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    Attivisti di Ultima Generazione bloccano il ponte Giuseppe Mazzini a Roma

    Gli attivisti del gruppo Ultima Generazione hanno bloccato il traffico lungo le due corsie di Ponte Giuseppe Mazzini a Roma.Fondo riparazione – Nanopress.itI due attivisti sono stati fermati dalle forze dell’ordine.Attivisti di Ultima Generazione bloccano il ponte Giuseppe Mazzini a RomaNuova azione degli attivisti di Ultima Generazione a Roma. Questa mattina due attivisti hanno bloccato il traffico sul ponte Giuseppe Mazzini nella capitale. I due brandivano dei cartelli con gli slogan: ‘La prigione mi fa paura, il clima di più’. Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine, che hanno bloccato gli attivisti.Lo scorso 7 dicembre si è registrata una nuova azione degli attivisti in piazza San Marco a Venezia. Con alcuni estintori, un gruppo di manifestanti ha lanciato del liquido e del fango contro le mura della chiesa, esponendo poi uno striscione con lo slogan “fondo riparazione”.La richiesta dei manifestanti di Ultima Generazione è quella di istituire un Fondo riparazione da 20 miliardi di euro per far fronte alle conseguenze delle emergenze climatiche. LEGGI TUTTO

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    Pensionato muore nell’incendio della sua casa a Sorso: trovato sulle scale mentre tentava di mettersi in salvo

    La vittima è un uomo di 77 anni – Mario Mulas – che sarebbe stato sorpreso dalle fiamme divampate nella sua abitazione in via Tuveri.  Vigili del Fuoco – Nanopress.itIl rogo sarebbe partito da un corto circuito a una presa malfunzionante. L’uomo ha tentato di mettersi in salvo. È stato trovato semicarbonizzato vicino alle scale mentre tentava di scappare.Pensionato muore nell’incendio della sua casa a SorsoÈ stato sorpreso dalle fiamme mentre dormiva. Ha tentato di mettersi in salvo, ma non ce l’ha fatta. È morto così il 77enne Mario Mulas ucciso dall’incendio divampato nella sua abitazione, una palazzina in via Tuveri a Sorso, provincia di Sassari. Al momento l’ipotesi più probabile è che il rogo sia divampato a seguito di un corto circuito partito da una presa elettrica che si trova in una stanza al piano terra.Quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, per la vittima non c’era ormai più nulla da fare. L’uomo è stato ritrovato semicarbonizzato vicino alle scale, sarebbe stato travolto dalle fiamme mentre tentava di mettersi in salvo. LEGGI TUTTO

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    Incidente ferroviario a Faenza (Ravenna), 17 feriti: disagi e circolazione sospesa

    Nell’incidente sono stati coinvolti un treno Frecciarossa e un regionale. Uno dei due treni avrebbe l’altro convoglio fermo nella stazione ferroviaria di Faenza. Scontro fra due treni in provincia di Ravenna – Nanopress.itL’incidente si è registrato nella serata di domenica, alle 20.20, lungo la linea ferroviaria Bologna-Rimini.Scontro tra due treni a FaenzaÈ di 17 feriti lievi il bilancio dell’incidente ferroviario avvenuto ieri sera – domenica 10 dicembre – nella stazione ferroviaria di Faenza, in provincia di Ravenna. A scontrarsi un treno Frecciarossa e un regionale. Uno dei due convogli avrebbe tamponato l’altro, che era fermo in stazione. Le cause e la dinamica dell’incidente sono ancora in corso di accertamento.Le operazioni di soccorso sono terminate intorno alle 22, ma anche questa mattina si sono registrati problemi e disagi alla circolazione, in particolare per i treni regionali e gli intercity.Sul posto diverse squadre di vigili del fuoco, oltre a polizia ferroviaria e sanitari del 118.❌ Urto Frecciarossa e treno regionale sulla linea Bologna-Rimini: concluse le operazioni di soccorso, prosegue il lavoro dei #vigilidelfuoco con la messa in sicurezza dell’area insieme al personale ferroviario [#10dicembre 21:30] pic.twitter.com/kWVHov2RWN— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) December 10, 2023Dei 17 feriti, soltanto per sei di loro si è reso necessario il ricovero in ospedale. I restanti passeggeri dei treni sono stati medicati sul posto dal personale del 118. LEGGI TUTTO

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    Extinction Rebellion a Venezia, foglio di via e denuncia per gli attivisti

    Dopo l’azione di Extinction Rebellion compiuta a Venezia, in cui gli attivisti hanno colorato le acque del Canal Grande di verde, ben 28 persone sono state denunciate. Alcuni di loro hanno ricevuto, inoltre, il foglio di via obbligatorio e un Daspo urbano. Venezia, ponte Rialto – Nanopress.itLe accuse mosse a carico degli attivisti sono di violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose. Gli attivisti di Extinction Rebellion sono stati denunciati per l’azione compiuta a VeneziaDopo aver colorato di verde le acque del Canal Grande di Venezia, circa 28 attivisti del movimento ambientalista Extinction Rebellion sono stati denunciati. Inoltre, cinque di loro (tra cui una studentessa della Cà Foscari di Venezia) hanno ricevuto il foglio di via obbligatorio, ossia un provvedimento che prevede il divieto di rientrare nel comune senza l’autorizzazione del questore. Infine, tre persone hanno ricevuto un Daspo urbano di 48 ore. Accusato anche l’ufficio stampa del gruppo.I carabinieri hanno, poi, sequestrato tutti i materiali utilizzati durante l’azione di protesta. In particolare, le accuse mosse a carico degli attivisti sono: violenza privata, interruzione di pubblico servizio, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose.Venezia (Foto da Twitter) – Nanopress.itLo scorso sabato, inoltre, il sindaco Luigi Brugnaro aveva richiesto il carcere per gli attivisti. Dello stesso pensiero era anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale ha affermato:“Se per salvare l’ambiente questi imbecilli riescono solo a danneggiare monumenti, opere d’arte, chiese e perfino fiumi, da salvare rimangono solo i loro pochi neuroni rimasti. Multa e carcere per questi vandali”.Un atteggiamento politico, dunque, particolarmente avverso nei confronti di tali manifestazioni.Le parole del movimentoAlle pesanti sanzioni ricevute, gli attivisti hanno risposto affermando che si tratta di pene esagerate rispetto ai reati commessi. Questo in particolare in relazione al foglio di via obbligatorio che, tra l’altro, secondo la legge non può essere notificato a chi ha un legame con la città. Extinction Rebellion ha poi spiegato che la decisione del questore di Venezia ha violato il diritto di manifestazione del pensiero delle persone coinvolte, in quanto considerate “persone pericolose” solo per aver partecipato ad una manifestazione. “Giorno dopo giorno, le questure di tutta Italia notificano denunce pretestuose per reati non commessi, costruendo una narrazione che definisce chi aderisce ai movimenti climatici come ecoterrorista, eco-vandalo e criminale”.Ha affermato Margherita, una delle attiviste che è stata costretta ad allontanarsi da Venezia. LEGGI TUTTO

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    “Attenborough e il mostro marino gigante”

    Qualche anno fa passeggiando lungo la costa della baia di Kimmeridge, a sud di Bournemouth, nell’Inghilterra del sud, un appassionato di fossili chiamato Philip Jacobs notò qualcosa di particolare tra i ciottoli della spiaggia: capì subito che si trattava di qualcosa di eccezionale e contattò così Steve Etches, un paleontologo dilettante che gestisce un museo dedicato agli animali marini preistorici nella zona. L’area in cui si trovava Jacobs fa parte di un lungo tratto del Dorset soprannominato “Jurassic Coast” per via del gran numero di reperti geologici risalenti alla preistoria, e lui aveva appena trovato la parte anteriore del muso di un Pliosaurus, un grande rettile marino vissuto circa 150 milioni di anni fa.La storia del modo rocambolesco con cui è stato scoperto, ritrovato e recuperato l’intero teschio di questo animale, che si è conservato in ottime condizioni, sarà raccontata in uno speciale condotto dal noto naturalista e divulgatore scientifico David Attenborough in onda il prossimo primo gennaio su BBC One: “Attenborough and the Giant Sea Monster”, Attenborough e il mostro marino gigante.Il Pliosaurus era un genere di rettile appartenente allo stesso gruppo dei plesiosauri (Plesiosauria): poteva raggiungere una lunghezza di dodici metri, aveva un cranio che ricorda un po’ quello di un coccodrillo e quattro lunghe pinne che gli permettevano di spostarsi in acqua a una velocità di quasi 50 chilometri orari. Attenborough ha detto che aveva «più o meno le stesse dimensioni di un doubledecker», alludendo ai tipici bus londinesi a due piani, mentre Andre Rowe dell’Università di Bristol lo ha paragonato a «una specie di T-Rex subacqueo».Era infatti il principale predatore marino di cui si abbia traccia nel Giurassico Superiore, il periodo in cui viveva, e nelle parole di Attenborough «uno dei più grandi predatori che siano mai esistiti». Si cibava di altri rettili come appunto i plesiosauri o gli ittiosauri, che ricordavano un po’ i delfini, ma alcuni fossili scoperti già in passato avevano permesso di ipotizzare che probabilmente mangiava anche altri pliosauri. Nonostante non sia stato facile recuperarlo, il teschio scoperto nel Dorset – lungo circa due metri – è uno dei più completi e meglio conservati tra quelli recuperati delle varie specie di questo animale.La parte anteriore del suo muso era caduta sulla spiaggia, ma era troppo pesante per poterla portare via. Prima di avvertire Etches, quindi, Jacobs lo aveva ricoperto di sabbia: dopodiché, i due erano riusciti a ricostruire il punto da cui era precipitato con l’aiuto di un drone, e avevano messo insieme una squadra di paleontologi e ricercatori per recuperare anche il resto.«Era tutto molto entusiasmante, ma a livello logistico non un posto ottimale per raccogliere un fossile», ha raccontato Etches al Guardian: il resto del cranio infatti era rimasto all’interno della scogliera, a 11 metri sopra il livello della spiaggia e a 15 dalla sommità, in un punto difficile sia da raggiungere che da scavare. Il documentario di Attenborough mostrerà il lungo e delicato processo con cui i ricercatori lo hanno recuperato, sospesi a mezz’aria, assicurati a funi, rischiando di scivolare o di farsi cadere rocce in testa.I resti sono stati studiati da scienziati delle Università di Bristol, di Southampton e dell’Imperial College London.La mandibola dell’animale era schiacciata sotto alla parte superiore del suo cranio, un po’ come se fosse stato ancora vivo. Etches ha detto che sono pochissimi i fossili preservati così bene, e che se vengono trovati spesso mancano dei pezzi, ma in questo caso le ossa ci sono tutte. I suoi 130 denti erano lunghi e affilati, ma soprattutto dotati di molte scanalature, che con ogni probabilità aiutavano l’animale a sfilarli con agilità dalla carne della sua preda per prepararsi a morderla nuovamente. Tra le altre cose, la parte anteriore del muso era provvista di minuscoli fori che si ipotizza ospitassero particolari ghiandole in grado di interpretare le variazioni nella pressione dell’acqua prodotte dagli altri animali, in poche parole da possibili prede.La paleontologa dell’Università di Bristol Emily Rayfield inoltre ha esaminato le aperture sulla parte posteriore del teschio per calcolare la forza del morso dell’esemplare, che secondo le sue stime sarebbe di 33mila newton. Per fare un confronto, la forza del morso di un T-Rex era di 64mila newton, quella di un leone 4mila e quella dei coccodrilli, gli animali più simili al pliosauro tuttora esistenti, 16mila (quella dell’essere umano 700). Rayfield in effetti ha notato che quando mordono qualcosa i coccodrilli ruotano il capo, probabilmente per staccare una parte della preda: è una caratteristica dei rettili che hanno la testa piuttosto estesa sul retro, e che si trova anche nel Pliosaurus.Etches dice di scommettere «sulla [sua] vita che il resto dell’animale sia lì», cioè all’interno della scogliera, che come ha ricordato Attenborough al tempo non era altro che il letto fangoso della porzione di mare in cui si era depositato il cadavere dell’animale. Conta anche sul fatto che nei prossimi anni se ne trovino le tracce, visto che la scogliera è particolarmente vulnerabile all’erosione e si ritira di circa 30 centimetri all’anno. Prossimamente il teschio verrà messo in mostra al museo che gestisce a Kimmeridge e che porta il suo nome, l’Etches Collection Museum of Jurassic Marine Life.– Leggi anche: L’ultimo pasto di un giovane tirannosauro LEGGI TUTTO

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    L’ultimo pasto di un giovane tirannosauro

    Le analisi dei fossili di un tirannosauride vissuto nel Nord America circa 75 milioni di anni fa hanno mostrato qualcosa di piuttosto sorprendente: tra le ossa della sua cassa toracica sono state osservate tracce di ossa appartenenti ad altri due dinosauri più piccoli, il suo ultimo pasto prima di morire. La scoperta è stata descritta in uno studio pubblicato venerdì sulla rivista Science Advances, e ha permesso di fare alcune ipotesi sia sulla dieta di questa specie di dinosauro, sia dell’evoluzione delle sue abitudini alimentari con la crescita.I resti analizzati appartenevano a un individuo adolescente di Gorgosaurus libratus, un teropode dello stesso gruppo di cui facevano parte i Velociraptor e i Tyrannosaurus rex (T. rex, o più amichevolmente e meno scientificamente T-Rex). Questi tirannosauridi vivevano nel Cretacico superiore, il periodo compreso tra 99 e 66 milioni di anni fa, prima dei T-Rex, ed erano leggermente più piccoli rispetto a loro. Da adulti comunque diventavano «tirannosauri grossi e massicci», ha detto a BBC News François Therrien, paleoecologo del Royal Tyrell Museum of Paleontology dell’Alberta e tra gli autori principali dello studio.Il fossile era stato scoperto nel 2009 nel parco provinciale dei dinosauri dell’Alberta, che si trova a est di Calgary, nel Canada occidentale; ci sono tuttavia voluti anni per recuperarlo, per rimuovere la roccia che si era solidificata all’interno della cassa toracica e per analizzare il suo contenuto con le dovute precauzioni.(Royal Tyrell Museum of Palaeontology)L’individuo di Gorgosaurus aveva tra i 5 e i 7 anni, era lungo quasi quattro metri e il suo bacino era alto più o meno come un essere umano di oggi. Al momento della morte pesava circa 330 chili, ma se si fosse sviluppato fino all’età adulta avrebbe potuto superare le tre tonnellate.Durante lo studio dei suoi resti, i ricercatori del Royal Tyrell Museum of Palaeontology e dell’Università di Calgary hanno notato altre piccole ossa corrispondenti agli arti inferiori di due Oviraptorosauria, cioè due piccoli teropodi più simili agli uccelli, con pancia profonda e zampe anteriori corte. Entrambi gli esemplari avevano meno di un anno, e dall’analisi delle ossa è emerso che erano stati mangiati in due momenti diversi, ad alcune ore di distanza l’uno dall’altro.«Sappiamo che questi [tirannosauri] adolescenti cacciavano dinosauri più giovani e piccoli», ha detto sempre a BBC News Darla Zelenitsky, paleontologa dell’Università di Calgary e una delle autrici principali dello studio. Tuttavia «questo individuo è unico» perché permette di dire che i Gorgosaurus più giovani avevano «strategie per nutrirsi molto diverse» rispetto a quelli adulti: a suo dire lo studio offre anche «prove concrete» del fatto che i tirannosauri tendevano a cambiare «drasticamente» la propria dieta con l’età.(Royal Tyrell Museum of Palaeontology)In base all’osservazione dei fossili di altri individui della stessa specie, gli scienziati erano riusciti a concludere che i Gorgosaurus adulti mangiavano un po’ di tutto, compresi dinosauri erbivori molto grossi che vivevano in gruppo. Therrien ha spiegato che probabilmente gli adulti assalivano la loro preda e strappavano la loro carne con i loro denti, che per quanto affilati erano piuttosto arrotondati, tanto da essere soprannominati “banana killer”. È tuttavia probabile che gli individui più giovani, che avevano corpi più agili, zampe più lunghe e denti più affilati, fossero troppo deboli per assaltare facilmente prede più grandi di loro.In effetti le analisi sulle ossa dei due piccoli dinosauri avevano segni tali da far ipotizzare che l’individuo adolescente li avesse morsi con i denti fino all’osso, fino a staccare i loro arti inferiori e inghiottirli completamente. Secondo Zelenitsky il fatto che siano state trovate solo queste ossa inoltre può voler dire che il predatore aveva azzannato di proposito le cosce, cioè i loro arti più carnosi.Hans-Dieter Sues, paleontologo dello Smithsonian National Museum of Natural History di Washington l’ha definita «decisamente una scoperta importante». Sues, che non ha partecipato allo studio, ha detto che «anche se il cambio di abitudini alimentari tra giovani e adulti in tirannosauri come il Gorgosaurus non è una sorpresa, è meraviglioso che adesso se ne abbia la prova concreta».– Leggi anche: Magnifici dinosauri sbagliati LEGGI TUTTO

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    Scialpinisti travolti da una valanga in Svizzera, i morti salgono a due

    Dopo Fabio Di Marco, è deceduto anche il secondo scialpinista ricoverato in gravi condizioni, dopo essere stato travolto da una valanga in Engandina, Svizzera. Valanga – Nanopress.itUn terzo scialpinista, che si trovava con le due vittime, è rimasto illeso ed è riuscito a salvarsi.Valanga in Svizzera: il bilancio dei morti si aggravaÈ di due vittime il bilancio della valanga che si è registrata lo scorso giovedì in Engandina, Svizzera. Dopo l’istruttore del Club Alpino, il 41enne Fabio Di Marco, è morto anche il secondo scialpinista – anche lui italiano – rimasto gravemente ferito durante la scalata. I due, che erano con un terzo compagno di cordata, rimasto miracolosamente illeso, sono stati travolti da una valanga durante la scalata della vetta del Piz Grevasalvas, nel Cantone dei Grigioni.L’unico dei tre a salvarsi aveva provato a recuperare i corpi dei suoi due compagni, scavando a mani nude nella neve. Una volta sul posto, i soccorritori hanno trovato il 32enne, ma per gli altri due la situazione è apparsa subito molto grave. Quando i corpi degli altri due scialpinisti sono stati recuperati, per Di Marco non c’era ormai più nulla da fare. Il compagno di cordata, 42 anni come l’istruttore Cai, era stato trasferito in gravi condizioni all’Ospedale cantonale dei Grigioni a Coira. Questa mattina è giunta la drammatica notizia del suo decesso.Sulla vicenda sono tuttora in corso le indagini della Polizia cantonale e della Procura pubblica dei Grigioni. LEGGI TUTTO

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    Mette le mani al collo della moglie, per i giudici è tentato femminicidio: marito condannato a 10 anni

    A riportare la notizia è Il Messaggero, che riferisce del respingimento della difesa da parte della Corte. I giudici hanno confermato la condanna a 10 anni di carcere per l’imputato. Donna spaventata sul letto, uomo con pugno serrato – Nanopress.itSecondo i giudici, a contare sono i potenziali effetti dell’azione messa in atto dall’uomo.Marito condannato a 10 anniStando a quanto riferito dalla donna e dall’adolescente, il marito l’aveva spinta contro il muro e, prendendola per il collo, l’aveva sollevata da terra, provocandola una temporanea perdita di conoscenza. L’arrivo del figlio aveva posto fine all’aggressione. LEGGI TUTTO