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    Scalata Mps, Mediobanca cerca rifugio in montagna e prepara le barricate

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    Mediobanca non ha alcuna intenzione di finire nella pancia del Monte dei Paschi di Siena. Anzi, le prime battute provenienti dall’interno di Piazzetta Cuccia sono decisamente bellicose. Intanto viene ribadito che l’Ops annunciata da Mps «non è stata concordata»: lo hanno scritto senza fronzoli l’amministratore delegato Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci, in una lettera indirizzata ai dipendenti. «Il cda – vi si legge – si riunirà nei prossimi giorni per esaminarla ed esprimere le proprie valutazioni al riguardo, con l’obiettivo di tutelare gli interessi di tutti». Le persone di Mediobanca sono «il principale asset e il fondamentale presidio dell’autonomia e dell’indipendenza del nostro gruppo», proseguono i due manager precisando che la bandiera non sarà ammainata. «Le sfide che abbiamo davanti saranno l’occasione per dimostrare insieme, ancora una volta, tutto il nostro valore», aggiungono. La mail per rinvigorire lo spirito di gruppo, secondo quanto si apprende, sarebbe stata inviata dal top manager che ieri, insieme al presidente Renato Pagliaro, è stato visto sulle piste innevate di Courmayeur: probabilmente un modo per rilassarsi in previsione delle settimane stressanti che li attendono. Nella lettera vengono ricordati «la leadership nell’investment banking e nel credito al consumo» e il modello di private & investment banking che «ci permette di crescere a tassi superiori al mercato». Nessun riferimento alle Assicurazioni Generali (principale partecipata che giovedì presenterà il suo nuovo piano industriale al mercato), nessun riferimento alle performance di Borsa non troppo entusiasmanti che l’istituto ha presentato negli anni passati, ma una sorta di chiamata alle armi nei confronti della forza-lavoro a tenere alto il morale e a non farsi coinvolgere dal dibattito mediatico. LEGGI TUTTO

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    Scossa ai vertici Prosieben, via il presidente. Parte la caccia al successore, occhi su MfE

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    Scossa al vertice di ProSiebenSat.1, la partecipata tedesca di MfE -Mediaset. Il presidente del consiglio di sorveglianza Andreas Wiele non si ripresenterà per un nuovo mandato, lasciando la carica il prossimo 28 maggio in occasione dell’assemblea dei soci.Un segnale di cambiamento che avvicina sempre più MfE al broadcaster bavarese, di cui detiene il 29,99% del capitale. Da tempo sono peraltro chiare le mire strategiche del Biscione per dare vita a un gruppo dal respiro sempre più europeo. Un’occasione per risolvere la partita tedesca, secondo alcuni analisti, potrebbe presentarsi dopo febbraio, quando le urne avranno sancito i nuovi equilibri politici a Berlino.«ll consiglio di sorveglianza e il suo comitato per le nomine inizieranno ora immediatamente la ricerca di un successore idoneo al fine di presentare una proposta corrispondente all’assemblea generale annuale del maggio 2025», si legge nel comunicato diffuso da Prosieben. Ma da qui a maggio molti giochi potrebbero compiersi. In ogni caso, il passo indietro di Wiele è la prova di un cambio di gestione auspicato da tempo sia dal gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi, sia dal secondo azionista Ppf Group.Facile prevedere che il nuovo presidente sarà a questo punto molto vicino o perlomeno gradito a MfE. Il gruppo italiano da tempo chiede alla sua partecipata tedesca di concentrarsi maggiormente sul core business televisivo. E dopo aver ottenuto 4 posti su 9 in consiglio, in dicembre, con la notizia di un maxi finanziamento da 3,4 miliardi a disposizione del Biscione, si sono fatte insistenti le voci di una prossima possibile avanzata di MfE.«La struttura azionaria e la composizione del consiglio di sorveglianza sono cambiate in modo significativo da quando ho assunto l’incarico e date queste circostanze, è giunto il momento di cedere il mio incarico». L’obiettivo di MfE, che a fine novembre si è portato al 29,9% del capitale sociale della società bavarese con il 30,8% dei diritti di voto, è quello di risanare e rilanciare il gruppo tedesco con la cessione degli asset non core rispetto al business televisivo: il sito di incontri, Verivox e il portale di profumi. Le trattative per la cessione sono in corso, e dovrebbero valere circa 800 milioni. Ma per ora, per esempio, i contatti tra Prosiebensat e Moltiply, ex MutuiOnline, per la vendita del sito di comparazione delle utenze Verivox è saltata. LEGGI TUTTO

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    Borsa in pressing su Stellantis: “Subito il nuovo ad”

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    Il 26 febbraio prossimo si conosceranno i dati finanziari 2024 di Stellantis, l’ultimo esercizio che fa capo alla gestione Carlos Tavares. E per quella data il presidente John Elkann avrà sciolto la riserva sul nome del nuovo ad? Sarebbe, infatti, l’occasione ideale. Il limite posto dallo stesso Elkann per comunicare il successore di Tavares è giugno, ma all’interno di Stellantis si sta facendo di tutto per accelerare i tempi. Lo sollecitano, tra l’altro, anche analisti e banche d’affari. «La questione ancora aperta della successione di Tavares – così una nota di Barclays – continuerà probabilmente ad aggiungere incertezza e volatilità anche nel breve termine», nonostante gli investitori abbiano visto positivamente l’uscita del manager portoghese, come «la buona reputazione di Elkann, presidente di Stellantis, e la sua capacità di individuare candidati validi». Il riferimento è a Ferrari ora nella mani di Benedetto Vigna.Il toto-nomi sul nuovo ad, intanto, vedrebbe sempre l’«americano» di Napoli, Antonio Filosa, in pole position. Il responsabile delle attività Usa di Stellantis, tra l’altro, si è visto nei giorni scorsi con il suo presidente in missione Oltreoceano per incontrare Donald Trump, riallacciare i rapporti con il sindacato Uaw e i concessionari, ma anche cambiare rotta sul futuro produttivo dell’impianto di Belvidere, nell’Illinois: niente chiusura, come previsto dal precedente piano Tavares, ma 1.500 nuovi posti. Quindi, investimenti (si parla di 5 miliardi di dollari) anche a Detroit, in Indiana e Ohio. «Tutte azioni – le parole di Filosa nella lettera inviata ai dipendenti – che fanno parte del nostro impegno a investire nelle attività americane per far crescere la nostra produzione automobilistica e la manifattura qui».La permanenza negli Usa di Elkann, a questo punto, potrebbe essere servita per testare da vicino, una volta di più, autorevolezza e capacità del manager nell’intrattenere i rapporti. Gli Stati Uniti, del resto, rappresentano il mercato più importante (lo era anche ai tempi di Fca) per Stellantis, e nuovi problemi di business e strategia non devono più presentarsi. Chiaro, in proposito, il messaggio di Filosa ai lavoratori: «Il presidente Elkann ha incontrato il capo della Casa Bianca, Trump, per condividere il nostro entusiasmo per il suo forte impegno nei confronti dell’industria automobilistica Usa e per tutto ciò che questo significa a beneficio dell’occupazione nel Paese. Basandoci sulla nostra orgogliosa storia di oltre 100 anni negli Usa, intendiamo portare avanti tale eredità rafforzando ulteriormente la nostra impronta manifatturiera e fornendo stabilità alla nostra grande forza lavoro americana». Pace fatta, inoltre, con il sindacato Uaw, lo stesso che aveva definito, azzencando in pieno, «Tavares il vero problema del gruppo». E toccherà a Filosa mantenere la ritrovata linea collaborativa a tutela di fabbriche e operai. LEGGI TUTTO

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    “Due euro per pacchi Amazon non ritirati”: la truffa che svuota il conto corrente

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    I punti chiave

    Offerte incredibili, prezzi stracciati e la promessa di un affare irripetibile. È così che molte persone finiscono nella rete del brushing, una delle truffe online più subdole degli ultimi tempi. Il meccanismo sfrutta il nome di aziende note e affidabili, come Amazon, per catturare l’attenzione delle vittime e convincerle a fornire informazioni personali, come i dati del conto corrente, con la promessa di un guadagno facile. In realtà, dietro queste offerte c’è un sistema ben organizzato che può portare al completo svuotamento del conto bancario.Cosa è il brushingIl brushing si basa su una strategia semplice ma efficace. Tutto inizia con post sponsorizzati che compaiono sui social network e mostrano fantomatici bancali di pacchi mai consegnati. La proposta è allettante: con il pagamento di una cifra simbolica, solitamente di 2-3 euro, si potrebbe acquistare l’intero bancale. Questi post, apparentemente inviati da Amazon, contengono spesso errori di grammatica e di sintassi, un segnale che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme. Attraverso un link, l’utente viene reindirizzato a un sito clone che imita perfettamente l’interfaccia di Amazon, ma che è gestito da truffatori. A questo punto, alla vittima viene richiesto di inserire i propri dati bancari per completare l’acquisto, ed è lì che il raggiro si compie. I truffatori, una volta ottenute le informazioni sensibili, accedono al conto e lo svuotano. Questa pratica, chiamata brushing – che letteralmente significa “spazzolare” – richiama proprio l’idea di ripulire il conto corrente della vittima. Non si tratta di episodi isolati, al punto che Amazon ha creato una pagina di avviso per allertare i propri clienti su queste truffe, fornendo consigli per evitarle.Come difendersiIl punto cruciale è sviluppare un occhio critico verso queste offerte troppo belle per essere vere. Errori di lingua nei messaggi, prezzi irrisori per beni apparentemente di grande valore e siti con URL strani o poco affidabili sono dettagli che possono aiutare a riconoscere il pericolo. Secondo le associazioni dei consumatori, in caso di dubbi, è sempre meglio cercare informazioni su Internet: quasi sempre altre persone hanno già denunciato simili tentativi di frode. Anche la prudenza nell’inserire i propri dati bancari è fondamentale. Nessuna azienda seria chiederà mai informazioni sensibili attraverso messaggi o siti di dubbia provenienza. LEGGI TUTTO

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    La truffa della carta prepagata: ecco quanto può costare cara

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    Approfittare delle difficoltà economiche, e non solo, dell’obiettivo di turno per acquistare una carta prepagata a suo nome: inizia così, con una semplice compravendita, una truffa che può comportare per la vittima conseguenze anche molto gravi.A segnalare il nuovo genere di frode, come riferito da Varese News, è l’avvocato Gianmarco Beraldo, il quale da solo ha rilevato 6 episodi concentrati in pochi mesi, sufficienti a far comprendere come non si tratti di un caso isolato ma di una strategia che sta prendendo piede e ha avuto una decisa accelerata nell’ultimo periodo.Il primo passo è quello di trovare la vittima perfetta, in genere un individuo con problematiche economiche o con difficoltà rilevanti, come ad esempio una condizione di dipendenza da alcol o da droghe: l’aspetto più sconfortante della vicenda, secondo quanto spiegato al quotidiano dal legale varesino, è che talvolta l’autore del raggiro è addirittura un familiare.L’autore della truffa si propone di “aiutare” questa persona, acquistando per una cifra irrisoria una carta prepagata a suo nome di cui in genere conosce l’esistenza. Fornendo spiegazioni generiche o poco chiare per questa sua necessità, il compratore propone solitamente una cifra irrisoria per poter mettere le mani sulla carta, più o meno una somma compresa tra i 20 e i 50 euro. Una quantità di denaro poco rilevante che tuttavia può tuttavia diventare tale per un individuo che versa in condizioni di difficoltà economiche o di pesanti dipendenze.Ricevuta l’offerta, la vittima accetta, non rendendosi conto che lasciare andare quella prepagata a suo nome, anche se vuota, comporta dei rischi rilevanti. Ottenuto quello che voleva, quindi, il truffatore può agire come meglio crede, utilizzando la carta per mettere a segno una serie di raggiri senza esporsi in prima persona. “Vende auto che non possiede, chiedendo anticipi che fa depositare sulla carta, o organizza altre frodi finanziarie coinvolgendo numerose vittime”, spiega l’avvocato Beraldo. LEGGI TUTTO

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    Truffe online, ecco cosa fare nel caso in cui si subisca una frode: tutti i passaggi

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    In un mondo sempre più digitalizzato è purtroppo molto facile ritrovarsi ad essere vittime di truffe online. Purtroppo i cybercriminali sono sempre in agguato, e ogni volta mettono in campo trucchi sempre nuovi per far cadere qualcuno nella loro trappola. Queste frodi mirano non solo a impossessarsi del denaro del malcapitato utente, ma anche a ottenere i suoi dati sensibili, che possono essere utilizzati oppure venduti.Nel caso in cui ci si renda conto di essere stati truffati in qualche modo, la prima cosa da fare è sicuramente quella di recarsi dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto, avendo poi cura di seguire le indicazioni fornite dalle autorità. La truffa è un reato punibile con sanzioni importanti fino alla reclusione in carcere.La situazione non è delle migliori. Secondo gli ultimi dati forniti dalla polizia postale, nel 2024 sono stati denunciati 18.714 casi di truffe online. Un numero in crescita, dato che si è registrato un incremento del 15% rispetto al 2023. Le truffe del 2024 hanno sottratto in totale 181 milioni di euro. Una somma ingente portata via con vari strategemmi, dalle email di phishing fino ai falsi siti di e-commerce.Cosa fare in caso di truffaChi è stato truffato deve provvedere a bloccare tempestivamente carta di credito, bancomat e carte prepagate. Per fare ciò basta contattare il proprio istituto di credito, o il servizio clienti di PayPal, e spiegare il problema. In questo caso la velocità è essenziale. Prima si blocca il conto, e meno tempo avranno i malviventi per svuotarlo.Altra cosa da fare subito è rivolgersi alle forze dell’ordine. Solo le autorità preposte, infatti, sapranno come agire e potranno guidarci verso la soluzione del problema. Se possibile, sarebbe importante scrivere una recensione di avviso (nel caso in cui si tratti di un falso sito di e-commerce), così da avvisare gli altri utenti. Si potrebbe anche pubblicare un post di allerta sui social.Infine, bisogna assolutamente modificare tutte le nostre password.La denuncia presso le forze dell’ordineSporgere denuncia è un passaggio fondamentale, perché permetterà alle forze dell’ordine di indagare e – si spera – arrivare al responsabile o ai responsabili. Molte volte si riesce anche a recuperare tutto o parte del denaro sottratto. L’organo al quale rivolgersi è la polizia postale, un corpo specializzato proprio nella gestione di questo genere di reati.La vittima può recarsi presso l’ufficio della polizia postale più vicino, oppure andare sul portale dedicato, denuncia vi@web. In questa sede saranno chiesti i dati anagrafici e gli estremi della carta di identità, il resoconto di quanto accaduto, e le indicazioni relative alla truffa. Il sistema genererà poi una ricevuta con tanto di numero di protocollo che dovrà essere consegnata negli uffici territoriali. LEGGI TUTTO

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    Un tempio anti-mercato, dove i big dell’industria entravano in ginocchio

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    Salotto buono della finanza italiana. Centro di potere. Nume tutelare del sistema bancario. Sono solo alcune delle definizioni che hanno contribuito a creare il mito di Mediobanca, primo istituto finanziario di medio termine nato nell’Italia del dopoguerra con l’ambizioso progetto di finanziare la ricostruzione del Paese. Ebbene, anche se questo obiettivo è stato raggiunto solo parzialmente, è innegabile il ruolo svolto da Mediobanca come regista delle principali operazioni finanziarie che hanno cambiato il panorama industriale italiano. Oggi la holding, quotata a Piazza Affari, identifica un gruppo diversificato composto di quattro divisioni principali. A quella tradizionale del corporate & investment banking, si aggiungono infatti quelle del consumer finance, dell’insurance e del wealth management.Fondata nel 1946 per iniziativa di Raffaele Mattioli ed Enrico Cuccia – che la guidò fino al 1982, rimanendo poi nel consiglio di amministrazione e in seguito presidente onorario fino alla sua morte, nel giugno 2000 – Mediobanca ha legato il suo nome a tutte o quasi le ristrutturazioni industriali portate a termine in Italia negli ultimi 60 anni. Tra le più rilevanti si collocano la fusione tra Montecatini ed Edison e la successiva scalata dell’Eni a Montedison, frutto di quella fusione, avvenuta nel 1968. Per molti anni Mediobanca ha governato i cambiamentiavvenuti nella grande industria italiana. Ha seguito la trasformazione dell’Olivetti e il rilancio della Fiat, entrando in entrambi i casi nel capitale, ma soprattutto negli anni ’90 è stata la protagonista della cosiddetta stagione delle privatizzazioni. Società pubbliche come Telecom Italia, Enel, Banca di Roma e Bnl sono diventate di diritto privato e collocate in Borsa. La stessa Mediobanca venne privatizzata alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, con la successiva gestione affidata a un sindacato di blocco formato dalle tre banche fondatrici – Banco di Roma, Comit e Credito Italiano, le cosiddette tre «Bin», banche di interesse nazionale – e gruppi privati.Fino a quel momento la figura di Cuccia aveva governato in maniera indiscussa l’attività di Mediobanca. Direttore generale dalla fondazione e ad nel 1949, il disegno attuato da Cuccia fu quello di entrare con quote significative nel capitale dei principali gruppi industriali del Paese, acquisendo di fatto la possibilità di condizionarne l’attività e le scelte strategiche. Nell’ambito di questo disegno, nel 1967 le iniziative di Cuccia si scontrarono con quelle di Michele Sindona, siciliano come lui. Il finanziere di Patti mosse infatti all’attacco dell’impero finanziario di Carlo Pesenti, rastrellando in Borsa azioni dell’Italcementi e della finanziaria Bastogi. A salvare l’imprenditore bergamasco fu proprio Cuccia, che gli assicurò i finanziamenti necessari a ripianare i debiti del gruppo. Questo e altri episodi scatenarono l’odio di Sindona nei suoi confronti, culminato con l’attentato subito nel suo appartamento milanese della Maggiolina,del quale Sindona fu il principale indiziato come mandante. LEGGI TUTTO