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    Renzi chiude la Leopolda 13, al centro i conflitti internazionali

    Dalle riflessioni sul futuro di Gaza agli attacchi contro il governo per le politiche sui rimpatri: vari i temi che Matteo Renzi ha toccato nel suo discorso di chiusura della 13esima edizione della kermesse fiorentina. Il leader di Italia Viva ha chiuso nominando Sammy Basso come “modello” da guardare, non Putin o Xi Jinping

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    Sono le crisi internazionali al centro delle riflessioni di Matteo Renzi, nel suo discorso di chiusura alla Leopolda. Tutte le guerre nel mondo, il futuro di Gaza, le manifestazioni di piazza, quel piano presentato da Trump appoggiato e sostenuto dall’ex premier. Il 7 ottobre, tuona dal palco, è stato un atto politico, un massacro che non si vedeva dai tempi della shoah. “L’ipotesi di due popoli due stati è l’unica possibilità… Non se ne esce solo con le manifestazioni… Vorrei vedere la Flotilla in Nigeria, Ucraina, Congo. Nessuno di noi ha parole meno che di rispetto verso Ong e associazioni ma la politica è un’altra cosa ed è trovare soluzioni”. Come quella trovata da Tony Blair con la Casa Bianca, che Renzi non esita a definire epocale.

    Il progetto di Casa Riformista

    La Leopolda 13 porta con sé un progetto nuovo, senza dubbio ambizioso. Renzi annuncia la nascita di “Casa riformista” come un contenitore che include Italia Viva, i sindaci, altri soggetti. Ma afferma chiaramente che Italia Viva non si scioglierà: resterà partito autonomo. Avverte che senza questo progetto riformista il Quirinale nei prossimi anni rischia di diventare una “casa sovranista”, per contrastare la Meloni i voti di Pd e Avs non bastano, necessaria una piattaforma più ampia. Il tono è acceso, critico, con molte provocazioni.L’obiettivo è mobilitare un’area riformista che non si riconosce né nel sovranismo né nell’estremismo, e che voglia costruire proposte concrete piuttosto che solo slogan. Attacca frontalmente la premier: “Leader non è chi cavalca odio per estremizzare il Paese”. LEGGI TUTTO

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    Leopolda 2025, Renzi: “Da qui emerge il futuro del Paese”

    Il leader di Italia Viva ha tenuto il discorso finale nel giorno conclusivo dei lavori della kermesse fiorentina giunta alla 13esima edizione. “Senza ‘casa riformista’ Meloni al Colle da sovranista tra due anni. Per batterla i voti di Pd e Avs non bastano. Leader non è chi cavalca l’odio, ma chi rispetta chi pensa diverso da te”. La proposta: “Irpef al 10% per i ventenni”

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    A Firenze è stato il giorno conclusivo dei lavori della Leopolda. Il leader di Iv Matteo Renzi ha tenuto il suo discorso finale alla kermesse giunta alla 13esima edizione. “Machiavelli va in esilio, nel 1513, caduto in disgrazia, a Vettori scrive ‘dopo aver giocato, essermi ingaglioffito, torno nel mio studio, torno a essere me stesso, al cibum di me stesso, il rapporto con gli antichi, questo è un po’ per noi la Leopolda, il tornare a noi stessi dopo l’ingaglioffimento di cui parlava Machiavelli”. Secondo Renzi, “quello che emerge da qui è una cosa per il futuro del Paese”. L’ex premier ha lanciato una proposta per la fiscalità a favore dei giovani: “Hai meno di 30 anni, allora Irpef al 10%, da 30 a 40, invece 20%. Poi ripartono gli scaglioni previsti” dell’Irpef.

    Renzi a Meloni: “Leader non è chi cavalca l’odio, ma chi rispetta chi pensa diverso da te”

    “Voglio dire al presidente del Consiglio, da un luogo di libertà e di confronto, che ha accolto ministri del governo, che un leader non è chi cavalca l’odio, è chi rispetta chi non la pensa come lei. Un leader è chi fa dimettere un ministro che paragona un partito alle Brigate Rosse”, ha detto Renzi che ha poi aggiunto: “L’obiettivo di ‘casa riformista’ non è fare la somma dei vari partiti, ci sono stati “i sindaci che si sono trovati qui, noi abbiamo messo la Leopolda a disposizione, ma non per mettere un cappello. Senza ‘casa riformista’ il Quirinale diventa casa sovranista, con la Meloni al Colle tra due anni. Dobbiamo arrivare al 10%”. Secondo Renzi bisogna “smettere di inseguire l’agenda setting della Meloni sulla Flotilla e andiamo sul Paese reale”. E poi: “Per mandare a casa Giorgia Meloni, i voti del Pd e di Avs non bastano, al massimo arrivano al 40%”.
    “Meloni cambia legge elettorale per paura”
    “Saremo anche al 2% ma gli facciamo una paura da matti al centrodestra. Meloni ha scelto di cambiare legge elettorale un momento dopo che siamo andati nel centrosinistra e la Meloni sa far di conto. Ma porta sfiga cambiare le regole del gioco, porta sfiga, Giorgia”, dice Matteo Renzi. Che poi promette “di non attaccare più il governo in cambio che il governo smetta di rimpatriare assassini e torturatori come nel caso Almasri, e se ci dicono la verità. Smetto di attaccare il governo se smette di intercettare i cittadini con strumenti informatici come nel caso Paragon. Liberiamo gli assassini e intercettiamo i sacerdoti, ma che Paese siamo diventati?”. LEGGI TUTTO

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    Regionali Calabria, affluenza aggiornata al 7,7%

    Ascolta la versione audio dell’articoloL’affluenza al voto alle 12 per le elezioni regionali in Calabria, aggiornata dal sito Eligendo, è del 7,7% (il numero è riferito ora a 2.321 sezioni su 2.406). Il dato è leggermente superiore rispetto alla stessa rilevazione alle precedenti elezioni regionali del 2021 quando alla stessa ora aveva votato il 7,4%. Il dato più alto, al momento, è quello di Catanzaro dove, con 414 sezioni su 425, il dato dell’affluenza risulta all’8,8%.I candidatiLe elezioni si svolgono con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale a causa delle dimissioni, nel luglio scorso, del presidente Roberto Occhiuto, di Forza Italia. Gli aventi diritto al voto sono quasi un milione e 900 mila. I candidati alla presidenza sono tre. Lo stesso Roberto Occhiuto per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, partito di cui é vicesegretario nazionale, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Unione di centro, Sud chiama Nord e dalle liste Forza Azzurri e Occhiuto presidente. Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che é appoggiato, oltre che da M5S, da Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e dalle liste Democratici e Progressisti e Tridico presidente. L’outsider per la presidenza di queste elezioni è Francesco Toscano, di Democrazia Sovrana Popolare, di cui é stato uno dei fondatori, sostenuto dal suo partito.Loading…Tridico non è residente, non può votare«Ho votato assieme ai miei ragazzi. Buon voto a tutti. Viva la Calabria!». Così il governatore uscente Occhiuto postando su Facebook la foto che lo ritrae intento a inserire la scheda nell’urna, insieme ai due figli. Tridico invece non potrà votare: non ha la residenza in Calabria ma a Roma. L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle è sostenuto da 6 liste del campo progressista. LEGGI TUTTO

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    Elezioni regionali Calabria, oggi urne aperte dalle 7 alle 23. Si vota anche domani

    Gli aventi diritto possono recarsi a votare oggi, domenica 5 (dalle 7 alle 23), e domani, lunedì 6 ottobre (dalle 7 alle 15). Tre i candidati: il governatore uscente Roberto Occhiuto (per il centrodestra), Pasquale Tridico (per il campo largo di centrosinistra) e Francesco Toscano, sostenuto da Democrazia Sovrana Popolare

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    Oggi e domani in Calabria si vota per le elezioni regionali. Nella giornata odierna, domenica 5 ottobre, i seggi sono aperti dalle 7 alle 23, mentre lunedì 6 si può votare dalle 7 alle 15. Attesi alle urne 1,9 milioni di calabresi. Sul voto pesa il rischio dell’astensionismo. Nel 2021, andò alle urne soltanto il 44% degli aventi diritto e in molti temono che questa percentuale possa ulteriormente abbassarsi. I candidati sono tre: il governatore uscente Roberto Occhiuto (per il centrodestra), Pasquale Tridico (per il campo largo di centrosinistra) e Francesco Toscano, sostenuto da Democrazia Sovrana Popolare.

    Come si vota

    Gli elettori potranno votare su un’unica scheda, dove sarà presente il simbolo di ciascuna lista e a fianco il nome del candidato alla carica di Presidente della Giunta collegato. Il simbolo delle liste è inserito in un apposito rettangolo, affiancato da due righe per l’eventuale espressione di una o due preferenze. Alla destra sono riportati nome e cognome del candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale collegato alla lista circoscrizionale. L’elettore può votare solo per un candidato Presidente, o per un candidato Presidente e per una lista collegata, o solo per una lista. Se però viene espresso solamente il voto a favore di una lista, il voto si trasferisce al candidato Presidente collegato. Non è previsto il voto disgiunto. Ciascun elettore può esprimere uno o due voti di preferenza, nel rispetto della doppia rappresentanza di genere.

    Vedi anche
    Ponte sullo Stretto e occupazione: cosa conta per chi vota in Calabria

    Il sistema elettorale in Calabria

    Lo spoglio dei voti determinerà l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e quella del Consiglio regionale. Sono in totale 31 i membri del Consiglio che saranno eletti: uno è di diritto il Governatore eletto, mentre dei restanti 30 consiglieri, 24 sono eletti sulla base di liste circoscrizionali e 6 con sistema maggioritario. Il territorio della Regione è diviso in tre circoscrizioni – Nord, Centro e Sud – corrispondenti al territorio di una o più province. Il sistema proporzionale è dunque corretto dall’assegnazione di un premio di maggioranza: nel caso in cui la lista regionale maggioritaria – o collegata al candidato Presidente risultato eletto – abbia conseguito un totale di seggi pari o superiore a 15, ottiene ulteriori 3 seggi da ripartire proporzionalmente tra le liste che la compongono nell’ambito dei 6 seggi da assegnare con metodo maggioritario. Gli altri 3 seggi vengono distribuiti con lo stesso metodo proporzionale tra le liste minoritarie. Qualora invece la lista regionale maggioritaria abbia ottenuto complessivamente meno di 15 seggi, le vengono attribuiti tutti i 6 seggi. Una volta attribuito il premio di maggioranza, avviene un ultimo passaggio. L’Ufficio elettorale infatti svolge un’ulteriore verifica per assicurare che la coalizione vincente abbia ottenuto almeno 16 seggi – pari al 55% dei seggi del Consiglio – se la coalizione ha ottenuto una percentuale di voti inferiore al 40%; oppure che abbia ottenuto almeno 18 seggi – pari il 60% dei seggi del Consiglio – se la coalizione ha ottenuto una percentuale di voti pari o superiore al 40%.  Nel caso sia necessario attribuire seggi aggiuntivi per raggiungere questi numeri, questi sono sottratti alle liste non collegate con il Presidente eletto. LEGGI TUTTO