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    Dormiva in auto da mesi per evitare le botte e gli abusi, arrestato il compagno di una 39enne di Cassino

    La vittima – una donna di 39 anni di Cassino – sarebbe stata picchiata e abusata per mesi dal compagno, ma non avrebbe mai denunciato per timore di ritorsioni. Violenza su una donna – Nanopress.itAll’arrivo della Polizia nell’appartamento della coppia, a Cassino, l’uomo avrebbe dato in escandescenze, minacciando la compagna. È stato quindi arrestato con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.Donna costretta a dormire in auto per evitare le botte del compagnoL’auto era diventata la sua casa. Ogni notte si rifugiava in macchina, per non subire l’ennesima violenza, fisica e sessuale, da parte del suo compagno. Un’odissea andata avanti per mesi, a cui – questa mattina – hanno messo fine gli agenti della Mobile di Cassino, che hanno arrestato il compagno della vittima. Lei, una 39enne di Cassino, è stata trovata dalla polizia sulle scale del condominio in cui abita e i segni sul collo hanno lasciato ben poco spazio all’immaginazione.Una volta lì, gli agenti sono quindi entrati nell’abitazione della coppia. L’uomo ha dato in escandescenze, minacciando la compagna di fargliela pagare. A quel punto è scattato l’arresto per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Gli uomini del commissariato di Cassino hanno perquisito l’alloggio e hanno trovato una mazza da baseball di metallo, lunga 65 centimetri, con cui la vittima sarebbe stata più volte picchiata. A confermarlo anche i danni inflitti con la mazza ai mobili di casa.La 39enne ha raccontato di aver subito abusi e botte per mesi, ma non ha mai sporto denuncia per paura di ritorsioni da parte del compagno. LEGGI TUTTO

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    Ladri morti durante la rapina a Cuneo, chiesti 14 anni di carcere per il gioielliere Mario Roggero

    All’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche. La rapina avvenne il 28 aprile del 2021, nella gioielleria di proprietà di Mario Roggero, a Grinzane Cavour, Cuneo. I carabinierii e la Scientifica sul luogo della rapina alla gioielleria Mario Roggero – Nanopress.itA morire furono due ladri, mentre il terzo componente della banda riuscì a salvarsi, fuggendo via.Chiesti 14 anni di carcere per il gioielliere Mario RoggeroQuattordici anni di carcere per aver ucciso due rapinatori e il tentato omicidio di un terzo malvivente. È la richiesta – come riferisce l’Ansa – del pm di Asti per Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour (Cuneo) finito a processo. La Procura non ha concesso la tesi del vizio parziale di mente, come sostenuto dai legali del gioielliere, che per il pm avrebbe agito secondo una “logica criminale di vendetta”.Ad avvalorare questa tesi, come riferisce il pubblico ministero, la minaccia armata che Roggero avrebbe fatto al compagno di una delle figlie, nel 2005. “Era già un giustiziere privato, un impulsivo, un irascibile” la tesi del pm, in riferimento anche alla presunta minaccia al fidanzato della figlia.La Procura di Asti ha riconosciuto a Mario Roggero le attenuanti generiche.La rapina alla gioielleriaÈ il 28 aprile del 2021 quando nel nella gioielleria Mario Roggero, a Grinzane Cavour, entrano tre malviventi, con volto coperto. Quella mattina, nel negozio ci sono il proprietario, la moglie e una figlia. I tre vengono minacciati con un coltello e una pistola, che si scoprirà poi essere finta. Mario Roggero affronta i malviventi a mani nude, poi – una volta fuori dal negozio – spara diversi colpi di pistola. Due dei tre malviventi vengono colpiti e muoiono sul colpo, un terzo resta ferito e viene arrestato qualche ora all’ospedale di Savigliano. Il luogo della rapina – Nanopress.itAscoltato dagli inquirenti, Mario Roggero ha cercato di ripercorrere quei drammatici istanti:“QUANDO HO SENTITO URLARE MIA FIGLIA NON CI HO VISTO PIÙ. HO FATTO QUEL CHE AVREBBE FATTO QUALSIASI PAPÀ NELLA MIA CONDIZIONE. SONO INTERVENUTO. MI CREDA, È IN CASI COME QUESTO CHE BISOGNA MANTENERSI LUCIDI. E IO LO ERO, SAPEVO CHE DOVEVO INTERVENIRE, O LORO O LA MIA FAMIGLIA”.Queste le parole del gioielliere, per il quale sono stati chiesti 14 anni di carcere.Sei anni prima, nel 2015, Mario Roggero aveva subito un’altra rapina, mentre si trovava nel negozio insieme alle due figlie. In quel caso, l’imputato fu imbavagliato e chiuso in bagno, mentre i malviventi portavano via dal suo negozio gioielli e soldi, causandogli un danno di oltre 300mila euro. LEGGI TUTTO

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    Alberto Genovese resta in carcere: respinta la richiesta di affidamento a una comunità

    I legali di Alberto Genovese, condannato a 6 anni e 11 mesi per violenza sessuale, avevano chiesto l’affidamento a una comunità.Alberto Genovese – Nanopress.itIl Tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto l’istanza.Alberto Genovese resta in carcereAll’ex fondatore di start up si contestano due episodi di presunta violenza sessuale. Il primo sarebbe avvenuto nella sua villa a Ibiza il 10 luglio del 2020, dove si sarebbe consumata una violenza ai danni di una 23enne, stordita con un mix di droghe e poi abusata. Il secondo episodio riguarda una ragazza di 18 anni,e sarebbe avvenuto il 10 ottobre di quello stesso anno a “Terrazza sentimento”. LEGGI TUTTO

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    Maltempo a La Spezia, frane e alberi abbattuti

    In località Stretta c’è stata una frana di fango che ha invaso la carreggiata. Il comune ha invitato i cittadini a non uscire di casa, se non strettamente necessario.Maltempo a La Spezia – Nanopress.itIn provincia di La Spezia le scuole sono rimaste chiuse in diversi comuni.Maltempo a La SpeziaMaltempo nella notte a La Spezia. Nelle scorse ore era stata diramata un’allerta arancione da parte dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. La protezione civile segnala alberi caduti dalle Cinque Terre all’entroterra. Nel quartiere della Pianta diversi alberi sono caduti e a Valdellora un albero è finito sul tetto di un’abitazione In località Stretta c’è stata una frana di fango che ha invaso la carreggiata. Anche la provinciale 38 per Pignone è stata interessata dal crollo di un albero in locale Colle di Gritta nel territorio di Monterosso.A La Spezia si sono registrate raffiche di vento a 100 chilometri orari. Diverse le scuole rimaste chiuse per la giornata di oggi. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Serena Mollicone, decisa la riapertura del processo in appello

    La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha deciso di riaprire il caso Serena Mollicone. Nel processo di primo grado, concluso nel giugno dello scorso anno, la corte d’Assise di Cassino ha emesso una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati. Serena Mollicone – Nanopress.itPer l’appuntato Francesco Suprano era stata chiesta una condanna a 4 anni, con l’accusa di favoreggiamento.L’omicidio di Serena MolliconeSerena Mollicone scomparve il primo giugno del 2001. Quella mattina, la 18enne era uscita di casa per andare dal dentista e poi a scuola.Dal medico rispettò l’appuntamento, ma a scuola Serena non arrivò mai.Quella mattina, secondo l’accusa, la ragazza si recò nella caserma di Arce, per denunciare un giro di droga in cui era coinvolto il figlio dell’allora comandante dei carabinieri, Franco Mottola (era questa, sempre secondo l’accusa, l’ipotesi per cui la ragazza si recò in caserma).A denunciarne la scomparsa, fu il padre, che non vedendola rientrare a ora di pranzo, lanciò l’allarme.Il cadavere di Serena Mollicone venne ritrovato due giorni dopo, al bosco dell’Anitrella. Sulla testa la ragazza aveva una busta di plastica, scotch sulle labbra e sul naso, e mani e piedi legati. Bosco all’Anitrella – Nanopress.itL’autopsia rivelò che l’agonia di Serena Mollicone durò diverse ore. Secondo l’accusa, la ragazza venne sbattuta violentemente contro la porta della caserma di Arce, come raccontavano i residui della stessa ritrovata tra i capelli della ragazza.Morì diverse ore dopo per mancanza di ossigeno.Le sentenze della Corte d’Assise: assolti i 5 imputatiDopo 21 anni di depistaggi e misteri, nel giugno dello scorso anno la corte d’Assise di Cassino ha messo la parola fine alla tragica vicenda di Serena Mollicone.In aula, al momento della sentenza, erano presenti anche i genitori di Marco Vannini, il bagnino di Ladispoli ucciso nel 2015 da Antonio Ciontoli con un colpo di pistola.“Il padre di Serena ha sempre sostenuto le nostre iniziative e noi abbiamo sentito il dovere morale di essere presenti qui oggi”hanno detto i genitori di Marco Vannini.I pm avevano chiesto una condanna a 30 anni di carcere per Franco Mottola, 24 per il figlio Marco e 21 per la moglie Anna Maria.Per il vice maresciallo Vincenzo Quatrale, accusato di concorso esterno nell’omicidio, la richiesta era stata di 15 anni di reclusione, di 4 invece quella per Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.Dopo diverse ore di Camera di Consiglio, i giudici della Corte d’Assise di Cassino lo scorso giugno hanno pronunciato la sentenza: i 5 imputati sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste.“Oggi è uscita fuori la verità, lo abbiamo sempre detto che eravamo innocenti”hanno detto Franco e Marco Mottola.Nelle scorse ore però la Corte d’Assise di Appello di Roma ha deciso di riaprire il processo per l’omicidio di Serena Mollicone. La richiesta era stata avanzata dalla Procura Generale, che ha proposto l’audizione per 44 testimoni.  LEGGI TUTTO

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    Omicidio del piccolo Leonardo Russo, confermato l’ergastolo per la madre e il compagno

    La Corte di Cassazione di Torino ha confermato la condanna all’ergastolo per Gaia Russo Dieni – mamma del piccolo Leonardo Russo – e l’ex compagno della donna, Nicolas Musi. I giudici hanno respinto gli ultimi ricorsi presentati dai legali dei due imputati. Nicolas Musi – Gaia Russo e il piccolo Leonardo Russo – Nanopress.itSecondo quanto accertato durante le indagini, il bambino sarebbe morto a seguito di violenti percosse, inflittegli dal compagno della madre, che non avrebbe fatto nulla per difendere il figlio.L’omicidio del piccolo Leonardo RussoEra il 23 maggio del 2019 quando il piccolo Leonardo Russo – 20 mesi appena – venne portato d’urgenza all’ospedale di Novara. Il piccolo morì nel giro di qualche ora, per una violenta emorragia al fegato, che non gli lasciò scampo.Ad accompagnarlo in ospedale quella mattina furono la madre, Gaia Russo, 22 anni all’epoca dei fatti, e l’allora compagno di lei, Nicolas Musi, suo coetaneo. I due riferirono ai sanitari di una caduta dal lettino, ma il corpo del bambino e i segni evidenti delle violenze subite non convinsero i medici piemontesi, che allertarono quindi le forze dell’ordine.A quel punto partirono le indagini, che accertarono tutte le violenze e i maltrattamenti subiti dal bambino, anche prima di quel drammatico giorno, in cui fu portato in fin di vita nel nosocomio piemontese.L’autopsia sul corpo del piccolo Leonardo Russo accertò che il bambino morì a seguito di un’emorragia al fegato, causatagli da un violentissimo calcio all’addome. A infliggergli quel corpo mortale fu il compagno della madre, che però non fece nulla per difendere suo figlio.Inizialmente, infatti, la donna avallò la versione fornita da Musi, raccontando che il bambino era caduto dal lettino. Gaia Russo e il piccolo Leonardo – Nanopress.itPian piano, quando le indagini fecero emergere tutto l’orrore subito dal piccolo Leonardo, i due iniziarono ad accusarsi a vicenda, raccontando di non essere stati presenti quando il bambino veniva violentemente picchiato. Gli inquirenti hanno invece accertato il contrario.La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastoloQuesta mattina è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione di Torino. I due imputati – Gaia Russo e Nicolas Musi – sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio del piccolo Leonardo. I giudici hanno respinto gli ultimi ricorsi presentati dai legali dei due imputati. A far emergere le violenze inflitte al bambino anche alcune foto scattate con il cellulare e conservate nei dispositivi elettronici di Russo e Musi.In un’immagine finita in mano agli inquirenti, sono evidenti i segni delle botte inflitte al bambino anche prima del 23 maggio: nella foto si vede il piccolo Leonardo con lividi sul corpo e un occhio nero, mentre è intento a giocare con una macchinina. LEGGI TUTTO

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    Denise Pipitone compie 23 anni, la dolce dedica dei genitori: “Nei nostri cuori e nella nostra mente sempre”

    In un commovente post sui social, Piera Maggio e Pietro Pulizzi hanno augurato buon compleanno alla figlia Denise Pipitone, che oggi compie 23 anni. Denise Pipitone – Nanopress.itPoche, semplici parole, per augurarle, nonostante la distanza e un futuro ancora da immaginare, buon compleanno, ovunque lei sia e qualunque sia stato il suo destino. La dolce dedica di mamma Piera e papà Pietro, per quella figlia mai dimenticata.La scomparsa di Denise PipitoneNon aveva ancora compiuto ancora 4 anni la piccola Denise Pipitone quando sparì nel nulla il 1° settembre del 2004 da Mazara del Vallo, provincia di Trapani. La bambina si trovava a casa della nonna, Francesca Randazzo, quando di lei si persero le tracce. Erano le 11:45 del mattino quando la bambina – che stava giocando all’ingresso di casa della nonna – girò l’angolo della strada per rincorrere un cuginetto.La prima a lanciare l’allarme è proprio la nonna, che immediatamente allerta la mamma di Denise, che in quel momento si trovava al lavoro. Stando a quanto riferito da Piera Maggio – che in pochi minuti si reca sul luogo della scomparsa – la figlia sarebbe scomparsa da via Domenico La Bruna, angolo via Castagnola, che conduce direttamente all’autostrada.Pochi istanti, che sembrano risucchiare la piccola Denise in un mondo immaginario, tanto è veloce la sua scomparsa.Le indaginiPartono così le ricerche della bambina, e poi le indagini, che fanno emergere un quadro familiare piuttosto intricato. Proprio in quel frangente, infatti, Piera Maggio rivela la verità sulla paternità di Denise, figlia naturale di Pietro Pulizzi.La Maggio rivela che, da diverso tempo, la moglie e la figlia di Pulizzi la ‘perseguitano’. I primi sospetti ricadono proprio su Jessica Pulizzi, figlia di Pietro, che viene indagata insieme al suo fidanzato, Gaspare Ghleb, accusato di falsa testimonianza. Tre anni dopo la vicenda giudiziaria si conclude con l’assoluzione di Jessica Pulizzi. Il 5 dicembre del 2013 il gip di Marsala (Trapani) archivia il procedimento a carico di Anna Corona, la madre di Jessica ed ex moglie di Pietro Pulizzi. La donna era indagata insieme ad altri per sequestro di minore, omicidio e occultamento di cadavere.La dolce dedica per il compleanno di Denise“Tesoro, in questi lunghi anni, non c’è stato un giorno in cui il mio pensiero e la mia vita non siano state dedicate a te. Il compleanno del proprio figlio dovrebbe essere un’occasione in cui la famiglia si riunisce gioendo di quella ricorrenza ma per me, soprattutto ogni 26 di ottobre non è stato cosi. Gli anni passano e anche in fretta, a volte mi sento solo, svuotato dal mio essere. Vorrei che la mia vita non fosse andata così. Tutto quello che avevo progettato e desiderato è stato calpestato dalla crudeltà umana. Ormai il bastone del mio quotidiano vivere è la sofferenza che riesco a mascherare bene dietro ogni mio sorriso”si legge nel post scritto da Pietro Pulizzi, padre di Denise. LEGGI TUTTO

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    Ritrovati a Milano i 3 ragazzi minorenni scomparsi a Pescara

    Le mamme avevano lanciato un appello durante la trasmissione Chi l’ha visto, in onda su Raitre. I tre ragazzi sono stati ritrovati a Milano. Ragazzi scomparsi – Nanopress.it (FOTO DA CHI l’HA VISTO?)A dare notizia del ritrovamento è stata proprio la redazione della trasmissione condotta da Federica Sciarelli.Ritrovati a Milano i tre ragazzi scomparsi a PescaraSono stati ritrovati e stanno bene i tre ragazzi minorenni scomparsi a Pescara, per i quali era stato lanciato un appello durante la trasmissione Chi l’ha visto? I tre sono stati trovati a Milano e nelle prossime ore faranno ritorno a casa.A dare notizia del ritrovamento è stata la stessa redazione di Chi l’ha visto?, che ha condiviso la notizia sui suoi social.I tre adolescenti erano stati avvistati su un treno Frecciarossa diretto a Milano e un’altra persona aveva detto di averli accompagnati alla fermata Duomo della metropolitana di Milano. LEGGI TUTTO