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    Il Ministro Valditara incontra nella Job Industrial Academy di Openjobmetis oltre 100 studenti degli istituti tecnici

    Il Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara

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    Oggi il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato a Ravenna per visitare la Job Industrial Academy, la scuola di saldatura di Openjobmetis SpA, tra le principali Agenzie per il Lavoro presenti in Italia. In occasione della visita, il Ministro ha incontrato oltre 100 studenti degli istituti tecnici della città, sottolineando l’importanza strategica della formazione tecnica per il futuro del Paese.La presenza del Ministro si inserisce in un momento cruciale per il mercato del lavoro italiano. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio Censis–ASSOSOMM, nei prossimi cinque anni le imprese italiane avranno bisogno di almeno 666.000 lavoratori con una preparazione tecnica, oggi largamente insufficiente. Le stime indicano un fabbisogno complessivo di oltre 3,2 milioni di nuovi ingressi nel mondo del lavoro: se il 39% dovrà essere altamente specializzato con titolo universitario, la maggioranza – il 55% – dovrà provenire da istituti tecnici e professionali.Le figure più ricercate? Saldatori, carpentieri, elettricisti, meccatronici, montatori meccanici: tutte professioni centrali per la manifattura italiana, ma sempre più difficili da reperire. A determinare questo squilibrio contribuiscono sia il calo demografico – con quasi un milione di giovani in meno nei prossimi anni – sia un crescente vuoto di formazione intermedia: una vera emergenza silenziosa. In questo contesto si inserisce il ruolo della Job Industrial Academy. La struttura formativa di Ravenna – oltre 2000 metri quadrati, 27 postazioni fisse e 22 mobili – propone formazione tecnica gratuita erogata da docenti esperti, con l’attivazione di contratti a tempo indeterminato fin dall’avvio dei corsi.Il modello si è dimostrato vincente: ogni anno vengono erogate circa 40.000 ore di formazione, suddivise in 50 percorsi formativi e 15 tipologie di corsi. Un impegno che non solo risponde alle esigenze delle imprese, ma contribuisce a colmare il divario tra domanda e offerta di competenze, creando nuove opportunità per i giovani e sostenendo la competitività del tessuto industriale italiano. Le Agenzie per il Lavoro, con un valore di settore di 15 miliardi di euro (di cui quasi 3 miliardi di gettito INPS), rappresentano oggi un attore chiave anche nella formazione. LEGGI TUTTO

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    La Consob sospende l’Ops di Unicredit su Banco Bpm

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    Colpo di scena sull’Offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Ieri la Consob ha infatti sospeso, su richiesta di Unicredit, l’Ops volontaria promossa su Banco Bpm per un periodo di 30 giorni, il massimo consentito dal Testo unico della Finanza (articolo 102). Obiettivo raggiunto, quindi, per il ceo di Unicredit, Andrea Orcel (nella foto), che voleva guadagnare tempo per spuntare col governo un ammorbidimento delle prescrizioni Golden Power. LEGGI TUTTO

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    La Lombardia diventa impresa con il sostegno della Regione

    In un contesto internazionale difficile, caratterizzato da grandi incertezze geopolitiche, le imprese manifatturiere lombarde confermano stabilità, con livelli produttivi in miglioramento. Un dato particolarmente significativo, tra i tanti, è quello dell’occupazione che in Lombardia continua a crescere e in alcuni territori – si pensi alle province di Bergamo, Brescia e Monza – si registra addirittura una percentuale di disoccupazione stabilmente sotto il 3 percento. La regione raccoglie oltre un terzo del totale in valore delle partecipazioni estere sul suolo nazionale e sviluppa circa un quinto degli investimenti netti italiani fuori dai confini: oltre il 60% degli investitori stranieri in Italia e 92 dei 100 investitori più significativi, sono proprio in Lombardia.Numeri che fanno della Lombardia, ancora oggi, la prima regione manifatturiera in Europa. Un protagonismo lombardo in Europa frutto di un ecosistema capace di affrontare criticità come i costi energetici e l’iper-regolamentazione di Bruxelles che rischiano di far perdere competitività alle imprese. Un primato che, come afferma chi in Regione si occupa di imprese, l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, «è importante rimanga tale anche nei prossimi anni»; per questo la Regione ha deciso di adottare nuovi strumenti e iniziative a favore del tessuto produttivo ed economico, confermandosi, di fatto, un ottimo alleato delle aziende.Un impegno a 360 gradi che si fonda su un principio semplice ma molto concreto: Sostenere le imprese per sostenere il lavoro. Il sistema produttivo ed economico lombardo sembra apprezzare perché oggi, più che mai, c’è bisogno di veri ambasciatori delle imprese.Nello specifico, all’interno di questo nuovo pacchetto, troviamo il bando Nuova impresa 2025, dal valore di oltre 10 milioni di euro che ha l’obiettivo, in continuità con le precedenti edizioni, di sostenere l’avvio di nuove imprese e l’auto-imprenditorialità, anche in forma di lavoro autonomo con partita IVA individuale, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese; c’è poi il Microcredito per le piccole e medie imprese e per i lavoratori autonomi da 24 milioni di euro per sostenere investimenti delle aziende. E, in tema di innovazione, troviamo il Lombardia Venture, nato per promuovere l’accesso al capitale di rischio da parte delle imprese innovative lombarde, in particolare start up e scale up, per favorire lo sviluppo di tecnologie critiche. LEGGI TUTTO

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    Generali arruola l’ex Ivass Rossi

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    Si avvicina il momento della verità per Generali, che sarà presto chiamata a esprimersi sull’operazione Mediobanca-Banca Generali. Il Leone di Trieste, che ieri ha riunito il consiglio d’amministrazione anche per esaminare i dati della trimestrale che saranno pubblicati oggi, ha discusso degli advisor legali e finanziari da arruolare per valutare l’offerta di Piazzetta Cuccia sulla controllata della gestione patrimoniale.Sta di fatto che nella rosa di consulenti di cui la compagnia triestina si vorrebbe avvalere, non solo per l’Ops, ci sarebbe anche Salvatore Rossi (in foto), esperto manager che nella sua lunga carriera è stato presidente di Tim e, tra il 2013 e il 2019, direttore generale della Banca d’Italia oltre che presidente dell’Ivass, l’autorità che vigila le compagnie assicurative italiane. Interpellata da Il Giornale, Generali non ha voluto commentare l’indiscrezione.La scelta di Rossi come consulente generale per le sedi di Roma, Milano e Trieste è lecita sul piano legale, ma eticamente controversa e certo potrebbe sollevare questioni di opportunità, considerando il passato di Rossi quale vigilante titolare della supervisione del settore assicurativo, ovviamente inclusa Generali.È pacifico che le competenze di Rossi possono essere utili, anche in ragione del fatto che Generali ha subito, in passato e in tempi recenti, più di una ispezione da parte di Ivass. Per esempio, l’authority ha chiesto ulteriori dettagli a Generali riguardo alla governance e ai sistemi di controllo interno della joint venture proposta da Natixis (operazione sulla quale stanno crescendo le perplessità di diversi soci di rilievo). Mentre alla fine del 2024, l’Ivass ha avviato un’indagine ordinaria su Generali, focalizzata sul calcolo delle riserve danni e vita inquadrata in accertamenti più ampi che hanno coinvolto diverse compagnie assicurative. Tra ottobre 2022 e marzo 2023, invece, Ivass aveva condotto ispezioni sulla governance del Leone, con l’autorità che aveva mosso rilievi significativi sulla gestione societaria.Certo non un buon viatico, quindi, se si considera che già l’operazione Mediobanca-Banca Generali lascia qualche perplessità, con uno scambio azionario (il 100% di Banca Generali sarebbe acquisito dall’istituto guidato da Alberto Nagel barattandolo con parte del 13,1% delle Generali) che sembra stridere con quanto scritto sul Testo unico finanziario all’articolo 132. Quest’ultimo, infatti, prevede che gli acquisti di azioni proprie da parte di una società quotata ufficialmente debbono avvenire assicurando a tutti gli azionisti parità di trattamento. Naturalmente sarà materia di confronto con i legali di Mediobanca che sostengono trattarsi di una fattispecie diversa. LEGGI TUTTO

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    L’industria tiene il passo ma l’export resta centrale

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    Nel 2025 l’industria manifatturiera italiana si stabilizzerà sui livelli di fatturato 2024, a prezzi costanti, e registrerà una modesta crescita del fatturato a prezzi correnti (+1,8%) attestandosi sui 1.143 miliardi di euro (+229 miliardi rispetto al 2019). È la stima del Centro Studi di Intesa Sanpaolo, che ha presentato insieme a Prometeia l’ultimo rapporto sui settori industriali. Le performance più brillanti sono per farmaceutica (+2,4% tendenziale), meccanica (+1,7%) e largo consumo (1,2%). Secondo lo studio, «sarà fondamentale il contributo del canale estero, e in particolare il recupero della domanda europea, guidato dal raffreddamento dell’inflazione e dalla ripresa della Germania». Sarà dunque proprio «la riattivazione del commercio intra-Ue a controbilanciare la situazione di generale debolezza del commercio mondiale, penalizzato dall’incertezza sulle politiche commerciali americane». Guardando al medio periodo, nel quadriennio 2026-29 l’industria manifatturiera italiana crescerà a ritmi prossimi all’1% medio annuo, «mostrando un maggior dinamismo nei prossimi due anni grazie alla spinta degli investimenti del Pnrr», spiega il report. «Le esportazioni eserciteranno ancora un ruolo di traino», con un saldo commerciale attorno ai 134 miliardi di euro al 2029 (+31 miliardi circa rispetto al 2019). LEGGI TUTTO

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    Terna, un anno di crescita. “Leader della transizione”

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    «Terna nel 2024 ha messo a segno una crescita significativa di tutti gli indicatori economico-finanziari ed è leader nel settore nella transizione energetica». Dall’assemblea degli azionisti del gruppo, l’amministratore delegato e direttore generale di Giuseppina Di Foggia (in foto) lancia un doppio messaggio ai soci. Azionisti ai quali è stato garantito un ritorno del 5,5% nel 2024 considerando sia la performance di Borsa, sia l’impatto dei dividendi corrisposti nell’ambito dell’anno.L’assemblea ha quindi approvato quasi all’unanimità il bilancio 2024 chiuso con l’utile netto a 970,4 milioni, un dividendo per l’intero esercizio pari a 39,62 centesimi di euro per azione, il Piano di incentivazione di lungo termine denominato Performance Share 2025-2029 e il buy back per un massimo di 1,8 milioni di azioni ordinarie: circa lo 0,09% del capitale sociale, e un esborso complessivo fino a 9 milioni di euro entro i prossimi diciotto mesi.Semaforo verde anche alla relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti di Terna per il 2024 e il 2025.Di Foggia ha assicurato che sulla base dell’aggiornamento del piano industriale 2024-2028, ci saranno investimenti e miglioramenti sulla rete «contribuendo anche ad una maggiore indipendenza energetica del Paese».D’altra parte sono stati previsti ulteriori aumenti per gli investimenti a 17,7 miliardi di euro nell’arco di piano, il valore più elevato nella storia del gruppo che ha sede a Roma. «La duplice transizione, energetica e digitale, resta centrale nella nostra strategia che prevede 2,4 miliardi di euro per digitalizzazione ed innovazione al fine di garantire l’affidabilità e la sicurezza del sistema elettrico», ha spiegato l’amministratore delegato.Il presidente Igor De Biasio ha rilevato «fattori di preoccupazione» e «sfide impegnative» all’orizzonte, garantendo che Terna ha «solidità e stabilità» per affrontare il futuro in un contesto geopolitico ed economico finanziario di tensione. Dopo l’assemblea il titolo Terna ha aggiornato di nuovo il massimo storico dalla quotazione del 23 giugno 2004. Alla chiusura l’azione ha toccato quota 8,868 euro (+0,50%), superando il precedente record di 8,824 euro, raggiunto alla chiusura di Borsa del 20 maggio. LEGGI TUTTO

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    Mfe, effetto Prosieben sull’utile. La trimestrale oltre le previsioni

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    Mfe-MediaForEurope chiude il primo trimestre 2025 con un balzo dell’utile netto e del cash flow. Ricavi e margine operativo sono in calo, ma migliori del consensus, mentre è sceso l’indebitamento. Il fatturato, in particolare, ha sofferto soprattutto la debolezza della Spagna, i cui dati pubblicitari del periodo (-12%) si confrontano con il trimestre eccezionale dell’anno scorso (+8%). Mentre la raccolta pubblicitaria in Italia è cresciuta dell’1%. Questa è la sintesi dell’andamento economico del primo trimestre del gruppo Mediaset, impegnato, come noto, nella battaglia finanziaria di Germania, dove ha lanciato un’offerta volontaria per salire nel capitale di ProsiebenSat, dove ha già superato il 30 per cento. E deve però contrastare il disturbo dell’offerta alternativa lanciata successivamente dai cechi di Ppf per arrivare al 29,9%, a fronte della quale Mfe potrebbe decidere un rilancio. Per il gruppo controllato dalla Fininvest e guidato dall’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi (in foto) «La performance del trimestre riflette un equilibrio efficace tra rigore gestionale e visione industriale, e conferma l’impegno di Mfe nel rafforzare la propria posizione in Italia e in Europa». LEGGI TUTTO