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    Natale, pronto il salasso per chi vuole tornare al Sud in aereo. Quanto si pagherà

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    Il Natale si avvicina e diverse compagnie aeree hanno già provveduto ad alzare i prezzi per determinate rotte. Per chi intende tornare al Sud durante le vacanze si preannuncia pertanto un salasso in piena regola, e c’è chi si sta attrezzando per cercare di spendere un po’ meno.Il salasso annunciatoNulla di nuovo, in realtà. Da tempo, ormai, stiamo assistendo a rincari consideravoli. Rincari che, è bene precisarlo, non riguardano soltanto gli aerei. A costare molto sono anche i biglietti del treno. Tuttavia, esaminando alcuni casi attuali, pare che quest’anno per tornare in Puglia dalla Lombardia si dovranno sborsare sulle 400 euro. Una cifra parecchio elevata, dal momento che si tratta di uno spostamento fra città della stessa Nazione. Eppure, se in quello stesso periodo si volesse volare all’estero, saremmo invece chiamati a spendere circa 50 euro. Un’assurdità.Ed ecco che in molti stanno pensando a tratte e scali assurdi pur di cercare di risparmiare un po’ sul prezzo del biglietto. Insomma, invece di un diretto Milano-Bari, costerebbe di meno fare uno scalo di dieci ore in Albania e in Ungheria, e da lì riprendere il viaggio verso il Sud Italia.La soluzione degli scaliUn volo diretto Malpensa-Bari Palese di Ryanair, che si definisce una compagnia low-cost, ha un prezzo minimo di 130 euro in data 21 dicembre. Non va meglio per chi sceglie Easyjet, 138 euro. Con Ita Airways si sale ancora: 244 euro (bagaglio incluso). E allora cosa fare? Skyscanner, motore di ricerca internazionale utile per confrontare i voli, offre la soluzione di Wizzair. Con 102 euro si raggiunge la Puglia, ma si deve fare uno scalo di 13 ore e 45 minuti a Budapest. Il discorso non cambia se si vuole atterrare a Brindisi. LEGGI TUTTO

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    Superbonus, l’emendamento per pagare meno tasse

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    Meno tasse sulle plusvalenze del Superbonus per far ripartire il mercato delle ristrutturazioni. È questo il senso dell’emendamento Fdi al decreto legge Fiscale firmato da Lavinia Mennuni, che sintetizza settimane di confronto tra politici di diversa estrazione politica come Alberto Luigi Gusmeroli, Mauro Del Barba, Andrea de Bertoldi ed Emiliano Fenu e associazioni del settore (notai, geometri e agenti immobiliari).L’emendamento chiede che la tassazione della plusvalenza non possa superare l’ammontare del beneficio fiscale goduto, di limitare a cinque anni (invece che dieci) il periodo di imponibilità della plusvalenza, di escludere gli immobili venduti entro il 1° gennaio 2024 e quelli in cui i lavori di riqualificazione abbiano riguardato esclusivamente le parti comuni dell’edificio e non il singolo appartamento. Inoltre, chi ha optato per la cessione del credito possa dedurne gli oneri finanziari e che con un meccanismo la tassazione si calcoli in funzione della effettiva fruizione del Superbonus nella dichiarazione dei redditi.Nel frattempo l’esecutivo, come anticipa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, sta lavorando a un «processo di riordino dei bonus edilizi» per limitarne il costo» e per evitare che lo squilibrio nei conti pubblici si allarghi agli anni successivi, come è avvenuto con il bonus sponsorizzato da Giuseppe Conte e costato alle casse dello Stato al 31 marzo 2024 quasi 129 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    Unipol accelera su tutti i fronti. Terzariol: “Sulle acquisizioni parità tra banche e compagnie”

    Unipol ha concluso i primi nove mesi del 2024 con risultati solidi, mostrando un’elevata resilienza in un contesto di mercato sfidante e di spese straordinarie. Il gruppo ha registrato un utile netto di 724 milioni di euro, con una flessione del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2023, attribuibile a uno stanziamento straordinario per prepensionamenti. Tuttavia, considerando i contributi delle collegate bancarie Bper e Banca Popolare di Sondrio, l’utile complessivo sale a 834 milioni, in crescita dell’8,5%. Di seguito, un’analisi dettagliata dei principali risultati e delle dichiarazioni dei vertici aziendali.La Raccolta Premi e il Solvency ratioUnipol ha riportato una raccolta premi totale in crescita del 9,1%, raggiungendo gli 11,4 miliardi di euro, un dato che testimonia la continua espansione del gruppo in tutti i comparti assicurativi. Nel dettaglio:- Comparto Vita: I premi sono aumentati del 9,6% rispetto ai primi nove mesi del 2023, raggiungendo i 4,9 miliardi di euro, grazie a una forte domanda di soluzioni di risparmio e previdenza.- Comparto Danni: I premi Danni sono saliti dell’8,7% a 6,5 miliardi di euro. Questo segmento ha beneficiato di un risultato ante imposte in crescita da 514 a 543 milioni di euro, trainato dalle performance positive nei settori chiave del gruppo, tra cui mobilità, welfare e proprietà.Nel complesso, Unipol ha ottenuto risultati positivi in tutti gli ecosistemi di business Danni:- Mobilità: La raccolta premi è aumentata del 10,1%, attestandosi a 3,4 miliardi di euro.- Welfare: La crescita dei premi ha raggiunto il 10,8%, per un totale di 1,3 miliardi.- Property: La raccolta premi ha registrato un incremento del 4,6%, arrivando a 1,8 miliardi di euro.Per quanto riguarda il comparto Vita, UnipolSai ha raccolto premi per 2,55 miliardi di euro, segnando una leggera flessione del 2,7%. Al contrario, il canale di bancassicurazione gestito da Arca Vita ha registrato una crescita del 27,5% nei premi, raggiungendo i 2,35 miliardi di euro. Il risultato ante imposte del settore Vita ha totalizzato 225 milioni, in leggera crescita rispetto ai 221 milioni del 2023.Dal punto di vista della solidità finanziaria, il gruppo ha rafforzato il proprio Solvency Ratio, che è salito al 224% dal 215% di fine 2023, mentre l’indice di solvibilità assicurativo è aumentato dal 275% al 286%, segno di una gestione prudente e di una forte resilienza patrimoniale.Il miglioramento della redditività è stato evidenziato anche dal combined ratio di Unipol, un indicatore chiave della gestione tecnica nel comparto Danni, che è sceso al 93,9% rispetto al 98,6% dello stesso periodo del 2023. Tale miglioramento riflette una minore incidenza di sinistri da calamità naturali, un controllo dei costi e una gestione efficace della raccolta premi.Confermati gli obiettivi 2024Matteo Laterza, amministratore delegato di Unipol, ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti nei primi nove mesi dell’anno, ribadendo la coerenza con il piano strategico 2022-2024. “L’andamento registrato nei primi nove mesi e le informazioni al momento disponibili ci consentono di confermare, in assenza di eventi attualmente non prevedibili legati ad un eventuale aggravarsi del contesto economico o a eventi climatici estremi, un andamento reddituale della gestione consolidata per l’anno in corso in linea con gli obiettivi fissati nel Piano Strategico 2022-2024,” ha affermato Laterza.La bancassuranceL’amministratore delegato ha inoltre sottolineato l’importanza della bancassicurazione come “motore principale per la crescita della distribuzione del business assicurativo,” evidenziando la solidità degli accordi con Bper e Popolare di Sondrio e la joint venture in Arca. Laterza ha ribadito che il gruppo considera tutte le opportunità di crescita con attenzione: “Se ci sono opportunità interessanti, è chiaro che le prenderemo in esame,” ha dichiarato, rispondendo a una domanda sugli sviluppi del settore e, soprattutto, a un eventuale interessamento a una partnership con Mps nel caso in cui l’istituto senese sciogliesse il legame con Axa.Il Danish CompromiseL’ad Laterza è poi tornato sulla questione Danish Compromise, ossia la normativa europea che consente alle banche un minor assorbimento di capitale per l’acquisizione di quote nelle compagnie assicurative. Il viceversa, tuttavia, non vale nel caso siano le assicurazioni a mettere piede nel credito. Un’asimmetria notata giovedì scorso nel corso di un convegno sia dal presidente di Unipol, Carlo Cimbri, che Ceo Insurance di Generali, Giulio Terzariol. Si tratta una questione che – occorre precisarlo chiaramente – non ha un riferimento diretto all’Opa recentemente annunciata da Banco Bpm su Anima. In quel caso, infatti, Piazza Meda potrebbe avvalersi del Danish Compromise allargato o ampliato, che può permettere alle banche di ottenere sconti patrimoniali anche per partecipazioni in asset manager, purché queste vengano acquistate tramite una società controllata nel settore assicurativo.Laterza ha, tuttavia, voluto puntualizzare la posizione del gruppo bolognese rispondendo alla domanda di un analista. «Il Danish Compromise, secondo noi, è un qualcosa di non troppo corretto nella regolamentazione dei mercati finanziari, ovvero per le banche c’è un vantaggio; al contrario questo “vantaggio” non potrebbe essere utilizzato da una compagnia assicurativa che magari ha degli interessi sulle quote bancarie», ha specificato aggiungendo che «nel caso delle quote bancarie ci viene chiesto di mettere sul tavolo più capitale rispetto al capitale che viene richiesto a una banca per comprare invece una quota in una compagnia assicurativa; quindi penso che sia una questione di regolarità normativa che a un certo punto dovrà comunque essere presa in esame dalle istituzioni politiche». La strategia di Unipol, ha concluso, «non dipenderà dal quadro normativo, ma da quanto noi in questo momento pensiamo di poter remunerare il capitale necessario per un investimento strategico».Strategia RC Auto e Crescita di UnipolMoveEnrico San Pietro, insurance general manager di Unipol, ha discusso dell’andamento del segmento RC auto, dove il premio medio è stato aumentato del 5% nel corso dell’anno, un tasso superiore alla media del mercato. Sebbene questo abbia comportato una riduzione della base clienti, San Pietro ha affermato che “dalla scorsa primavera siamo stabili,” suggerendo che il portafoglio clienti si è ora stabilizzato.Laterza ha parlato anche della crescita di UnipolMove, il servizio di telepedaggio del gruppo, che ha superato quota 1,8 milioni di clienti. “Abbiamo spinto molto a livello di iniziative commerciali per migliorare il numero di clienti di UnipolMove,” ha spiegato Laterza. L’obiettivo è raggiungere i 2 milioni di clienti entro la fine del piano industriale, fissato per la fine del 2024. “Non so se riusciremo ad arrivarci, ma siamo avanti e ben posizionati per poter raggiungere questo obiettivo,” ha aggiunto l’amministratore delegato.Le Prospettive sul DividendoNel corso della conference call, Laterza ha fornito indicazioni anche sul fronte del dividendo, rispondendo alle domande degli analisti in merito alle aspettative future. “Il nostro track record è sempre stato rispettato negli anni passati per raggiungere gli obiettivi di politica di dividendo,” ha sottolineato l’amministratore delegato, aggiungendo che il gruppo non ha intenzione di cambiare la propria linea di pensiero. Le decisioni relative al dividendo saranno comunque prese più avanti, ma Laterza ha ribadito che Unipol va considerata non più solo come una holding, ma come una “compagnia assicurativa operativa”. LEGGI TUTTO

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    Ora invitano pure a non pagare le tasse

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    Non è un invito esplicito a non pagare le tasse, ma poco ci manca. La non meglio precisata Federcontribuenti, una delle tante associazioni che si ergono a difesa dei consumatori con ambizioni generose che però mai verranno appagate, ha avuto la bella idea di colorare la città con striscioni nei quali campeggia più che un consiglio, un imperativo: “Concordato preventivo biennale, non cadere nella trappola”, firmato Federcontribuenti. A fianco la sigla del sito Cpb.Tax. Che ci precipitiamo a compulsare per capire di più. E subito compare l’invito, ancor più esplicito: “Hai sentito parlare del Concordato Preventivo Biennale, ma ti sei chiesto se è davvero la scelta giusta per la tua impresa? Dietro l’apparente promessa di stabilità e semplificazione fiscale si nascondono rischi che potrebbero compromettere il futuro del tuo business”. Dunque lo scopo diretto dell’invito è favorire il fallimento dell’iniziativa. Oibò, rischi che potrebbero compromettere il futuro dei tuoi affari? Affermazione grave.Ora, che la proposta di sanatoria fiscale varata dal governo sia un po’ farraginosa è un fatto, tanto è vero che si sono rese necessarie più correzioni al provvedimento. Né si esclude che ne vengano apportate altre in occasione della riapertura dei termini. Ma affermare che aderirvi rischia di compromettere il futuro dell’impresa, vuol dire che si pensa che lo Stato stia tendendo una trappola persino contro se stesso. Scorriamo la pagina, ed ecco comparire un prima sintetica spiegazione: “Nel nostro Report scoprirai come il Concordato Preventivo, presentato come una soluzione vantaggiosa, possa in realtà rivelarsi una trappola fiscale che ti obbliga a pagare imposte anche se la tua impresa non produce i risultati attesi”. Ah, la cosa ora appare più chiara, soprattutto se l’occhio si sposta sulla destra e legge una scheda che chiede i tuoi dati anagrafici onde farti aderire all’associazione. Ovvero, a diventare cliente di Federcontribuenti. LEGGI TUTTO

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    “L’Ue dovrà negoziare con Trump ma non sarà tutto negativo”

    Ascolta ora “Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa, ma non necessariamente tutto in senso negativo, certamente noi dovremmo prenderne atto”. Sono le parole pronunciate da a margine della riunione straordinaria del Consiglio europeo, a Budapest, dove è stato chiamato per presentare la […] LEGGI TUTTO

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    Trimestre eccellente per Mps, alzate le stime di utile lordo 2024

    Il Monte dei Paschi di Siena continua a macinare risultati positivi e conferma un 2024 con forte crescita. Nel terzo trimestre, la banca ha registrato un utile netto di 407,7 milioni di euro, superando i 309,6 milioni del corrispondente periodo dell’anno scorso. Nei primi nove mesi dell’anno, l’utile netto ha raggiunto 1,565 miliardi, con un incremento del 68% rispetto allo stesso periodo del 2023, superando le stime degli analisti. Questo risultato è sostenuto anche dalla rivalutazione del patrimonio di imposte differite attive (DTA) per 470 milioni, di cui 6 milioni riflessi nei conti fino al 30 settembre, al netto della fiscalità.L’utile operativo netto di Mps nei primi nove mesi è stato di 1,339 miliardi (+17,6%), mentre nel terzo trimestre ha toccato i 442 milioni. Cresce anche il margine di interesse (+4,7%), attestandosi a 1,768 miliardi nei nove mesi. L’incremento del margine di intermediazione, pari all’8,3% su base annua e raggiungendo i 3,037 miliardi, sottolinea la solidità della banca nel segmento operativo.Verso un dividendo più riccoIl Monte dei Paschi la prossima primavera potrebbe staccare un dividendo superiore al miliardo. “Abbiamo già raggiunto un utile pre tasse di 1,1 miliardi, il che ci consente di raggiungere e anche superare il nostro target iniziale di 1,3 miliardi, dato che ci aspettiamo che l’ultimo trimestre sia in linea con i tre precedenti” ha dichiarato l’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Previsto un quarto trimestre «che non sarà diverso dalla media dei precedenti» e quindi l’utile prima delle imposte potrà essere di «1,3-1,4 miliardi». Il top manager ha confermato che il payout ratio è del 75% con un dividendo già acquisito, dopo i nove mesi, di circa 820 milioni (l’utile di periodo al lordo delle imposte è di 1.096 milioni).Efficienza e gestione dei costiLa banca ha lavorato per migliorare l’efficienza operativa. Il cost/income ratio è sceso al 46%, rispetto al 48% dello scorso anno, con una riduzione delle spese amministrative (-5,4%) a 348 milioni e un aumento contenuto delle spese per il personale (+6,9%). Nonostante il lieve calo della raccolta complessiva a 192,9 miliardi rispetto a giugno, Mps conferma la stabilità delle sue fonti di liquidità.Anche la gestione dei crediti deteriorati ha registrato miglioramenti. Al netto della cessione di un portafoglio di 300 milioni, i crediti deteriorati lordi sono pari a 3,6 miliardi, con una copertura del 49,9%, mantenendo una posizione patrimoniale solida. “Dobbiamo ridurre il nostro NPL ratio, ma vogliamo farlo in maniera ragionata. Crediamo ci sia valore da recuperare da alcune posizioni deteriorate e, qualora necessario, procederemo con nuove cessioni” ha chiarito Lovaglio.Strategia di mercato e capitale in eccessoLa posizione patrimoniale del gruppo rimane robusta, con un CET1 fully loaded al 18,3%. La banca si dichiara pronta a cogliere opportunità di mercato, sfruttando il capitale in eccesso. “È bello avere un eccesso di capitale perché ci permette di guardarci intorno per opportunità” ha commentato Lovaglio, precisando che Mps è aperta a eventuali acquisizioni se si presentassero condizioni favorevoli. Tuttavia, queste scelte dipenderanno dalle opportunità concrete, ha aggiunto.Prospettive e ruolo del TesoroIl ministero dell’Economia, azionista di riferimento con una quota del 26,7%, ha dimostrato competenza nella gestione della sua partecipazione, secondo l’opinione di Lovaglio. “Hanno dimostrato di sapere cosa fanno e hanno fatto bene fino a questo momento, lasciamoli fare ciò che ritengono meglio per il gruppo e per gli azionisti”, ha detto l’ad. Il Tesoro è obbligato all’uscita dagli accordi stipulati nel 2017 con Bce e Commissione Ue per salvare l’istituto senese, anche se non sono state fornite tempistiche precise. Occorre ricordare, inoltre, che la partecipazione rimasta in carico a Via XX Settembre è di maggioranza relativa e non consente poteri di blocco in assemblea.DTA: un potenziale ancora da sfruttareIl Chief Financial Officer (CFO) Andrea Maffezzoni ha sottolineato come le DTA rappresentino ancora un notevole vantaggio fiscale per la banca, con una possibilità di conversione in crediti d’imposta per 1 miliardo fino al 2028, a cui si aggiungeranno altri 2 miliardi di DTA da sfruttare successivamente. “Questo filone aurifero può continuare a ridurre l’impatto fiscale della banca nel medio-lungo termine” ha spiegato Maffezzoni, evidenziando come questa risorsa possa sostenere la redditività della banca anche in prospettiva futura.L’Opa di Banco Bpm su AnimaTra le questioni sul tavolo è rilevante anche il possibile sviluppo dell’Opa di Banco Bpm su Anima Holding, partner strategico di Mps. “L’Opa di Banco Bpm su Anima può essere interessante, ma è troppo presto per esprimere un giudizio. Seguiremo l’evoluzione e faremo valutazioni”, ha dichiarato Lovaglio. Questa operazione potrebbe avere implicazioni importanti: Anima ha accordi di distribuzione proprio con Mps (che copre il 16% delle masse della Sgr che, a sua volta, detiene l’1% di Rocca Salimbeni). L’intesa scade nel 2030 e non prevede la clausola di uscita in caso di riassetto azionario. LEGGI TUTTO

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    Banca Generali verso un anno record

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    Banca Generali si avvia a chiudere il miglior anno della sua storia, raggiungendo risultati record in termini di redditività e masse gestite. Con l’utile netto consolidato dei primi nove mesi dell’anno a 338,6 milioni di euro, in crescita del 33% rispetto all’anno precedente e sopra le aspettative del consensus (335 milioni), la banca ha visto le masse gestite e amministrate per conto della clientela superare i 100 miliardi di euro, attestandosi a fine periodo a 101 miliardi, con un incremento del 14% rispetto allo scorso anno.La raccolta netta nei primi nove mesi è salita a 4,7 miliardi (+9%), riflettendo una domanda crescente di soluzioni gestite, mentre il margine di intermediazione ha registrato un aumento del 22,8% a 723,4 milioni di euro, grazie all’incremento del margine finanziario a 247,9 milioni (+2,9%) e delle commissioni nette ricorrenti, che si attestano a 353,3 milioni (+4,6%). Il margine d’interesse ha raggiunto i 237,3 milioni, con una crescita del 4,1% sull’anno, sostenuto da «un contesto di tassi rimasti elevati più a lungo del previsto». Solidi gli indicatori patrimoniali con un Cet 1 al 22,6% e un Total Capital ratio al 25,2%, considerando la rettifica per un’obbligazione AT1 da 50 milioni che sarà rimborsata entro la fine dell’anno.«Banca Generali – si legge nel comunicato sulla trimestrale – si appresta ad entrare nella fase conclusiva del piano triennale 2022-2024 confermandosi in linea o prossima al raggiungimento degli obiettivi finanziari definiti», che comprendono un flusso cumulato di raccolta netta compreso tra 18 e 22 miliardi, una crescita media annuale ponderata (CAGR) degli utili ricorrenti tra il 10% e il 15%, e una politica dei dividendi in crescita, con una distribuzione prevista di 7,5-8,5 euro per azione cumulati tra il 2022 e il 2025.La banca prevede per il quarto trimestre 2024 un margine finanziario tra 75 e 77 milioni, puntando per l’intero esercizio a un totale tra 323 e 325 milioni. Questo è «in virtù della tenuta della redditività degli attivi finanziari e della crescita dei volumi dei depositi retail», precisa la nota. Sono attese inoltre commissioni di gestione superiori all’1,42% e una crescita dei costi operativi “core” non oltre il 6% annuo. In questo scenario, Banca Generali mira a distribuire non meno di 8 euro per azione di dividendi cumulati nel periodo 2022-2025, mantenendosi all’interno del range previsto dal piano (7,5-8,5 euro per azione).Guardando al futuro, la banca prevede di lanciare il nuovo piano triennale 2025-2027 nel secondo trimestre 2025, dopo il completamento dell’offerta volontaria di acquisto per l’acquisizione di Intermonte.Secondo l’amministratore delegato e direttore generale Gian Maria Mossa, Banca Generali si dirige «verso i migliori risultati nella storia della banca in termini finanziari, di portafoglio clienti e numero di banker». Mossa evidenzia come questi risultati siano «supportati da diversi trend positivi: forte interesse da parte di professionisti del settore e dal mondo bancario tradizionale al nostro modello di servizio, masse della clientela ai massimi storici superando il traguardo dei 100 miliardi di euro, slancio nella raccolta dai prodotti di risparmio gestito finanziario della casa e forte accelerazione della componente assicurativa nelle ultime settimane».Mossa sottolinea inoltre che «migliorano le voci ricorrenti che abbinate all’efficienza operativa ci proiettano verso nuovi ambiziosi traguardi non solo di redditività, ma anche di solidità». Un importante impulso alla crescita futura è atteso anche dall’acquisizione di Intermonte e dai progressi nei servizi in Svizzera, che Mossa considera «fondamentali per nuovi traguardi di crescita cui stiamo lavorando con grande impegno e determinazione». Grazie all’impegno dei consulenti, che secondo Mossa sono «al vertice del settore per professionalità e sviluppo», e all’apprezzamento dei clienti, la banca guarda «con grande fiducia ai prossimi mesi». LEGGI TUTTO

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    Sciopero nazionale metro, bus e tram: rischio caos senza fasce garantite

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    I punti chiave

    Un venerdì nero per i pendolari che si muovono in bus, tram e metro. A rendere difficile la vita per i viaggiatori è lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati, con tanto di manifestazione a Roma davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Non subirà alcuna variazione, invece, il traffico sulla rete ferroviaria, con i dipendenti di Trenitalia, Italo e Trenord che non hanno aderito alla protesta. A proclamare unitariamente lo sciopero sono state le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale (scaduto il 31 dicembre del 2023, ndr), per la carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro”. No alla fascia di garanziaCiò che preoccupa maggiormente i pendolari sono le fasce di garanzia, che non saranno previste. Verranno assicurati solo alcuni servizi essenziali dall’inizio del servizio diurno fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. “A differenza dei precedenti scioperi — è scritto nella nota dei sindacati — non si prevede, nel rispetto della legge 146 che regolamenta il diritto di sciopero e una volta sola nell’ambito della vertenza di rinnovo di un contratto nazionale, la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori ma sarà garantito, durante le fasce orarie previste a livello locale, l’utilizzo del 30% del personale viaggiante e inoltre i servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti, nonché quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne ed elementari”. Garantiti i servizi minimiIl Garante degli scioperi ha, quindi, preteso che fossero garantiti i servizi minimi di trasporto. Il Corriere della Sera ha pubblicato una tabella in cui sono esplicitati i servizi minimi fatti salvi nelle maggiori città: LEGGI TUTTO