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    I big delle telco alla Ue: “Via alla deregulation”

    L’ad di Tim, Pietro Labriola.

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    I big delle telco europee bussano alla porta della nuova Commissione Ue per chiedere meno regole e una spinta al consolidamento del settore. Ieri, a Bruxelles, infatti i leader dell’industria si sono confrontati con Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione con delega alla sovranità tecnologica. A valle dell’incontro, è stata divulgata una nota dal titolo «Un nuovo regolamento sulla connettività per rafforzare la competitività dell’Europa» per sintetizzare i temi emersi durante il faccia a faccia che vanno dalla deregolamentazione a un nuovo approccio alla politica della competitività visto che l’Europa ha necessità di «consolidamento» oltre a un unico mercato delle telecomunicazioni a livello europeo orientato alla crescita e all’innovazione, superando le barriere nazionali. Da non dimenticare una robusta strategia per l’ecosistema della connettività europea, con strumenti di politica industriale «anche mettendo a disposizione finanziamenti pubblici». La dichiarazione è stata firmata dal ceo di Tim, Pietro Labriola (nella foto), ma anche dal numero uno di BT Group, Allison Kirkby; Timotheus Hoettges, ceo di Deutsche Telekom, Luigi Ferraris, ceo di FiberCop; Christel Heydemann, ceo di Orange Group; Christoph Aeschlimann, ceo di Swisscom e José María Alvarez Pallete, presidente e ceo di Telefónica. LEGGI TUTTO

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    Btp, grande passione degli italiani

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    Prudenti negli investimenti, poco inclini alla diversificazione e con una predilezione per i Btp. Sono tre peculiarità dei risparmiatori italiani emerse dall’indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2024 realizzata da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi. Il 65% degli italiani sceglie la sicurezza come prima caratteristica cui prestare attenzione quando si investe (dal 60% del 2023). Scivola sotto la soglia del 50% la quota di risparmiatori che si reputa competente in materia finanziaria, mentre la diversificazione dei portafogli appare in declino, con solo il 30% dei risparmiatori che, tra il 2021 e il 2024, hanno optato per strumenti diversificati (dal 40% nel 2019).L’orizzonte temporale invece si amplia: i risparmiatori con focus su una prospettiva di tre anni o meno sono passati dal 65% di 10 anni fa al 40% attuale, mentre è triplicata la quota di chi valuta investimenti su un orizzonte di 5-10 anni (dal 6 al 19%). Si conferma l’amore per i Btp. La quota dei portafogli dedicata al reddito fisso sale dal 28 al 34% e l’indice di soddisfazione segna un massimo storico, con oltre 8 investitori soddisfatti per ogni insoddisfatto. In lieve calo la percentuale di chi opera in azioni (dal 6 al 5,6%) così come la quota delle azioni nei portafogli (dal 21,1% nel 2021 al 17,4% nel 2024). LEGGI TUTTO

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    FS punta su 100 miliardi ma per ora niente Borsa

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    Con investimenti che superano i 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane si prepara a una trasformazione profonda, orientata a rafforzare il proprio ruolo come leader nella mobilità e nello sviluppo delle infrastrutture. I target finanziari prevedono un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi al 2029 e un Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro con un utile netto a oltre 500 milioni. Dal punto di vista operativo, il Piano ha come obiettivo quello di riportare in orario 50mila treni all’anno, con una crescita del 30% di persone raggiunte dall’Alta velocità.L’amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma (in foto), ha presentato anche quattro iniziative strategiche «ancora allo studio per raggiungere il pieno potenziale». Una di queste iniziative punta al coinvolgimento di investitori terzi nella rete ad Alta velocità attraverso un modello di tipo Rab (Regulatory asset base; «asset soggetti a regolamentazione» come, appunto, nel caso degli operatori rete elettrica o del gas). L’ad ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione. «Il mio intento non è privatizzare, ma proporre ipotesi strategiche che l’azionista deve valutare», ha spiegato aggiungendo che il valore degli asset è stimato sugli 8 miliardi. Ora si avvierà un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare. Donnarumma ha citato tra le ipotesi «un fondo pubblico dedicato alle infrastrutture» nel caso in cui si volesse «scaricare» dal perimetro del debito pubblico gli investimenti sulla rete che vengono finanziati con appositi stanziamenti della legge di Bilancio. Di qui l’esempio di un veicolo a maggioranza Rfi (gruppo Fs) con Cdp al proprio interno in quanto la Cassa è fuori da quel perimetro. Un altro esempio è quello dei bond ibridi, che Donnarumma ha sperimentato nella sua esperienza a Terna, in quanto metà del loro valore viene considerato equity e non debito. In ogni caso, il valore degli asset è stimato in circa 8-10 miliardi di euro e si avvierà un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore.Nel suo intervento alla presentazione il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha anche accennato alla possibilità di riportare Anas fuori dal perimetro del gruppo, affermando che «strade e ferrovie abbiano un futuro e una mission diverse».Donnarumma, premettendo che il piano strategico è pensato «con Anas all’interno» (40 miliardi di investimenti nel prossimo decennio), ha evidenziato che tali valutazioni spettano allo Stato, considerato che lo scorporo produce effetti sul patrimonio, ma che «le Ferrovie dello Stato sono Ferrovie dello Stato e le strade sono strade». LEGGI TUTTO

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    Bce senza coraggio, tassi giù dello 0,25

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    La Bce persevera con l’esercizio di copia-incolla della politica monetaria, scodellando un altro taglio da un quarto di punto dei tassi, il quarto dallo scorso giugno, che porta al 3% il costo del denaro. Permane quindi la stessa attitudine prudente di quasi un semestre fa, pur a fronte di un contesto macroeconomico e geopolitico profondamente cambiato. Anche all’interno della stessa eurozona, dove due pesi massimi come Germania e Francia sono privi di un governo. «Guardo all’incertezza causata della mancanza di presentazione del budget da parte di alcuni Paesi. Inoltre, c’è incertezza sull’evoluzione politica in diversi Stati membri», ha spiegato in conferenza stampa la presidente dell’Eurotower Christine Lagarde (foto).Francoforte è dunque ben consapevole dei rischi legati a un simile scenario, ma non sembra curarsene troppo. Benché proprio i connazionali di Madame Bce siano i più esposti a un surriscaldamento eccessivo dei differenziali di rendimento fra Oat e Bund, durante la riunione del consiglio direttivo di ieri «non si è parlato» dell’utilizzo del nuovo scudo anti-spread (il Tpi varato nel ’22). Così, avanti con difese sostanzialmente sguarnite: Parigi non ha i requisiti per accedere al Tpi e il Pepp, il piano di acquisto titoli per l’emergenza pandemica, è arrivato al binario morto.Insomma: con una mano la Bce toglie, eliminando gli ultimi residui di allentamento quantitativo; con l’altra mano dà poco, e poco fa per venire in aiuto alle imprese in una fase congiunturale resa critica dalla crisi dell’automotive. Sintetizza il presidente di Confartigianato, Marco Granelli: «Nell’ultimo biennio l’aumento dei tassi ha comportato 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari per le imprese e un calo dei prestiti che a settembre è del 2,4% e per le piccole imprese arriva addirittura all’8%». Cifre che arrivano il giorno dopo l’invito «ad avere più coraggio» rivolto dal numero uno di Confindustria, Emanuele Orsini, all’istituto di Francoforte. Ma la sforbiciata da mezzo punto non è arrivata: «Ci sono state discussioni su questa possibilità – ha detto la Lagarde – , ma alla fine la decisione è stata unanime su un taglio dello 0,25%». Anche se nel comunicato finale è stata eliminata la frase secondo cui è necessario «mantenere i tassi di politica sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario» (un’apertura a ulteriori riduzioni del costo del denaro), la banca centrale non si discosta dal piccolo cabotaggio che serve a mantenere «condizioni di finanziamento ancora stringenti» e rinvia la discussione su quale sia il livello neutrale dei tassi, cioè il punto in cui la politica monetaria non danneggia né favorisce l’economia. LEGGI TUTTO

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    Devi ristrutturare casa? Occhio a questi lavori: rischi la stangata del Fisco

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    Nel caso in cui si decida di effettuare dei lavori di ristrutturazione all’interno della propria casa è importante ricordare che a seconda del tipo di opere è necessario aggiornare le rendite catastali, così da non finire nel mirino del Fisco. Un mancato aggiornamento, infatti, potrebbe portare a spiacevoli conseguenze, anche a degli interventi d’ufficio dell’Agenzia delle entrate.Ma cosa sono le rendite catastali? Per rendita catastale si intende un valore fiscale attribuito a un immobile, sia esso un fabbricato o un terreno. La rendita è quella media ordinaria che l’immobile in esame è in grado di produrre di per sé, senza considerare quello che produce in concreto. Le rendite catastali servono a calcolare le tasse a seconda della proprietà. Basandosi sui parametri catastali, sulla localizzazione dell’immobile, sulla tipologia e sull’utilizzo, Agenzia delle Entrate determina il valore. Ecco perché le rendite catastali sono così importanti, specialmente nel caso di calcolo delle imposte (ad esempio, l’Imu).Dando questo per assodato, ci sono dei lavori che, una volta svolti, contribuiscono ad accrescere il valore di un immobile. Ecco perché è obbligatorio comunicare la nuova situazione al Fisco, provvedendo ad aggiornare le rendite catastali. Nel caso in cui venga meno questa procedura, Agenzia delle entrate sarà tenuta a intervenire, multando il contribuente. Come si legge sul Testo Unico dell’Edilizia, la richiesta di aggiornamento catastale deve essere presentata presso gli uffici del Comune entro 30 giorni dal termine dei lavori.Come abbiano detto in precedenza, l’aggiornamento è richiesto per un determinato tipo di lavori. Fra questi figurano la creazione di nuove unità immobiliari, sia nel piano sopra al suolo che interrate, l’espansione delle unità esistenti che vadano a modificare la sagoma esterna dell’edificio,la variazione della superficie delle unità immobiliari, eventuali modifiche interne, che vadano ad alterare il numero o la funzione dei locali, possibili cambiamenti di destinazione d’uso e interventi di riqualificazione.Se la struttura interna, o esterna, dell’immobile non viene alterata, non è necessario provvedere all’aggiornamento. Questo a patto che gli interventi effettuati non portino a un incremento del 15% della rendita catastale. LEGGI TUTTO

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    HighESt Lab, il nuovo centro di eccellenza di Torino per Big Data e Intelligenza Artificiale

    Enrica Danese, Direttrice Corporate Communication & Sustainability di TIM

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    I punti chiave

    È stato inaugurato a Torino HighESt Lab, il nuovo centro del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino, dedicato a Big Data e Intelligenza Artificiale. Creato in collaborazione con Oracle, Technology Reply e TIM Enterprise, il laboratorio mira a sviluppare competenze avanzate e soluzioni innovative attraverso la ricerca applicata. Lavorando con aziende ed enti pubblici e privati, il centro utilizzerà l’AI e l’analisi dei dati per rispondere alle esigenze di settori chiave come sanità, cultura, formazione, ricerca e ambiente. Alla presentazione ufficiale è intervenuta Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca.La soluzione tecnologicaPer il laboratorio, il Gruppo TIM, attraverso TIM Enterprise, ha sviluppato una soluzione tecnologica basata sull’Intelligenza Artificiale per supportare gli studenti nelle loro attività. Questa innovazione si chiama Virtual Tutor ed è stata ideata per offrire un aiuto concreto nell’ambito della formazione universitaria. Il Virtual Tutor utilizza le potenzialità dell’AI generativa, progettata appositamente per la preparazione degli esami universitari. L’applicazione permette agli studenti di accedere a un tutor virtuale avanzato, pensato per favorire un apprendimento personalizzato e basato su fonti di conoscenza certificate. È stato già sperimentato dagli studenti del corso di “Economia e gestione dell’innovazione e dei modelli di business” durante la sessione estiva di quest’anno. Il sistema, concepito per fornire risposte rapide e mirate a domande specifiche, è stato utilizzato per prepararsi agli esami attraverso oltre 2mila interrogazioni.La collaborazione“La collaborazione tra aziende e università può produrre risultati significativi per la crescita economica e sociale dell’Italia. Ridurre il mismatch tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, favorire l’integrazione delle competenze, valorizzare i talenti di ragazze e ragazzi sono temi centrali per la collettività. Per questo partecipiamo con convinzione a esperienze come HighEst Lab, mettendo a disposizione le nostre tecnologie e competenze. Il Virtual Tutor sviluppato da TIM con il nuovo laboratorio dell’Università di Torino metterà l’Intelligenza Artificiale al servizio degli studenti per orientare e migliorare il loro percorso di studi ed è un esempio dei passi concreti che possiamo muovere insieme per il futuro del nostro Paese” ha dichiarato Enrica Danese, Direttrice Corporate Communication & Sustainability di TIM.La prossima sessione invernaleNella prossima sessione invernale verrà rilasciata una nuova versione, progettata per trasformarsi in un autentico mentore digitale. Questo strumento sarà in grado di supportare lo studente durante il processo di apprendimento, offrendo indicazioni precise, analizzando le sue capacità e identificando eventuali punti deboli, così da adattare il piano di studi in modo personalizzato. LEGGI TUTTO

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    Stop ai servizi finanziari “truffa”. Così la Consob blocca gli annunci abusivi

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    La Consob, autorità di vigilanza sui mercati finanziari, ha recentemente intrapreso un’azione decisa contro le pubblicità di servizi finanziari abusivi diffuse sul web. L’intervento, che rappresenta il primo caso di applicazione delle nuove competenze conferite dalla legge Capitali, ha portato al blocco di campagne pubblicitarie che sfruttavano impropriamente l’immagine di figure istituzionali di rilievo e di un noto marchio italiano.Campagne ingannevoli con riferimenti istituzionaliLe pubblicità incriminate promuovevano iniziative di intermediari finanziari non autorizzati, utilizzando in maniera impropria il nome di esponenti come la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Inoltre, veniva sfruttata l’immagine del marchio Eni, ingannando gli utenti sulla legittimità dei servizi offerti.Attraverso questa operazione, la Consob ha ordinato l’oscuramento di due siti web implicati in tali pratiche, segnando un importante passo avanti nella lotta contro le truffe finanziarie online.Oscurati altri quattro siti abusiviL’azione non si è limitata alle pubblicità: grazie ai poteri già attribuiti dal decreto Crescita del 2019, la Consob ha disposto l’oscuramento di ulteriori quattro siti di intermediazione finanziaria non autorizzata. Ecco l’elenco completo dei siti oscurati:Con questi interventi, il numero totale di siti oscurati dalla Consob dal 2019 sale a 1194.La tutela dei risparmiatoriLa Consob, ricorda un comunicato, richiama l’attenzione sull’importanza di adottare comportamenti prudenti nelle scelte di investimento. Tra le raccomandazioni principali:Verificare che l’operatore tramite cui si investe sia autorizzato.Controllare che per le offerte di prodotti finanziari sia stato pubblicato il prospetto informativo.La sezione “Occhio alle truffe!”, disponibile sulla homepage del sito ufficiale Consob (www.consob.it), offre risorse utili per riconoscere e difendersi da iniziative finanziarie abusive. LEGGI TUTTO