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    Avviati i lavori di riqualificazione del centro sportivo a Caivano

    Questa mattina è iniziata la bonifica del centro sportivo Delphinia e del teatro di Caivano, come promesso dalla premier Giorgia Meloni, nel corso della sua visita lo scorso agosto. Centro sportivo a CaivanoA lavoro il reparto di specialisti dell’Esercito Italiano. A commentare l’avvio dei lavori il commissario Fabio Ciciliano, nominato per la riqualificazione della periferia partenopea, salita agli onori della cronaca per una recente vicenda di abusi sessuali su due cuginette di 10 e 12 anni. Proprio ieri, 26 settembre, sono stati arrestati i presunti artefici delle violenze: si tratta di 7 minorenni e 2 maggiorenni.Avviati i lavori di riqualificazione a CaivanoSono partiti questa mattina alle 9, puntuali, i lavori di riqualificazione del centro sportivo Delphinia e del teatro nel Parco Verde di Caivano. A lavoro i militari dell’Esercito Italiano, che con le ruspe stanno abbattendo i residui delle due strutture, ormai fatiscenti.A commentare i primi lavori, che la premier Giorgia Meloni aveva promesso durante la sua visita a Caivano, il commissario Fabio Ciciliano, nominato per riqualificare il comune dell’area ovest di Napoli, da anni terra di spaccio e di camorra. “Abbiamo iniziato da qui perché si deve dare un segnale importante di ripristino di quella che è stata una importantissima realtà per il territorio che con il passare del tempo poi è diventato quello che penso abbiate già in qualche maniera dimostrato con le immagini”, ha detto Ciciliano, che ha sottolineato la presenza dello Stato, in un momento in cui sembrava essere un po’ defilato.  LEGGI TUTTO

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    Perché scrivere molte volte una parola può renderla strana

    Il déjà vu, che in francese significa “già visto” e descrive la sensazione ingannevole di aver già vissuto un’esperienza in realtà mai vissuta prima, è uno dei fenomeni più studiati nelle moderne scienze cognitive, tra quelli già descritti oltre un secolo fa da autori famosi e influenti come il filosofo francese Henri Bergson e il neurologo austriaco e fondatore della psicanalisi Sigmund Freud. In tempi recenti alcuni dei ricercatori che da diversi anni analizzano e riproducono in laboratorio l’esperienza del déjà vu hanno ampliato le conoscenze su un fenomeno opposto, in un certo senso, oltre che più raro e meno studiato: il jamais vu (in francese, “mai visto”).Se il déjà vu è definito come un’impressione illusoria di familiarità di un’esperienza presente in rapporto a un passato indefinito, il jamais vu è un’impressione illusoria di estraniazione di un’esperienza presente rispetto a un passato in cui quell’esperienza si è già certamente verificata altre volte. Il jamais vu, in altre parole, si verifica quando una qualsiasi situazione che dovrebbe essere estremamente familiare non viene riconosciuta come tale dall’osservatore. Implica spesso un senso di disagio e inquietudine, perché l’impressione di trovarsi in una certa situazione per la prima volta coesiste con la consapevolezza che non sia la prima volta.Un’esperienza di jamais vu nella vita quotidiana, spesso riportata dalle persone coinvolte negli studi su questo fenomeno, è scrivere a mano più volte una stessa parola, correttamente, al punto da soffermarsi poi su quella parola con l’impressione che ci sia qualcosa di sbagliato o di anomalo nel modo in cui è scritta. Un’altra è ripetere a voce una parola più e più volte, e avere a un certo punto l’impressione che quella parola sia un suono privo di significato.Situazioni di questo tipo furono ricreate in laboratorio da un gruppo di psicologi e neuroscienziati dell’Università di Grenoble in Francia, di Helsinki in Finlandia e di St. Andrews in Scozia per un esperimento sull’«alienazione delle parole e la sazietà semantica», condotto su 94 studenti di psicologia della University of Leeds. I risultati furono pubblicati nel 2020 in una ricerca recentemente premiata con l’Ig Nobel, i premi attribuiti ogni anno alle ricerche più bizzarre e insolite.– Leggi anche: L’importanza delle ricerche scientifiche strambeIl primo esperimento della ricerca prevedeva che i partecipanti trascorressero del tempo scrivendo ripetutamente una stessa parola. Come possibile stimolo del jamais vu furono scelte dodici parole, alcune molto comuni come door, money e room, e altre meno come ting (“tintinnio”) e ague (“febbre malarica”). I ricercatori chiesero a ciascun partecipante di scrivere a mano una parola più volte il più velocemente possibile, e strutturarono l’esperimento in modo che i partecipanti potessero smettere di scrivere nel momento in cui fossero sopraggiunti o male alla mano, o noia o un senso di estraniazione.Il senso di estraniazione fu la ragione più frequente per cui i partecipanti, circa il 70 per cento, decidevano di smettere di scrivere. E si verificava di solito per parole familiari e dopo circa un minuto, cioè dopo aver scritto la stessa parola mediamente 33 volte. La stessa sensazione fu riportata dal 55 per cento dei partecipanti ma in un tempo ancora più breve – in media dopo aver scritto la stessa parola 27 volte – anche in un secondo esperimento, per cui fu utilizzata come parola soltanto l’articolo the, scelta dai ricercatori in quanto una tra le più comuni in assoluto nella lingua inglese.I ricercatori trovarono le descrizioni dei partecipanti riguardo all’esperienza da loro provata pienamente compatibili con la caratteristiche del jamais vu: la non familiarità e la dissociazione delle parole dal loro significato. Alcuni dissero che più osservavano le parole, più le parole sembravano strane e prive di significato. «Sembrano soltanto serie di lettere invece che parole intere», disse uno dei partecipanti. «Sembra quasi che non sia nemmeno una parola, ma che qualcuno mi abbia ingannato facendomi credere che lo sia», disse un altro. La maggior parte di loro disse inoltre di aver provato un’esperienza del genere altre volte in passato, in contesti quotidiani e non sperimentali.Come hanno scritto su The Conversation due coautori della ricerca, il neuropsicologo inglese Chris Moulin e il neuroscienziato cognitivo inglese Akira O’Connor, il metodo da loro seguito – chiedere di scrivere ripetutamente una parola – non è una novità nella ricerca scientifica nel campo della psicologia. Nel 1907 la psicologa statunitense Margaret Floy Washburn, una delle più influenti del XX secolo, pubblicò i risultati di un esperimento simile condotto sui suoi studenti, da cui emerse una «perdita del potere associativo» delle parole quando gli studenti fissavano le parole per tre minuti.Sul piano teorico il jamais vu condivide inoltre alcune caratteristiche con un concetto reso noto nel 1919 da Freud, il «perturbante» (Unheimliche), poi diventato una delle più importanti categorie filosofiche ed estetiche del Novecento. Freud definì perturbante il sentimento che si prova quando qualcosa di massimamente familiare diventa nella percezione soggettiva il contrario di sé: qualcosa che turba, familiare e allo stesso tempo per niente familiare. E l’effetto perturbante, scrisse Freud, può scaturire in particolare dalle situazioni in cui uno stesso fatto, gesto o fenomeno si ripete identico a sé stesso.– Leggi anche: Che rapporto abbiamo con i noi stessi del passatoSecondo Moulin e O’Connor il jamais vu è un fenomeno che richiede maggiori studi e approfondimenti, ma la loro ipotesi è che sia una particolare impressione che può presentarsi quando la ripetizione porta in generale a una trasformazione e a una perdita di significato delle parole e delle esperienze. O’Connor ha citato un altro esempio, un caso di jamais vu capitato a lui direttamente: stava guidando in autostrada, quando a un certo punto provò un senso di estraniazione e sentì il bisogno di fermarsi sulla corsia di emergenza per «resettare» l’elaborazione delle informazioni e ritrovare familiarità con i pedali e il volante.Il jamais vu potrebbe essere, secondo Moulin e O’Connor, un sorta di segnale cognitivo che qualcosa è diventato «troppo automatico, troppo fluido, troppo ripetitivo». E potrebbe essere un modo per interrompere una sensazione di irrealtà emergente e recuperare il controllo sulle cose, in modo da dirigere l’attenzione dove è necessario e non rischiare di perderla durante l’esecuzione di compiti ripetitivi per un lungo periodo di tempo.La ricerca sul jamais vu potrebbe inoltre espandere le conoscenze su altri fenomeni che hanno caratteristiche simili. La perdita di significato dovuta alla ripetizione continua di una stessa parola è associata, per esempio, all’effetto della trasformazione verbale nella percezione dei suoni delle parole. Si verifica quando sentire ripetere una stessa parola più volte porta l’ascoltatore o l’ascoltatrice a distorcere la percezione del suono, dopo un certo numero di ripetizioni, fino a renderlo compatibile con parole diverse da quella iniziale e quindi con altri significati.Capire perché scrivere una parola ripetutamente genera un senso di estraniazione e fa sì che la realtà cominci a sfuggire, secondo Moulin e O’Connor, potrebbe anche servire a spiegare alcuni comportamenti studiati in relazione al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), tra cui la tendenza a controllare di continuo e fissare a lungo gli oggetti che possono generare incertezza, come i fornelli del gas o le porte. Controllare più volte che la porta sia chiusa – come scrivere ripetutamente una parola, appunto – potrebbe rendere quel compito privo di significato e quindi inefficace, rendendo difficile o impossibile sapere se la porta sia chiusa oppure no, in un circolo vizioso. LEGGI TUTTO

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    Abusi sessuali su pazienti oncologici, arrestato un infermiere a Catanzaro

    L’indagato è accusato di aver abusato sessualmente di diversi pazienti oncologici dell’ospedale De Lellis di Catanzaro. Ospedale – Nanopress.itGli uomini delle Fiamme Gialle del capoluogo calabrese hanno ascoltato diversi testimoni, che hanno confermato quanto imputato all’indagato. L’infermiere avrebbe approfittato delle precarie condizioni di salute dei pazienti per abusare di loro durante lo svolgimento del proprio servizio.Infermiere indagato per abusi sessuali sui pazienti oncologiciÈ accusato di aver abusato sessualmente di diversi pazienti oncologici dell’ospedale De Lellis di Catanzaro. A doversi difendere da questa pesante accusa è un infermiere 41enne di Lamezia, finito nel mirino delle indagini delle Fiamme Gialle del capoluogo calabrese. L’indagato avrebbe approfittato delle difficili condizioni di salute dei suoi pazienti per abusare di loro.Diversi gli episodi contestati e tante le testimonianze ascoltate dalla Guardia di Finanza, che hanno confermato la condotta dell’indagato. Questa mattina l’infermiere è stato arrestato e condotto nel carcere di Vibo Valentia, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. LEGGI TUTTO

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    Intimidazioni contro un poliziotto per vendicare il sequestro di una villetta abusiva: 4 arresti a Foggia

    I quattro indagati avrebbero tentato di dare fuoco alla casa del poliziotto e avrebbero incendiato le auto di alcuni parenti. Il tutto per vendicare il sequestro di una villetta abusiva nel Foggiano, poco distante dall’abitazione dell’agente. Polizia – Nanopress.itGli agenti della Squadra Mobile di Foggia, di cui fa parte anche la vittima, indagano anche su un altro fatto: l’esplosione di un ordigno – il 16 settembre scorso – nei pressi dell’abitazione del poliziotto, per chiarire se anche questo episodio sia riconducibile alle intimidazioni inflitte al poliziotto.Intimidazioni contro un poliziotto a FoggiaAvrebbero prima tentato di dare fuoco alla sua casa con due taniche di benzina, poi avrebbero bruciato le auto di alcuni parenti. Tutto questo per vendicare il sequestro di una villetta abusiva a Foggia, di cui si era occupato – fra gli altri – un agente di polizia vittima di numerosi atti intimidatori.Per questo, nelle scorse ore, la Polizia di Stato Foggia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone, accusate di aver messo in atto le intimidazioni ai danni di un agente in servizio nella >Squadra Mobile di Foggia. Stando a quanto ricostruito, i 4 – tra cui il fidanzato della proprietaria della villetta sequestrata – avrebbero tentato di bruciare l’abitazione dell’agente, mentre la famiglia era in casa, e avrebbero dato alle fiamme le auto di proprietà di alcuni parenti della vittima. Gli agenti indagano anche sull’esplosione di un ordigno, il 16 settembre scorso, avvenuta proprio nei pressi dell’abitazione del poliziotto, per chiarire se i fatti siano collegati. LEGGI TUTTO

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    La salma di Matteo Messina Denaro è arrivata a Castelvetrano, cimitero presidiato

    La salma del boss di Cosa Nostra – scomparso lo scorso lunedì all’età di 62 anni – è arrivata al cimitero di Castelvetrano alle ore 8:10 di questa mattina. Il cimitero di Castelvetrano presidiato dalle forze dell’ordine – Nanopress.itMatteo Messina Denaro verrà seppellito nella tomba di famiglia, insieme al padre Francesco. Al cimitero sono giunti alcuni parenti del boss, tra cui il cognato Vincenzo Panicola e alcuni nipoti, tra cui Lorenza Guttadauro.La salma di Matteo Messina Denaro è arrivata al cimitero di CastelvetranoErano le 8:10 di questa mattina quando la salma di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra scomparso lo scorso lunedì a 62 anni, ha fatto il suo ingresso nel cimitero di Castelvetrano, dove sarà tumulata. Il feretro, scortato da diverse auto della polizia, è stato seguito anche da alcuni parenti, tra cui la nipote e legale, Lorenza Guttadauro, che gli è stata vicina anche durante le fasi finali della malattia, le sorelle del boss Bice e Giovanna e il fratello Salvatore.Matteo Messina Denaro verrà tumulato nella tomba di famiglia, insieme al padre Francesco. Per l’ex superlatitante, nessuna cerimonia religiosa, come da prassi per i boss mafiosi. Lo stesso Messina Denaro aveva rifiutato ogni celebrazione religiosa, in un pizzino risalente al 2013.Il cimitero è presidiato dalla forze dell’ordine, che da diverse ore stanno piantonando l’area limitrofa. Intanto, ieri è stata svolta l’autopsia sulla salma di Matteo Messina Denaro, morto per un tumore al colon, giunto ormai al IV stadio. Dopo un ricovero di oltre un mese all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il boss è stato sedato e idratato, senza alcun accanimento terapeutico, come lui stesso aveva voluto. LEGGI TUTTO

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    Frontale sulla superstrada Cassino-Sora, tre le vittime

    Nella notte un terribile incidente stradale ha portato alla morte di tre persone sulla superstrada Cassino-Sora. Da quanto emerso e dalle poche informazioni che si hanno al momento l’incidente è avvenuto tra una Ford e una Grande Punto. Su una delle vetture viaggiava una coppia di fidanzati, lui era un operatore del 118. Sull’altra vettura invece viaggiava una donna non ancora identificata.Operatori del 118 a lavoro – Nanopress.itSul posto sono intervenuti ambulanze, Vigili del Fuoco e Carabinieri. La strada è stata provvisoriamente chiusa al traffico per poter eseguire i rilievi necessari e apportare i soccorsi. Purtroppo però l’impatto è stato troppo violento e le vittime, nonostante l’intervento dei soccorritori del 118, non hanno avuto scampo e sono morte. Le ferite riportate nell’impatto erano troppo gravi.Schianto frontale tra due vetture sulla superstrada Cassino-Sora, morte tre personeSono tre le vittime del tragico incidente che si è verificato sulla superstrada Cassino-Sora. L’incidente è avvenuto poco prima della mezzanotte nel Frusinate molto vicino allo svincolo per Fontechiari.Due le vetture coinvolte in uno scontro frontale che ha avuto un impatto violentissimo e che ha portato alla morte di tutti le persone che si trovavano all’interno dei veicoli.Su una delle auto viaggiava una coppia di fidanzati residenti di Sora, il ragazzo era un soccorritore del 118. A soccorrerlo sono stati proprio i suoi colleghi ma purtroppo per il ragazzo, come per le altre due vittime non c’è stato nulla da fare.Sull’altra vettura invece viaggiava una donna da sola, al momento ancora non è stata identificata. Tutte e tre le vittime sono morte sul colpo, durante lo schianto a causa delle ferite troppo gravi che ha provocato l’impatto. Vetture dei carabinieri – Nanopress.itLa chiusura della strada e le testimonianzeSul posto sono intervenute oltre le ambulanze anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri. Le vetture interessate dall’incidente sono una Ford e una Grande Punto.L’impatto tra le due vetture è stato talmente tanto forte che è stato avvertito anche dai residenti nella zona e definito una “deflagrazione”.La strada dove è avvenuto l’incidente è stata chiusa temporaneamente per poter permettere le operazioni di soccorso, purtroppo però per le tre vittime non c’è stato nulla da fare.Sul posto le forze dell’ordine, che sono intervenute sul luogo dell’incidente, avendo la strada chiusa hanno potuto eseguire le operazioni necessarie in questi casi. Hanno fatto i rilievi del caso.Ora le autorità oltre a dover identificare la terza vittima dovranno capire la dinamica dell’incidente e le motivazioni che hanno portato allo schianto frontale delle due vetture. LEGGI TUTTO

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    Terremoto a Napoli, scossa di magnitudo 4.2 ai Campi Flegrei

    Dalla mattinata di ieri l’area dei Campi Flegrei è interessata da uno sciame sismico che si protrarrà anche nei prossimi giorni. Nella serata di ieri sono state registrate due scosse una di magnitudo 2.2 e l’altra di magnitudo due.Sismografo – Nanopress.itQuesta mattina alle ore 3:35 è stata registrata una forte scossa di terremoto a 3 chilometri di profondità e sempre con epicentro nell’area dei campi Flegrei, questa volta il magnitudo è stato di 4.2. La popolazione è scesa in strada per la paura, fortunatamente al momento non sono stati registrati danni a cose o persone. La scossa è stata avvertita anche a Napoli e in altri Comuni, a Pozzuoli è stata disposta la chiusura delle scuole.Forte scossa di terremoto con magnitudo 4.2 nella zona dei Campi FlegreiNell’area dei Campi Flegrei che si trova in provincia di Napoli è in corso un intenso sciame sismico che ha avuto inizio nella mattinata di ieri, 26 settembre 2023, ed ha fatto registrare nuove scosse dalla serata.La prima è stata registrata alle 22:49 ed è stata di magnitudo 2.2, se ne è poi registrata un’altra intorno alle 23:36 di magnitudo 2.Queste due prime scosse sono state tutte registrate con epicentro ai Campi Flegrei, dove da diverse settimane si è risvegliato il fenomeno del bradisismo attivo.A seguito di queste due scosse ne è seguita una terza alle 3:35 di questa mattina, 27 settembre 2023, più intensa e forte. Quest’ultima ha infatti avuto un magnitudo 4.2 e il suo epicentro è stato a 3 chilometri di profondità, sempre nell’area dei Campi Flegrei.La scossa è stata talmente tanto forte che è stata avvertita anche a Napoli soprattutto in alcuni quartieri.Non solo a Napoli però, infatti è stata avvertita anche nelle zone che vanno dalla Riviera di Chiaia a Capodimonte, e anche da Fuorigrotta al Vomero.Pochi secondi che hanno spaventato la popolazione e azionato diversi allarmi che si sono messi in funzione. Molte persone hanno scelto di abbandonare le proprie abitazioni per scendere in strada a causa dell’intensità della scossa.Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale si è attivato contattando le strutture che si trovano nel territorio interessato. Dalle prime verifiche non risultano esserci danni né a persone né a cose.È la stessa Protezione Civile che ha diffuso la notizia sul suo profilo Fb: “Terremoto Campi Flegrei: dalle prime ore di ieri registrato sciame sismico in area flegrea. La nostra Sala Situazione Italiana è in contatto con le strutture di protezione civile sul territorio. Dalle prime verifiche NON risultano danni segnalati”.Dopo questa intensa scossa ne sono seguite altre, più di dieci, con un’intensità minore e nella maggior parte di casi non sono neanche state avvertite dai cittadini. Sismografo registra terremoto – Nanopress.itLe parole dei sindaciA Pozzuoli il sindaco, Gigi Manzoni, ha deciso di chiudere le scuole per la giornata di oggi in modo da poter effettuare i controlli necessari.Nel suo messaggio afferma di essere in contatto con la Protezione Civile e anche con INGV, e dal momento che la scossa è stata forte ha predisposto i controlli per tutti gli edifici scolastici al fine di verificare se ci siano danni e se ci sono di quale entità sono.Ha poi esortato la popolazione a contattare i numeri della Polizia Municipale e della Protezione Civile per qualsiasi necessità, chiarendo che per i controlli saranno necessarie diverse ore.Josi della Ragione, sindaco di Bacoli, ha pubblicato un messaggio sulla sua pagina Fb. Ha invitato i cittadini a mantenere la calma, perché da ieri mattina è iniziato un lungo sciame sismico che si protrarrà ancora nei prossimi giorni.Ha precisato che tutti gli edifici, compresi quelli scolastici, sono continuamente monitorati e che al momento non ci sono stati danni a cose o persone.Per chi ha riscontrato danni o per chi ha necessità ha rilasciato i numeri dove poter contattare “Chiunque abbia danni, o senta la necessità di chiedere supporto, anche con sopralluoghi tecnici, può contattare sempre il nostro servizio reperibilità: 0815231736” numero attivo h24. Ha poi deciso di lasciare anche il suo numero personale per qualsiasi emergenza “3398766104”. LEGGI TUTTO

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    Sospese le ricerche in Val Formazza, troppo rischioso il recupero del corpo di Matteo Barcellini

    Il corpo di Marilena Bertoletti è stato recuperato nel pomeriggio di lunedì, ma il rischio della caduta di detriti ha fermato – almeno per il momento – il recupero dei resti di Matteo Barcellini. Matteo Barcellini e Marilena Bertoletti – Nanopress.itI due escursionisti sono morti la scorsa domenica, mentre percorrevano il sentiero G41. Improvvisamente si è sentito un boato e poi si è verificato un distacco di sassi nella zona del Piano dei Camosci, tra il rifugio Città di Busto e la diga dei Sabbioni, a circa 2.400 metri di quota. Appassionati di montagna, Matteo e Marina era anche due grandi amici.Sospeso il recupero del corpo di Matteo BarcelliniSono state interrotte le operazioni di recupero della salma di Matteo Barcellini, uno dei due escursionisti morti la scorsa domenica in Val Formazza, per la caduta di una frana. Il corpo di Marina Bertoletti, che era insieme a Bercellini, è stato recuperato nel pomeriggio di lunedì. Il rischio della caduta di detriti è troppo alto per portare avanti le operazioni. I soccorritori hanno individuato alcune tracce biologiche appartenenti a Matteo Barcellini. I familiari sono già stati avvisati della decisione, presa in accordo con il magistrato.I due escursionisti, 31 anni lei, 34 lui, sono stati investiti da una frana mentre percorrevano un sentiero considerato non particolarmente impervio: il G41. Il corpo di Marina Bertoletti è stato trovato una decina di metri più in basso del sentiero, mentre quello di Barcellini si troverebbe poco distante da lei. I due amici erano grandi appassionati di montagna, entrambi del novarese, di Nebbiuno lei, di Borgomanero lui. Domenica stavano percorrendo il sentiero insieme ad altri escursionisti. Sono stati alcuni testimoni a lanciare l’allarme, allertando il Soccorso Alpino, raccontando di un boato improvviso e poi di una frana, che ha travolto la coppia di amici. LEGGI TUTTO