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    Caso Todde, le tappe verso la decadenza: mercoledì il caso alla Giunta per le elezioni

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaI tempi saranno lunghi ma con tappe intermedie. Il percorso che si dovrà seguire per sbrogliare la matassa relativa all’ordinanza ingiunzione di decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde sarà a zig zag tra Tribunale e il palazzo del Consiglio regionale. Qui si affronterà il caso del provvedimento comminato dalla commissione di garanzia regionale elettorale (presso la Corte d’Appello di Cagliari) per irregolarità nella rendicontazione delle spese della campagna elettorale dello scorso febbraio.La Giunta per le elezioniIl primo passo, dopo la notifica del provvedimento che prevede anche una sanzione da 40 mila euro e la trasmissione degli atti alla Procura della repubblica per la «dichiarazioni contrastanti», sarà compiuto mercoledì dalla Giunta per le elezioni in Consiglio regionale. Nel corso della seduta della Giunta per le elezioni, che al primo punto dovrà eleggere il vice presidente, sarà illustrato il provvedimento e saranno raccolti tutti gli elementi. Al termine del lavoro si riferirà al Consiglio regionale che dovrà pronunciarsi. L’organismo ha a disposizione 90 di tempo per chiudere la pratica e, come rimarcato dagli addetti ai lavori, «sarà utilizzato tutto il tempo per fare le valutazioni».Loading…Il ricorso in TribunaleNel frattempo i legali della presidente si apprestano a presentare i ricorsi: uno contro la sanzione da 40 mila euro e l’altro contro l’ordinanza ingiunzione al Consiglio regionale per la decadenza della Governatrice. Una volta presentato il ricorso con la richiesta di sospensiva gli atti saranno acquisiti dalla Giunta per le elezioni che dovrà predisporre, su richiesta della Presidenza, un pronunciamento che prende atto dell’impugnazione ai fini del rinvio della convocazione del Consiglio per la decisione di competenza. Quindi la comunicazione formale del presidente all’Assemblea. Il resto sarà legato all’evoluzione del procedimento con cui si è impugnato l’atto. Poi resta da capire, e questa è materia di approfondimento dei giuristi, se l’Assemblea dovrà votare per la decadenza o prendere atto dell’esito del ricorso.Sardegna, Meloni “Non gioisco per la decadenza di Alessandra Todde”I fari della ProcuraC’è poi un altro versante che riguarda la vicenda. Sul caso sono puntati anche i fari della Procura della repubblica di Cagliari, cui la Commissione di garanzia elettorale ha inviato la comunicazione «stante le anomalie nelle dichiarazioni depositate». Per il momento non ci sono indagati. Ora si dovrà far luce sui documenti relativi alla rendicontazione e l’integrazione presentata lo scorso dicembre.L’attività riparteLa presidente, intanto, ha ripreso la sua attività con l’approvazione delle prime delibere del nuovo anno. Al lavoro anche il Consiglio regionale dove non mancano perplessità. All’orizzonte c’è l’approvazione del Bilancio, cui è legata la spesa delle risorse, ma anche la questione sanitaria che tiene banco da tempo giacché in quasi tutti i centri dell’Isola si registrano disagi e problemi proprio legati al settore che dovrebbe occuparsi della salute dei cittadini. LEGGI TUTTO

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    Scontri a Roma al corteo per Ramy, Meloni: “Ignobile caos”. Famiglia condanna violenze

    “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”, scrive la premier sui social. Otto i poliziotti feriti nei disordini durante la manifestazione per il giovane morto a Milano. I familiari: “Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e vandalismo”. Nelle prossime ore verrà trasmessa una prima informativa della Digos

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    La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commenta sui social gli scontri  avvenuti a Roma durante il corteo di protesta per la morte di Ramy, il giovane egiziano morto durante l’inseguimento delle forze di polizia a Milano. “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”, scrive la premier. “Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”, conclude. Intanto anche la famiglia di Ramy condanna fermamente le violenze in nome del figlio.

    A Bologna presa d’assalto la sinagoga
    Sono otto gli agenti feriti negli scontri di ieri mentre disordini si sono registrati nella notte anche a Bologna, dove è stata presa d’assalto  la Sinagoga, che ha subito atti vandalici in seguito al corteo per Ramy. A darne notizia il sindaco Matteo Lepore che esprime solidarietà alla comunità ebraica. Atti vandalici e devastazioni sono state fatte in molte zone del centro storico. 
    “Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla Comunità ebraica di Bologna, a seguito degli attacchi compiuti contro la locale Sinagoga. Un grave attacco antisemita, che deve essere condannato con assoluta fermezza”. Lo scrive su X l’ambasciatore d’Israele in Italia Jonathan Peled.

    La Russa: “Nessuna tolleranza ammissibile contro delinquenti”
    “Esprimo ferma e totale condanna per i gravissimi episodi di violenza avvenuti a Roma e a Bologna, dove numerosi delinquenti hanno lanciato bombe carta contro un commissariato, aggredito le forze dell’ordine e assaltato una sinagoga. Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi, che purtroppo continuano a ripetersi con preoccupante regolarità. Ai sindaci di Roma e Bologna, alle Forze dell’ordine e alla comunità ebraica va la vicinanza mia personale e quella del Senato della Repubblica” scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa.

    Crosetto: serve intervento legislativo per tutela agenti

    “Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro. Così come è in tutte le nazioni democratiche. Non capisco come possano esserci persone, forze politiche e vari fiancheggiatori da salotto che cercano ogni occasione per mettere le forze di polizia o le forze armate sul banco degli imputati, anche se hanno solo fatto il loro dovere. Così facendo rafforzano chi attacca lo Stato ed indeboliscono chi lo difende”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, su X. “Non ci può essere tolleranza nè tantomeno alcuna giustificazione per chi si macchia di atti di violenza contro lo Stato e le forze dell’ordine. Gli scontri di ieri sera mettono in luce, chiaramente, la brutalità di delinquenti organizzati e facinorosi senza scrupoli, che hanno colpito con premeditazione. Tutto era tranne che una pacifica manifestazione di protesta”. Crosetto poi aggiunge: “Quello cui abbiamo assistito è un attacco ingiustificabile e preoccupante alla sicurezza dei cittadini e alle regole di convivenza che sono la base di una democrazia. Non si può che reagire con durezza: chi semina caos e attacca le forze di polizia deve essere perseguito con la massima severità perché altrimenti si pongono le basi perché queste persone si sentano più forti dello Stato stesso e delle istituzioni democratiche. Piena solidarietà ai nostri agenti feriti, a cui auguriamo pronta guarigione. Sono certo che lo Stato sia con loro”.
    Matteo Salvini,  leader della Lega e vicepremier, scrive su X: “Criminali rossi assaltano le Forze dell’Ordine a Roma e vandalizzano la sinagoga di Bologna. Sono circa diciotto gli agenti rimasti feriti, ai quali va tutta la nostra solidarieta’ e il nostro sostegno. Scene indegne e vergognose. Sempre dalla parte di donne e uomini in divisa!”. 

    Approfondimento
    A casa Ramy, le foto e la bandiera italiana

    La famiglia condanna le violenze: “No alle strumentalizzazioni”

    La famiglia di Ramy Elgaml, fa sapere l’avvocato Barbara Indovina, “condanna fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore” e chiede che “la sua figura non venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine”. “La perdita di Ramy – si legge nella dichiarazione – è per noi un dolore immenso e insopportabile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza. Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si èè verificata nelle manifestazioni delle scorse ore. Crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unita’, non di divisione o distruzione.Il nostro appello e’ rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.

    A breve informativa Digos in Procura

    Nelle prossime ore, forse già domani, verrà trasmessa una prima informativa della Digos in Procura sui disordini di ieri a Roma durante il corteo per Ramy, il giovane morto a Milano mentre fuggiva da un controllo dei carabinieri. Al vaglio degli investigatori le immagini della scientifica per poter dare un volto e un nome ai responsabili delle violenze.

    Sap: “Approvare ddl sicurezza e nuove norme per cortei”

    “Durante i cortei di questi giorni a Torino, Bologna e Roma siamo stati costretti a fronteggiare i soliti professionisti del disordine, il cui unico scopo, indipendentemente dallo spirito della manifestazione, è creare disordine e devastazione”. Lo ha affermato il Segretario Generale del Sap, Stefano Paoloni, precisando che si tratta di episodi “da condannare fermamente perché la violenza non può e non deve trovare giustificazione”. “È quanto mai urgente – ha aggiunto Paoloni – l’approvazione del DDL Sicurezza per garantire agli operatori delle forze dell’ordine maggiori tutele, poiché, ancora oggi, chi compie reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale raramente viene posto di fronte alle proprie responsabilità e anche quando questo accade avviene con sanzioni blande che non disincentivano azioni violente. Esprimiamo solidarietà ai numerosi colleghi feriti e anche a tutti coloro in servizio durante le manifestazioni che hanno rischiato la propria incolumità fisica”. “Risulta altrettanto fondamentale prevedere nuove norme per assicurare il regolare svolgimento delle manifestazioni e tutelare gli operatori di polizia, come ad esempio ‘un’area cuscinetto di garanzia’ di diversi metri al di sotto dei quali non sia consentito l’avvicinamento”, ha concluso il Segretario Generale del Sap.

    Vannacci: “Violenze colpa della sinistra rabbiosa”

    “Vergognose e ignobili le manifestazioni violente di ieri contro le forze dell’ordine che hanno devastato città e causato feriti tra poliziotti e carabinieri”. Lo ha riferito ad Affaritaliani.it l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci, commentando le manifestazioni non solo a Roma, ma in molte città italiane per la morte del giovane Ramy che sono sfociate “in violenze contro le forze dell’ordine”. “Questo è il risultato di una sinistra manesca e rabbiosa che, da anni, delegittima le forze dell’ordine cercando sempre di proteggere chi delinque e inneggia alla rivolta sociale cercando di sopraffare la maggioranza che invece cerca più sicurezza e benessere. Non ci intimidiamo, anzi, ogni vigliacca manifestazione di questo genere non fa altro che rinsaldare la nostra incondizionata fiducia nelle forze dell’ordine e il nostro credito nella democrazia che rende inoffensivo chi rappresenta un pericolo per la società”, ha concluso Vannacci. LEGGI TUTTO

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    La denuncia di FdI: “Nostro gazebo attaccato da antagonisti a Torino”

    Ancora tensioni a sfondo politico a Torino. Fratelli d’Italia denuncia l’attacco di un gruppetto di antagonisti a un banchetto allestito in corso Racconigi, nella zona di Borgo San Paolo. “Una decina di militanti antagonisti ha tentato di impedire con la violenza un gazebo di Fratelli d’Italia a Torino in corso Racconigi”, si legge nel comunicato di FdI. “I centri sociali antagonisti – afferma Stefano Bolognesi, consigliere nella circoscrizione 3 – hanno assaltato violentemente un nostro gazebo, tentando di rubare materiale e bandiere e aggredendo i militanti. Ringrazio le forze dell’ordine presenti per essere intervenute immediatamente e avere interrotto la violenza schierando il reparto celere”.
    “Atti violenti e intimidatori sono da condannare, sempre, senza se e senza ma”. Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che esprime “solidarietà ai militanti di Fratelli d’Italia per l’aggressione subita questa mattina mentre volantinavano in un gazebo in corso Racconigi” e auspica “che i responsabili vengano individuati e perseguiti”. “Il diritto a manifestare ed esprimere le proprie idee è sempre legittimo – aggiunge – ma danneggiamenti e violenze non hanno nulla a che vedere con la libera espressione democratica”. 

    Malan: “Tutti partiti condannino aggressione Torino”

    “Condanniamo gli ennesimi atti di violenza che nuovamente vedono come teatro la città di Torino. L’atteggiamento permissivo, e addirittura dialogante, da parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra con il mondo dell’estremismo, come Askatasuna, rende più facile il verificarsi di simili episodi, “mi auguro che quanto accaduto possa trovare un’ampia condanna da parte di tutte le forze politiche, perché chiaro deve essere il messaggio: il confronto politico, anche se aspro, non deve mai travalicare i confini del rispetto della democrazia e della libertà” dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.

    Delmastro: “Basta copertura politica dei centri sociali”
    “L’ennesima e inammissibile aggressione di esponenti dei centri sociali ai danni di militanti di Fdi a Torino deve far riflettere le forze politiche. E’ ora che finisca ogni copertura politica ai delinquenti dei centri sociali. E’ ora di denunciare ogni contiguità perché spesso è complicità” ha commentato anche Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario alla Giustizia. “Torino  – ha aggiunto – non merita di respirare il clima plumbeo delle costanti violenze di delinquenti asserragliati nei centri sociali, vere e proprie zone di illegalità diffusa e tollerata e palestre di intolleranza e violenza. L’amministrazione di Torino deve uscire dal cono d’ombra: la allucinante proposta di “legalizzazione” di Askatasuna ha aumentato le violenze degli esponenti dei centri sociali. E’ ora di scegliere con fermezza: o con le divise, o con la democrazia, o con delinquenti imprestati alla politica che assaltano le divise e aggrediscono chi la pensa diversamente!”  LEGGI TUTTO

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    Regionali in Veneto, con la lista Zaia per la Lega possibile anche la vittoria senza Fdi e Fi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaLa tensione nel centrodestra sta salendo in vista delle elezioni Regionali in Veneto previste quest’anno. Da una parte Fratelli d’Italia, che non esprime nessun governatore nelle Regioni del Nord, pur essendo ampiamente il primo partito in questa zona geografica, rivendica l’indicazione di un suo esponente come candidato del centrodestra. C’è però la Lega (che esprime il governatore uscente Luca Zaia, che però con le leggi attuali non può candidarsi per un terzo mandato) che considera il Veneto la sua «Linea del Piave»: è la regione più autonomista d’Italia e dove il Carroccio ha un consistente bacino di sindaci e consiglieri comunali, la culla, insieme alla Lombardia, del movimento leghista. Tanto che nella Lega iniziano a farsi i primi calcoli, ipotizzando anche una corsa con un proprio candidato, senza Fdi e Fi.Fattore ZaiaFare previsioni non è facile. Ma non c’è dubbio che per la Lega tutto gira intorno al nome di Luca Zaia. Con le leggi attuali il governatore veneto non può ricandidarsi, ma gode ancora di un consenso molto ampio. L’ultimo Governance Poll del Sole24Ore a luglio lo dava con un gradimento al 66%. Nelle regionali del 2020 fu riconfermato governatore con il 76,8% dei voti e la sua lista Zaia ottenne il 44,6% (il candidato di centrosinistra Lorenzoni si era fermato al 15,7%). La lista Zaia ottenne quasi un milione di voti (poco meno di quanto Fdi e Fi insieme hanno preso in regione alle ultime europee di giugno). Chiaro quindi che se la Lega (che alle europee di giugno ha ottenuto in regione il 13,2%) dovesse presentarsi con un proprio candidato con a fianco una Lista Zaia, non sarebbe poi così lunare pensare a una sua vittoria.Loading…Le stime al 40%E nella Lega, proprio su questa linea, iniziano a farsi i primi calcoli. Anche perché è vero che alle Europee di giugno scorso Fdi ha preso il 37,6% in regione, ma alle regionali conta anche il radicamento storico sul territorio, e non ci sarà il nome di Giorgia Meloni in lista. Come riportato dal Corriere della Sera nella Lega in Veneto si ipotizza uno schieramento a sostegno di un candidato del Carroccio (si parla di Mario Conte, sindaco di Treviso, molto vicino a Zaia) che potrebbe vedere la lista Zaia (con il governatore uscente in prima linea nella campagna elettorale), la Lega, delle liste civiche, una lista autonomista ed eventualmente anche Udc e Azione di Carlo Calenda. Totale stimato: 40%. Che significherebbe una altissima possibilità di vittoria. LEGGI TUTTO

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    Caos treni, è polemica politica. Da Schlein a Conte, le opposizioni attaccano Salvini

    Un guasto tecnico alla “linea aerea” del nodo di Milano ha causato pesanti ritardi e cancellazioni sulla rete ferroviaria. Immediate le reazioni dei leader dei partiti di opposizione. La segretaria del Pd: “Il solo spostamento che guarda Salvini è il suo”. Renzi: “Ora a chi darà la colpa il ministro?”. Il numero uno del M5S: “Salvini pensa a satelliti Musk invece che a treni italiani”. Mit: grave carenza infrastrutture, Salvini sta risolvendo

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    La circolazione ferroviaria in Italia sta vivendo un sabato nero. Dal mattino un guasto alla linea aerea del nodo di Milano ha causato ritardi e cancellazioni sulla rete dei treni. I disagi hanno interessato le stazioni, con tanti passeggeri fermi da ore. E in parallelo è esplosa la polemica politica. Le opposizioni sono compatte nel criticare il ministro dei Trasporti e della Infrastrutture Matteo Salvini.

    Schlein: “Solo spostamento che guarda Salvini è il suo”

    In una nota, la segretaria del Pd Elly Schlein scrive: “Ritardi e cancellazioni anche oggi. Trenitalia suggerisce di evitare spostamenti. E intanto l’unico spostamento che interessa al ministro Salvini è il suo, al Ministero degli Interni. Il peggior ministro dei Trasporti della storia che si preoccupa solo di come passare da una poltrona all’altra mentre l’Italia non riesce a muoversi per viaggiare, andare a lavorare o a studiare. Un disastro”.
    Conte: “Salvini pensa a satelliti Musk invece che a treni italiani”
    Il presidente del Movimento Cinquestelle, Giuseppe Conte, scrive su Facebook: “Il Ministro dei Trasporti Salvini forse si è perso con lo sguardo per aria, alla ricerca dei satelliti di Musk da sponsorizzare. Dovrebbe invece avere lo sguardo ben saldo sulle nostre stazioni ferroviarie: oggi un’altra giornata nera di ritardi dei treni nell’indifferenza più totale. Mentre circa 15 miliardi vengono congelati fra annunci e propaganda sul progetto del Ponte sullo Stretto, vecchio e pieno di criticità, i trasporti per gli italiani sono un inferno quotidiano”. LEGGI TUTTO

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    Al via “La seduta è aperta”, il podcast della Camera dei Deputati

    Politica
    Compleanno Meloni, la Premier compie 47 anni: la carriera politica

    La leader di Fratelli d’Italia il 21 ottobre 2022 ha ricevuto l’incarico di formare il governo, diventando la prima donna premier della storia del Paese. Dall’inizio della carriera politica, fino alla vittoria delle elezioni: ecco la sua storia

    Compie oggi 47 anni Giorgia Meloni, la prima donna a diventare Presidente del Consiglio in Italia: dopo l’affermazione della coalizione di centrodestra alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ha ricevuto da Sergio Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo. Dall’inizio della sua carriera fino a Palazzo Chigi, ecco la storia della leader di Fratelli d’Italia

    Giorgia Meloni è nata a Roma il 15 gennaio del 1977. Come riporta la biografia sul suo sito personale, ha iniziato a interessarsi di politica fin da giovanissima: nel 1996 ha iniziato la sua militanza in Alleanza Nazionale, diventando responsabile del movimento studentesco del partito. (In foto con Maurizio Gasparri, Gianni Alemanno, Gianfranco Fini e Italo Bocchino)

    Nel 1998, quando aveva 21 anni, è stata eletta consigliere della provincia di Roma nelle fila di Alleanza Nazionale. È rimasta in carica fino al 2002. All’interno del partito, intanto, viene eletta presidente di Azione Giovani – il movimento giovanile di An – nel 2004 LEGGI TUTTO

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    De Luca su terzo mandato ed elezioni in Campania: “Il governo ha paura”

    Il governatore della Campania in conferenza stampa dopo la decisione del governo di impugnare la legge regionale e sul terzo mandato. “Hanno paura di De Luca, degli elettori: non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati”

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    “Non abbiate paura”. Sono le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha scelto di citare Papa Wojtyla per commentare la decisione del governo di impugnare la legge regionale e sul terzo mandato. “Hanno forse paura di De Luca, degli elettori. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati”, ha aggiunto in conferenza stampa. “Per me non cambia nulla, andiamo avanti. La mia posizione non è cambiata di una virgola e non cambierà”, ha ribadito il presidente della regione Campania. “Il punto di partenza e di arrivo delle mie decisione non è la carriera romana ma sono le nostre famiglie, la povera gente e i problemi concreti”, ha aggiunto.

    De Luca: “Non siamo in vendita”

    A chi in conferenza stampa ha insistito nel chiedere De Luca come si porrà rispetto al Pd e ad un eventuale candidato del centrosinistra per le regionali, ha risposto: “Non siamo in vendita e non cederemo mai la dignità di Napoli e della Campania”. E se la Consulta dovesse decidere prima della elezioni? “Uno dei tentativi che fa chi ha paura degli elettori è creare paura e incertezza. Noi ci muoveremo in un contesto di legalità e pensiamo a lavorare. Punto”, ha risposto.
    Udienza alla Consulta tra aprile e maggio
    L’udienza pubblica alla Corte Costituzionale sul ricorso del governo contro la legge regionale della Campania che apre la strada al terzo mandato di De Luca potrebbe essere fissata nella seconda metà di aprile o a maggio. Secondo quanto si apprende, il ricorso non è stato ancora depositato. L’iter prevede che, una volta depositato, sia poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A quel punto scattano i termini per la costituzione delle parti. LEGGI TUTTO