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    Meloni in Senato: “Musk mio amico, ma io non prendo ordini da nessuno”

    Ieri la premier ha tenuto il suo discorso alla Camera in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. Oggi invece è a palazzo Madama. Manovra? “Accordiamoci per il voto senza fiducia” . E sul suo rapporto con il patron di Tesla, la premier chiarisce: “Non consento ingerenze a nessuno, guardo all’interesse nazionale”

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    Dopo quelle di ieri alla Camera, oggi la premier Meloni è stata in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. “Il settore dell’automotive è in crisi in tutta l’Ue”, ha ricordato la presidente del Consiglio nel suo intervento. “Sono soddisfatta e ottimista”, ha però aggiunto, “perché molti Paesi stanno seguendo” l’Italia, “bisogna continuare a lavorare. Si tratta di difendere una
    filiera fondamentale dell’industria”. Poi, sull’azione europea, ha sottolineato: “L’Ue deve occuparsi di meno cose, e farlo meglio”. “Ho buoni rapporti con un sacco di
    gente e non prendo ordini da nessuno, dovreste esserne contenti, sono una persona libera che si confronta con tutti ma non prendo ordini da nessuno”, ha poi affermarto risponendo alle domande sulla sua amicizia con il patron di Tesla Elon Musk. Dopo l’intervento di Meloni, l’Aula del Senato ha approvato con 100 sì, 64 no, un astenuto   la risoluzione presentata dalla maggioranza.

    Musk? “Non consento ingerenze a nessuno”

    “Non consento ingerenze a nessuno, guardo all’interesse nazionale”, ha chiarito Meloni. “Posso essere amica di Musk e allo stesso tempo premier di una nazione che ha fatto una legge per regolamentare l’attività nello spazio”. “Io non prendo ordini di nessuno. Sono una persona libera che si confronta con tutti. Non vi seguirò mai in questo racconto secondo il quale con chiunque si parli sembra che stia eseguendo
    degli ordini”, ha poi aggiunto rivolgendosi all’opposizione. “Sono felice”, ha poi detto rivolgendosi la premier ai suoi critici, “che siete sovranisti, difendete la sovranità
    nazionale dalle ingerenze straniere: la considero una grandissima impresa di Elon Musk, anche più di essere arrivato sulla luna. Ero abituata quando chiedevate ingerenze di chiunque contro i vostri avversari politici”. 
    “Orban ha idee diverse dalle mie, ma l’Europa sa decidere”
    Mentre su Orban, Meloni ha sottolineato che il leader ungherese ha “sicuramente posizioni diverse” dalle sue sull’Ucraina, “ma alla prova dei fatti le decisioni l’Unione europea le ha prese, anche con il sostegno formale e non formale dell’Ungheria”. Meloni ha poi bocciato l’ipotesi di chi dice ‘cacciamo Orban dall’Europa’ perché, ha spiegato, “non mi sembra un’opzione intelligente”. 

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    Quanto interessano le Cop ai capi di Stato? I numeri

    “Rimuovere le sanzioni alla Siria può avvicinare”

    Poi un passaggio anche sulla Siria. “Avrete letto che l’Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, apre alla rimozione delle sanzioni verso la Siria, un altro strumento che può essere utilizzato per avvicinare. Ma è ovvio che ci muoviamo in una situazione che a nessuno di è chiarissima”, ha detto Meloni sull’iniziativa europea. Mentre sul Libano, la premier ha spiegato: “Siamo impegnati in diverse iniziative a livello multilaterale che riguardano la questione principale di cui l’Italia, e non solo, deve occuparsi se vuole garantire la stabilizzazione della sovranità del Libano: la formazione delle forze armate libanesi. Anche qui voglio ringraziare tutti nostri militari”. LEGGI TUTTO

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    Mattarella: “Le guerre rendono incerto il futuro, tenuta democrazia unico argine”

    Il presidente della Repubblica è intervenuto oggi nel corso del tradizionale scambio di auguri con le alte cariche delle Istituzioni. Ecco il testo del suo discorso

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    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto oggi nel  corso del tradizionale scambio di auguri con le alte cariche delle Istituzioni. Ecco il testo del suo discorso. 
    In queste giornate che ci avvicinano al nuovo anno siamo attraversati da sentimenti contraddittori: da una parte il bisogno di condividere la speranza per un futuro di serenità e di pace, cui si affiancano le prospettive che le scoperte della scienza offrono all’umanità. Dall’altra la profonda preoccupazione di un tempo caratterizzato da guerre e violenze che rendono incerto l’orizzonte del mondo intero. Ho avuto modo, nei giorni scorsi, incontrando i nostri ambasciatori e il corpo diplomatico accreditato, di soffermarmi sui punti di crisi che caratterizzano lo scenario mondiale e sull’incertezza prodotta dal venir meno dell’equilibrio internazionale realizzato a partire dal secondo dopoguerra.  Quell’equilibrio non c’è più ma un nuovo assetto stenta a realizzarsi. Dopo l’aggressione russa all’Ucraina nuovi fronti di crisi sono esplosi, in una concatenazione che allarga il conflitto dall’Europa al Medio Oriente, moltiplicando rapidamente gli scenari di guerra. Sarebbe miope non vedere quel che lega in un’unica trama questa tragica condizione.

    Mattarella: “Oggi prevale il conflitto”

    Non è più il tempo del confronto tra due blocchi, quello dell’epoca della cosiddetta “guerra fredda”, nel quale la corsa agli armamenti militari, e in particolare alle dotazioni nucleari, era contenuta da una intensa iniziativa politico diplomatica capace di evitare pericoli di conflitto aperto. Oggi prevale il conflitto. La politica e la diplomazia appaiono sovente accantonate dalla scelta delle armi, operata da chi ha dato avvio alla guerra. Le istituzioni sovranazionali ne risultano indebolite. Le nostre nuove generazioni si confrontano con stupore e disorientamento con le immagini e le parole della guerra. Occorre una approfondita riflessione sui danni che questa deriva emotiva può produrre nel lungo periodo sulle donne e sugli uomini di domani, sui loro sentimenti, sulla loro percezione della realtà e sul modo di organizzare la convivenza.  Non intendo riferirmi soltanto alle popolazioni che stanno vivendo sulla loro pelle le ferite dei conflitti. Ma su tutti noi. Perché le immagini trasmesse dalle guerre seminano in profondità, anche in chi non ne è direttamente coinvolto, paura, inimicizia, divisione, odio, barriere di ogni tipo.
    Mattarella: “Abituandosi all’odio si rischia di diffonderlo”
    Abituandosi a convivere con l’odio si rischia di diffonderlo, di renderlo inestinguibile. Qualcosa, purtroppo, è già cambiato. Credo che possa essere reale un nesso tra quei sentimenti e il crescere della violenza intorno a noi, nelle nostre società. Cicerone affermava che la storia è maestra di vita. Eppure talvolta siamo presi dal dubbio che questa maestra non venga ascoltata, come quando, nel cuore dell’Europa, assistiamo al ritorno di ombre che pensavamo definitivamente superate. Occorre reagire, per riaffermare con forza e convinzione le ragioni della pace, della civiltà, della convivenza, di un mondo libero, solidale, interdipendente. Obiettivi per i quali il Governo è impegnato – come è avvenuto anche con l’efficace presidenza del G 7 – nella ricerca del dialogo e della collaborazione, con attenzione particolare nei confronti dei Paesi del Sud del mondo.
    Mattarella: “Nostre società sfidate da rischi”
    Non possiamo tornare indietro, non possiamo rassegnarci al disordine e al conflitto permanente. La pace e la cooperazione sono sempre possibili. Su questa frontiera oggi misuriamo la vitalità e la forza delle nostre democrazie, della civiltà del diritto, dei valori di libertà, di giustizia, di uguaglianza che sono stati e sono i mattoni con cui abbiamo costruito la nostra pacifica convivenza. Perché anche le nostre società, quelle del mondo occidentale, che per molti decenni sono state la base e il baluardo più forte di questi valori, appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio. Si registra ovunque un fenomeno di evidente, progressiva polarizzazione che tocca tanti aspetti della nostra convivenza. Appare sempre più difficile preservare lo spazio del dialogo e della mediazione all’interno di società che sembrano oggetto di forze centrifughe divaricanti, con una pericolosa riduzione delle occasioni di dialogo, di collaborazione, di condivisione. Si tratta di una dinamica che non riguarda soltanto la politica ma la precede e va molto oltre. Tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici.
    Mattarella: “Pluralismo idee principio cardine democrazie”
    Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali. Ma sempre più spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico. Quando si innescano conflitti che feriscono e lacerano una società; quando si cerca di sostituire alla forza della ragione la violenza o la prepotenza del più forte; quando si alimentano e si giustificano diseguaglianze crescenti e insopportabili occorre riflettere per riprendere un percorso costruttivo. Si rischia che non esistano ambiti tenuti al riparo da questa tendenza alla divaricazione incomponibile delle opinioni. Sul cambiamento climatico e le politiche ambientali necessarie a contenerlo e a tutelare il pianeta. Sul valore della scienza, della ricerca, sull’efficacia dei numerosi vaccini che hanno salvato milioni di vite umane da malattie mortali o invalidanti.  Temi così delicati e decisivi per il futuro che richiederebbero seria e serena riflessione comune, aperta alla comprensione di ogni aspetto, sono divenuti veri e propri terreni di scontro. E perfino motivo di violenza. LEGGI TUTTO

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    Mattarella: grave rischio da concentrazione capitali e tecnologia. «Troppa polarizzazione»

    Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaDi fronte all’eccesso di polarizzazione delle idee bisogna ricordare che il pluralismo è l’anima della democrazia. Il monito arriva dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla cerimonia al Quirinale per lo scambio di auguri con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile.«Si registra ovunque un fenomeno di evidente, progressiva polarizzazione che tocca tanti aspetti della nostra convivenza. Appare sempre più difficile preservare lo spazio del dialogo e della mediazione all’interno di società che sembrano oggetto di forze centrifughe divaricanti, con una pericolosa riduzione delle occasioni di dialogo, di collaborazione, di condivisione. Si tratta di una dinamica che non riguarda soltanto la politica ma la precede e va molto oltre – osserva il Capo dello Stato -. Tocca ambiti sociali, economici, culturali, persino etici. Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali». Ma sempre più spesso, lamenta Mattarella, «vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico».Grave rischio da concentrazione capitali e tecnologia«La concentrazione in pochissime mani di enormi capitali e del potere tecnologico, così come il controllo accentrato dei dati, definibili come il nuovo petrolio dell’era digitale determinano una condizione di grave rischio». Per il presidente della Repubblica «gli effetti sono evidenti» e riflettono un quadro in radicale (e pericoloso) cambiamento. «Pochi soggetti non uno soltanto, come ci si azzarda a interpretare, con immense disponibilità finanziarie, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato – spiega il Capo dello Stato -. Grandi società che dettano le loro condizioni ai mercati e, al di sopra dei confini e della autorità degli Stati e delle Organizzazioni internazionali tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali. Sembra che, come in una dimensione separata e parallela rispetto alla generalità dell’umanità, si persegua la ricchezza come fine a sé stessa; in realtà come strumento di potere molto più che in passato perché consente di essere svincolati da qualunque effettiva autorità pubblica».Loading…Stabilità importante ma preservare valori e unità«Sovente parliamo della stabilità come di un fattore determinante del patrimonio di credibilità e di buona reputazione di un Paese. E come si è detto la stabilità è alimentata da istituzioni efficienti. Da istituzioni in grado di assumere decisioni tempestive. Dal consenso dei cittadini. Da una società civile che sa impegnarsi e crescere, perché sa che la coesione si nutre di lavoro ed è incoraggiante registrare segnali positivi nell’andamento dell’occupazione. Ma ci sono, prima ancora, fattori che non dobbiamo sottovalutare: valori comuni e condivisi, cultura, sentimenti popolari che ci fanno riconoscere come un unico popolo, legato da un comune destino». È un ulteriore sollecitazione del presidente della Repubblica per il quale «questo patrimonio “immateriale” è prezioso per quella unità morale che è presupposto per una convivenza ordinata, per una Repubblica forte, per un Paese stabile e di prestigio nel mondo. Queste doti sono emerse in tante circostanze. Di fronte alle emergenze. In occasione di catastrofi che feriscono il Paese. O negli anni bui del terrorismo. O, recentemente, quando abbiamo dato prova di straordinaria solidarietà nel combattere la pandemia. Come un fiume carsico questo patrimonio, costituito dalla nostra unità morale, si manifesta nei momenti più difficili. È avvenuto più volte nella nostra storia. Non è soltanto memoria».Cosa significa concretamente rispettare e preservare questa unità? «Anzitutto – ha sottolineato Mattarella – vuol dire vivere la Costituzione nella sua attualità. Avere come riferimento sicuro i suoi valori fondativi: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la solidarietà. I diritti inalienabili di ogni persona. Vuol dire anche riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle infrastrutture strategiche, la salvaguardia dell’ambiente e la messa in sicurezza dei nostri territori. Non possiamo dividerci su questi obiettivi, che sono inevitabilmente di lungo periodo e vanno dunque perseguiti con un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno».Rispettare ruolo senza invasioni campo e contrapposizioniIl «senso del dovere» richiede «a tutti coloro che operano in ogni istituzione, di rispettare i limiti del proprio ruolo. Senza invasioni di campo, senza sovrapposizioni, senza contrapposizioni». Mattarella tiene a ricordare «un punto fondamentale: il rispetto delle istituzioni nei confronti di chi ne ricopre il ruolo. Così come coloro che rivestono responsabilità istituzionali, a cominciare dal Presidente della Repubblica, sono tenuti a esercitarle sapendo che le istituzioni sono di tutti. Che il servizio che si svolge è a garanzia della dignità di ognuno, a prescindere dall’appartenenza politica. Abbiamo, a tutti i livelli, esempi efficaci, quotidiani, di come questo sia non solo possibile, ma praticato. L’ho visto, ad esempio, di recente, nella passione dei tanti sindaci che ho incontrato all’assemblea dell’Anci. Le diverse appartenenze politiche, le legittime e preziose differenze delle identità culturali – che sono l’essenza della dialettica democratica – non impediscono di ricercare e trovare convergenze e unità su alcuni grandi temi. Nell’interesse dei cittadini. Questa attitudine, questa miniera di valori e di sentimenti è più diffusa di quel che si pensa e ho avuto modo, anche nel corso di quest’anno, di constatarlo personalmente in numerose occasioni. Anima tante nostre comunità. Anima tante espressioni della società civile, del mondo associativo delle professioni, dell’economia, del mondo del lavoro: canali di partecipazione e costruzione del bene comune, con cui è prezioso il dialogo. Lo possiamo chiamare, senza eccessi retorici, spirito di servizio. Passione civile. Senso del dovere. Quello manifestato, ad esempio, malgrado l’esposizione a forti rischi, dai nostri militari in Unifil in Libano. Così come tanti altri, cui penso con riconoscenza, nei Corpi dello Stato e nella società civile». LEGGI TUTTO

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    Commissione d’inchiesta sulle banche, arriva il sì del Senato al ddl

    Arriva il sì del Senato al ddl per istituire una commissione d’inchiesta sulle banche. In aula il disegno di legge è stato approvato con 84 sì, nessun no, 51 astenuti. Con il testo, nato dalla sintesi dei 2 progetti di legge presentati dal senatore FI Pierantonio Zanettin e da Mario Turco (M5S), prende il via una Commissione monocamerale per indagare sul sistema bancario, finanziario e assicurativo con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori, all’accesso al credito di giovani, famiglie e imprese, incluse microimprese e piccole e medie imprese e ai rapporti con la clientela, considerando l’utilizzo delle nuove tecnologie, compresa l’ intelligenza artificiale. LEGGI TUTTO

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    Andrea Orlando lascia il Parlamento, resterà al Consiglio Regionale della Liguria

    La segretaria del Pd Elly Schlein ha sicuramente influito nella scelta che ha portato il membro del Pd in Liguria. A lui anche l’incarico di occuparsi di politiche industriali in quel Progetto per l’Italia che dovrebbe rappresentare il cantiere Pd per il programma del centrosinistra che verrà. Orlando ha poi evidenziato l’appuntamento con le comunali di Genova, che preparerà da capo dell’opposizione in Consiglio Regionale

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    Dopo 18 anni, Andrea Orlando lascia il Parlamento. Una scelta a lungo meditata, dalle ore successive alla sconfitta contro Marco Bucci in Liguria. La scelta è fra la politica nazionale e quella nella propria regione. Il tre volte ministro – ambiente, giustizia, lavoro – sceglie la regione, ma è consapevole che quanto farà in quel di Genova influirà necessariamente su Roma. Da Genova passa infatti il prossimo appuntamento elettorale, con le elezioni per il sindaco. Ma anche perché Orlando ha ottenuto da Schlein l’incarico di occuparsi di politiche industriali in quel Progetto per l’Italia che dovrebbe rappresentare il cantiere Pd per il programma del centrosinistra che verrà. 

    Il ruolo di Schlein nella decisione di Orlando

    La segretaria del Pd Elly Schlein ha sicuramente influito nella scelta che ha portato Orlando in Liguria. “Molti, a partire dalla segretaria nazionale, mi hanno fatto presente come il mio contributo”, al consiglio regionale della Liguria, “possa essere importante alla battaglia a livello nazionale”, spiega Orlando, evidenziando poi l’appuntamento con le comunali di Genova che preparerà con i galloni di capo dell’opposizione in Consiglio Regionale. L’ex ministro assicura di voler mettere a disposizione il suo “impegno, capacità e lavoro”. Parole che farebbero immaginare una prossima candidatura al Comune di Genova. Nel capoluogo ligure, Orlando ha incassato ben 18 mila voti più di Marco Bucci, che la città la amministrava. E a livello regionale, il candidato del centrosinistra ha perso di soli 8 mila voti. Fonti a lui vicine, tuttavia, invitano alla prudenza. LEGGI TUTTO

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    Processo Open Arms, Salvini: “Non ho paura di essere condannato”

    Sono “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, ha detto il ministro in un’intervista al Giornale. La sentenza sul caso Open Arms dovrebbe arrivare il 20 dicembre: la pm ha chiesto una condanna a 6 anni di carcere, la legale del vicepremier, invece, l’assoluzione

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    È prevista per il 20 dicembre la sentenza per Matteo Salvini sul caso Open Arms. Nell’ultima udienza dello scorso 18 ottobre si è svolta l’arringa difensiva della legale del vicepremier, Giulia Bongiorno, che ha chiesto l’assoluzione del leader della Lega “perché il fatto non sussiste”. Per Salvini, anche lui presente nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, il pm ha però chiesto sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito nel 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo di una nave della Ong spagnola a Lampedusa. In un’intervista uscita oggi su Il Giornale, Matteo Salvini ha detto di non avere paura della condanna. Sono “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato”, ha detto il ministro. “In caso contrario, sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell’Italia. Significherebbe che, qui, tutto è concesso”.

    Salvini: “È un processo all’Italia”

    Dopo l’udienza di ottobre, il processo è stato rinviato al 20 dicembre per eventuali repliche delle parti e per la sentenza. L’assoluzione, ha detto al quotidiano, sarebbe “una buona notizia per l’Italia, perché confermerà che la difesa della Patria è un sacro dovere di ogni cittadino come sancito anche dall’articolo 52 Costituzione”. Matteo Salvini ha poi aggiunto di essere sicuro che gli alleati siano al suo fianco in questo processo che, ha detto, “non è solo un processo a Salvini, è un processo all’Italia”. LEGGI TUTTO

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    Meloni in Aula: “Con Fitto missione compiuta. Trump nemico? Così non si aiuta il dialogo”

    “Nonostante vi sia ancora chi, noncurante della realtà, continui a ripetere il mantra del presunto isolamento internazionale dell’Italia i fatti dimostrano l’esatto contrario”, ha detto la premier nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. Meloni ha ricordato l’elezione di Raffaele Fitto a Bruxelles: “Politico di valore e stimato”. E parlando della situazione in Medio Oriente: “L’Italia è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana”

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    Il prossimo Consiglio europeo “sarà il primo di questa legislatura”, i lavori “saranno più snelli e concreti”, è “una impostazione che condivido molto”, occorre “focalizzare l’attenzione sulla missione dell’Europa”. Lo dice la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni in Aula prima del Consiglio europeo. “Con orgoglio mi sento di poter dire missione compiuta”, dice la premier ricordando la nomina di Raffaele Fitto a Bruxelles, “una persona stimata e perbene”. “Non si tratta di un titolo onorifico, ma di uno strumento concreto”, aggiunge il presidente del Consiglio. “La nomina di Fitto è adeguato al peso della nostra nazione in Europa, è un risultato che conferma la centralità dell’Italia”, sottolinea Meloni.

    Meloni: “Bene approccio concreto Consiglio Ue”
    La premier ha aperto il suo discorso in Aula affermando di condividere l’approccio concreto del nuovo Consiglio Ue, “il primo – ha detto – presieduto dal nuovo presidente Antonio Costa che ha manifestato a me e agli altri capi di Stato e governo la volontà di rendere i lavori più snelli e concreti, evitando di addentrarsi nelle conclusioni in questioni di dettaglio. È una impostazione che condiviso molto, oggi più che mai di fronte a sfide nuove e più complesse di fronte a cui c’è il rischio di marginalizzazione se non di irrilevanza dell’Europa c’è la necessità di focalizzarci”. 

    Meloni: “Con Fitto missione compiuta”
    Giorgia Meloni ha poi parlato del ruolo di Raffaele Fitto nella Commissione Ue, una vicepresidenza esecutiva che, ha detto, “non è solo un titolo onorifico ma uno strumento concreto che consentirà di supervisionare e coordinare settori strategici come agricoltura, pesca, economia del mare, housing sociale: la sensibilità italiana può contribuire ad un approccio pragmatico superando quello ideologico e dogmatico” degli ultimi anni. Fitto, ha detto la premier, è “un politico di valore stimato in Italia e in Europa” e “possiamo riconoscere come il ruolo sia adeguato al peso della nostra nazione in Europa, conferma la centralità dell’Italia”. La sua nomina è quindi “anche un riconoscimento personale per Raffaele Fitto e per gli ottimi risultati che ha raggiunto in questi due anni da ministro della Repubblica italiana. Se oggi l’Italia è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Pnrr lo si deve soprattutto all’ottimo lavoro svolto da lui e dai suoi uffici oltre che all’impegno di tutti i ministri e di tutti i livelli istituzionali del sistema Italia nel suo complesso”. 

    Meloni: “L’Italia non è isolata”
    “Nonostante vi sia ancora chi, noncurante della realtà, continuai a ripetere il mantra del presunto isolamento internazionale dell’Italia i fatti dimostrano l’esatto contrario”, ha detto la premier sottolineando che il governo “è centrale in numerose dinamiche”. “Il governo italiano – ha continuato – è sempre più indicato dagli osservatori internazionali come centrale in numerose dinamiche ed è un cambiamento in positivo che al di là delle personali convinzioni politiche dovrebbe inorgoglire ogni sincero italiano”. E parlando ancora della situazione dell’Italia ha citato tutti coloro che vanno via dal Paese alla ricerca di un futuro lavorativo migliore. Dobbiamo “riportare a casa i troppi cervelli in fuga, a cui dobbiamo regalare un nuovo sogno gratificante in patria”. 

    Italia protagonista del dialogo europeo
    “L’Italia è sempre più protagonista nei nuovi formati di dialogo che nascono in Europa per cercare di affrontare in modo pragmatico e concreto i numerosi dossier strategici che stiamo che stiamo discutendo”. Così la premier facendo riferimento “alla riunione sulle emigrazioni inaugurata a margine dello scorso Consiglio europeo nella sede della delegazione italiana a Bruxelles”. “Un format – ha rimarcato – promosso da Italia, Danimarca e Paesi Bassi che raccoglie diverse nazioni al quale partecipa anche la presidente della Commissione europea per fare stato dell’avanzamento della nuova politica migratoria dell’Unione, e ragionare insieme su soluzioni innovative”. E ha aggiunto: “Ma penso anche al vertice Nord-Sud sulla sicurezza, che si svolgerà nei prossimi giorni in Finlandia, al quale l’Italia è stata invitata a partecipare insieme ai primi ministri di Grecia e Svezia e all’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza”.

    La guerra in Ucraina
    Spazio anche per la guerra in corso in Ucraina. La linea di credito “da 50 miliardi di dollari”, ha spiegato Giorgia Meloni, è “un prestito che sarà presto erogato e sarà garantito dai beni russi immobilizzati in Europa, un lavoro estremamente complesso che ha portato a un risultato estremamente importante, un successo della presidenza italiana del G7”. Attenzione della premier per la situazione sul campo, dove “desta particolare preoccupazione la sistematica azione russa volta a colpire le infrastrutture ucraine in vista dell’inverno, garantire la sicurezza delle infrastrutture energetiche e della centrale di Zaporizhzhia” resta un “obiettivo fondamentale”. 

    Incontro con Zelensky prima del Consiglio Ue
    Giorgia Meloni ha poi anticipato che alla vigilia del Consiglio europeo vedrà il presidente ucraino Zelensky insieme ad altri leader europei e al segretario generale della Nato Rutte. Un incontro che “permetterà di ribadire questi principi e di riaffermare la linea di azione comune” sull’Ucraina. “La fine della guerra e la costruzione di una pace giusta e duratura fondata sui principi della carta Onu rimangono i nostri obiettivi perché è interesse vitale dell’Italia e dell’Europa il mantenimento di un sistema di regole basato basato sul rispetto del diritto internazionale”, ha detto la premier ribadendo “come ho già detto tante volte in quest’aula da membro dell’opposizione e da capo del governo” che “non c’è alcuna convenienza per noi a vivere in un mondo basato sulla forza delle armi e della sopraffazione”.

    I conflitti in Medio Oriente
    Giorgia Meloni ha parlato poi della situazione in Siria. “La caduta del regime di Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana dopo oltre un decennio di guerra civile. Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, hanno una diversa estrazione e interessi potenzialmente contrastanti. C’è ovviamente preoccupazione per il futuro della nazione. L’Italia, l’unica tra le nazioni del G7 ad avere un’ambasciata aperta a Damasco, è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana, ovviamente in un contesto di valutazioni e azioni condiviso con i partner europei e internazionali”. I primi segnali dal nuovo governo siriano, ha aggiunto la premier, “sembrano incoraggianti ma serve la massima prudenza: alle parole devono seguire i fatti e sui fatti giudicheremo le nuove autorità siriane. Elemento decisivo sarà l’atteggiamento verso le minoranze etniche e religiose. Penso ai cristiani, che hanno già pagato prezzo altissimo, troppo spesso oggetto di persecuzione”. 

    Meloni: “In Siria non ci sia spazio per ritorno Isis”
    “La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante di questo scenario”, ha aggiunto la premier parlando della situazione in Siria. “Non ci deve essere spazio per un ritorno dell’Isis o per ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per nuovi nuclei terroristici. Di questo intendo a parlare a Bruxelles con i partner europei, anche perché sono convinta che l’Unione europea abbia un ruolo fondamentale da svolgere in Siria, particolarmente in materia di ricostruzione di una nazione profondamente devastata. I siriani avranno un ruolo guida ovviamente nella ricostruzione ma avranno bisogno del sostegno europeo internazionale particolarmente con le nazioni arabe. È un tema su cui è urgente non solamente riflettere ma anche individuare migliori strumenti d’azione”.

    Ringraziamento ai militari in Libano
    E parlando delle guerre in corso, la premier ha dedicato un momento ai militari italiani impegnati in missione. “Consentitemi un ringraziamento convinto e sentito alle donne e agli uomini delle nostre forze armate in Libano che sono rimasti al loro posto con coraggio e senso del dovere al servizio della nazione e della pace”, ha detto Giorgia Meloni ricordando la volontà del governo italiano di non ritirare i militari della missione Unifil perchè “consapevole che sarebbero stati necessari”. E per quanto riguarda la gestione delle crisi, la presidente del Consiglio ha detto di non essere disposta a rinunciare al ruolo della Protezione civile. “L’Italia è più che interessata a contribuire al dibattito sul futuro ruolo dell’Europa come gestore delle crisi e partendo non tanto da proposte legislative che sarebbero premature ma dalla necessità di massimizzare gli sforzi nazionali ed europei in linea con il principio di sussidiarietà: l’Italia non è disposta a rinunciare a una eccellenza nazionale da Protezione civile ma possiamo condividere la nostra esperienza e il nostro saper fare con i nostri partner”. 

    Il ruolo della Nato
    “Un’Europa che abbia la pretesa di essere più forte e autonoma non può prescindere dal comune impegno per rafforzare la sua difesa costruendo finalmente un pilastro Ue della Nato, da affiancare a quello americano con pari peso e pari dignità”. Così Giorgia Meloni che ha aggiunto: “Il nostro impegno nei confronti dell’Alleanza atlantica rimane la pietra angolare della nostra sicurezza ma certamente – ha aggiunto – l’Europa deve puntare ad avere un ruolo maggiore al suo interno”. E parlando ancora dell’importanza della difesa: “È vitale progredire rapidamente sulla strada dell’autonomia strategica aperta, cercare soluzioni innovative per garantire fondi adeguati agli investimenti necessari, ad esempio avviando un dialogo concreto sulla possibilità di emettere obbligazioni europee per investimenti sulla difesa, continuando a spingere per l’esclusione degli investimenti sulla difesa dal calcolo del rapporto deficit/pil nel Patto di stabilità”. 

    Trump e Mercosur
    Un riferimento anche al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump che il prossimo 20 gennaio si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca. “È indispensabile – ha detto Meloni – mantenere un approccio pragmatico, costruttivo e aperto con la nuova amministrazione Trump, sfruttando le aree di potenziale e fruttuosa cooperazione Ue-Usa e cercando di prevenire diatribe commerciali che certamente non farebbero bene a nessuno”. Poi, sempre a proposito del tycoon e di chi, in aula, lo ha definito “nemico”: “Se si sta parlando del rischio di una politica economica protezionistica è ovvio che è qualcosa su cui dobbiamo lavorare per evitarlo. Non so se presentarsi da qualcuno definendolo un nemico possa aiutare questo dialogo”, ha detto Meloni.
    Un commento poi in merito all’accordo del Mercosur. “Senza riequilibrio, non c’è sostegno all’accordo del Mercosur. L’Italia condivide l’opportunità di continuare a investire in America Latina, un continente molto simile all’Italia che rischiamo di abbandonare ad attori globali non occidentali”, ha detto Meloni che ha poi ricordato l’impatto di questi accordi sul settore dell’agricoltura e sugli agricoltori che “spesso hanno pagato il prezzo più alto perché altri paesi non rispettano gli stessi standard alimentari che imponiamo a nostri produttori. L’accordo deve offrire garanzie concrete e opportunità di crescita anche al mondo agricolo europeo”. E ha concluso: “si sta studiando l’accordo e sosterremo le nostre convinzioni prendendoci il tempo necessario per vedere se le nostre richieste saranno soddisfatte”.

    La crisi dell’automotive
    Nel settore dell’automotive, “chiediamo la sospensione delle multe per le aziende costruttrici perché stanno già portando alla chiusura di molti stabilimenti e, nel medio periodo, ci poniamo l’obiettivo di riaprire il capitolo della neutralità tecnologica rendendo utilizzabili le tecnologie per ridurre le sostanze inquinanti”. Lo ha detto la premier in Aula anticipando la proposta che sarà sottoscritta anche dall’Italia. Le cause all’origine della crisi dell’automotive, ha poi spiegato, “sono diverse e tra queste c’è certamente l’aver imposto un modello di decarbonizzazione basato unicamente sull’elettrico che, se fosse confermato, rischierebbe di portare al collasso l’intera industria automobilistica europea”. 

    Data ultima modifica 17 dicembre 2024 ore 15:41

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