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    Cina, c’è aria di nozze tra due big dell’auto

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    Maxi consolidamento in vista tra colossi statali cinesi dell’auto. Dongfeng, da una parte, e Changan, dall’altra, sarebbero a un passo dalle nozze. Ad anticipare l’unione, sottolineando che il dialogo è a buon punto, è il New York Times. A spingere i costruttori a rafforzarsi, puntando su un ulteriore passo avanti tecnologico in tema di mobilità elettrica e, allo stesso tempo, allentando la dipendenza dai partner stranieri, è il governo di Pechino. Scopo del matrimonio sarebbe quello di creare un gruppo più orientato alle auto elettriche e con meno stabilimenti di veicoli a benzina, attualmente in sovracapacità produttiva. In un settore in cui le fabbriche devono operare al 60-80% per ottenere un profitto, AlixPartners ha calcolato che nel 2024 le fabbriche di Dongfeng hanno funzionato al 48% e quelle di Changan al 47 per cento.Dongfeng e Changan, partecipate dal governo, vantano importanti legami con società estere. Dongfeng, ancora socio di Stellantis con l’1,66% (nel febbraio 2014 la casa cinese partecipò alla ricapitalizzazione di Psa, acquisendo il 14%), e Changan producono, insieme, circa 5 milioni di auto l’anno: più di Ford, quasi quanto Gm o la stessa Stellantis, e più anche del concorrente Byd (4,3 milioni). LEGGI TUTTO

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    Quattro aziende Ue uniscono le forze, nasce il big delle colonnine elettriche

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    Prende forma il gigante europeo delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Di fronte all’avanzare della minaccia di un contesto internazionale sempre più frammentato, il Vecchio continente non perde tempo e la novità arriva proprio da uno dei settori più critici, quello della mobilità elettrica, dove l’Europa si trova a contrastare l’accanita concorrenza di Stati Uniti da una parte e Cina dall’altra.Quattro aziende europee specializzate nella ricarica per veicoli elettrici hanno così deciso di unire le forze andando a creare la Spark Alliance, che andrà a dare vita alla rete più grande d’Europa. Tra i quattro player spicca anche un’eccellenza italiana del settore, Atlante, che fa parte del gruppo Nhoa, che da spin-off del Politecnico di Torino e di Milano è diventato uno dei leader globali nella transizione energetica. Dal lancio in Italia nel 2021, Atlante ha costruito una rete di oltre 900 stazioni distribuite tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo, dando vita alla più grande rete di ricarica rapida e ultra-rapida del Sud Europa, alimentata al 100% da energie rinnovabili. «Stabilire nuovi standard per le infrastrutture di ricarica pubblica e introdurre innovazione non può avvenire in modo isolato: ci siamo uniti per dare il via a questo percorso, e cercheremo attivamente altri partner ispirati», ha rimarcato Stefano Terranova, ceo di Atlante. «Proseguiremo con altre iniziative per rendere l’accesso alla ricarica pubblica affidabile e di alta qualità sempre più semplice, trasparente e sicuro», ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    La mossa di Bezos: offerta di Amazon per comprare TikTok

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    Donald Trump potrebbe decidere in queste ore il futuro di TikTok. La popolare app della cinese ByteDance deve essere venduta entro il 5 aprile, stando alla scadenza imposta dal presidente americano poco dopo l’insediamento alla Casa Bianca con un’estensione di tre mesi rispetto alla data originaria.E secondo le ultime indiscrezioni il social, con un miliardo e mezzo di utenti attivi mensili, disponibile in 170 paesi e in 70 lingue, potrebbe essere acquistato dal colosso di Jeff Bezos. Alcune fonti del New York Times hanno riferito che Amazon ha presentato un’offerta last-minute per acquistare TikTok, arrivata pare tramite una lettera al vicepresidente JD Vance e al segretario al commercio Howard Lutnick. Ieri il tycoon si è riunito nello Studio Ovale con alcuni dei suoi funzionari, inclusi Vance e la direttrice dell’intelligence Tulsi Gabbard, ma sino all’ultimo non era chiaro se avrebbe approvato la strategia presentata dal suo staff.Le fonti del New York Times hanno spiegato che varie parti coinvolte nei colloqui non sembravano prendere sul serio l’offerta di Amazon, ma le notizie hanno subito fatto salire il titolo a Wall Street dell’1,5%. Il gigante delle vendite online peraltro ha già alcuni legami con TikTok, diventata un importante centro di shopping al dettaglio con gli influencer che consigliano prodotti agli utenti (e molti incoraggiano le persone ad acquistare su Amazon, con una percentuale sulle transazioni).Inoltre, la società fondata da Bezos ha provato a creare una specie di clone di TikTok, chiamato Inspire, all’interno della sua app: una mossa considerata internamente un’iniziativa di alto profilo, ma infruttuosa nell’attirare acquirenti, e infatti è stata rimossa quest’anno.Un potenziale accordo potrebbe comunque comportare l’ingresso di diversi nuovi investitori tra cui Oracle, il gigante della tecnologia, e Blackstone, la società di private equity, evitando una vendita formale, ma non è chiaro se una tale struttura soddisferebbe le condizioni della legge federale. Tra gli altri interessati ci sarebbero anche il miliardario Frank McCourt e Jesse Tinsley, il fondatore della società di elaborazione per le buste paga Employer.com. LEGGI TUTTO

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    Nuovo pasticcio Ue su Unicredit-Bpm

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    Si dice che tre indizi fanno una prova. Ma se proprio non si vuole pensare male, quanto meno è lecito criticare come le istituzioni e la politica europee stanno trattando la vicenda legata all’Offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm. Dopo il pasticcio firmato da Banca centrale europea ed Eba, l’autorità bancaria continentale, un’anticipazione di Libero ha svelato una lettera che da Bruxelles è stata recapitata a Palazzo Chigi con un sottotesto chiaro: non intervenite sul dossier Unicredit-Banco Bpm, perché l’unica autorità competente per il risiko bancario è la Bce guidata da Christine Lagarde. La missiva arriva dalla «Direzione generale della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali». La firma è del capo dell’unità Almorò Rubin De Cervin.Verosimilmente si tratta di un’iniziativa di un funzionario che, seppur di peso, dovrebbe dissolversi come una bolla di sapone. Ma certamente suona stonata l’entrata a gamba tesa su un’operazione sistemica e delicata per il Paese, che merita approfondite riflessioni sui possibili riflessi e ricadute sulla concessione del credito a imprese e famiglie e sugli effetti a lungo termine di una vicenda di mercato che può comunque impattare gli interessi di un Stato membro sovrano come l’Italia. Sta di fatto che, Secondo Rubin De Cervin, «l’applicazione di norme nazionali in materia di golden power deve rimanere entro i limiti delle disposizioni del Trattato che disciplinano le libertà fondamentali, il mercato interno e le competenze specifiche della Banca centrale europea. A tale riguardo, le norme nazionali non dovrebbero essere applicate in assenza di una minaccia reale e sufficientemente grave a un interesse fondamentale della società, né dovrebbero essere applicate quando possono violare le norme dell’Ue che armonizzano il mercato interno e le norme in base alle quali le banche operano in tale mercato». Insomma, è un alt ad eventuali stop governativi all’operazione. Uno stop, tuttavia, che difficilmente arriverebbe per come adombrato dalla missiva e, al massimo, potrebbero essere irrogate delle prescrizioni per garantire alcuni servizi vitali alla vita economica del Paese e sul fronte dell’occupazione. LEGGI TUTTO

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    Milano si conferma capitale del turismo congressuale

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    La meeting industry in Italia continua a crescere e Milano si distingue come una delle principali destinazioni del turismo congressuale. Secondo lo studio promosso da Enit. in collaborazione con Federcongressi&eventi e realizzato da Aseri, il settore Mice (Meetings, Incentives, Conferences, Exhibitions) coinvolge ogni anno oltre 27 milioni di partecipanti, generando un impatto economico di quasi 12 miliardi di euro.Nel 2023, la spesa complessiva dei partecipanti agli eventi Mice in Italia ha raggiunto i 9 miliardi di euro, distribuiti tra alloggio (42%), trasporti (29,9%), ristorazione (15,9%) e altre spese come shopping e intrattenimento (12,2%). A questa cifra si aggiungono più di 2,8 miliardi di euro destinati alla realizzazione degli eventi, portando il valore totale dell’industria a 11,7 miliardi di euro. La spesa media giornaliera per partecipante si attesta intorno ai 281 euro, con un incremento significativo per gli eventi di più giorni.Il Nord-Ovest si conferma l’area geografica con la spesa più elevata, rappresentando il 39,7% del totale. Milano emerge come uno dei principali poli congressuali, ospitando il 40,7% delle sedi della Lombardia e posizionandosi tra le città italiane con la maggiore capacità di accoglienza per eventi e congressi.“La meeting industry ha un ruolo cruciale per il mondo del turismo nel nostro Paese. L’organizzazione di eventi e congressi attira numerosi partecipanti internazionali che, una volta arrivati in Italia, innescano un circolo virtuoso per il settore e per la nostra economia”, ha dichiarato Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit. “La crescita del comparto Mice è significativa e rappresenta una leva di sviluppo per l’intero territorio nazionale”.Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, sottolinea l’importanza di questo settore per l’economia italiana: “Il settore della meeting industry in Italia rappresenta un’importante opportunità di crescita economica e turistica. La significativa spesa generata dagli eventi e congressi non solo sostiene l’economia locale, ma promuove anche le meraviglie della nostra nazione a livello internazionale. È fondamentale continuare a investire in questo comparto strategico, che contribuisce a creare posti di lavoro e a valorizzare il patrimonio culturale italiano”. LEGGI TUTTO

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    La mossa di Bezos: offerta di Amazon per acquistare TikTok

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    Possibile svolta sul futuro di TikTok. Secondo quanto riportato dal New York Times, Amazon ha fatto un’offerta last minute per l’acquisto della totalità della popolare app in vista della scadenza del 5 aprile, data entro la quale dovrà separarsi dalla sua proprietà cinese. Secondo quanto confermato da tre fonti a conoscenza dell’offerta, la proposta del colosso di Jeff Bezos sarebbe stata fatta in una lettera inviata al vicepresidente JD Vance e al segretario al Commercio Howard Lutnick.Una novità degna di nota, anche se i protagonisti delle trattative per la cessione di TikTok non considerano seriamente l’offerta lanciata dal gigante dell’e-commerce. Ma la sola indiscrezione lanciata dal quotidiano newyorkese ha permesso ad Amazon di salire a Wall Street: i titoli del colosso delle vendite online sono avanzati dell’1,5 per cento.TikTok è finita al centro della cronaca giudiziaria a causa dei potenziali rischi per la sicurezza nazionale statunitense visti i legami della società ByteDance con il governo di Pechino. La vendita dell’app era prevista a gennaio, ma Donald Trump ha firmato una deroga di novanta giorni nonostante la sentenza della Corte Suprema. Bocche cucite da Amazon e TikTok, ma sono attese novità già nelle prossime ore: Trump, infatti, dovrebbe incontrare i massimi funzionari della Casa Bianca per discutere del destino dell’applicazione e, secondo Cnbc, potrebbe prendere un decisione già oggi.In base a quanto riportato dal Washington Post, la Casa Bianca ha valutato varie opzioni per salvare TikTok, fra le quali quella di lasciare il controllo dell’algoritmo della popolare app nelle mani della cinese ByteDance. In tal caso, ByteDance concederebbe poi l’algoritmo in prestito alla nuova entità che opererà TikTok negli Usa. LEGGI TUTTO

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    Bollette gas, a marzo i prezzi della maggior tutela scendono del 9,9% su mese

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    Per il mese di marzo 2025 il prezzo di riferimento del gas per il nuovo cliente tipo del servizio a maggior tutela si attesta a 117,46 centesimi di euro per metro cubo, registrando un calo del 9,9% rispetto a febbraio. Lo comunica Arera, spiegando che il prezzo comprende 48,41 centesimi di euro per l’approvvigionamento del gas naturale, 6,15 centesimi per la vendita al dettaglio, 26,80 centesimi per i servizi di distribuzione e trasporto, 2,94 centesimi per gli oneri generali di sistema e 33,15 centesimi di euro per le imposte.Con le nuove tariffe la bolletta media per gli utenti vulnerabili, calcolata su un consumo annuo di 1.100 metri cubi, si attesta a 1.292 euro, con una riduzione di 143 euro rispetto alle tariffe di febbraio. Il Codacons, commentando l’aggiornamento tariffario, evidenzia come “rispetto al 2021, prima della crisi energetica, i prezzi del gas siano comunque superiori del 66%, traducendosi in una maggiore spesa di 515 euro annui per famiglia”. Se si aggiunge anche la spesa per l’energia elettrica, stimata in 610,8 euro all’anno per un consumo di 2.000 kWh, la bolletta complessiva tra luce e gas arriva a 1.903 euro annui. “Nonostante il ribasso deciso da Arera, le tariffe restano oggi sensibilmente più elevate rispetto agli anni passati. Il governo, con il decreto bollette, ha introdotto misure che non appaiono sufficienti a contrastare l’aumento dei prezzi energetici – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Non è certo con bonus a pioggia e sconti temporanei sulla tassazione che si può risolvere un problema strutturale come quello del caro-energia, che necessita di interventi di lungo periodo”.Anche Assoutenti interviene sul tema, sottolineando che “la spesa di una famiglia tipo risulta più alta di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo del 2024”. Il presidente dell’associazione, Gabriele Melluso, evidenzia come “le tariffe del gas di marzo siano più alte del 15,7% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando il prezzo era di 101,5 centesimi al metro cubo, con un aggravio di spesa annuo stimato in 176 euro per famiglia”. Melluso aggiunge che “la riduzione dei prezzi avviene proprio mentre gli italiani spengono i riscaldamenti: in molte zone del Paese non sarà più possibile accenderli dopo il 15 marzo, mentre nelle aree climatiche B e C i termosifoni verranno spenti definitivamente dal 31 marzo. Questo significa che il calo delle tariffe, sebbene positivo, avrà effetti limitati sulle tasche delle famiglie per via della riduzione dei consumi”. LEGGI TUTTO

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    Se fai uno di questi lavori puoi andare in pensione a 61 anni. Ecco di quali si tratta

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    L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha fornito ai contribuenti le linee guida per poter presentare le istanze di riconoscimento di lavori usuranti, per far sì che gli aventi diritto alla pensione abbiano la possibilità di inviare la documentazione necessaria entro il termine ultimo previsto. Nel caso in cui i potenziali beneficiari raggiungano i requisiti richiesti per il pensionamento nel 2026, ci sarà tempo di presentare l’istanza non oltre il 1° maggio 2025.Come precisato inoltre dall’Inps nel messaggio 801, l’iniziativa riguarda anche i dipendenti del settore privato i quali, avendo svolto mansioni pesanti e faticose, arrivino a maturare il diritto alla pensione cumulando i contributi versati in una delle gestioni speciali create per i lavoratori autonomi. Ma quali categorie di lavori sono interessate da questa iniziativa?L’Inps parla di “Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti; lavoratori addetti alla cosiddetta ‘linea catena’; conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo”. Per beneficiare del diritto di pensione anticipata da attività usuranti, i lavoratori rientranti in questa prima categoria devono aver raggiunto questi parametri:lavoratori dipendenti: anzianità contributiva di almeno 35 anni, età anagrafica di almeno 61 anni e 7 mesi, raggiungimento di quota 97,6 derivante dalla somma tra l’anzianità contributiva e l’età anagrafica;lavoratori autonomi: anzianità contributiva di almeno 35 anni, età anagrafica di almeno 62 anni e 7 mesi, raggiungimento di quota 98,6.La seconda categoria è rappresentata invece dai lavoratori notturni a turni, tra cui si possono distinguere:gli occupati per un numero di giorni lavorativi pari o superiori a 78 all’anno: costoro hanno diritto di conseguire il trattamento pensionistico qualora rientranti nei requisiti richiesti per i lavoratori impegnati in attività faticose e pesanti;gli occupati per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno: se si tratta di dipendenti sono necessarie un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, un’età di almeno 63 anni e 7 mesi e il raggiungimento di quota 99,6, se si tratta di autonomi si richiede un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, un’età di almeno 64 anni e 7 mesi e il raggiungimento di quota 100,6;gli occupati per un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno: in questo caso si richiedono un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, un’età di almeno 62 anni e 7 mesi e il raggiungimento di quota 98,6 (per i dipendenti) o un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, un’età di almeno 63 anni e 7 mesi e il raggiungimento di quota 99,6 (per gli autonomi).Chiunque dovesse rientrare in questi parametri tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026 può presentare domanda entro il 1° maggio 2025: in caso di ritardo, la decorrenza del trattamento pensionistico differirà di un mese (ritardo fino a 1 mese), di due mesi (ritardo superiore a 1 ma inferiore a 3 mesi) o di tre mesi (ritardo superiore ai 3 mesi). LEGGI TUTTO