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    I rischi di bere poca acqua, o berne di mare

    Da dieci giorni l’accesso all’acqua potabile nella Striscia di Gaza è estremamente limitato a causa dei bombardamenti israeliani e del blocco delle condutture che trasportano circa un terzo dell’acqua da Israele. Lunedì il governo israeliano ha annunciato di avere ripristinato alcune forniture, ma in molte zone di Gaza manca l’energia elettrica e di conseguenza non funzionano i sistemi per il pompaggio dell’acqua, che raggiunge con difficoltà le abitazioni e soprattutto gli ospedali. Molte persone affrontano questa scarsità scavando pozzi improvvisati o provando a bere l’acqua di mare, con grandi rischi per la salute che si aggiungono alle difficoltà dovute alla mancanza di cibo e medicinali.Una persona adulta è costituta per il 60 per cento circa da acqua, essenziale per il funzionamento delle cellule e di conseguenza di tutti gli organi. Il nostro organismo ha la capacità di riciclare una quota importante dell’acqua di cui dispone, ma deve comunque ottenerne periodicamente di nuova per ripristinare quella persa attraversa la traspirazione, il sudore e le urine. Uno stato persistente di disidratazione ha effetti molto gravi e può causare numerose malattie, da quelle neurologiche a quelle dei reni, gli organi che si occupano di ripulire il sangue tramite le urine.In condizioni normali una persona adulta assume in media 2,5 litri di liquidi al giorno, con l’acqua come componente principale. Non c’è una quantità standard di acqua da assumere ogni giorno: siamo fatti tutti diversamente e molto dipende dalle proprie caratteristiche e dalle condizioni di salute. Una persona sana può temporaneamente sopravvivere assumendo 1-1,5 litri di liquidi al giorno, con quantità ancora inferiori per brevi periodi. Più si prolunga la fase in cui si beve poca acqua, più aumentano i rischi per la salute. Nelle persone fragili o con malattie, i rischi sono molto più alti perché la disidratazione riduce molte funzionalità dell’organismo comprese quelle del sistema immunitario.L’organismo umano, come quello di moltissimi altri animali, lavora costantemente per mantenere un certo equilibrio tra il liquido intracellulare e quello extracellulare, che si trovano rispettivamente all’interno e all’esterno delle cellule. Buona parte dell’acqua fuori dalle cellule si trova nel liquido interstiziale, una soluzione acquosa che sta fra le cellule in prossimità dei vasi sanguigni e di quelli linfatici. È la via attraverso cui avvengono gli scambi tra le cellule e il sangue, con il passaggio di ormoni, sostanze nutritive e scorie da smaltire, solo per fare qualche esempio.L’acqua è inoltre il principale componente del plasma, la parte liquida del sangue, ed è quindi importante che sia alla giusta concentrazione per garantire gli scambi delle sostanze e per fare in modo che il sistema circolatorio funzioni al meglio. Una persona adulta ha circa sei litri di sangue nel proprio corpo, se la quantità diminuisce la costrizione dei vasi consente di compensare il calo e di mantenere una pressione tale da permettere al sangue di continuare a fluire, ma solo per periodi di tempo limitati e in attesa di un ripristino delle giuste quantità attraverso l’assunzione di liquidi.Secondo le informazioni raccolte da alcune agenzie di stampa internazionali, nella Striscia di Gaza alcune persone alla ricerca di acqua hanno scavato pozzi vicino alle spiagge, nel tentativo di raggiungere la falda acquifera. I normali pozzi non sono sempre funzionanti anche a causa della mancanza dell’energia elettrica per il pompaggio dell’acqua e sono state segnalate contaminazioni con l’acqua di mare. Non potendo fare altrimenti, molte persone hanno iniziato a consumare un misto di acqua dolce e salata, con tutti i rischi del caso.L’acqua marina contiene un’alta percentuale di sale, di conseguenza la sua assunzione comporta che quel sale finisca nelle cellule del nostro organismo. Una minima quantità di sale è importante per regolare le attività cellulari, ma la quantità che si introduce bevendo acqua marina è molto più alta e non può essere smaltita in modo efficiente dall’organismo. I reni non hanno per esempio la capacità di produrre urine con una concentrazione di sale superiore a quella che si trova mediamente nell’acqua di mare. Per smaltire accumuli eccessivi di sale si devono bere grandi quantità di acqua dolce, in modo che questa riduca la concentrazione e permetta ai reni di espellere il sale. Se ciò non avviene, l’accumulo di sale continua e si va incontro a una grave disidratazione che nei casi più gravi può rivelarsi letale.Dalle notizie che con difficoltà arrivano dalla Striscia di Gaza sembra che il consumo di acqua di mare sia misto a quello di acqua dolce, a causa delle contaminazioni nei pozzi. Nella Striscia non stanno inoltre funzionando i sistemi per desalinizzare e depurare l’acqua, che richiedono molta energia elettrica. È un problema che si riscontrava già prima dei bombardamenti israeliani, ma che è peggiorato nell’ultima decina di giorni.Il mancato trattamento dell’acqua implica inoltre che in molte zone di Gaza l’acqua non sia potabile e che non sempre sia sufficiente farla bollire. Questa pratica permette di eliminare batteri e altri patogeni, ma non consente di ridurre le concentrazioni di altre sostanze contaminanti che potrebbero essere presenti. Anche in questo caso i rischi sono maggiori per i bambini, le persone anziane e quelle fragili. Bere acqua contaminata può portare per esempio a infezioni all’apparato urinario e intestinale, con febbre e diarrea che causano una veloce disidratazione che in molti casi non può essere trattata proprio a causa della mancanza d’acqua. LEGGI TUTTO

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    Bambino di 9 anni preso a calci e frustate dal patrigno, ma la madre nega tutto: il caso segnalato dalle maestre

    La drammatica vicenda arriva da Padova, dove un bambino di 9 anni sarebbe stato – ripetutamente – picchiato con calci, pugni e frustate dal patrigno, un 39enne di origini moldave. L’uomo è finito ora sotto inchiesta. Violenze sui bambini – Nanopress.itA far emergere la vicenda sarebbero state tre maestre, che avrebbero portato all’attenzione degli inquirenti le lesioni con cui il piccolo spesso si presentava a scuola. Il bambino ha riferito alle insegnanti di essere stato più volte picchiato dal compagno della madre perché non avrebbe obbedito ai suoi ordini.Bambino di 9 anni picchiato dal patrigno: orrore a PadovaUna storia di violenza e sopraffazione in cui la vittima è un bambino di appena 9 anni. È il Mattino di Padova a raccontare l’ennesima vicenda di violenza domestica, che ha costretto il piccolo a un ricovero nel reparto di Pediatria dell’Azienda ospedaliera del capoluogo veneto. Per lui, che è tuttora ricoverato, i medici hanno stabilito una prognosi di 20 giorni. A scoperchiare il vaso di Pandora sarebbe stato l’intervento di tre maestre, che avrebbero – in più occasioni – notato le lesioni al volto e al corpo con cui il bambino arrivava a scuola. A quel punto, con tutta la delicatezza che una vicenda del genere richiede, le maestre hanno chiesto spiegazioni e l’alunno ha riferito di essere ripetutamente vittima delle violenze del compagno della madre, un 39enne moldavo, che lo avrebbe preso a calci, pugni e addirittura frustate (forse con una cinghia).Un racconto terribile, grazie al quale è stata sporta denuncia e il patrigno è finito sotto inchiesta. Per lui è scattato il divieto di dimora nel Comune dove il bambino vive con la mamma – che al momento nega tutto – l’allontanamento dalla casa e il divieto di avvicinare il bambino e frequentare i luoghi che il piccolo frequenta, se non autorizzato dal giudice.A scatenare la violenza sulla vittima sarebbe stata la “disobbedienza” agli ordini del patrigno, tra cui lavare i piatti e pulire casa. Non solo, pare che il patrigno – e non è chiaro se anche la madre – gli avrebbe chiesto di mentire, raccontando di una fantomatica caduta dal letto, che però risulta incompatibile con le lesioni riportate dalla vittima. Il bambino potrebbe essere stato picchiato anche con dei cavi elettrici, oltreché a mani nude. LEGGI TUTTO

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    Bimbo di quattro anni morto a Petralia Soprana, disposta l’autopsia sul piccolo Francesco: giallo sulle cause del decesso

    Il piccolo sarebbe stato trovato privo di sensi dai genitori, che vivono in una masseria a Petralia Soprana, in provincia di Palermo.Elisoccorso – Nanopress.itLa prima ipotesi per la morte del bambino era stata la fuga di gas, ma nonostante sia stata accertata una micro perdita di gas dalla bombola, questa non avrebbe potuto provocare la morte del piccolo, che quindi è ancora tutta da ricostruire.Disposta l’autopsia sul corpo del bambino morto a Petralia SopranaÈ stata disposta l’autopsia sul corpo del piccolo Francesco, il bambino di quattro anni morto a Petralia Soprana, nel Palermitano. A lanciare l’allarme, nella mattinata di ieri, sono stati i genitori del piccolo, che hanno allertato un’ambulanza perché il figlio non respirava più. I due hanno riferito di aver sentito puzza di gas in casa. Effettivamente è stata accertata una piccola perdita di gas da una bombola presente nella masseria, ma si tratterebbe di una fuoriuscita di gas troppo esigua per causare la morte del bambino. A questo punto, gli inquirenti stanno cercando di chiarire cosa sia accaduto. Sul corpo del piccolo non sono stati trovati segni di violenza. Soltanto l’esame autoptico, che sarà eseguito all’istituto di Medicina legale dell’ospedale Policlinico di Palermo, potrà chiarire le cause del decesso.Pare che il bambino avesse avuto una brutta influenza nei giorni precedenti alla tragedia, che gli aveva lasciato delle difficoltà respiratorie. La Procura di Termini Imerese ha disposto anche il sequestro della masseria in cui il piccolo Francesco viveva con i genitori, che sono già stati ascoltati dagli inquirenti.Sgomento in tutta la comunità di Petralia Soprana. Il sindaco, Piero Macaluso, ha già annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali. LEGGI TUTTO

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    Blitz contro il clan Di Lauro: 27 arresti, in manette anche il cantante Tony Colombo e la moglie

    Tra i reati contestati anche la turbativa d’asta, il concorso esterno in associazione mafiosa e l’aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli – Nanopress.itI carabinieri hanno sequestrato beni per oltre 8 milioni di euro.Blitz contro il clan Di Lauro a NapoliMaxi blitz dei carabinieri di Napoli questa mattina all’alba contro il clan Di Lauro. Ventisette persone sono state arrestate. Tra loro il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino. Le indagini della direzione distrettuale antimafia di Napoli si sono incentrate sulle attività imprenditoriali del clan.I carabinieri hanno sequestrato beni per 8 milioni di euro. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il clan Di Lauro era diventata una vera e propria impresa, investendo in società di abbigliamento, tra cui il brand Corleone, creato in sinergia con il cantante palermitano e la moglie. Tra le creazioni del clan anche la bevanda energetica 9mm, che si rifà al calibro delle pistole sarebbe riconducibile al clan fondato da Paolo Di Lauro. Il clan si sarebbe avvalso di società prestanome, che sono state sequestrate.Secondo quanto riferisce l’Adnkronos, il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie avrebbero investito 500mila euro per una fabbrica illegale di sigarette, finita poi sotto sequestro, nella quale venivano fabbricati pacchetti di sigarette con tabacco estero da vendere in Italia e oltre confine. LEGGI TUTTO

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    Resta in carcere Franco Panariello, accusato dell’omicidio dell’ex moglie

    Il killer di Concetta Marruocco, Pietro Panariello, resta in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato. A deciderlo il gip del Tribunale di Ancona. Franco Panariello e Concetta Marruocco – Nanopress.itDurante l’udienza di convalida, l’indagato ha risposto alle domande del gip, come ha fatto sapere il suo legale.Franco Panariello resta in carcereL’operaio metalmeccanico 55enne, Franco Panariello, resta in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato. L’uomo è accusato di aver ucciso la sua ex moglie, Concetta Marruocco, infermiera 53enne. L’omicidio è avvenuto il 14 ottobre scorso a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona, nell’abitazione della vittima. Mentre la donna veniva uccisa, con almeno 15 coltellate, nella stanza accanto dormiva la figlia minorenne della coppia.Dopo averla colpita, Franco Panariello ha chiesto alla ragazzina di allertare il 118. All’arrivo dei militari dell’Arma l’uomo si è fatto arrestare, senza opporre resistenza. Come riferisce Il Corriere Adriatico, lo scorso mese di marzo la vittima aveva denunciato Panariello per violenza, che pare andasse avanti da oltre 20 anni. Nei confronti del 55enne il gip aveva quindi emesso la misura del divieto di avvicinamento alla donna e alla figlia minore, anche lei vittima delle violenze paterne. Il provvedimento aveva imposto a Franco Panariello di lasciare la casa familiare, e così lui si era trasferito a Cancelli. Al 55enne era stato imposto anche il braccialetto elettronico, che dovrebbe suonare in caso ci si avvicini alle vittime.Nella notte di venerdì, con la copia delle chiavi che ancora possedeva, si è introdotto a casa della sua ex moglie e dopo una breve discussione, l’ha colpita a coltellate. Agli inquirenti ha immediatamente confessato il delitto, spiegando di non riuscire a sopportare le accuse che la vittima gli aveva rivolto. «Sono ingiuste, volevo solo chiarire», avrebbe riferito dopo l’omicidio.Panariello e Marruocco anche altri due figli, che vivono e lavorano fuori. LEGGI TUTTO

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    Studentessa si getta dalla finestra di scuola ad Asti, salvata da un bidello

    La studentessa e il bidello sono stati trasferiti entrambi in ospedale, ma non risulterebbero in pericolo di vita.Ambulanza – Nanopress.itIl bidello avrebbe attutito la caduta della ragazza, che pare si sia gettata volontariamente dalla finestra.Studentessa si getta dalla finestra ad Asti: salvata da un bidelloSi è gettata dalla finestra della scuola che frequenta ad Asti, ma a salvarla è stato un bidello che si era messo sul marciapiede per tentare di attutirne la caduta . È quanto accaduto questa mattina in una scuola superiore di Nizza Monferrato, nell’ astigiano.All’inizio della seconda ora, la giovane studentessa di 16 anni sarebbe salita sul davanzale. A nulla sono servite le parole dei compagni di classe e della professoressa, che hanno tentato in tutti i modi di farla desistere. L’adolescente si è lanciata nel vuoto, ma il celere intervento del bidello le ha salvato la vita.L’operatore scolastico e la studentessa sono stati immediatamente soccorsi e trasferiti in ospedale, ma le loro condizioni non sarebbero gravi. Il bidello ha raccontato di essere emozionato per quanto accaduto, ma anche rattristato da quello che la 16enne aveva pensato di fare. “Non è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, anni fa assistetti a un tentativo di suicidio che finì tragicamente. Ora sono contento che la ragazza stia bene, è la cosa più importante” ha raccontato a La Stampa il bidello. LEGGI TUTTO

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    Dramma a Petralia Soprana (Palermo), fuga di gas in una masseria: muore un bambino di quattro anni

    La tragedia è avvenuta questa mattina. I genitori del piccolo hanno riferito di aver sentito un forte odore di gas nell’abitazione. Quando si sono accorti che il figlio non respirava più, era ormai troppo tardi. Elisoccorso – Nanopress.itSul posto i sanitari del 118, intervenuti con l’elisoccorso. Nonostante un iniziale segnale di ripresa, per il piccolo non c’è stato nulla da fare.Fuga di gas a Petralia Soprana: morto un bimbo di quattro anniTragedia questa mattina a Petralia Soprana, in provincia di Palermo. Un bambino di quattro anni è morto, presumibilmente ucciso da una fuga di gas nella masseria in cui viveva con i genitori, in contrada Giovanni Sgadari. Sono stati proprio la mamma e il papà a lanciare l’allarme, riferendo di aver sentito un forte odore di gas in casa. Quando se ne sono accorti, il piccolo già non respirava più. Sul posto è giunto anche l’elisoccorso, per cercare di stabilizzare il piccolo. Inizialmente il bambino sembrava riprendersi, poi è deceduto, nonostante le manovre di rianimazione. LEGGI TUTTO

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    Bimotore disperso in volo, ricerche tra Ischia e le Isole Pontine

    A bordo del velivolo, partito ieri pomeriggio dalla pista di Castelvolturno (Caserta), c’era il pilota, un 67enne appassionato di volo. Guardia Costiera – Nanopress.itLe ricerche del bimotore sono andate avanti per tutta la notte, ma finora non hanno avuto esito. In mare non sono stati trovati resti e i soccorritori ipotizzano che l’aereo potrebbe aver proseguito il volo.Ancora disperso il bimotore partito da CastelvolturnoRisulta ancora disperso il bimotore partito nel pomeriggio di ieri, domenica 15 ottobre, dalla pista di Castelvolturno (Caserta) e mai più rientrato. Le ricerche sono partite immediatamente, ma del velivolo al momento non sembrano esserci tracce, neppure in mare dove gli uomini della Guardia Costiera stanno effettuando la perlustrazione, tra Ischia e le isole Pontine.A bordo del velivolo pare ci fosse soltanto il pilota, un 67enne appassionato di volo. Le ricerche sono andate avanti per tutta la botte, ma – come riferisce La Repubblica – non sono stati trovati rottami o resti in mare e secondo i soccorritori il pilota potrebbe aver proseguito il volo. Le condizioni meteo in peggioramento non aiutano nelle operazioni, che proseguiranno anche nelle prossime ore. LEGGI TUTTO