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    Allevare i tonni rossi sulla terraferma è meglio o peggio che pescarli?

    Caricamento playerLo scorso luglio l’Istituto spagnolo di oceanografia (IEO) ha annunciato di essere riuscito, per la prima volta a livello mondiale, a far riprodurre dei tonni rossi in cattività in un impianto di acquacoltura sulla terraferma. Questo successo del centro di ricerca ha subito suscitato l’interesse di alcune aziende che si stanno organizzando per aprire i primi grandi allevamenti terrestri di tonno rosso con la collaborazione dello IEO.La carne del tonno rosso infatti è molto richiesta, ma la pesca e l’allevamento in mare di questo pesce hanno grandi impatti ambientali: la possibilità di allevarlo “a terra” potrebbe rendere il settore più sostenibile. Però c’è anche chi pensa che acquacolture di questo genere potrebbero risultare più dannose rispetto ai metodi attuali, anche per il benessere dei tonni, che da adulti possono superare i due metri di lunghezza e alcune centinaia di chili di peso e, in natura, si spostano per migliaia di chilometri nell’oceano.Il tonno rosso è una delle varie specie di tonni che ci sono al mondo e vive nell’oceano Atlantico e nel mar Mediterraneo: il suo nome scientifico è Thunnus thynnus ed è detto anche “tonno pinna blu”. Non è una delle specie di tonno le cui carni sono vendute in scatolette (quelle sono il tonnetto striato, il tonno pinna gialla e il tonno obeso, economicamente meno costose e considerate meno pregiate), ma è una delle tre con cui si fanno il sushi e il sashimi di tonno. Le altre sono il tonno del Pacifico (Thunnus orientalis), che come suggerisce il nome vive nell’oceano Pacifico, e il tonno australe (Thunnus maccoyii), che vive in una fascia molto meridionale degli oceani del mondo, quasi fino ai limiti dell’oceano Antartico: esteriormente queste due specie sono praticamente indistinguibili dal tonno rosso e hanno a loro volta la carne di colore rosso.La maggior parte dei tonni rossi delle tre specie che viene consumata nel mondo è pescata, anche se negli ultimi anni si è diffusa una forma di allevamento basata sulla tecnica dell’ingrasso: si catturano giovani tonni liberi e li si fa crescere all’interno di grandi reti in mare fino a quando non raggiungono la taglia adatta per essere venduti sul mercato. Dal 2015 poi a questa forma di acquacoltura se ne è aggiunta una seconda, per ora minoritaria. In quell’anno l’azienda giapponese Maruha Nichiro ha venduto i primi tonni del Pacifico che ha allevato a partire dalla nascita, prima in strutture di acquacoltura sulla terra e poi all’interno di reti in mare: è stato possibile far riprodurre i pesci in cattività mettendo una certa quantità di ormoni nelle vasche in cui nuotavano gli individui adulti, che così sono stati spinti a produrre e fertilizzare uova.L’Istituto spagnolo di oceanografia è il primo ente che è riuscito a fare la stessa cosa anche con i Thunnus thynnus, i tonni rossi dell’Atlantico e del Mediterraneo, e due aziende europee, la tedesca Next Tuna e la norvegese Nortuna, stanno lavorando per creare acquacolture di tonni di scala con i suoi metodi. Next Tuna vuole realizzare un impianto vicino a Valencia, in Spagna, mentre Nortuna a Capo Verde, in Africa occidentale.Anche se per ora questo tipo di acquacoltura è agli inizi, ha attirato molto interesse perché il modo in cui è praticata la pesca dei tonni è considerato poco sostenibile per la conservazione delle specie.Il Giappone è il più grande importatore di tutte e tre le specie di tonni rossi e il principale consumatore al mondo, seguito dagli Stati Uniti, dove si stima si mangi tra l’8 e il 10 per cento del sashimi del mondo. Negli ultimi decenni del Novecento la grande domanda di Giappone e Stati Uniti ha notevolmente ridotto la quantità di tonni rossi delle tre specie, anche se poi le restrizioni alla loro pesca introdotte intorno al 2010 hanno migliorato la situazione. Secondo le stime dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’ente riconosciuto dall’ONU che valuta quali specie animali e vegetali rischiano l’estinzione, il tonno australe è tuttora a rischio di estinzione e il tonno del Pacifico è minacciato.Invece il tonno rosso (quello che vive nell’Atlantico e nel Mediterraneo) non è più considerato minacciato, perché sebbene tra il 1966 e il 2018 la popolazione dell’Atlantico occidentale sia diminuita dell’83 per cento per l’eccesso di pesca, si stima che i tonni rossi dell’Atlantico orientale, la cui popolazione è molto maggioritaria considerando la specie nel complesso, siano diventati più numerosi dagli anni Sessanta a oggi. Le preoccupazioni sulla sostenibilità della pesca comunque rimangono, per via del calo della popolazione occidentale.Per le aziende che si occupano di acquacoltura dei tonni rossi o sono interessate a praticarla, l’uso delle tecniche che consentono la riproduzione dei pesci in cattività ridurrebbe la pressione sulle popolazioni selvatiche e per questo dovrebbe essere favorito. Tenere i tonni in età da riproduzione in vasche sulla terraferma significa poter regolare sia la temperatura dell’acqua che l’illuminazione. In questo modo, secondo chi sta lavorando ai progetti di acquacoltura, si potrà allungare il periodo dell’anno in cui i tonni rossi si possono riprodurre. In natura lo fanno per circa 45 giorni tra giugno e luglio: se negli allevamenti lo faranno per più tempo si otterranno popolazioni in cattività più numerose di quelle che si fanno ingrassare dopo aver catturato giovani tonni in mare.Tuttavia alcuni scienziati hanno espresso delle preoccupazioni riguardo alla nuova forma di allevamento, che riguardano sia il benessere degli animali sia gli impatti ambientali del settore che si potrebbe sviluppare.Per quanto riguarda direttamente i tonni, l’ong spagnola per i diritti degli animali Observatorio de Bienestar Animal ritiene che anche vasche molto grandi e spaziose non siano un ambiente adatto per i bisogni di una specie migratoria come i tonni rossi, che si spostano per migliaia di chilometri per cercare cibo e riprodursi.In un articolo pubblicato su The Conversation Wasseem Emam, ricercatore dell’Istituto di acquacoltura dell’Università di Stirling, ha spiegato che è difficile giudicare l’esperienza di vita dei tonni nelle vasche perché le aziende che le hanno non diffondono troppe informazioni in merito. Ma «generalmente le specie di pesci non domesticate sperimentano forme maggiori di stress in cattività e quando sono gestite da personale umano rispetto alle specie che si sono adattate all’allevamento nel tempo». Emam cita anche alcuni studi secondo cui i pesci possono essere stressati dal rumore e da certe vibrazioni, che sono probabilmente presenti all’interno di impianti di allevamento a terra. Però sarebbe nell’interesse degli allevatori evitare questo tipo di stress perché si sa che la carne dei pesci stressati ha una qualità minore. In particolare è noto che se prima di essere uccisi i tonni rossi provano a scappare, il loro corpo produce grandi quantità di acido lattico che peggiora il gusto della loro carne.Alle preoccupazioni sul benessere dei tonni si aggiungono poi quelle sull’impatto ambientale e la sostenibilità di eventuali grandi allevamenti a terra. La prima è legata all’alimentazione dei tonni in cattività: attualmente i tonni rossi all’ingrasso sono nutriti in grandissima parte con specie ittiche che potrebbero essere usate anche nell’alimentazione umana e in Giappone per produrre 1 chilogrammo di carne di tonno del Pacifico allevato servono tra i 2,5 e i 3,5 chili di altri pesci. Significa anche che per allevare i tonni a terra in grande quantità bisognerebbe aumentare la pesca di altre specie.Maruha Nichiro sta facendo delle ricerche per migliorare l’efficienza nell’alimentazione dei tonni in cattività. Il presidente di Nortuna Anders Attramadal ha invece sminuito questo problema parlando con il Guardian perché sostiene che i tonni allevati a terra mangino meno di quelli in mare; Andrew Eckhardt di Next Tuna invece ha detto che la sua azienda cercherà di ridurre la quantità di pesce necessaria a nutrire i tonni creando mangimi a base di altri ingredienti, come proteine vegetali, alghe e insetti.Altre preoccupazioni riguardano l’uso di antibiotici che sarà richiesto negli allevamenti per evitare la diffusione di malattie (molto alto in tutti i generi di allevamenti di animali su scala industriale) e l’inquinamento delle acque legato agli scarichi degli impianti di acquacoltura. Next Tuna dice di non voler usare antibiotici, e Nortuna dice che ne farà un uso minimo. Riguardo all’inquinamento delle acque, la prima azienda progetta un sistema per prelevare acqua marina che poi però non sarà riscaricata in mare. Per il momento non si conoscono i dettagli né dell’impianto di Next Tuna né di quello di Nortuna. Con i tonni del Pacifico Maruha Nichiro ha un approccio diverso, perché una volta che i pesci hanno raggiunto una certa dimensione nelle vasche a terra li sposta all’interno di reti in mare. LEGGI TUTTO

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    C’è un altro farmaco contro l’obesità

    La Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che si occupa di farmaci, ha approvato il Zepbound, un nuovo farmaco contro l’obesità prodotto dall’azienda Eli Lilly che farà concorrenza al Wegovy, il farmaco molto discusso e richiesto negli ultimi mesi per trattare la medesima condizione. L’approvazione è avvenuta contestualmente a quella dell’Agenzia regolatrice per i medicinali e i prodotti sanitari del Regno Unito, a conferma della grande attenzione intorno ai farmaci contro l’obesità, un problema sanitario che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha ormai raggiunto «proporzioni epidemiche» con una stima di circa 4 milioni di morti all’anno.– Ascolta anche: L’obesità è una questione mondialeZepbound non è tecnicamente un nuovo farmaco: il suo principio attivo (tirzepatide) era già stato approvato in precedenza come trattamento contro il diabete con il nome commerciale Mounjaro, disponibile anche nell’Unione Europea. Il suo sviluppo era iniziato sei anni fa con una sperimentazione clinica che aveva coinvolto circa 300 persone affette da diabete di tipo 2 (la forma più diffusa della malattia e la cui causa principale è spesso l’obesità) che avevano assunto il farmaco per tre mesi. L’obiettivo era trattare il diabete, ma dal test era emerso che le persone volontarie avevano perso almeno il 13 per cento della loro massa corporea. Lo studio fu seguito da una serie di test clinici di maggiore durata, circa 72 settimane, e con il coinvolgimento di oltre 2.500 persone con problemi di obesità.Lo scorso anno Eli Lilly aveva annunciato i risultati, segnalando come la metà dei pazienti che avevano ricevuto il dosaggio più alto di tirzepatide una volta alla settimana avesse perso almeno il 20 per cento della massa corporea, un esito senza precedenti nella perdita di peso per un farmaco di quel tipo. Tra il 2017 e il 2022 l’azienda aveva accelerato la ricerca e lo sviluppo del principio attivo, focalizzandosi sull’obesità e facendo grandi investimenti sia per condurre test clinici in parallelo sia per ingrandire la propria capacità produttiva, scommettendo sul fatto di ricevere un’autorizzazione dalla FDA per l’utilizzo del farmaco.I dati conclusivi dei test clinici, consultati dalla FDA per valutare l’approvazione, dicono che le persone che hanno assunto Zepbound hanno perso in media il 18 per cento della propria massa corporea, un risultato paragonabile al 15 per cento ottenuto con il Wegovy (semaglutide). Anche quest’ultimo era stato sviluppato come farmaco contro il diabete ed è venduto come Ozempic per il trattamento di questa malattia, mentre il nome commerciale Wegovy riguarda una versione con un diverso dosaggio specificamente venduta per trattare l’obesità.Negli ultimi mesi la domanda di Wegovy è diventata molto alta al punto che Novo Nordisk, l’azienda danese che lo produce, non riesce a soddisfare le tante richieste con una conseguente carenza del farmaco e di Ozempic. Il processo produttivo richiede tempo perché Wegovy è una preparazione da iniettare. Anche Zepbound deve essere iniettato e questo oltre a complicare la produzione rende meno pratico l’utilizzo da parte dei pazienti. Sia Novo Nordisk sia Eli Lilly sono al lavoro per sviluppare una versione dei loro farmaci per uso orale, in modo da aumentare la loro capacità produttiva e raggiungere un maggior numero di pazienti. I test clinici della versione orale di Zepbound sono già in corso.Secondo esperti e analisti, i farmaci di nuova generazione contro l’obesità sono una delle più grandi occasioni per le aziende farmaceutiche, anche considerato l’aumento delle persone con questa condizione in tutto il mondo. Il loro impiego è comunque vincolato a una diagnosi medica di obesità o di forte sovrappeso con alcune condizioni di salute tipiche delle persone obese. Come tutti i farmaci, anche Zepbound e Wegovy hanno effetti collaterali e devono essere somministrati sotto supervisione medica, nell’ambito di un trattamento che comprenda anche una modifica degli stili di vita.Attualmente Zepbound non è disponibile nell’Unione Europea, ma Eli Lilly ha presentato domanda per l’approvazione all’Agenzia europea per i medicinali. L’approvazione negli Stati Uniti di solito implica una rapida autorizzazione anche in Europa. LEGGI TUTTO

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    Muore di meningite batterica a cinque mesi, donati gli organi della piccola Leda

    Nonostante la tragedia enorme che li ha colpiti, Marco ed Eva – genitori della piccola Leda – hanno trovato la forza di autorizzare l’espianto degli organi, che hanno salvato altre quattro vite. La piccola Leda – Nanopress.it (foto da Facebook)La piccola è stata ricoverata alla clinica pediatrica di Padova con febbre e rigidità nei movimenti. In appena tre giorni, nonostante gli sforzi del personale medico, è arrivata la diagnosi che non le ha lasciato scampo: meningite batterica. La piccola Leda è morta il primo novembre scorso, ma i suoi organi hanno salvato altri quattro bambini, due nel Torinese, gli altri due nel Padovano.La piccola Leda contagiata dalla meningite batterica a cinque mesiÈ nata il 20 maggio scorso, e quel piccolo cigno – come amavano chiamarla i suoi genitori, Marco ed Eva – ha portato con sé una carica di amore e sorrisi che saranno impossibili da dimenticare. Cinque mesi bellissimi, fino a quando, il 27 ottobre scorso, la piccola Leda non ha iniziato a mostrare i primi segnali di un malessere che l’ha portata via nel giro di qualche giorno. La bambina ha iniziato ad avere febbre, un po’ di tosse e rigidità nei movimenti, così mamma e papà non ci hanno pensato due volte e l’hanno portata all’ospedale di Padova. Dopo le prime cure per una sospetta bronchiolite, è arrivata la diagnosi, che non le ha lasciato scampo: la piccola Leda è stata colpita da una meningite batterica.Un’infezione che in pochi giorni ha raggiunto le parti vitali, lasciando ben poco spazio alla speranza. Il 31 ottobre i medici ne hanno dichiarato la morte cerebrale, e il giorno seguente la piccola è morta.Autorizzato l’espianto degli organiNonostante l’inferno vissuto e il dolore, i genitori della piccola hanno autorizzato l’espianto degli organi. Grazie a questo infinito atto d’amore due bambini nel Padovano e due nel Torinese continueranno a vivere la vita che alla piccola è stata sottratta via così precocemente.“Siamo fieri e orgogliosi di aver vissuto in compagnia della nostra Leda, che è stata in grado di fare ciò che in una vita noi non riusciremo mai a compiere. È venuta veramente a questo mondo per dare la vita a noi tutti”ha scritto papà Marco.La piccola Leda continuerà a vivere nei bambini che hanno ricevuto i suoi organi e nel cuore della sua famiglia, che non potrà mai dimenticare l’amore che il piccolo cigno – come amavano chiamarla mamma e papà – ha portato su questa Terra. LEGGI TUTTO

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    Travolta a 19 anni sulle strisce pedonali, Chiara Adorno si era appena iscritta a Biologia: sotto choc il fidanzato

    Chiara Adorno è stata travolta prima da uno scooter, poi da un’auto, in viale Andrea Doria, a Catania. La ragazza era con il fidanzato, che ha riportato ferite lievi. Chiara Adorno – Nanopress.itLa ragazza stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, quando uno scooter l’ha investita. A quel punto è sopraggiunta una vettura che l’ha presa in pieno, mentre lei era ancora a terra. Ferito – in modo non grave – anche il fidanzato, che è stato soccorso e trasferito sotto choc in ospedale.Chiara Adorno investita e uccisa a 19 anniSi era appena iscritta alla Facoltà di Biologia dell’Università di Catania la 19enne travolta e uccisa mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in viale Andrea Doria a Catania. Stando a quanto ricostruito finora, Chiara Adorno – originaria di Solarino – era in compagnia del fidanzato, quando è stata travolta da uno scooter Honda. Finita sull’asfalto, è stata investita una seconda volta da una Fiat Punto. Il fidanzato è rimasto ferito, ma non in maniera grave, ed è stato trasferito al Policlinico del capoluogo. Il ragazzo è ancora sotto choc.Le condizioni di Chiara sono apparse subito disperate, tanto che i sanitari del 118 hanno tentato a lungo di rianimarla, senza tuttavia riuscirci.Ricoverati, sotto choc, anche i conducenti dei due mezzi coinvolti nell’incidente stradale. Intanto la salma della giovane è stata consegnata all’autorità giudiziaria, che nei prossimi giorni dovrebbe disporre l’esame autoptico, mentre la polizia municipale sta cercando di ricostruire la dinamica di quanto accaduto, ascoltando le testimonianze delle persone presenti sul luogo della tragedia, oltreché visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona.Dopo il diploma di Maturità  al Liceo Scientifico Corbino di Siracusa, Chiara si era iscritta alla Facoltà di Biologia. Proprio il rettore dell’ateneo ha espresso profondo cordoglio in un messaggio condiviso per la morte della giovane studentessa in un messaggio condiviso sui social:“Ci auguriamo che possa essere fatta presto piena luce sull’incidente che è costata la vita alla nostra studentessa, troncando così impietosamente i sogni, le speranze, le aspirazioni che Chiara aveva scelto di realizzare nella nostra Università, come suggello di una brillante carriera scolastica”. LEGGI TUTTO

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    Scontri per Napoli-Berlino, arrestati 11 ultras tedeschi

    Si tratta di ultras appartenenti alla tifoseria della squadra tedesca, giunta nel capoluogo partenopeo per la partita con il Napoli, che si disputerà questa sera allo stadio Diego Armando Maradona. Tafferugli tra Polizia e tifosi dell’Union Berlino a Napoli – Nanopress.itIn arrivo Daspo internazionali per gli 11 fermati dalla Digos di Napoli.Scontri per Napoli Berlino: 11 arrestiGravi disordini si sono registrati nella serata di ieri, martedì 7 novembre, nel centro di Napoli. Undici ultras, appartenenti alla tifoseria tedesca, sono stati arrestati dagli agenti della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali. Per loro l’accusa è di devastazione. In arrivo Daspo internazionali.SCONTRI TRA TIFOSI DELL’UNION BERLINO E LA POLIZIA.In questi minuti sono avvenuti degli scontri tra i sostenitori tedeschi arrivati a Napoli per la partita di #UCL e le forze dell’ordine che hanno l’incarico di scortarli.#ForzaNapoliSempre #NapoliUnionpic.twitter.com/IHJtrUCEjp— Matteo Sorrentino ✍️ (@MatteoSorrenti) November 7, 2023I fermati, dopo essersi rifiutati di sottoporsi ai controlli di rito all’interno della stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi, hanno compiuto gravi atti di resistenza e devastazione, in particolare danneggiando le auto in sosta e l’arredo urbano della città, oltre ad aggredire la polizia con aste, sassi e petardi. Nelle stesse ore, gli agenti del Commissariato di Secondigliano hanno arrestato un altro tifoso ultras tedesco, accusato di resistenza, lesioni e violenza a pubblico ufficiale.Questa sera, allo stadio Diego Armando Maradona, si disputerà la partita tra Napoli e Union Berlino. In arrivo in giornata altri tifosi della squadra ospite. LEGGI TUTTO

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    Travolta mentre attraversa la strada sulle strisce pedonali: morta una 18enne a Catania

    La ragazza è stata investita mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Travolta prima da uno scooter, è finita a terra ed è stata travolta una seconda volta da una Fiat Punto. Incidente a Catania – Nanopress.itInsieme alla vittima c’era un amico che è rimasto gravemente ferito.Diciottenne travolta e uccisa a CataniaA Catania una ragazza di 18 anni è stata travolta e uccisa mentre attraversava la strada in viale Andrea Doria. Stando a quanto riferisce Tgcom24, la vittima avrebbe attraversato la strada sulle strisce pedonali. La ragazza, che era in compagnia di un amico, è stata travolta prima da un motorino e poi – una volta finita a terra – è stata investita una seconda volta da una Fiat Punto.Sul posto è giunta immediatamente un’ambulanza, ma per la 18enne non c’è stato nulla da fare. Il ragazzo che era con lei è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Catania.Sul posto la polizia municipale, che si sta occupando dei rilievi. LEGGI TUTTO

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    Incidente a Castiglione del Lago, scuolabus finisce contro un palo: 12 bambini contusi

    Uno dei bambini che era a bordo dello scuolabus è stato portato in via precauzionale all’ospedale di Castiglione del Lago.Scuolabus – Nanopress.itNessuno dei bambini è rimasto ferito in maniera grave. Illeso anche il conducente del mezzo.Scuolabus finisce contro un palo a Castiglione del LagoIncidente questa mattina nella zona di Castiglione del Lago, comune in provincia di Perugia. Uno scuolabus con a bordo 14 bambini è finito fuori strada, impattando contro  un palo dell’illuminazione stradale. Sul posto i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Secondo le prime ricostruzioni, i piccoli avrebbero riportato qualche contusione ed escoriazione, ma nulla che abbia reso necessaria l’ospedalizzazione, a parte per uno di loro, che è stato trasferito in via precauzionale all’ospedale di Castiglione del Lago.Lo scuolabus non ha riportato danni particolari. L’autista ha riferito di aver visto una persona attraversare la strada e quindi di aver sterzato per evitarla, finendo poi contro un palo.#Perugia, intervento in corso dei #vigilidelfuoco nel comune di Castiglione del Lago per uno scuolabus finito contro un palo. Il bilancio del sinistro è di 14 bambini contusi [#8novembre 9:00]— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) November 8, 2023La dinamica dell’incidente è al vaglio delle forze dell’ordine. LEGGI TUTTO

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    Attraversano i binari, due migranti investiti da un Frecciarossa a Bolzano: sono in gravissime condizioni

    I due stavano andando al Centro emergenza freddo in via Gobetti a Bolzano. Soccorsi dalla polizia ferroviaria, sono stati trasferiti all’ospedale di Bolzano. Treno – Nanopress.itVersano entrambi in gravissime condizioni.Due migranti investiti da un Frecciarossa a BolzanoGrave incidente la notte scorsa alla stazione di Bolzano, dove due migranti – entrambi originari del Marocco e senza fissa dimora – sono stati travolti da un Frecciarossa. Stando a una prima ricostruzione, sembra che i due abbiano attraversato i binari per dirigersi verso il Centro emergenza freddo che si trova in via Gobetti.Soccorsi immediatamente dalla polizia ferroviaria, sono stati ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano. LEGGI TUTTO