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    Semina il panico in strada, poi accoltella un giovane: 29enne arrestato a Roma | L’aggressore già segnalato due volte

    La vittima dell’aggressione è un 32enne italiano, che si trova ricoverato all’ospedale Umberto I di Roma in prognosi riservata. A colpirlo, con una coltellata al collo, un 29enne marocchino, senza fissa dimora, che è stato arrestato poco dopo e trasferito in carcere. Polizia Roma Capitale – Nanopress.itNella serata di ieri, l’aggressore era già stato segnalato due volte per aver infastidito alcuni passanti in zona ponte Mammolo e su un bus all’altezza di Piazzale delle Province.Trentaduenne aggredito per strada a RomaÈ ancora ricoverato in prognosi riservata il 32enne italiano ricoverato all’ospedale Umberto I di Roma, dove è giunto in gravi condizioni, dopo essere stato accoltellato alla gola mentre si trovava in compagnia di un amico, in via Michele Lando a Roma. A colpirlo, senza alcun motivo, un 29enne marocchino, senza fissa dimora, arrestato poco dopo. Stando a quanto ricostruito finora, l’aggressore avrebbe avvicinato la vittima e l’amico con la scusa di chiedere delle informazioni stradali. Poi avrebbe tirato fuori una rosa, tentando di venderla ai due giovani. Invitato ad allontanarsi, perché li stava infastidendo, il 29enne ha tirato fuori un coltello e ha colpito alla gola uno dei due giovani.È stato l’amico a soccorrerlo e a portarlo al pronto soccorso del nosocomio capitolino, dove il 32enne è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza. Le sue condizioni sono ancora molto gravi e il giovane versa in pericolo di vita. Grazie alla descrizione fatta dai testimoni, l’aggressore è stato fermato dagli agenti di polizia e arrestato. Prima di macchiarsi del tentato omicidio, il 29enne sarebbe stato segnalato due volte – nella stessa sera – per aver infastidito i passanti in zona ponte Mammolo e su un bus all’altezza di Piazzale delle Province. LEGGI TUTTO

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    Bimba scomparsa a Firenze, torna in carcere il padre della piccola Kata: nell’ex Astor a lavoro i cacciatori dei Carabinieri

    Questa mattina all’alba è stato arrestato il padre della piccola Kata, la bambina di cinque anni di cui si sono perse le tracce il 10 giugno scorso. I genitori della piccola Kata – Nanopress.itMiguel Angel Romero Chicclo, papà della bambina, era stato inizialmente scarcerato per volontà dei magistrati che indagano sulla misteriosa scomparsa della figlia, che avevano deciso per una misura meno restrittiva, per concedergli di seguire da vicino la scomparsa della figlia. Intanto nell’ex hotel Astor sono al lavoro i cacciatori dei Carabinieri, che stanno svolgendo attività di ricerca in tutto lo stabile.Torna in carcere il padre della piccola KataQuesta mattina all’alba è stato arrestato Miguel, il padre della piccola Kata, la bambina di cinque anni scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor, in cui viveva con la madre e alcuni familiari. A darne notizia è la redazione di Quarto Grado. L’uomo era stato scarcerato durante le indagini, per volere dei magistrati.A Miguel Angel Romero Chicclo era stata concessa la scarcerazione per seguire da vicino la vicenda della bambina. All’uomo era stato però imposto l’obbligo di firma, che pare non abbia sempre rispettato, tanto che i carabinieri avrebbero inviato una segnalazione ai giudici, che hanno quindi deciso per la riapplicazione della misura cautelare in carcere.Intanto, come riferisce l’Ansa, da qualche ora sono al lavoro i cacciatori dei Carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda. I militari stanno setacciando l’ex struttura alberghiera, sgomberata qualche giorno dopo la scomparsa della bambina.Il 12 settembre scorso, cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa della bambina. Si tratta di ex occupanti dell’hotel Astor, indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione. Secondo chi indaga, la piccola Kata – che quel pomeriggio era stata affidata allo zio, mentre la mamma era al lavoro – potrebbe essere stata uccisa nella struttura e poi portata fuori in un trolley o un borsone, immortalati da alcune telecamere presenti all’esterno dell’ex albergo. Un’ipotesi che, al momento, resta soltanto un’ipotesi, visto che della bambina non ci sono tracce e nei borsoni sequestrati non sono state trovate tracce di sangue o di Dna della piccola. LEGGI TUTTO

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    Neonato abbandonato in strada a Osilo (Sardegna), il piccolo salvato da un passante

    Il neonato è stato trovato questa mattina per strada a Osilo, nel nord Sardegna. Era nudo e con il cordone ombelicale ancora attaccato. Immediatamente soccorso, il piccolo è stato trasferito all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari con un principio di ipotermia. Neonato ricoverato – Nanopress.itSul luogo del ritrovamento sono giunti anche i carabinieri. La madre del bambino si è presentata qualche ora dopo in ospedale. Si indaga per chiarire i motivi dell’abbandono.Neonato abbandonato in strada a OsiloUn neonato è stato trovato questa mattina in strada a Osilo, nel nord Sardegna. Il piccolo, che era nudo e aveva ancora il cordone ombelicale attaccato, è stato salvato da un passante, che lo ha notato nascosto sotto un’auto parcheggiata e ha immediatamente allertato i soccorsi. Un’ambulanza del 118 ha trasportato il piccolo all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari dove si trova ora sotto osservazione. Le sue condizioni di salute sarebbero buone, stando a quanto riferisce l’Ansa, ma quando è stato soccorso aveva un principio di ipotermia. Sul posto anche i carabinieri della locale Stazione e della Compagnia di Sassari.La madre del piccolo si sarebbe presentata qualche ora dopo il ritrovamento. La donna è stata ricoverata all’ospedale San Paolo, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. I militari dell’Arma sono al lavoro per ricostruire i motivi dell’abbandono. Sembra che la giovane abbia partorito in casa, a Osilo, dove vive con i nonni e i genitori, e poi – da sola – abbia reciso il cordone ombelicale. Sempre da sola, sarebbe scesa in strada e avrebbe lasciato il figlio, nudo, sotto un’auto parcheggiata in strada. Qualche ora dopo si è presentata in ospedale, dove è tuttora ricoverata. LEGGI TUTTO

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    Strage di Erba, Olindo e Rosa chiedono la revisione del processo

    Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba, hanno depositato alla Corte d’Assise di Brescia l’istanza di revisione di condanna.Rosa e Olindo – Nanopress.itI legali della coppia hanno riferito di avere acquisito nuove prove che potrebbero prosciogliere i loro assistiti.La mattanza di via DiazÈ la sera dell’11 dicembre del 2006, quando in un piccolo condominio di via Diaz a Erba, provincia di Como, scoppia un incendio. L’intervento dei vigili del fuoco è immediato. Quando i caschi rossi giungono sul posto, trovano i corpi senza vita di quattro persone. Si tratta di Raffaella Castagni, della madre di lei, Paola Galli, del figlio di Raffaella, Youssef Marzouk – 2 anni appena –  e di Valeria Cherubini, vicina di casa delle altre tre vittime. Mario Frigerio, marito di Valeria, viene trovato in fin di vita, con un taglio alla gola, ma riuscirà a salvarsi, dopo diversi mesi in coma.Le quattro vittime di quella che verrà poi ricordata come la strage di Erba sono state uccise a colpi di spranga e coltello. Il piccolo Youssef viene trovato senza vita sul divano di casa, immerso in una pozza di sangue, con un taglio netto e preciso alla gola.Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la sera della mattanza, Valeria Cherubini era appena rientrata a casa con il marito, dopo aver portato a spasso il cane, quando sentono delle urla provenire dall’appartamento di Raffaella Castagna. I due notano del fumo nero provenire dall’abitazione e decidono di entrare a controllare. È in quel momento che i killer si accaniscono su di loro e uccidono Valeria Cherubini a colpi di spranga, mentre il marito Mario si salverà grazie a una malformazione alla carotide, che di fatto gli salverà la vita.A quel punto i responsabili dell’aggressione appiccano le fiamme per cancellare le tracce, ma l’intervento dei vigili del fuoco vanifica le loro intenzioni. Inizialmente le attenzioni degli inquirenti si concentrano su Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, ma l’uomo ha un alibi solidissimo: il giorno della strage di Erba si trovava in Tunisia dai genitori. Azouz-Marzouk – Nanopress.itGli inquirenti si spostano quindi verso Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime. I due coniugi presentano ferite alle mani e alle braccia. Non solo: nell’auto a loro in uso vengono trovate delle tracce di sangue e Dna di Valeria Cherubini.Il 9 gennaio del 2007 i due coniugi vengono arrestati con l’accusa di omicidio. Inizialmente negano ogni responsabilità, poi confessano i delitti e il tentato omicidio. Il movente è da ricercarsi nelle discussioni avute con i i vicini di casa, degenerate nella strage.Nel corso dei tre gradi di giudizio Olindo cerca di ritrattare quanto detto, ma le prove e la testimonianza dell’unico sopravvissuto, Mario Frigerio, li inchiodano: il 26 novembre 2008 vengono condannati all’ergastolo con l’isolamento diurno per tre anni, sentenza confermata dalla Cassazione nel 2011. Mario Frigerio – Nanopress.itLa revisione del processoÈ notizia di queste ore, come riferisce Tgcom24, che Olindo Romano e Rosa Bazzihanno chiesto una revisione del processo. I legali della coppia hanno riferito di avere acquisito nuove prove che potrebbero prosciogliere i loro assistiti. LEGGI TUTTO

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    Sanremo, padre spara al figlio nell’androne di un palazzo e fugge: è caccia all’uomo

    Al momento non si conoscono le condizioni della vittima, che è stato colpito da alcuni proiettili nell’androne di un palazzo in centro a Sanremo, in via Caduti sul Lavoro. Polizia locale – Nanopress.itLa sparatoria sarebbe avvenuta poco dopo le 13. Il killer, padre della vittima, sarebbe stato visto fuggire. La polizia sta perlustrando la zona.Sparatoria in centro a SanremoSparatoria, poco dopo le 13, nell’androne di un palazzo in centro a Sanremo. Secondo le prime, frammentarie informazioni, un uomo avrebbe sparato al figlio e poi sarebbe fuggito via. La ricerca della Polizia è partita subito e diverse pattuglie stanno perlustrando la zona. Al momento non si conoscono le condizioni della vittima.Notizia in aggiornamento. LEGGI TUTTO

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    Si rifiuta di pagare il parcheggiatore abusivo e viene minacciata, un arresto a Napoli

    L’uomo, un 32enne già noto alle forze dell’ordine, è accusato di aver estorto denaro a una donna, che aveva parcheggiato l’auto sulle strisce blu nella zona degli chalet di Mergellina, a Napoli.Auto della Polizia – Nanopress.itIl parcheggiatore avrebbe chiesto dei soldi alla vittima, che si stava accingendo a effettuare il pagamento del grattino. La donna ha denunciato il parcheggiatore abusivo, che è stato arrestato dagli agenti del commissariato San Ferdinando.Parcheggiatore abusivo arrestato a NapoliQuella dei parcheggiatori abusivi è una vera piaga per la città di Napoli, e non solo, che ogni giorno deve fare i conti con l’illegalità di un “mestiere” che ha preso piede, sfociando spesso nella violenza, come accaduto questa mattina. Gli agenti del commissariato San Ferdinando hanno infatti arrestato un parcheggio abusivo, un 32enne già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di tentata estorsione. Stando a quanto riferisce l’Ansa, infatti, l’uomo avrebbe tentato di estorcere denaro a una donna, che poco prima aveva parcheggiato sulle strisce blu degli chalet di Mergellina e si accingeva ad acquistare il grattino per la sosta.Quando il parcheggiatore abusivo ha chiesto alla giovane di pagargli la sosta, quest’ultima si è rifiutata. A quel punto l’uomo ha minacciato di danneggiarle l’auto. La vittima della tentata estorsione ha quindi denunciato l’accaduto alla pattuglia che transitava in zona e il 32enne è stato arrestato. Gli agenti hanno quindi scoperto che si tratta di una persona con precedenti penali anche specifici. L’indagato è stato quindi trasferito nel carcere di Poggioreale, in attesa dell’udienza di convalida del fermo. LEGGI TUTTO

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    L’ultimo saluto a Pamela Pelle, la neo mamma morta dopo il parto | Il marito: “Voglio la verità per i miei bimbi”

    Grande commozione ai funerali della 39enne, morta il 7 ottobre scorso, una settimana dopo aver dato alla luce la sua bambina, la prima femminuccia dopo due maschietti.Pamela Pelle con i tre figli – Nanopress.itPer l’ultimo saluto alla neo mamma c’era anche Ilary Blasi, assidua frequentatrice del ristorante gestito dal marito di Pamela, “Rinaldi al Quirinale”. È proprio Vincenzo Rinaldi, proprietario dello storico locale nel centro della capitale. È lui che ha sporto denuncia ai carabinieri di Monterotondo per far luce su quanto accaduto alla moglie.L’ultimo saluto a Pamela Pelle, morta dopo aver dato alla luce la terza figliaUna femminuccia dopo due maschietti e quel nome – Vittoria – che sembrava foriero di liete notizie. Eppure Pamela Pelle, 39 anni, è morta dopo aver partorito la sua bambina, appena una settimana dopo quello che era stato un giorno meraviglioso. La morte della neo mamma risale al 7 ottobre scorso, quando – dopo un rientro a casa e un secondo ricovero – la 39enne è deceduta. Ieri pomeriggio, nella chiesa di San Martino nel Comune di Monterotondo, in centinaia sono accorsi per darle l’ultimo saluto. Tra amici e familiari, anche un volto noto, quello di Ilary Blasi, affezionata cliente del ristorante di proprietà del marito di Pamela, il Rinaldi al Quirinale. È proprio Vincenzo Rinaldi che ora chiede di sapere perché sua moglie sia morta. “Ciao piccolo angelo”, l’ha salutata così Vincenzo e ora che sua moglie, la madre dei suoi figli, non c’è più, lui sta cercando di mettere insieme i tasselli di una tragedia che è persino difficile da raccontare.La tragedia e le indaginiStando a quanto ricostruito finora, anche grazie alla testimonianza del marito, due settimane prima della nascita della piccola Vittoria, Pamela Pelle si era recata al pronto soccorso di Roma per una sensazione di malessere generale, con nausea e prurito. Visitata dal personale sanitario, viene rimandata a casa, in attesa del parto, previsto per il primo ottobre.Dopo il parto, Pamela inizia ad avere forti perdite di sangue, definite come “normali” dai medici, anche se poi nella cartella clinica sequestrata dagli inquirenti non vi sarebbe menzione alle perdite. Tre giorni dopo il parto, la 39enne viene dimessa, ma resta a casa solo 48 ore, perché il 7 ottobre fa ritorno in ospedale.Questa volta per l’ultima volta, perché Pamela muore poco dopo il ricovero. Tutto quello che viene dopo è una denuncia da parte di Vincenzo Rinaldi e l’apertura di un’indagine per omicidio colposo, al momento senza indagati. LEGGI TUTTO

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    I rischi di bere poca acqua, o berne di mare

    Da dieci giorni l’accesso all’acqua potabile nella Striscia di Gaza è estremamente limitato a causa dei bombardamenti israeliani e del blocco delle condutture che trasportano circa un terzo dell’acqua da Israele. Lunedì il governo israeliano ha annunciato di avere ripristinato alcune forniture, ma in molte zone di Gaza manca l’energia elettrica e di conseguenza non funzionano i sistemi per il pompaggio dell’acqua, che raggiunge con difficoltà le abitazioni e soprattutto gli ospedali. Molte persone affrontano questa scarsità scavando pozzi improvvisati o provando a bere l’acqua di mare, con grandi rischi per la salute che si aggiungono alle difficoltà dovute alla mancanza di cibo e medicinali.Una persona adulta è costituta per il 60 per cento circa da acqua, essenziale per il funzionamento delle cellule e di conseguenza di tutti gli organi. Il nostro organismo ha la capacità di riciclare una quota importante dell’acqua di cui dispone, ma deve comunque ottenerne periodicamente di nuova per ripristinare quella persa attraversa la traspirazione, il sudore e le urine. Uno stato persistente di disidratazione ha effetti molto gravi e può causare numerose malattie, da quelle neurologiche a quelle dei reni, gli organi che si occupano di ripulire il sangue tramite le urine.In condizioni normali una persona adulta assume in media 2,5 litri di liquidi al giorno, con l’acqua come componente principale. Non c’è una quantità standard di acqua da assumere ogni giorno: siamo fatti tutti diversamente e molto dipende dalle proprie caratteristiche e dalle condizioni di salute. Una persona sana può temporaneamente sopravvivere assumendo 1-1,5 litri di liquidi al giorno, con quantità ancora inferiori per brevi periodi. Più si prolunga la fase in cui si beve poca acqua, più aumentano i rischi per la salute. Nelle persone fragili o con malattie, i rischi sono molto più alti perché la disidratazione riduce molte funzionalità dell’organismo comprese quelle del sistema immunitario.L’organismo umano, come quello di moltissimi altri animali, lavora costantemente per mantenere un certo equilibrio tra il liquido intracellulare e quello extracellulare, che si trovano rispettivamente all’interno e all’esterno delle cellule. Buona parte dell’acqua fuori dalle cellule si trova nel liquido interstiziale, una soluzione acquosa che sta fra le cellule in prossimità dei vasi sanguigni e di quelli linfatici. È la via attraverso cui avvengono gli scambi tra le cellule e il sangue, con il passaggio di ormoni, sostanze nutritive e scorie da smaltire, solo per fare qualche esempio.L’acqua è inoltre il principale componente del plasma, la parte liquida del sangue, ed è quindi importante che sia alla giusta concentrazione per garantire gli scambi delle sostanze e per fare in modo che il sistema circolatorio funzioni al meglio. Una persona adulta ha circa sei litri di sangue nel proprio corpo, se la quantità diminuisce la costrizione dei vasi consente di compensare il calo e di mantenere una pressione tale da permettere al sangue di continuare a fluire, ma solo per periodi di tempo limitati e in attesa di un ripristino delle giuste quantità attraverso l’assunzione di liquidi.Secondo le informazioni raccolte da alcune agenzie di stampa internazionali, nella Striscia di Gaza alcune persone alla ricerca di acqua hanno scavato pozzi vicino alle spiagge, nel tentativo di raggiungere la falda acquifera. I normali pozzi non sono sempre funzionanti anche a causa della mancanza dell’energia elettrica per il pompaggio dell’acqua e sono state segnalate contaminazioni con l’acqua di mare. Non potendo fare altrimenti, molte persone hanno iniziato a consumare un misto di acqua dolce e salata, con tutti i rischi del caso.L’acqua marina contiene un’alta percentuale di sale, di conseguenza la sua assunzione comporta che quel sale finisca nelle cellule del nostro organismo. Una minima quantità di sale è importante per regolare le attività cellulari, ma la quantità che si introduce bevendo acqua marina è molto più alta e non può essere smaltita in modo efficiente dall’organismo. I reni non hanno per esempio la capacità di produrre urine con una concentrazione di sale superiore a quella che si trova mediamente nell’acqua di mare. Per smaltire accumuli eccessivi di sale si devono bere grandi quantità di acqua dolce, in modo che questa riduca la concentrazione e permetta ai reni di espellere il sale. Se ciò non avviene, l’accumulo di sale continua e si va incontro a una grave disidratazione che nei casi più gravi può rivelarsi letale.Dalle notizie che con difficoltà arrivano dalla Striscia di Gaza sembra che il consumo di acqua di mare sia misto a quello di acqua dolce, a causa delle contaminazioni nei pozzi. Nella Striscia non stanno inoltre funzionando i sistemi per desalinizzare e depurare l’acqua, che richiedono molta energia elettrica. È un problema che si riscontrava già prima dei bombardamenti israeliani, ma che è peggiorato nell’ultima decina di giorni.Il mancato trattamento dell’acqua implica inoltre che in molte zone di Gaza l’acqua non sia potabile e che non sempre sia sufficiente farla bollire. Questa pratica permette di eliminare batteri e altri patogeni, ma non consente di ridurre le concentrazioni di altre sostanze contaminanti che potrebbero essere presenti. Anche in questo caso i rischi sono maggiori per i bambini, le persone anziane e quelle fragili. Bere acqua contaminata può portare per esempio a infezioni all’apparato urinario e intestinale, con febbre e diarrea che causano una veloce disidratazione che in molti casi non può essere trattata proprio a causa della mancanza d’acqua. LEGGI TUTTO