetti e di disinfestazioni non c’è particolare preoccupazione. Per il momento infatti nelle città italiane non ci sono stati aumenti significativi di segnalazioni di cimici dei letti, e inoltre chi si occupa di disinfestazioni ritiene che i metodi usati in Italia per contrastarle siano più efficaci di quelli preferiti all’estero.Le cimici dei letti in Italia comunque ci sono già. Dopo essere quasi scomparse a metà Novecento in seguito al grande uso di DDT e al miglioramento delle condizioni igieniche delle case, è dai primi anni Duemila che hanno ricominciato a essere avvistate all’interno di abitazioni e alberghi sia nei paesi europei che negli Stati Uniti a causa dei viaggi internazionali. In Italia il numero di infestazioni è aumentato soprattutto tra il 2012 e il 2014 e poi è rimasto più o meno costante.«Sono abbastanza diffuse quindi la probabilità di incontrarle nelle città italiane c’è», dice Fabrizio Montarsi, biologo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) che tra le altre cose si occupa di insetti e altri parassiti. «Ma non sono comuni come le mosche o le zanzare, il problema è comunque limitato per ora. Se si riesce a intercettare subito un’infestazione, il ciclo di diffusione si interrompe facilmente».Le cimici dei letti, il cui nome scientifico è Cimex lectularius, sono insetti ematofagi, cioè che si nutrono di sangue. I loro morsi sono fastidiosi, ma non costituiscono un pericolo a meno che non si sia allergici. In natura sono parassiti di uccelli e pipistrelli e creano le proprie colonie nei nidi o nei dormitori dei pipistrelli nelle grotte, ma nel corso della storia si sono trovate bene anche nelle abitazioni umane: soprattutto nei secoli passati era facile che nei tetti delle case si riparassero degli uccelli, e da lì le cimici potevano passare a infestare i materassi di una volta, fatti di paglia ricoperta da teli. Si chiamano “cimici dei letti” appunto per questo.Cimici dei letti (Uwe Anspach, ANSA-DPA)Di giorno si nascondono dalla luce e se infestano una casa si annidano nelle strutture dei letti e dei divani, ma anche tra i libri, dietro battiscopa, quadri o altri anfratti nascosti. Di notte escono per nutrirsi, quindi di solito la loro presenza viene scoperta dopo essersi svegliati con una serie di arrossamenti pruriginosi sulla pelle. Si possono diffondere o perché aumentano talmente tanto di numero da spostarsi da una camera di albergo a un’altra, o da un appartamento all’altro, oppure perché trovano riparo all’interno di valigie e borse e grazie a questi involontari mezzi di trasporto raggiungono treni, aerei, case o stanze d’albergo in altre città.«La diffusione delle cimici avviene quasi sempre tramite i bagagli, non sono come le zecche che rimangono addosso alle persone», chiarisce Montarsi, «quindi la cosa importante se si passa per un albergo infestato è “bonificare” i bagagli e il loro contenuto, con lavaggi ad alte temperature o usando il congelatore».Non c’è invece nessuna relazione tra la pulizia di un ambiente e la presenza di cimici, che si possono presentare anche in hotel di lusso estremamente puliti, perché l’unica condizione necessaria alla loro prosperità è la vicinanza di persone o altri animali da cui succhiare il sangue. È solo più facile che in luoghi in cui ci sono scarse condizioni igieniche una piccola infestazione venga trascurata e finisca per aggravarsi.Secondo Marco Leva, disinfestatore di Roma e consigliere dell’Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione (ANID), a Parigi la situazione si è aggravata perché sono stati fatti degli errori: «A giudicare dalle immagini che sono state diffuse le infestazioni sono davvero estreme e se i letti sono pieni di cimici significa che la convivenza va avanti da tempo o che la ditta di disinfestazione che se ne è occupata ha sbagliato approccio».Leva spiega che all’estero contro le cimici dei letti si usano ancora molto gli insetticidi, che sono poco efficaci perché molto spesso questi insetti si rivelano resistenti alle sostanze che contengono. Gli insetticidi possono addirittura essere controproducenti, perché le operazioni per stanare le cimici ed esporle alle sostanze velenose possono spingerle a spostarsi e infestare altri spazi.L’approccio più efficace, che in Italia è stato adottato negli ultimi dieci anni e oggi è usato dalla stragrande maggioranza delle aziende che si occupano di disinfestazioni, si basa sull’uso di macchine per uccidere le cimici e le loro uova con un vapore ad alte temperature, fino a 180 °C. La prima macchina di questo tipo – prodotta dall’azienda italiana Polti – è stata sviluppata a partire dal 2011 proprio facendo degli esperimenti con le cimici dei letti, che hanno coinvolto lo stesso Leva e l’entomologo e disinfestatore Franco Casini. Da allora sul mercato sono arrivate anche altre macchine simili e il loro uso si è diffuso nel settore. «È un approccio più impegnativo rispetto a quello chimico, ma è apprezzato anche dai clienti che preferiscono che non siano sparsi insetticidi nelle camere da letto».Né l’ANID né Montarsi nelle regioni in cui lavora l’IZSVe hanno osservato un aumento dei casi di infestazioni da cimici dei letti negli ultimi mesi. Anche per questo «non c’è da creare allarmismo», per Leva: «Non ci sarà un’invasione delle cimici dei letti dalla Francia, così come non c’era stata da New York qualche anno fa». LEGGI TUTTO

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    Visita un immobile insieme alla fidanzata, ma crolla il pavimento: Matteo Battaglia muore a 22 anni

    Il dramma la scorsa domenica pomeriggio a Comiso, Ragusa. Il 22enne era andato a vedere un immobile, quando improvvisamente il pavimento è crollato e Matteo Battaglia è precipitato nel vuoto per tre metri.Matteo Battaglia – Nanopress.itDopo un ricovero in ospedale, questa mattina è stata dichiarata la morte cerebrale del giovane e i familiari hanno acconsentito all’espianto degli organi.Il tragico destino di Matteo Battaglia, morto a 22 anniVoleva avviare la sua attività, così si è recato con la fidanzata a visionare un locale commerciale a Ragusa. Improvvisamente però il pavimento del solaio è crollato sotto i suoi piedi e Matteo Battaglia – 22 anni, originario di Comiso – è precipitato nel vuoto. Un volo di oltre tre metri, al culmine del quale il 22enne ha battuto violentemente la testa. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. Dopo un ricovero all’ospedale di Vittoria e poi il trasferimento in quello di Catania, per il giovane non c’è stato nulla da fare e nelle scorse ore il personale medico ha dichiarato la morte cerebrale. I familiari di Matteo Battaglia hanno acconsentito alla donazione degli organi.Intanto, per il giorno del funerale, sarà proclamato il lutto cittadino a Comiso. Ad annunciarlo il primo cittadino, Maria Rita Schembari.Diplomato al liceo Carducci, attualmente Matteo lavorava in un negozio di moto, una delle sue grandi passioni, insieme a quella calcistica. La scorsa domenica era andato a visionare un locale commerciale, insieme alla fidanzata e ad alcuni agenti immobiliari, perché desiderava avviare una sua attività. La notizia della sua morte ha destato profondo cordoglio in quanti lo conoscevano. Tanti sono i messaggi che in queste ore sono stati condivisi sui social in ricordo del 22enne. “Non si può accettare una cosa simile, non è facile dirti riposa in pace. Un grande dolore, solo un grande dolore. L’unica consolazione è che ad accoglierti ci sarà la tua mamma. Matteo la tua vita finisce quando ancora c’era tanto da vivere” si legge in uno dei tanti messaggi. LEGGI TUTTO

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    Incidente sul lavoro a Cesena, operaio muore schiacciato da una betoniera

    Il mezzo si sarebbe azionato mentre l’operaio lo stava pulendo, travolgendolo. L’uomo, un 56enne di origini moldave, è morto praticamente sul colpo. Incidente sul lavoro – Nanopress.itIl personale del 118 non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma è ora a disposizione della magistratura, che dovrà decidere su un’eventuale autopsia.Incidente sul lavoro a Cesena: morto un operaio di 56 anniEnnesimo incidente mortale sul lavoro quello avvenuto questa mattina a Pievesestina, frazione di Cesena. Un operaio di 56 anni di origine moldava ha perso la vita dopo essere stato travolto dalla betoniera che stava pulendo. Stando a quanto ricostruito finora, la vittima era all’interno di una betoniera, quando il mezzo si sarebbe improvvisamente attivato, travolgendolo. L’uomo è morto praticamente sul colpo. A nulla è servito l’intervento dei sanitari, accorsi sul posto in pochi minuti.La salma dell’operaio è ora a disposizione della magistratura, che dovrà pronunciarsi su un eventuale esame autoptico, per accertare le cause del decesso. Sul posto sono arrivati anche i Carabinieri di Cesena che conducono le indagini. LEGGI TUTTO

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    “Troppi bambini stranieri in classe”: genitori chiedono il trasferimento dei figli

    È quanto accaduto in una scuola primaria di Bari, dove i genitori di quattro alunni avrebbero chiesto il trasferimento dei figli perché in classe con loro ci sono troppi bambini stranieri. Bambini a scuola – Nanopress.itLa notizia è riportata da La Repubblica ed è stata confermata all’Ansa dal dirigente scolastico dell’Istituto pugliese.Troppi stranieri in classe: quattro alunni trasferitiSette alunni stranieri su un totale di 20, è per questo motivo che i genitori di quattro bambini hanno chiesto il trasferimento in un’altra scuola. È quanto accaduto in una prima elementare di Bari, e la vicenda è stata confermata dal preside dell’Istituto. “I genitori sono venuti a chiedermi il cambio classe nei primissimi giorni di avvio dell’anno scolastico. Avendo capito la motivazione ho risposto che avrebbero avuto solo due strade, far restare i loro figli dov’erano o chiedermi il nulla osta per cambiare scuola”. A quel punto i genitori hanno scelto la seconda strada, appellandosi al nulla osta.Il dirigente ha però ribadito che la parola straniero per chi lavora nella sua scuola non ha alcuna importanza: ogni bambino è un alunno, e non importa da dove arrivi. LEGGI TUTTO