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    Omicidio a Salsomaggiore Terme, 66enne uccisa a colpi di mazza da baseball: arrestato il marito

    Soccorsa dal 118, per la vittima non c’è stato nulla da fare. Il marito è stato fermato dai carabinieri e portato in caserma per essere interrogato. Auto dei carabinieri – Nanopress.itL’uomo l’avrebbe colpita più volte alla testa e al corpo.Donna uccisa a colpi di mazza a Salsomaggiore TermeUna donna di 66 anni è stata uccisa a colpi di mazza da baseball questa mattina a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. La vittima, di nazionalità straniera, è stata aggredita dal marito, che l’avrebbe colpita più volte. Soccorsa dal 118, la donna sarebbe morta sul posto. Il marito è stato fermato dai carabinieri e si trova in caserma a disposizione dell’autorità giudiziaria.La prima a soccorrere la vittima è stata una carabiniera libera dal servizio. La militare, richiamata dalla richiesta di aiuto della vittima, è intervenuta da sola poi è arrivata sul posto una pattuglia di colleghi. LEGGI TUTTO

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    Ubriaco, picchia la moglie sotto gli occhi delle figlie: la più piccola chiama il 113 e lo fa arrestare

    Un 47enne è stato arrestato a Reggio Calabria, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. L’uomo avrebbe aggredito la moglie perché voleva impedirle di andare a lavorare. Violenza sulle donne – Nanopress.itL’aggressione sarebbe avvenuta sotto gli occhi delle tre figlie della coppia. La più piccola – una bimba di 8 anni – ha allertato il 113 e ha fatto arrestare il padre. Una seconda aggressione ai danni di una giovane di 27 anni si è consumata la notte scorsa. Anche in questo caso la vittima è stata aggredita sotto gli occhi dei figli. Il più grande, un bambino di 6 anni, si è frapposto fra il padre e la madre e quest’ultima è riuscita a uscire sul pianerottolo di casa per chiedere aiuto ai vicini. A quel punto una pattuglia è arrivata nell’abitazione e gli agenti hanno tratto in arresto il 38enne.Aggressione a Reggio Calabria: picchia la moglie sotto gli occhi dei figliÈ rientrato a casa visibilmente ubriaco, ha picchiato la moglie sotto gli occhi delle loro tre figlie, di 12, 10 e 8 anni. Proprio la più piccola ha allertato la polizia, componendo il 113 sul cellulare della madre. Gli agenti sono giunti sul posto nel giro di pochi minuti e hanno tratto in arresto un 47enne di Reggio Calabria, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.Una delle bambine aveva un piccolo foglio bianco con su scritto ‘Help’ (aiuto) che ha mostrato agli agenti. Il 47enne stava già scontando una misura di divieto di avvicinamento alla moglie. Ai poliziotti, la donna ha raccontato le violenze subite nel corso degli anni, tra pugni, tirate di capelli e nessuna possibilità di frequentare la sua famiglia.Un’altra aggressione simile si è registrata questa mattina sempre Reggio Calabria. Un uomo di 38 anni ha aggredito la moglie di 27 sotto gli occhi dei figli di 2 e 6 anni. Il più grande ha assistito all’aggressione della madre e ha cercato di difenderla. A quel punto la donna è riuscita a dirigersi verso il pianerottolo di casa e a chiedere aiuto. Immediata è partita la chiamata al 113 e gli agenti sono arrivati sul posto arrestando l’aggressore. LEGGI TUTTO

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    I maglioni non durano più come una volta

    In un episodio della serie televisiva statunitense Seinfeld, il protagonista Jerry è a colazione con gli amici Elaine e George e indossa un vaporoso quanto improbabile maglione di lana, tanto da spingere George a chiedere all’amico dove l’abbia trovato. Jerry spiega che si tratta di uno di quei ritrovamenti che si fanno qualche volta al fondo dell’armadio e George gli risponde: «Penso proprio che i fondi degli armadi siano fatti per lasciarceli». Il maglione non sembra essere in effetti di grande qualità, niente di comparabile con altre maglie di lana diventate famose come il cardigan indossato da Drugo nel Grande Lebowski o il soffice maglione indossato da Harry in una delle scene di Harry ti presento Sally.In un modo o nell’altro, sembrano tutti la testimonianza di un tempo in cui i maglioni di lana erano fatti meglio e per durare più a lungo degli attuali. Non è questione di passatismo, ma di come si è evoluto il settore dell’abbigliamento negli ultimi decenni, con grandi implicazioni non solo per la possibilità di ripararsi dal freddo, ma anche per l’ambiente.Il dibattito intorno ai vestiti che durano molto meno rispetto a un tempo non è certo nuovo, ma di recente è tornato di attualità soprattutto negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione di un post su X (già Twitter) e di un conseguente articolo dell’Atlantic che ha approfondito la questione. L’autrice comica Ellory Smith ha ripreso due fotografie che mettevano a confronto l’iconico maglione di lana bianco indossato da Billy Crystal (che nel film del 1989 interpretava Harry) con uno simile indossato dall’attore Ben Schwartz, sostanzialmente nella stessa posa con jeans e sneaker bianche.Al di là del modo in cui sono fatti – quello di Crystal è più abbondante, mentre quello di Schwarz è più stretto – appare evidente una certa differenza nello spessore e di conseguenza nella qualità della lana. Partendo da quel confronto, Smith il 20 settembre scorso aveva scritto che: «La qualità dei maglioni è peggiorata così tanto negli ultimi venti anni da rendere decisamente necessaria una conversazione sul tema». Da allora, il post su X è stato visto più di 13 milioni di volte, con quasi 300mila “Mi piace” e oltre 27mila condivisioni, senza considerare le centinaia di risposte e commenti, segno di una certa attenzione per un problema che prima o poi notano tutti.The quality of sweaters has declined so greatly in the last twenty years that I think it genuinely necessitates a national conversation https://t.co/sbjNYp4KSy— ellory smith (@ellorysmith) September 20, 2023Il confronto è proseguito con la pubblicazione dell’articolo sull’Atlantic, nel quale si segnala che al netto di alcune differenze intenzionali tra i due maglioni, legate soprattutto a scelte di stile e di design, è comunque palese come quello indossato da Smith appaia di minore qualità e più economico nonostante sia un maglione di un certo rilievo per gli standard attuali. Secondo la rivista è infatti prodotto da Polo Ralph Lauren e venduto a un prezzo intorno ai 400 dollari, una spesa non per tutti, e che in ogni caso suggerisce a chi decide di farla la garanzia di poter utilizzare per lungo tempo il maglione, prima che inizi a deteriorarsi.Eppure, in generale chi acquista oggi un maglione prodotto dalle multinazionali dell’abbigliamento sa che non durerà molto a lungo: perderà la forma, alcune rifiniture cederanno in fretta e si formeranno pallini sul tessuto. A seconda dei casi, il maglione terrà troppo caldo o non sarà sufficiente per riparare dal freddo e non rimarrà morbido a lungo.– Ascolta anche: Non ci sono più i maglioni di una volta | Ci vuole una scienzaLa causa più evidente, almeno per chi acquista un maglione, è la materia prima con cui sono realizzati questi prodotti. In passato per produrli venivano utilizzate esclusivamente fibre “naturali” di lana, ottenute dalla tosatura di pecore, capre, alpaca e altri animali (una definizione univoca di che cosa sia naturale non c’è: in natura ci sono le pecore così come gli elementi per produrre la plastica). All’occorrenza venivano mescolate con altre fibre sempre naturali, ma di origine vegetale, come il cotone o il lino.Lo sviluppo e l’introduzione intorno a metà Novecento di fibre sintetiche cambiò le cose: erano meno costose di quelle impiegate fino ad allora e più facili da lavorare, specie nei processi industriali. Si diffusero soprattutto fibre in poliestere e acrilico, ancora oggi tra le più utilizzate nei capi di abbigliamento. Questi materiali potevano essere trattati per una produzione su scala industriale e promettevano, entro certi limiti, di semplificarci la vita: i capi potevano essere lavati quasi sempre in lavatrice, compresi i maglioni, perché le fibre resistevano meglio alle sollecitazioni meccaniche. Al tempo stesso però, si sarebbe scoperto che durano meno nel tempo e che non sempre convivono bene con le fibre naturali, contribuendo a farle deteriorare.Un misto di fibre naturali e sintetiche tende inoltre a essere meno isolante e a risultare quindi meno caldo quando lo si indossa. Le fibre della lana sono igroscopiche e idrofobiche, attirano cioè l’umidità verso l’interno e mantengono asciutta la superficie. È per questo motivo che un maglione in pura lana riesce ad assorbire molta umidità dall’aria in circolazione prima che la sua superficie diventi umida al tatto. È una caratteristica nota da moltissimo tempo e che ha fatto sì che i capi di lana diventassero molto diffusi alle latitudini in cui fa molto freddo e ci sono periodi dell’anno particolarmente umidi.Le fibre sintetiche cercano di imitare questa capacità della lana, ma hanno una struttura meno complessa e soprattutto meno durevole, di conseguenza tendono a essere meno efficienti non solo nel mantenere il calore, ma anche nella traspirazione. Negli ultimi decenni la situazione è migliorata, per esempio con l’introduzione di nuovi “tessuti tecnici” e particolari membrane molto utilizzate per l’escursionismo e l’alpinismo. I capi per queste attività sono quasi sempre fatti di fibre sintetiche e sono molto apprezzati dagli alpinisti perché sono poco ingombranti, leggeri, si puliscono e asciugano velocemente. Hanno però una durata limitata nel tempo e devono essere sostituiti con una certa frequenza.Capre da cui si ottiene il cachemire (Finnbarr Webster/Getty Images)Oltre ai motivi pratici, le fibre sintetiche si sono affermate moltissimo sul mercato dell’abbigliamento perché sono più economiche di quelle naturali, in particolare delle fibre di lana. Un chilogrammo di fibra acrilica costa meno di due dollari, mentre uno di lana grezza ne costa 4 e si può arrivare a 10-15 dollari al chilo per lane più pregiate come il cachemire. Le grandi multinazionali dell’abbigliamento ci hanno abituati ad avere capi a prezzi relativamente bassi, tali da non rendere sostenibile se non in casi particolari la produzione di maglioni interamente di lana e magari con una lavorazione semiartigianale.Il prezzo non è inoltre sempre un indicatore di qualità in un settore dove le materie prime sono solo una delle numerose variabili che concorrono a costruire il valore di un prodotto. Incidono infatti altri fattori come il marchio, le iniziative di marketing e la moda del momento. I più grandi marchi di moda hanno spesso nei propri cataloghi stagionali prodotti realizzati con fibre naturali e sintetiche, anche se segnalano soprattutto la presenza delle prime. L’articolo dell’Atlantic fa l’esempio di un «cardigan di lana» che Gucci vende a 3.200 dollari e che se si legge l’etichetta è fatto per il 50 per cento di poliammide, una fibra sintetica.Il successo dei marchi della cosiddetta “fast fashion”, cioè le aziende di abbigliamento che producono e vendono capi economici e alla moda proponendone di continuo di nuovi, ha acuito il fenomeno innescando un circolo vizioso. Per vendere a prezzi molto bassi queste aziende fanno ricorso a una manodopera economica e poco specializzata, che assembla materiali senza conoscerne le proprietà a differenza delle persone che lavoravano un tempo nelle sartorie. Il risparmio riguarda inoltre le materie prime, con un ricorso a una quota crescente di fibre sintetiche che non richiedono manodopera specializzata per essere lavorate. Il risultato è che si riducono moltissimo i costi di produzione, ma a scapito della durata dei capi e del modo in cui vengono realizzati.Il problema è particolarmente sentito per la lavorazione dei tessuti a maglia, dove è richiesta una manodopera altamente specializzata, in grado per esempio di realizzare i dettagli e le intricate decorazioni di un maglione, come quello di Harry ti presento Sally. Per ridurre i costi e accelerare i processi di produzione si fa a meno di questa manodopera e si semplificano le caratteristiche dei capi di abbigliamento, in modo da poterli realizzare più facilmente e velocemente a macchina. I maglioni diventano più noiosi, come quello di Smith, e al tempo stesso si perde la specializzazione acquisita dai lavoratori generazione dopo generazione.In questo contesto, un’azienda che volesse entrare nel mercato facendo le cose diversamente non faticherebbe soltanto perché dovrebbe offrire i propri prodotti a prezzi più alti, ma anche perché non troverebbe sufficiente manodopera specializzata per lavorare alle sue creazioni. Avrebbe inoltre difficoltà a reperire a prezzi sostenibili la lana da utilizzare e a garantirsi forniture prive di fibre sintetiche. I controlli alla fonte sono spesso difficili, così come lo è la sorveglianza della filiera produttiva che avviene spesso in più continenti con la produzione della maggior parte dei capi di abbigliamento in Asia.Prezzi bassi, grande ricambio dell’offerta e una certa pressione all’acquisto hanno portato a una crescita significativa dell’industria tessile negli ultimi decenni. Si stima che tra il 1995 e il 2018 la produzione di fibre tessili pro capite sia pressoché raddoppiata e che ogni anno siano acquistati circa 60 milioni di tonnellate di prodotti di abbigliamento. L’industria produce quasi il doppio dei capi rispetto al 2000, con la maggior produzione in Cina e in altri paesi a medio reddito come Turchia, Bangladesh e Vietnam. Tra persone direttamente dipendenti e indotto, il settore impiega circa 300 milioni di persone.I volumi sono enormi e probabilmente senza le fibre sintetiche non si riuscirebbe a produrre una quantità così grande di capi di abbigliamento a ciclo continuo. Al tempo stesso, l’impiego di fibre che durano più a lungo potrebbe contribuire a rendere più sostenibile il settore, a patto di una modifica ad alcune logiche di mercato e a una domanda ormai abituata da tempo alla “fast fashion”.Da tempo viene inoltre studiato l’impatto di queste dinamiche sull’ambiente, considerato che le fibre sintetiche si degradano durante i lavaggi e rilasciano microplastiche nell’acqua che finiscono nell’ambiente. Le ricerche sono ancora in corso, ma sono stati trovati indizi sul ruolo dei cicli di lavaggio lunghi e ad alte temperature in lavatrice, che comportano la produzione di grandi quantità di microfibre di plastica a partire dai materiali sintetici. Alcuni studi hanno inoltre rilevato come alcuni componenti dei detersivi in polvere tendano a indurre un maggiore consumo dei tessuti, così come i cestelli delle lavatrici a carica dall’alto, forse a causa del maggiore attrito dei vestiti quando entrano in contatto con la cerniera del cestello per la chiusura.Come in molti altri ambiti, negli ultimi anni si è comunque assistito a un aumento di attenzione e sensibilità da parte delle persone sulla sostenibilità dei loro acquisti e sulle conseguenze di certi stili di vita per l’ambiente. Alcune grandi aziende hanno fatto proprie queste preoccupazioni, cercando di migliorare le cose e di migliorare la propria immagine nella percezione dei loro clienti. Le iniziative riguardano un maggior riciclo dei materiali sintetici, più controlli sulla filiera produttiva delle fibre naturali e un impegno in generale nella riduzione della produzione di plastica. In parte della popolazione è inoltre aumentato un certo interesse verso i capi di abbigliamento usati e vintage, dove non a caso i capi di pura lana alla Harry ti presento Sally sono tra i più richiesti e spesso non mostrano più di tanto i segni del tempo. LEGGI TUTTO

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    “Angelika Hutter capace di intendere e di volere”: investì e uccise un bambino di 2 anni, il padre e la nonna

    Il 6 luglio scorso Angelika Hutter provocò un incidente a Santo Stefano di Cadore, travolgendo con l’auto un bambino di 2 anni, il padre del piccolo e la nonna materna. Nell’incidente rimase ferito anche il nonno materno e la figlia Elena.Incidente a Santo Stefano di Cadore – Nanopress.itLa psichiatra Anna Pallaschi ha definito Angelika Hutter capace d’intendere e di volere.“Angelika Hutter capace di intendere e di volere”: il risultato della periziaAngelika Hutter è capace di intendere e di volere altrimenti non avrebbe fatto scena muta dal giorno in cui ha provocato una strage con la sua auto a Santo Stefano di Cadore, provincia di Belluno. Come riferisce l’Ansa, secondo la psichiatra Anna Pallaschi, che si è occupata della perizia psichiatrica, la 32enne tedesca sarebbe capace di intendere e di volere. La specialista ha incontrato più volte la Hutter ed è arrivata alle stesse conclusioni cui è giunto il suo collega bellunese Tullio Franceschini, che incontrò la donna nell’immediatezza dei fatti.Secondo la Pallaschi, Angelika Hutter non soffrirebbe di una patologia psichiatrica o di un disturbo della personalità che mini la sua capacità di comprendere il significato e le conseguenze delle sue azioni.La strage a Santo Stefano di CadoreEra il 6 luglio scorso quando l’auto guidata da Angelika Hutter piombò a tutta velocità, almeno 130 chilometri orari, sul marciapiede dove una famiglia stava passeggiando. A perdere la vita il piccolo Mattia, il papà Marco Antoniello e la nonna materna, Mariagrazia Zuin. Miracolosamente illesi il nonno materno, Lucio Potente e la figlia Elena, madre del piccolo e moglie di Antoniello. Il luogo dell’incidente – Nanopress.itAlla guida dell’Audi A3 c’era proprio Angelika Hutter, 32enne tedesca, che pare vivesse da alcune settimane nella sua auto e qualche giorno prima era stata segnalata dalla polizia a Bolzano, perché era stata trovata in possesso di oggetti atti a offendere.Dal giorno della strage, Angelika Hutter si è trincerata dietro il silenzio, senza mai dare spiegazioni per quanto accaduto. LEGGI TUTTO

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    Botricello (Catanzaro), 23enne uccide il padre a coltellate durante una lite

    Per la vittima, Francesco Cosco, muratore 52enne, non c’è stato nulla da fare. I sanitari giunti sul posto con l’elisoccorso non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Carabinieri – Nanopress.itIl primo ad arrivare sul posto sarebbe stato il medico di famiglia, allertato da un parente della vittima.Omicidio a Botricello: 23enne uccide il padre a coltellateUn ragazzo di 23 anni avrebbe accoltellato e ucciso il padre 52enne, Francesco Cossco. La tragedia si è consumata questa mattina a Botricello, in provincia di Catanzaro. La vittima, di professione muratore, è morta sul colpo. Il primo ad arrivare sul luogo della tragedia sarebbe stato il medico di famiglia, allertato da un parente. Dopodiché sono arrivati carabinieri e sanitari del 118, con l’elisoccorso. I soccorritori non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite, sulle scale del palazzo in cui la vittima viveva con la famiglia.“Siamo profondamente scossi per una tragedia che non avremmo mai potuto immaginare”, ha dichiarato il sindaco di Botricello, Saverio Puccio.Sembra che il 23enne accusato dell’omicidio del padre soffra di problemi psichiatrici, per i quali era in cura presso una struttura della zona. LEGGI TUTTO

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    Si ferisce infrangendo una porta a vetri per rientrare in casa, 30enne muore dissanguato

    La tragedia si è registrata la notte scorsa in un’abitazione nel rione di Roiano a Trieste. La vittima è stata soccorsa e trasferita all’ospedale di Cattinara, ma non c’è stato nulla da fare. Ambulanza – Nanopress.itSembra che il giovane avrebbe deciso di sfondare una porta a vetri, perché – uscendo di casa nel pomeriggio – ne aveva rotto la maniglia. In casa c’era anche la compagna della vittima, che pare dormisse al momento della tragedia. Quando è stato lanciato l’allarme, per il giovane non c’era ormai più nulla da fare. Alcuni frammenti del vetro gli hanno reciso l’arteria femorale. Dai primi accertamenti non sono emerse responsabilità da parte di terze persone.Infrange la porta a vetri e muore dissanguatoTragedia nella notte in un’abitazione nel rione di Roiano a Trieste. Un giovane di 30 anni è morto dissanguato dopo aver infranto una porta a vetri. Stando a quanto riferisce l’Ansa, la vittima è rientrata a casa intorno alla mezzanotte, in stato di alterazione alcolica. Non riuscendo a entrare perché la maniglia della porta era rotta, ha deciso di infrangerla, ma il vetro gli ha reciso l’arteria femorale, senza lasciargli scampo.All’interno dell’abitazione c’era la compagna, con cui pare avesse litigato nel pomeriggio, ma la donna dormiva al momento dell’incidente. Quando ha scoperto cosa era accaduto, ha allertato i soccorsi. I sanitari del 118 sono giunti sul posto con ambulanza e massaggiatore meccanico. Il 30enne è stato trasferito all’ospedale di Cattinara, ma i sanitari non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita.Sul posto è giunta anche la polizia per i rilievi e per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Al momento non sono emersielementi che farebbero ipotizzare reati a carico di terze persone. LEGGI TUTTO

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    Maxi sbarco di migranti a Lampedusa, arrivati in 573

    Tra i migranti giunti nell’hotspot dell’isola ci sono due minori e quattro donne. Al momento è in corso il trasferimento all’hotspot di contrada Imbriacola, che nei giorni scorsi era rimasto completamente vuoto. Migranti – Nanopress.itI migranti soccorsi dagli uomini della Guardia costiera provengono perlopiù dalla Libia.Maxi sbarco di migranti a LampedusaLa notte scorsa le motovedette della Guardia costiera italiana hanno soccorso una piccola imbarcazione con a bordo 573 persone, tra cui 4 donne e 2 bambini. Il gruppo di migranti, partito dalla Libia, è stato fatto sbarcare al molo Favarolo, ma è in corso il trasferimento all’hotspot di contrada Imbriacola, che al momento era completamente vuoto.L’ultimo sbarco a Lampedusa si era registrato il 22 novembre scorso. LEGGI TUTTO

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    Albero cade su un operaio durante la manutenzione del fiume a San Severino Marche, 60enne ferito gravemente

    L’operaio è rimasto ferito gravemente ed è stato soccorso dai sanitari del 118. Sul luogo dell’incidente è arrivata una squadra di vigili del fuoco e di polizia, che stanno cercando di accertare la dinamica dell’incidente. Albero crollato – nanopress.itL’infortunio si è registrato questa mattina durante la manutenzione nel fiume Potenza in località Valle dei Grilli a San Severino Marche (Macerata).Operaio ferito da un alberoGrave incidente sul lavoro questa mattina a San Severino Marche. Un operaio 60enne è rimasto ferito dalla caduta di un albero, mentre l’uomo si stava occupando della manutenzione intorno al corso d’acqua in località Valle dei Grilli a San Severino Marche, provincia di Macerata.L’operaio è rimasto ferito gravemente ed è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasferito in  ospedale. Sul posto anche i vigili del fuoco e le forze dell’ordine per accertare la dinamica dell’incidente. LEGGI TUTTO