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    Ania, varato il nuovo Consiglio direttivo: ecco tutti i nomi

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    Il Consiglio direttivo dell’Ania, l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, ha nominato i suoi organi di governo, previsti dallo Statuto dell’Associazione. I nuovi vertici saranno immediatamente operativi. Su proposta del presidente, Giovanni Liverani, il Consiglio ha scelto quattro vicepresidenti che sono Giancarlo Fancel (Country Manager & CEO Generali Italia), Andrea Novelli (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Poste Vita e Presidente di Poste Assicura), Virginia Borla (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Intesa Sanpaolo Assicurazioni) e Giacomo Campora (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Allianz S.p.A.). LEGGI TUTTO

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    La caduta di stile di Mediobanca non cancella il valore di un matrimonio che fa bene a tutti

    Che cosa c’è di più trasparente di un’Offerta pubblica di acquisto in un’arena finanziaria? Domanda oziosa, si dirà. Eppure Francesco Giavazzi, docente di economia e gran ciambellano di Palazzo Chigi al tempo del governo Draghi, protagonista di scelte assai dubbie soprattutto in materia di nomine, non esita a gettare discredito sull’Offerta di acquisto lanciata da Mps su Mediobanca, insinuando manipolazioni che non hanno motivo trattandosi di un’operazione alla luce del sole per definizione. Più trasparenza andrebbe invece chiesta a Mediobanca, la cui caratteristica prima non è certo la limpidezza, che nella nota diffusa ieri definisce la proposta del Monte di Siena «ostile e dunque distruttiva di valore per Mediobanca». Una reazione così arrogante non si era mai vista nell’ambito di un’Opa, tanto da far pensare che dietro il disprezzo – di fatto esteso anche ai grandi azionisti che figurano in entrambe le società – alberghi una volontà di risposta che vorrebbe tradursi in una contro-Opa organizzata con qualche soggetto internazionale tra i non pochi beneficiati dalla sua benevolenza munifica. D’altro canto la partita è epocale: non si tratta di dare vita solo al terzo polo bancario, irrobustendo due realtà che hanno molto da mettere in comune; si tratta di porre fine a un sistema che per decenni ha giocato a Monopoli con i pezzi pregiati dell’economia italiana, dall’energia alla chimica, dall’auto all’acciaio, dalle telecomunicazioni alle assicurazioni, fino alle privatizzazioni delle banche nazionali con grande dispendio di risorse pubbliche e in spregio al mercato. Tra l’altro, con risultati non sempre apprezzabili, anzi provocando talvolta ferite che ancora non sono rimarginate.Quanto poi alle osservazioni di cui abbonda la nota di Piazzetta Cuccia, dalla quale emerge un quadro a dir poco idilliaco delle attività dell’istituto (e del quale diamo conto nelle pagine di Economia), preferiamo una lettura diretta del suo bilancio, non influenzati dalle opinioni di analisti a contratto di cui spesso si serve l’istituto.Perciò, fidandoci del nostro intuito abbiamo messo a nudo alcuni elementi degli ultimi bilanci della banca milanese, che aiutano a comprendere quanto l’aggregazione con Mps è necessaria nello stesso interesse dell’istituto milanese. Scopriamo così che fatto 100 l’utile netto, il 19% circa proviene dall’attività di investment banking (l’attività caratteristica) che si aggiunge il 16% prodotto dai servizi alla gestione del risparmio, sicché l’attività core rappresenta insieme il 35% dell’utile. A fianco abbiamo il cosiddetto consumer finance di Compass (prestiti di piccolo cabotaggio) che a sua volta genera il 25-30% dell’utile, mentre il resto, vale a dire il 40% circa, deriva dal dividendo che ogni anno viene distribuito dalle Generali (Mediobanca ne possiede il 13,1%). Se poi entriamo nel merito delle altre voci, scopriamo che mentre l’attività core produce il 47% dei ricavi totali, i costi per sostenerla rappresentano il 65% del totale. In altre parole, l’attività core di Mediobanca copre sostanzialmente i suoi costi, mentre le spese sono finanziate dai dividendi che provengono dalle Generali. E sarebbe questo un modello di business sostenibile? Via, non scherziamo. Forse sostenibile per il top management, che ogni anno si autoassegna bonus milionari pur non avendone titolo: ma che meriti hanno quei signori nella generazione di quel 40% dell’utile generosamente elargito dalle Generali?Quanto poi ai livelli di efficienza della gestione delle attività caratteristiche, cui si fa ampio riferimento nella nota di ieri, dall’analisi dei numeri emerge che nell’ultimo triennio si è verificato un peggioramento sostanziale; mentre merita di essere segnalata la modesta crescita negli utili di Compass, resa appena accettabile grazie ai folli interessi (complice il gran balzo dei tassi) applicati ai mini-prestiti al consumo. Basti osservare che a fronte di un aumento di 21 milioni delle commissioni, la società ha registrato un incremento di 55 milioni dei costi ed è stata costretta a subire 60 milioni in rettifiche sui crediti.Tali modesti risultati sono la dimostrazione che l’attività retail mal si concilia con la cultura del banchiere in doppiopetto di cui si fa da sempre vanto il mondo Mediobanca: se il Monte potesse agganciare Compass a tutta la sua rete, probabilmente vedremmmo ben altri risultati e magari ciò potrebbe anche servire come trampolino per internazionalizzare il servizio. In ogni caso, è la prova di quanto ancora sia valido il modo di dire in dialetto milanese Ofelè fa el to mesté!E poi c’è il capitolo CheBanca. Il fatto che abbia cambiato il brand in Mediobanca Premier è la prova che non ha funzionato. Invece, messa insieme Banca Widiba, lo sportello digitale del gruppo Mps, subito potrebbe contare su una rete di 1.200 consulenti finanziari, capace di competere alla pari con un avversario della forza di FinecoBank. Insomma, è talmente ampia la gamma di offerta che si avrebbe mettendo insieme Mps e Mediobanca, che non si può non apprezzare lo scopo della grande operazione industriale proposta da Siena, che non a caso è condivisa anche da imprenditori-azionisti di Mediobanca come Romano Minozzi. In cosiderazione anche del fatto che è un progetto a impatto sociale zero: nessuna filiale verrebbe chiusa, nessun dipendente andrebbe a casa, mentre le attività caratteristiche di Mediobanca avrebbero modo di esprimersi al meglio non appesantite da una attività, quella commerciale, che è lungi dalle tradizioni dell’istituto. LEGGI TUTTO

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    “L’Italia chiude il carbone per accendere il nucleare”

    Ascolta ora «Per cambiare il Green Deal speriamo in questa nuova Commissione». Lunedì sera Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha incontrato i lettori del Giornale all’hotel Mioni Pezzato di Abano Terme. Per parlare di automotive ed energia. E mostrando, nei confronti delle prossime decisioni della Ue, un certo ottimismo. Ministro, ma […] LEGGI TUTTO

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    Pensioni: aumenti e rivalutazioni nel 2025. Tutto ciò che c’è da sapere

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    I punti chiave

    Il 2025 porta con sé importanti novità per milioni di pensionati italiani, con rivalutazioni, adeguamenti e possibili cambiamenti nei requisiti di accesso alla pensione. L’Inps ha ufficializzato gli aggiornamenti degli importi, adeguando le pensioni e le prestazioni assistenziali per il nuovo anno. Questo processo ha coinvolto oltre 20 milioni di persone e potrebbe segnare un ulteriore innalzamento dell’età pensionabile, che secondo le stime potrebbe arrivare a 68 anni, con un aumento di 13 mesi rispetto alla normativa attuale. Ecco tutte le novità.La rivalutazione degli assegniPer quanto riguarda la rivalutazione degli assegni, il decreto interministeriale del 15 novembre 2024 ha fissato l’indice definitivo per il 2023 al 5,4%, applicato dal 1° gennaio 2024. Questo significa che non sono previsti conguagli per l’anno passato. Per il 2025, invece, l’incremento provvisorio stabilito è dello 0,8%, con la possibilità di un conguaglio successivo nel 2026. L’adeguamento riguarda anche il trattamento minimo pensionistico, che rappresenta il parametro di riferimento per il calcolo delle prestazioni collegate al reddito.Il sistema di perequazione automaticaIl sistema di perequazione automatica continuerà a funzionare secondo le fasce stabilite: rivalutazione al 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, al 90% per quelle comprese tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% per gli assegni superiori a questa soglia. Nel frattempo, la legge di Bilancio 2025 ha prorogato fino al 2026 l’incremento delle pensioni minime introdotto nel 2022, prevedendo un aumento del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026. L’INPS ha precisato che tale incremento viene applicato automaticamente, indipendentemente dal reddito del pensionato, e per le pensioni in convenzione internazionale viene calcolato sull’importo lordo complessivo. LEGGI TUTTO

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    Bonus patente 2025: cos’è e chi può accedere

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    Anche per il 2025 è possibile accedere al bonus patente. Il governo, difatti, ha lanciato il “Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto” che prevede un contributo fino a 2500 euro, che copre, circa, l’80% dei costi previsti per l’ottenimento di patenti di guida per i cosiddetti mezzi pesanti.La misura, pertanto, è rivolta soprattutto al settore dell’autotrasporto considerando registrato di patenti per i mezzi pesanti, sono escluse, dunque, le A e le B, dedicate rispettivamente a moto (o motocicli) e auto.Chi può accederePer accedere alla misura occorre avere, come requisiti:età compresa tra i 18 e i 35 anni;la residenza italiana e il possesso di documento di identità valido;l’iscrizione ad un corso di formazione per la patente in una scuola guida convenzionata e non aver ottenuto già il bonus gli anni passati.Non sono previsti, invece, dei limiti Isee e gli importi ottenuti non concorrono ad incrementare il reddito imponibile. Rispetto agli anni precedenti, in cui la misura era rivolta ai soli cittadini italiani ed europei, ora il bonus può essere ottenuto anche da cittadini stranieri purché, logicamente, residenti in Italia.Le patenti comprese ed a quanto ammontaCon il contributo, il cui importo massimo è di 2500 euro, è possibile seguire corsi per ottenere la patente:di tipo C, C1, CE, C1E, che abilitano alla guida dei “camion”, cioè i veicoli adibiti al trasporto cose in conto propriodi tipo D, D1, DE, D1E che abilitano alla guida degli autobus, cioè gli autoveicoli per trasporto di persone (massimo 9 compreso quello il conducente) ma solo in uso proprio. Per quanto riguarda gli autobus e scuolabus occorre conseguire adesso, la Cqc (Carta di qualificazione del conducente).Per ognuna di queste tipologie di patente ci sono requisiti specifici di età minima e massima e di controlli periodici per il rinnovo della patente stessa. LEGGI TUTTO

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    Braccio di ferro sulla riforma dell’ordine. I dottori commercialisti: “Va migliorata”

    Marcella Caradonna, presidente dei commercialisti e degli esperti contabili di Milano

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    «La proposta di riforma dell’ordinamento professionale avanzata dal Consiglio nazionale suscita critiche per la mancanza di identità e obiettivi chiari, frammentando l’attività professionale attraverso un elenco generico di competenze e specializzazioni che ne svalutano il valore. Contestata anche la complessità della nuova struttura elettorale, che con il voto segreto dei consiglieri sottrae il controllo agli interessi reali della categoria. Ulteriori criticità riguardano l’inasprimento delle incompatibilità disciplinari e l’assenza nel codice deontologico di principi fondamentali come integrità e trasparenza. La riforma appare frettolosa e priva di un confronto adeguato con i territori». Lo ha dichiarato Marcella Caradonna, presidente dell’Odcec di Milano, nel corso del Cnpr Forum dedicato all’ottavo Forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili La riforma fiscale e la legge di bilancio 2025.Sulla riforma si è espresso anche Enrico Terzani, numero uno dei commercialisti fiorentini: «La riforma del 139 punta a introdurre specializzazioni nelle scuole di alta formazione, ma si evidenzia la necessità di razionalizzare gli albi professionali, riducendone il numero e riportandone la gestione sotto il controllo del Consiglio nazionale, oltre a diminuire le ore di formazione richieste. Si critica la responsabilità solidale tra sindaci e amministratori nei collegi sindacali, ritenuta inaccettabile. Il Consiglio nazionale propone una modifica che limita la responsabilità del Collegio a un multiplo del compenso percepito, salvo casi di dolo. Si auspica un rapido via libera parlamentare alla riforma per garantire maggiore tutela e chiarezza. Sul ruolo delle Casse di previdenza ha relazionato Ferdinando Boccia, presidente della Cassa dei dottori commercialisti: «La Cassa è sensibile al tema delle aggregazioni tra professionisti perché è un elemento di grande vantaggio per il futuro della professione. Abbiamo ampliato le iniziative di welfare strategico puntando su maggiori tutele assistenziali e opportunità di crescita per gli iscritti. Molta attenzione è stata data alla formazione e alla famiglia del professionista con bandi specifici per chi ha figli. Nel 2025 è previsto un incremento delle risorse destinate alle misure assistenziali impegnando 36,5 milioni di euro». LEGGI TUTTO

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    “Per Tim l’incubo è finito, il titolo può raddoppiare”

    Ascolta ora «Il tempo della Tim negletta volge al termine». Balzo ieri del titolo della telco guidata dall’ad Pietro Labriola (+3,6% a 0,267 euro) sulla spinta di un nuovo report che ne evidenzia il processo di rilancio avviato, con il valore del titolo che potrebbe anche raddoppiare nel migliore degli scenari. A vergare l’analisi è […] LEGGI TUTTO