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    Bevono candeggina per una sfida social, due 12enni in ospedale a Palermo

    Le due 12enni sono state entrambe trasferite all’ospedale dei Bambini di Palermo dove sono tuttora ricoverate. Le loro condizioni non sarebbero gravi. Candeggina – Nanopress.itS’ipotizza che dietro quanto accaduto alle due ragazzine ci sia una sfida social. Una delle due avrebbe bevuto la candeggina mentre era con alcune amiche in una villetta di Palermo, l’altra l’avrebbe portata a scuola in una bottiglietta e qui l’avrebbe ingerita, per poi sentirsi male.Due 12enni ricoverate a Palermo per aver bevuto candegginaStavano forse partecipando a una sfida social e per questo avrebbero bevuto della candeggina. È l’ipotesi dei carabinieri di Palermo, che indagano sul ricovero all’ospedale dei Bambini di due ragazzine di 12 anni. Le due avrebbero ingerito della candeggina, la prima mentre era in una villetta con alcune amiche, l’altra mentre era a scuola, per poi sentirsi entrambe male, poco dopo averla bevuta.Le due quasi adolescenti sono state trasferite in ospedale, ma le loro condizioni non sarebbero gravi. I militari dell’Arma stanno cercando di ricostruire l’accaduto, ma la sfida social sarebbe, al momento, l’ipotesi più accreditata. LEGGI TUTTO

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    Le creme per la pelle non penetrano, evaporano

    Caricamento playerI cosmetici sono un tema su cui si trovano tantissime informazioni in giro per internet, ma molto spesso poco accurate scientificamente. Anche per questo, oltre che per le formule spesso oscure usate dal marketing promozionale dei prodotti, non è sempre facile capire a cosa servano e cosa facciano davvero. Da anni Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica e co-autrice del podcast del Post Ci vuole una scienza, dà numerose e accurate dritte per riuscire a farsi un’idea spiegando la chimica e la fisica dei cosmetici. Lo fa sui suoi canali social, in eventi pubblici e con una serie di libri: il terzo è appena uscito in libreria, pubblicato da Gribaudo, e si intitola La scienza dei cosmetici. Ne pubblichiamo un estratto che spiega che, diversamente da come pensano molte persone, le creme cosmetiche non penetrano nella pelle, né vengono assorbite.***Un’amica che formula cosmetici per una grossa azienda mi ha confessato che odia l’acido ialuronico perché glielo fanno mettere dappertutto. In questo libro nomineremo spesso i cosiddetti ingredienti emozionali, quelli che non hanno nessun ruolo effettivo in un cosmetico, ma vengono aggiunti alle formule perché creano un certo immaginario, suscitano determinate emozioni e aiutano il dipartimento marketing a presentare il prodotto come diverso da quello dell’anno precedente che aveva una formula pressoché identica con l’unica differenza di quell’ingrediente emozionale attorno al quale viene fatto girare tutto.Ci sono però degli ingredienti che un ruolo ce l’hanno, magari anche molto importante, ma nel tempo sono diventati anch’essi emozionali, caricati di aspettative che non possono mantenere. L’acido ialuronico è fra questi e viene raccontato dal marketing come ingrediente che “penetra in profondità”, restaura la pelle cadente e rimpolpa le rughe.L’analogia non dichiarata, ma suggerita, è quella con i filler, cioè le iniezioni con acido ialuronico che si fanno in medicina estetica e che, trattandosi di iniezioni, possono penetrare davvero in profondità grazie all’ago. Il cosmetico con acido ialuronico può fare la stessa cosa? Ovviamente no, non ci si può nemmeno avvicinare. Chimicamente parlando, l’acido ialuronico è un grosso polimero, costituito da migliaia di unità di acido glucuronico e N-acetilglucosammina, appartenente alla famiglia dei glicosamminoglicani, ed è uno dei principali componenti del tessuto connettivo e della matrice extracellulare, dove svolge funzioni molto importanti all’umor vitreo dell’occhio.La sua struttura molecolare lo rende una spugna efficientissima, in grado di assorbire per ogni grammo di polvere di acido ialuronico fino a 6 litri d’acqua, e quindi è un umettante molto efficace, in grado di trattenere acqua sulla superficie della pelle.Il passaggio da umettante molto efficace a ingrediente emozionale è dovuto, come dicevamo, all’analogia con i trattamenti di medicina estetica e un certo rimando dei cosmetici in commercio a quello che chiamano “effetto filler”, cioè all’illusione di riuscire a ottenere un rimpolpamento della pelle e una riduzione della profondità delle rughe grazie all’azione “in profondità” dell’acido ialuronico. La verità è che questa molecola è enorme e non riesce a superare lo strato corneo. Non ci riesce neanche nelle sue versioni “a basso peso molecolare”, cioè spezzettato, perché per quanto siano spezzettate rimangono comunque troppo grandi e inadatte a superare la barriera molto selettiva della pelle. L’acido ialuronico, così come pressoché tutti gli ingredienti cosmetici, non penetra in profondità e svolge la sua azione dall’esterno.– Ascolta anche: “Tutto sul sudore, i deodoranti e gli antitraspiranti”, una puntata di Ci vuole una scienzaSe non penetrano in profondità, come mai quando stendiamo le creme sulla pelle le vediamo “assorbire” velocemente?Questa domanda mi è stata posta diverse volte nel corso della mia attività di divulgazione sui cosmetici. In rete circolano articoli allarmistici sulla percentuale altissima, superiore al 60-70%, di ingredienti di un cosmetico che verrebbero assorbiti. Una volta, un gentile lettore di Le Scienze, la rivista per la quale scrivo ormai da molti anni, mi ha chiesto se poteva incolpare la crema idratante per i valori un po’ troppo alti di colesterolo nel sangue, dato che la crema lo conteneva. In effetti, se ci pensate, l’effetto più evidente che notiamo dopo aver steso un prodotto idratante è la sua scomparsa in un tempo che può essere anche molto veloce. D’altronde, se non viene assorbita dove va?Ho dovuto rispondere al gentile lettore che la causa probabilmente la doveva cercare nella sua passione per i formaggi più che nell’idratazione, perché la pelle, anche per ciò che riguarda i grassi, il suo lavoro di bloccarne la penetrazione in profondità lo fa bene.Gli ingredienti emollienti come il colesterolo possono essere incorporati nelle riserve di grassi dello strato corneo, soprattutto se la loro composizione mima quella naturalmente presente nella pelle, come abbiamo visto. Alcuni di questi possono anche penetrare attraverso i venti strati di cellule morte che compongono lo strato corneo, ma man mano che si addentrano nell’epidermide, l’ambiente diventa sempre più acquoso e, di conseguenza, inospitale per loro. Per contro, a fermare l’acqua e a impedire che ogni bagno possa trasformarci in spugne, c’è proprio lo strato di grassi idrorepellente che cementa lo strato corneo.Questi sono solo due esempi che rendono l’idea di come la barriera della pelle, per quanto non sia totalmente impermeabile, è comunque molto selettiva. L’approccio è quello descritto dal “modello del formaggio svizzero” che si usa per gestire la sicurezza di ambiti molto complessi come l’assistenza sanitaria o l’ingegneria, in cui si dà per scontato che ci siano dei buchi, cioè delle falle nel sistema, ma la presenza di tante fette fa sì che i buchi siano quasi sempre tappati dalla fetta successiva.Illustrazione tratta da “La scienza dei cosmetici” (Per cortesia dell’editore)Ogni tanto qualcosa riesce a superare tutte le barriere, infilando una serie di buchi particolarmente fortunata, ma si tratta di eccezioni che, nel caso della pelle, dipendono dalle condizioni della pelle stessa, dalle dimensioni della sostanza, dalla sua struttura chimica, dalla presenza di eventuali cariche elettriche, dalla temperatura e anche dal tempo di contatto.Tutto il resto rimane fuori o, al massimo, si va a integrare nello strato corneo; quindi, la risposta alla domanda iniziale sul destino delle creme e degli altri prodotti è che, molto banalmente, evaporano.
L’acqua, i grassi o gli oli siliconici usati come base per produrre i cosmetici sono “solventi”, cioè sono dei vettori che hanno la funzione principale di trasportare le sostanze funzionali rimangono lì sulla superficie dove possono svolgere la loro azione. È l’evaporazione a darci quella sensazione di leggerezza e freschezza che proviamo quando vediamo un idratante “assorbirsi bene”.Ma quindi, se niente si assorbe, come fanno i medicinali a passare? Questa è un’altra delle domande che ricevo spesso quando spiego che gli ingredienti cosmetici non sono pensati per essere assorbiti dalla pelle. Tendiamo a prendere la parte per il tutto. Se si parla di cosmetici non si parla di medicinali. Il fatto che abbiano lo stesso aspetto non significa che lavorino allo stesso modo. Le pomate medicinali sono formulate per far penetrare i principi attivi alla profondità necessaria (e comunque non è facile nemmeno in quel caso), ma la parte cosmetica di una pomata medicinale si comporta esattamente come le creme cosmetiche, cioè in parte evapora e in parte si deposita.Ma quindi, allora, i cosmetici non servono?
In genere questo è l’ultimo round, quello della delusione.Nella primavera 2023 sono stata invitata da Cosmetica Italia, l’associazione di categorie delle aziende cosmetiche, al Cosmoprof di Bologna, la più importante fiera cosmetica al mondo. Mi è stato chiesto di tenere una breve relazione sulla comunicazione dell’efficacia dei cosmetici dal punto di vista di chi fa informazione scientifica e si trova spesso e volentieri a ridimensionare le pubblicità o a spiegare il funzionamento di qualche meccanismo apparentemente oscuro. Avevo di fronte a me qualche centinaio di aziende a cui ho detto che a forza di giocare continuamente al rialzo con la medicalizzazione dei cosmetici e la promozione di effetti “impossibili” ci saremmo fatti tutti male: sia chi i prodotti li compra e ripone in loro troppe aspettative rimanendone poi inevitabilmente deluso, sia chi li produce perché poi è difficile tornare indietro al “vero valore del cosmetico” come ripetono spesso tutti gli addetti ai lavori. Se la comunicazione dei cosmetici fa passare l’idea che per funzionare debbano “penetrare in profondità”, poi è inevitabile rimanerci male e pensare che “allora non servono a niente” quando si scopre che non penetrano. Non so se il mio appello sia stato raccolto da qualcuno, ma fermiamoci a pensare: è così importante che un cosmetico sia assorbito? Non ci basta che funzioni, cioè che faccia quello per cui l’abbiamo comprato e, per esempio, idrati la nostra pelle? Se lo fa rimanendo all’esterno non va bene lo stesso?© 2023 Gribaudo – IF – Idee editoriali Feltrinelli srl– Leggi anche: I cosmetici “ecobio” non esistono LEGGI TUTTO

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    Studentessa morta suicida a Lecce, la 21enne avrebbe subito una violenza sessuale

    La procura ha aperto un’indagine sul decesso della studentessa francese di 21 anni, che stava seguendo il programma Erasmus in Italia, e morta suicida due giorni fa nel suo appartamento di Lecce.Ragazza triste – Nanopress.itStando a quanto riscontrato in un diario della vittima, la ragazza avrebbe subito una violenza sessuale. Un abuso che l’ha segnata così fortemente, da farle decidere di compiere un gesto estremo. La violenza sarebbe stata confermata anche da alcune colleghe della vittima e da un certificato medico rilasciato dal pronto soccorso in cui la giovane studentessa si è recata qualche giorno prima di togliersi la vita. La vittima avrebbe lasciato anche una lettera per i suoi genitori, in cui spiegherebbe i drammatici motivi del suo gesto.La studentessa suicida a Lecce sarebbe stata violentataCi sarebbe una violenza sessuale dietro la tragica morte della studentessa francese di 21 anni, trovata senza vita nella mattinata di ieri, lunedì 23 ottobre, nel suo appartamento di Lecce, città in cui stava seguendo il programma Erasmus. A confermare la notizia anche l’Ansa. Stando a quanto riferito finora, la giovane avrebbe subito un abuso sessuale, un evento così drammatico che l’ha segnata così tanto, da farle pensare di non riuscire più a vivere con quel peso.A confermare quanto accaduto alla ragazza, sarebbero state anche le sue compagne di università, ad alcune delle quali avrebbe confidato l’amaro segreto. Non solo, qualche giorno prima di togliersi la vita, la ragazza si sarebbe recata al pronto soccorso, e i sanitari del nosocomio pugliese avrebbero rilevato i segni di una violenza sessuale. In casa della vittima gli inquirenti avrebbero trovato un diario, in cui la 21enne ha raccontato quanto subito. Tra le righe, la vittima avrebbe scritto che è “difficile rimanere soli” e di “non riuscire a sopportare quello che è accaduto”.La violenza sarebbe avvenuta nell’appartamento in cui la ragazza viveva e dove poi – due giorni fa – la 21enne si è tolta la vita. A trovare il corpo senza vita della giovane è stato il coinquilino, uno studente straniero. LEGGI TUTTO

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    Malore fatale mentre è in auto con la madre, Manola Maira muore a 35 anni: lascia una bimba piccola

    La donna ha avvertito un malore mentre era in auto con la madre, che ha immediatamente lanciato l’allarme, ma per Manola Maira – nonostante l’intervento dei sanitari della Croce Rossa, non c’è stato nulla da fare. La 35enne è morta durante il trasferimento in ospedale. Manola Maira – Nanopress.itLa vittima, originaria del Napoletano, viveva ad Agropoli (Salerno) con il compagno e la figlia, una bimba di pochi anni.Malore fatale, Manola Maira muore a 35 anniUn malore improvviso, che non le ha lasciato scampo. È morta così Manola Maira, 35enne originaria di Napoli. Nel pomeriggio di lunedì, mentre era in auto con la madre, in viale Risorgimento ad Agropoli, la giovane donna si è sentita male. La mamma ha immediatamente allertato i passanti, che hanno chiamato un’ambulanza. La 35enne è stata trasferita d’urgenza all’ospedale di Agropoli, ma è morta poco dopo il suo arrivo.Sul posto sono intervenuti i soccorritori Croce Rossa Italiana, ma le condizioni della vittima sono apparse subito molto gravi, come riferisce L’Occhio di Salerno. La donna è morta durante il trasferimento all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.Manola Maira viveva ad Agropoli con il compagno e la figlia, una bimba di pochi anni. La notizia della sua morte improvvisa ha destato profondo cordoglio in quanti la conoscevano. Tanti sono i messaggi apparsi sui social nelle scorse ore, in ricordo della giovane mamma.“Sei volata via e non ci riesco a credere non ci sono parole per descrivere il vuoto e il dolore che ci hai lasciato. Non ci sono parole per descrivere ciò che si prova adesso che riesco a realizzare che non ci sei più. Buon viaggio piccola anima. Veglia su tutta la tua famiglia” è uno dei tanti messaggi condivisi sui social. LEGGI TUTTO

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    La calotta glaciale dell’ovest dell’Antartide continuerà a sciogliersi anche con meno emissioni

    Caricamento playerLa calotta glaciale antartica occidentale, cioè la grande massa di ghiaccio che ricopre l’ovest dell’Antartide, continuerà a sciogliersi sempre di più nel corso di questo secolo. Succederà anche se diminuiremo l’uso dei combustibili fossili al punto da raggiungere il più ambizioso degli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015, quello che prevede di mantenere l’aumento della temperatura media globale annuale sotto 1,5 °C in più rispetto all’epoca preindustriale. Lo dice un nuovo studio della British Antarctic Survey (BAS), l’organizzazione governativa britannica che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica sull’Antartide, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.Le conclusioni dello studio implicano che anche le politiche più significative per il contrasto del riscaldamento globale non permetteranno di limitare l’innalzamento del livello dei mari dovuto allo scioglimento della calotta antartica occidentale: già ora è la parte di ghiaccio dell’Antartide che contribuisce di più a questo fenomeno, e secondo questa ricerca lo farà sempre di più nei prossimi decenni. «Se avessimo voluto preservare la calotta antartica occidentale, avremmo dovuto intervenire contro il cambiamento climatico decenni fa», ha detto Kaitlin Naughten, oceanografa della BAS e prima autrice dello studio.La calotta glaciale antartica è la più grande massa di ghiaccio presente sulla Terra ed è divisa in due parti da una catena montuosa, i Monti Transantartici. La parte orientale è quella di maggiori dimensioni, poggia su una base continentale, cioè su terre emerse, ed è molto stabile: non è previsto che la sua massa diminuirà in modo significativo nei prossimi anni. La parte occidentale invece è una calotta di ghiaccio con base marina: il ghiaccio si appoggia sul suolo, che però si trova sotto il livello del mare.L’innalzamento del livello dei mari è dovuto a due fenomeni legati al riscaldamento globale. Il primo è la dilatazione termica dell’acqua degli oceani: insieme alla temperatura dell’atmosfera sta aumentando anche quella degli oceani, e quando l’acqua si scalda, la sua densità diminuisce facendo aumentare il volume che occupa. Il secondo fenomeno è il fatto che d’estate i ghiacciai del mondo e i ghiacci che ricoprono zone dell’Antartide e della Groenlandia fondono più di quanto poi riescano a righiacciare. Il progressivo scioglimento dei ghiacci che si trovano sulla terra (quindi calotta antartica occidentale compresa) fa infatti aumentare l’acqua negli oceani. Per via dei due fenomeni combinati, tra il 1900 e il 2021 il livello medio del mare è aumentato di 21 centimetri.Facendo delle simulazioni di quattro diversi scenari climatici futuri gli autori dello studio sono giunti alla conclusione che l’umanità non può fermare lo scioglimento della calotta antartica occidentale. Anche rispettando il limite di 1,5 °C, ritenuto ormai inverosimile dagli esperti di clima, la fusione dei ghiacci della calotta antartica occidentale diventerà tre volte più veloce rispetto al secolo scorso. A causa del riscaldamento del mare di Amundsen, il ramo dell’oceano Antartico su cui si affaccia l’Antartide occidentale, la banchisa legata alla calotta, cioè il ghiaccio marino attaccato a quello continentale, fonderà senza riformarsi, e così diminuirà la stabilità dei ghiacciai sulla terraferma. Sarà il loro contributo a far aumentare la quantità d’acqua negli oceani.– Leggi anche: È molto probabile che supereremo il limite di 1,5 °C entro il 2027Lo studio della BAS non comprende una stima di quale sarà il contributo all’aumento del livello del mare della calotta antartica occidentale (è stato calcolato che se fondesse tutta alzerebbe il livello medio di 5 metri, ma non è di una prospettiva così catastrofica che si sta parlando), ma comporta che le attuali stime sull’innalzamento del livello del mare potrebbero essere superate. Secondo le ultime valutazioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo scientifico internazionale dell’ONU per la valutazione dei cambiamenti climatici, si prevede un aumento medio compreso tra 28 centimetri e 1,01 metri entro il 2100: 1 metro in più potrebbe sembrare poco, ma in certe zone del mondo metterebbe centinaia di milioni di persone a rischio di allagamenti costieri.Queste stime hanno una certa incertezza perché non si sa bene in che modo le calotte glaciali in riduzione interagiranno con gli oceani nel corso del secolo: lo studio della BAS appena pubblicato è il primo ad aver simulato cosa potrebbe succedere alla calotta antartica occidentale. Anche per questo ne saranno necessari altri, sia per confermarne i risultati sia per fare previsioni più precise, che tengano conto di altri aspetti – ad esempio la possibilità che l’aumento delle temperature in Antartide causi nevicate e quindi un accrescimento della massa dei ghiacciai del continente.L’innalzamento del livello del mare è un problema soprattutto per alcune piccole isole nell’oceano, come quelle di Tuvalu, e per le zone abitate costiere, alcune più di altre: ad esempio quelle lungo la costa orientale degli Stati Uniti, ma anche in India, nel Sud-Est asiatico e in Cina, dove si trovano grandi città popolosissime, come Calcutta, Mumbai, Dacca, Bangkok e Shanghai. Naughten ha commentato lo studio dicendo che «il lato positivo» è che abbiamo ancora tempo per «adattarci all’innalzamento del livello del mare che verrà»: «Se c’è bisogno di abbandonare o ripensare totalmente una regione costiera avere 50 anni di tempo a disposizione fa la differenza».– Leggi anche: La sfida per trovare il ghiaccio più vecchio, in Antartide LEGGI TUTTO

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    Anziana aggredita dal figlio a Pomezia, 54enne denunciato

    L’uomo, tornato a casa visibilmente ubriaco, ha picchiato l’anziana madre, che è stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso.Mani di un’anziana – Nanopress.itIl figlio è stato bloccato dai carabinieri e denunciato per maltrattamenti, lesioni e violenza privata.Anziana aggredita dal figlio a PomeziaUna donna di 77 anni è stata ricoverata all’ospedale di Pomezia, dopo essere stata aggredita dal figlio. La violenza si è registrata dopo la mezzanotte di ieri, 23 ottobre, nell’appartamento che i due condividono nella provincia capitolina. Il figlio dell’anziana, rientrato a casa visibilmente ubriaco, ha aggredito la madre, colpendola con calci e pugni alla testa e al volto. L’uomo è stato bloccato dai carabinieri – giunti sul posto dopo la richiesta di aiuto della vittima – e hanno denunciato il 54enne per maltrattamenti, lesioni e violenza privata.Non è chiaro se si tratti del primo episodio o se la donna sia già stata vittima, in passato, delle violenze del 54enne. LEGGI TUTTO

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    È morto Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente

    Classe 1960, Gaetano Capizzi si è spento dopo una lunga malattia, durata alcuni mesi. Tra i festival guidati da Capizzi anche il festival Cinema indipendente italiano a Berlino.Gaetano Capizzi – Nanopress.itOrganizzatore di festival indipendenti, da anni si occupava di cinema e ambiente.Addio a Gaetano CapizziSi è spento dopo una malattia di alcuni mesi Gaetano Capizzi, 63 anni. Capizzi era direttore del Festival CinemAmbiente. Da anni si occupava di cinema e ambiente. “Non era solo un uomo di cinema, ma una persona molto sensibile all’ambiente, che ha contribuito a sviluppare una grandeconsapevolezza sul tema anche tra i giovani” è il ricordo del presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo. Capizzi era anche autore di numerosi saggi, tra cui il volume ‘Isole. Cinema indipendente italiano’.Ci ha lasciati questa mattina Gaetano Capizzi, fondatore e direttore di @Cinemambiente, compagno di tante avventure e nostro grande amico, vincitore del Premio AICA nel 2021.Che la terra ti sia lieve, Gaetano 💚 pic.twitter.com/RplDy7wEU1— ERICA (@erica_ambiente) October 24, 2023Capizzi era tra i maestri fondatori dell’Aiace-Cic, il centro italiano di cortometraggio e tra gli autori dei volumi ‘Vittorio De Seta’, ‘Joris Ivens – A wind tale’ e ‘Il mondo perduto’ . LEGGI TUTTO

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    Falsi incidenti e truffe alle assicurazioni: quattro arresti

    Sono quattro le persone arrestate, 23 quelle finite nel registro degli indagati. Sei medici e due avvocati interdetti dall’esercizio della professione. Assicurazione auto – Nanopress.itLe accuse sono di: furto aggravato, indebita percezione del reddito di cittadinanza, riciclaggio, associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici compiacenti.La banda dei falsi incidenti stradaliUn vaso di Pandora quello scoperchiato dai carabinieri di Napoli, che questa mattina hanno arrestato quattro persone, al culmine di una lunga indagine. Sei medici e due avvocati sono stati interdetti dall’esercizio della professione, mentre 23 sono gli indagati in stato di libertà. Le accuse sono, a vario titolo, di: furto aggravato, indebita percezione del reddito di cittadinanza, riciclaggio, associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici compiacenti.Stando a quanto riferisce La Repubblica, il modus operandi dell’associazione era ormai ben collaudato. In primo luogo veniva pianificato l’incidente, con falsi testimoni e medici che rilasciavano certificati falsi. Poi, i carrozzieri attestavano danni fittizi alle vetture coinvolte nei fantomatici sinistri. Il terzo step era la compiacenza degli avvocati, che avviavano pratiche per i falsi incidenti stradali e concordavano false dichiarazioni dai testimoni.Il profitto illecito della truffa assicurativa veniva poi versato su diversi conti correnti. Tra i 23 indagati, due avrebbero percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto. LEGGI TUTTO