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    Decaro: pronto a candidarmi in Puglia ma voglio essere libero

    Ascolta la versione audio dell’articoloL’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, rompe il silenzio sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Puglia per il centrosinistra e in un post su Fb dice di essere «pronto a candidarsi» ma precisa che vuole essere «un presidente libero» e non ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto». «La Puglia – spiega – non ha bisogno di un presidente a metà». Il riferimento è al veto posto sulle candidature a consiglieri regionali del governatore uscente Michele Emiliano e dell’ex governatore Nichi Vendola. A entrambi, precisa, «mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego». Ma la questione «non è personale». È «una questione politica, nel segno del rinnovamento».Lo stallo per il centrosinistra in PugliaInsomma il tentativo di mediazione andato in scena tre giorni fa con un vertice tra Decaro, Emiliano e gli emissari della segretaria Elly Schlein, ossia il braccio destro Igor Taruffi e il segretario regionale Domenico De Santis non sembra essere bastato per uscire dall’impasse. E questo malgrado il comunicato finale («Si sono poste le basi per un lavoro comune sul futuro della Puglia») sembrasse far intendere uno sblocco dello stallo. Da una parte il governatore uscente della Puglia Michele Emiliano, che non ha nessuna intenzione di farsi da parte e che, dopo lo stop della Corte costituzionale al terzo mandato, pretende un “ruolo politico” e vuole candidarsi almeno come consigliere regionale; dall’altra il candidato alla successione in pectore Antonio Decaro, già sindaco di Bari per dieci anni nonché recordman di preferenze alle europee e ora presidente di una delle commissioni più importanti del Parlamento di Strasburgo (Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare), che non ha alcuna intenzione di lasciare il suo nuovo lavoro per tornare a Bari e ritrovarsi in Consiglio regionale due politici “ingombranti” come appunto Emiliano e come Nichi Vendola (altro ex governatore che vuole ricandidarsi, ma in questo caso con la lista di Avs).Loading…Gli obiettivi di Decaro e EmilianoPer Decaro è indispensabile l’autonomia e la piena agibilità politica. Emiliano, da parte sua, teme di essere messo da parte definitivamente e vuole occupare uno scranno in Consiglio regionale, in attesa di essere candidato in Parlamento alla prossime politiche.La mediazione di SchleinIn mezzo, naturalmente, la segretaria dem Elly Schlein, la stessa che due anni e mezzo fa dichiarò guerra ai “cacicchi” e che ora deve scendere a patti sia con Emiliano in Puglia sia con Vincenzo De Luca in Campania. Evidente che Schlein non può permettersi uno scontro frontale con i due governatori uscenti, i quali minacciano la corsa solitaria di una personalità terza a loro nome. LEGGI TUTTO

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    Meeting di Rimini, Mattarella: “Abbiamo bisogno di costruttori di pace”

    Ha preso il via oggi 22 agosto negli spazi della Fiera di Rimini, il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, giunto quest’anno alla 46esima edizione, che ospiterà tavole rotonde, mostre, iniziative e spettacoli per i giovani dedicati a cultura e sport (IL PROGRAMMA). Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “il Meeting continua la sua storia proponendo nuove occasioni di incontro, di riflessione, di amicizia, di cultura. Un evento che ha messo radici nella società italiana e che ancora ambisce ad ampliare gli spazi di dialogo, a scavare oltre la superficie del nostro tempo per comprendere come la persona e le comunità possano, nelle trasformazioni, restare protagoniste”, ha scritto il capo dello Stato in un messaggio inviato al Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz. “Desidero anzitutto esprimere il saluto più caloroso agli organizzatori, ai volontari, ai giovani impegnati per la riuscita del Meeting e a coloro che ne saranno ospiti”, ha scritto Mattarella. “Per questa 46a edizione è stato scelto il titolo: “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”. “Una citazione che è anche una sfida, come tradizione per le giornate di Rimini. Abbiamo bisogno di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali. Rigenerati e condivisi”.

    “Costruire è rimettersi in cammino nella storia”

    “Le straordinarie facoltà e opportunità che scienza e tecnologie ci consegnano – ha aggiunto Mattarella – non bastano a garantire un sicuro e autentico progresso. Il tempo che viviamo è segnato anche dagli orrori di guerre che pensavamo di aver cancellato dalla storia, da volontà di potenza che tornano a mostrarsi minacciosamente, da egoismi personali e di gruppo, da spinte omologanti, da discriminazioni, povertà, solitudini”. Ma per il presidente della Repubblica “non dobbiamo farci vincere dalle complessità e dalle paure. Le comunità deperiscono dove prevale il disimpegno o l’indifferenza. Costruire è rimettersi in cammino nella storia. Anche se questo richiede di attraversare territori difficili. Il calo demografico ha ridotto la presenza dei giovani nella società. Ma nessuna società che voglia avere futuro può rinunciare all’apporto dei giovani e ai loro ‘mattoni nuovi’. Le stagioni che cambiano richiedono forze, idee, energie nuove. Non è vero che così rischiano di disperdersi i valori: così i valori più profondi possono trasmettersi e dare nuovi frutti. Costruire vuol dire avere speranza. La speranza è il nutrimento più prezioso di una società. Si diffonde soltanto nell’amicizia e nella solidarietà. Questo è anche l’augurio più intenso che rivolgo al Meeting che sta per cominciare”.

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    Meeting di Rimini, messaggio di Mattarella: abbiamo bisogno di costruttori di pace

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Abbiamo bisogno di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali. Rigenerati e condivisi». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard ScholzMattarella: avanti senza paure, non prevalga il disimpegno «Non dobbiamo farci vincere dalle complessità e dalle paure. Le comunità deperiscono dove prevale il disimpegno o l’indifferenza. Costruire è rimettersi in cammino nella storia. Anche se questo richiede di attraversare territori difficili» scrive ancora il presidente della Repubblica nel suo messaggio.Loading…Il programma del MeetingLe fratture di un mondo martoriato, da Gaza all’Ucraina, e il sogno di ricomporle sulla strada della parola e del dialogo. Il fronte dei migranti e dell’integrazione. Il dibattito sulla salute, da declinare come un bene per tutti. E poi l’Europa chiamata a reinventarsi per non rimanere schiacciata, nel nuovo ordine mondiale, tra l’America trumpiana, la Russia e la Cina. E’ ricco, al ritorno dalle ferie d’agosto, il piatto che il Meeting – in calendario da oggi al 27 – mette sul tavolo della politica italiana e internazionale nel tradizionale appuntamento riminese. Palcoscenico, giunto alla 46esima edizione, su cui si alternerà più di mezzo governo – dai vicepremier Tajani e Salvini, ai ministri Abodi, Foti, Giorgetti, Giuli, Locatelli, Lollobrigida, Piantedosi, Pichetto Fratin, Schillaci, Urso e Valditara – con la ciliegina sulla torta della premier, Giorgia Meloni, ospite nell’ultima giornata della kermesse.L’intervento di Draghi Sotto le volte della Fiera di Rimini, a prendere la parola nel pomeriggio sarà l’ex premier ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, spinto a riflettere su «Quale orizzonte per l’Europa?». LEGGI TUTTO

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    Vaccini, Borghi (Lega): “Aprire confronto su obbligo e su legge Lorenzin”

    Dopo la polemica sul Nitag, la Lega prosegue la battaglia contro l’obbligo vaccinale. Nelle scorse ore il leader Matteo Salvini ha detto che “avere dubbi sull’obbligo dei vaccini è buon senso”. Mentre Claudio Borghi, che l’anno scorso aveva presentato un emendamento al decreto liste di attesa per far saltare l’obbligo, ha aggiunto, intervistato da Affaritaliani: “Che la Lega sia stata e sia contro la legge Lorenzin non è una novità di oggi. Nel 2017 siamo stati l’unico partito a votare contro l’obbligo vaccinale in Parlamento”. 

    Borghi: “Nessun mio emendamento”

    “L’anno scorso avevo presentato un emendamento al primo provvedimento possibile, dopo aver preso un impegno con moltissime associazioni che si battono per la libertà di scelta sui vaccini”, ha deto Borghi. “Poi quell’emendamento fu dichiarato inammissibile e la questione si è chiusa. Ora non ripresenterò alcun emendamento simile e aspetto che gli amici alleati di Fratelli d’Italia, visto che da Forza Italia su questo tema mi aspetto ben poco, decidano di prendere in mano il tema. A quel punto saremo ben felici di aprire una discussione e un confronto sull’obbligo vaccinale e sulla legge Lorenzin”, conclude il senatore. 
    Le parole di Salvini
    “Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei non penso sia antiscientifico, penso sia di buon senso”, aveva detto due giorni fa il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Poi era tornato sulla vicenda dell’azzeramento da parte del ministro della Salute Schillaci della commissione vaccini per la presenza di due esponenti critici nei confronti delle immunizzazioni. Salvini ha sottolineato di non voler chiedere le dimissioni di Schillaci, ma “lo dico da ministro: è come se io avessi nominato una commissione da me firmata, con dei membri da me scelti, e dopo tre giorni mi fossi auto azzerato la commissione da me scelta. Avrei un problema in casa”. “Poi – ha concluso – leggevo oggi un’intervista interessante di uno di questi due professori e medici che non stanno simpatici a qualcuno, non sono no vax, semplicemente chiedono che vengano calcolati tutti i benefici che ci sono nei vaccini e anche eventuali controindicazioni”. LEGGI TUTTO

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    Sgombero Leoncavallo, Sala: “Comune non avvisato”. È scontro politico

    Polemiche sullo sfratto dello storico centro sociale milanese. Previsto a settembre, il provvedimento è stato anticipato a ieri. “In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità”, commenta Meloni. “Finalmente si cambia”, esulta Salvini. Ma il sindaco del capoluogo lombardo si è detto stupito: “Palazzo Marino non è stato avvertito. C’erano molte modalità per farlo. Il Leonka ha valore e deve continuare ad emettere cultura, continua il dialogo”

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    Con un blitz che ha anticipato la data prevista del 9 settembre, nella mattinata del 21 agosto le forze dell’ordine hanno sgomberato il centro sociale Leoncavallo, sfrattato dalla sede che occupava in via Watteau dal 1994. All’interno non c’era nessuno. Qualche indizio di una possibile accelerazione c’era stato. E negli ultimi mesi era cresciuto il pressing dei partiti di centrodestra sul ministro dell’Interno Piantedosi. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala non ha gradito quanto accaduto: è stato informato dello sfratto solo all’alba di ieri dal prefetto Claudio Sgaraglia.

    Sala: “Comune non avvisato dello sfratto del Leoncavallo”

    “Mercoledì ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo”, ha detto in una nota, il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite”, aggiunge il primo cittadino che definisce il centro sociale “un valore storico e sociale nella nostra città. Ho ricevuto giovedì mattina dal Prefetto la notizia”.
    Sala: “Il Leoncavallo deve continuare a emettere cultura”
    Il sindaco Sala non era stato quindi informato preventivamente dell’esecuzione dello sfratto del centro sociale. È stato il prefetto Claudio Sgaraglia, con una telefonata ad avvisare il primo cittadino che ha ribadito il valore del ‘Leonka’. “Un valore storico e sociale nella nostra città”. “A mio parere questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”. Come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato”. LEGGI TUTTO

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    Regionali, rottura tra Renzi e Calenda sull’alleanza con il M5s in Toscana

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl campo largo ha un problema al centro. Carlo Calenda si smarca dall’alleanza in Toscana accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto con «tanti desiderata ideologici». «Il Terzo polo – ha ricordato Calenda ai suoi ex alleati di Italia viva – ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. ⁦Caro Matteo Renzi,⁩ siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma non quello della Taverna. Ad ⁦Azione tanto basta». Non la pensa così Matteo Renzi, che esorta Calenda a soprassedere, in nome del bipolarismo e della necessità di fare fronte comune contro il centrodestra («se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee»). E dal partito dell’ex premier è arrivato l’invito a «stare tutti insieme» per costruire «una casa comune del centrosinistra: caro Carlo, se continuerai a dividere come con il Terzo Polo, sarà l’ennesima occasione persa».Lo scontro al centro Torna quindi il braccio di ferro tra le due anime dell’ormai defunto Terzo polo, una dinamica in cui si inserisce il corteggiamento del centrodestra nei confronti di Azione, soprattutto in Campania e in vista della lunga marcia verso le elezioni amministrative a Milano.Loading…Tridico candidato del campo progressista in CalabriaIn attesa che in Puglia si sblocchi la candidatura di Antonio Decaro, nelle ultime ore c’è stato un confronto fra i leader del centrosinistra, tra cui Elly Schlein e Giuseppe Conte, in cui si è parlato soprattutto di Calabria: sabato si riunirà il tavolo regionale della coalizione e in quella occasione dovrebbe essere ufficializzata la candidatura a governatore di Pasquale Tridico, l’europarlamentare M5s su cui si è ormai costruita una solida convergenza. Con l’eccezione dei dubbi manifestati da Italia viva, che potrebbero cadere alla luce delle parole di Renzi sulla necessità di non abbandonare il campo «per la presenza di Cinque Stelle e Avs», per non regalare «il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida».I dubbi di Forza Italia in ToscanaIl quadro in Toscana dovrà essere chiarito entro la metà della prossima settimana, per quando Eugenio Giani ha convocato una riunione di coalizione, la prima con tutti i partiti che lo sostengono a caccia del bis alle elezioni del 12 e 13 ottobre (il Tar ha respinto il ricorso di Democrazia sovrana popolare contro il decreto che ha indetto il voto). Intanto nello schieramento rivale, Alessandro Tomasi (FdI) deve fare i conti con le perplessità sulla composizione della lista civica che lo sosterrà, sollevate da Forza Italia: «Se deve servire a togliere voti, soprattutto io parlo per il mio partito, non ci convince», ha detto il segretario regionale azzurro Marco Stella.Verso un nuovo vertice nel centrodestraPerplessità simili, ma con ricadute ben più significative, permangono sul fronte veneto, dove FdI e FI non vedono di buon occhio una lista di Luca Zaia. Ragionamenti che si inseriscono nel braccio di ferro fra il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini su chi debba indicare il candidato alla successione del governatore uscente. Servirà un nuovo vertice fra i leader, ma per il momento – assicurano più fonti di maggioranza – non ne è previsto a breve uno in Puglia, dove la premier sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza. LEGGI TUTTO

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    Caffè della Versiliana, Alessandro Giuli: “La storia ci sta richiamando ai nostri doveri”

    Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha preso parte all’incontro “Radici d’Italia – Un viaggio nel sacro vivente” allo Spazio Caffè de La Versiliana a Marina di Pietrasanta. Intervistato da Alessandro Sallusti, ha presentato il suo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” parlando dell’eredità della storia passata e dell’attualità in cui stiamo fronteggiando una difficile situazione internazionale a causa delle guerre

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    Tra gli ospiti del Festival de La Versiliana c’è anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha preso parte all’incontro “Radici d’Italia – Un viaggio nel sacro vivente”. Durante l’appuntamento il ministro ha presentato il suo ultimo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” (Baldini + Castoldi). Intervistato da Alessandro Sallusti, Giuli ha parlato dell’eredità che ci hanno lasciato gli antichi greci e romani e della situazione attuale in cui stiamo fronteggiando una grave crisi internazionale. A tal proposito il titolare della Cultura ha ricordato come “la storia ci stia richiamando ai nostri diritti e doveri”. 

    Giuli: “Roma è stata la patria del diritto”
    Rispondendo alla domanda se l’antica Roma ha ancora qualcosa da insegnarci dal punto di vista geopolitico, Giuli ritiene che la lezione più importante sia il fatto che “Roma è stata la patria del diritto e del concetto di guerra giusta”. Il ministro ha spiegato che la Capitale è stato il luogo in cui si sono incontrate diverse genti “a prescindere dal dato etno biologico” ed è diventata un centro universale. “Quando si parla di Roma non si parla di una città, ma di un’idea, di una forza creatrice e formatrice”, ha detto Giuli. “La lezione di Roma è un’idea di Giustizia – ha aggiunto – di ciò che è sacro e l’idea di una forza che unisce i popoli sotto il dominio della legge”. Qualcosa che ha caratterizzato tutta la cultura occidentale.

    Giuli: “La storia ci sta richiamando ai nostri doveri”
    Il ministro, guardando alla situazione attuale, ha anche ricordato come nei momenti di estrema difficoltà e di crisi “la storia ci sta richiamando ai nostri doveri e ai nostri diritti”. In questo senso “il nostro dovere – secondo Giuli – è quello di porci un problema basilare: dobbiamo essere consapevoli di doverci difendere da forme di despotismi aggressivi, qualsiasi essi siano, attraverso una politica di relazioni internazionali e di spesa per la deterrenza”. “Tanto si spende per le armi, altrettanto si dovrebbero stornare dei soldi per non utilizzarle” è l’idea del ministro. Giuli ha quindi evidenziato come una sua battaglia sia quella di “destinare il 2% delle spese in armamenti in cultura, perché la cultura è l’antidoto principale alla guerra”.

    La tutela del paesaggio e le energie alternative
    Il ministro ha poi parlato anche della trasizione ecologica e del problema della tutela del paesaggio. “Il ministero della Cultura nasce anche come ministero del paesaggio, e la difesa del paesaggio e dell’ambiente rientra ovviamente nelle nostre funzioni”, ha sottolineato Giuli ma “la transizione ecologica è ovviamente un dato fondamentale di questa epoca, nel senso che non si può fare a meno di misurarci con la necessità di cercare fonti di energia alternative”. Per la tutela, ha ricordato Giuli, “esistono le sovrintendenze, che si riformano in modo che siano più solerti, che devono risposte più veloci, che non siano rigide. Su questo siamo apertissimi, ci sono delle proposte di legge del partito di cui io sono espressione, Fratelli d’Italia, c’è un dialogo sempre aperto con tutta la coalizione”.

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