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    Governo, da Cdm via libera al disegno di legge sui poteri di Roma Capitale

    L’obiettivo è riconoscere alla Capitale d’Italia un assetto istituzionale autonomo, più vicino a quello di un ente dotato di poteri legislativi propri in ambiti chiave come trasporti, urbanistica, beni culturali, commercio e turismo.

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    Roma è pronta a cambiare volto istituzionale. Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge costituzionale sui poteri speciali di Roma Capitale. Una riforma discussa da oltre vent’anni e che ora potrà finalmente prendere forma. L’obiettivo: riconoscere alla Capitale d’Italia un assetto istituzionale autonomo, più vicino a quello di un ente dotato di poteri legislativi propri in ambiti chiave come trasporti, urbanistica, beni culturali, commercio e turismo.

    Una nuova autonomia dentro la Costituzione
    Roma non diventerà una nuova Regione, ma sarà ufficialmente inserita nell’articolo 114 della Costituzione accanto a Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni. Un ente a sé, con poteri speciali che finora spettavano alla Regione Lazio. Emblematico il caso del Fondo per il trasporto pubblico locale (Tpl): attualmente gestito dalle Regioni, passerà direttamente dal governo al Campidoglio.
    Il nuovo assetto non sarà solo giuridico, ma anche finanziario: alla devoluzione delle competenze seguirà l’assegnazione di risorse adeguate per sostenere la governance e il nuovo ruolo amministrativo della Capitale.

    Il percorso parlamentare e la tempistica
    Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, la riforma dovrà essere recepita attraverso una legge costituzionale approvata con maggioranza qualificata in quattro letture da Camera e Senato. Prima dell’approvazione definitiva, il testo sarà sottoposto al parere dell’Assemblea Capitolina e del Consiglio regionale del Lazio, in un processo che si auspica rapido ma condiviso con le istituzioni locali.
    Se tutto procederà secondo i tempi previsti, la norma entrerà in vigore nel 2027, anno delle prossime elezioni amministrative a Roma. Il nuovo sindaco, eletto in quell’occasione, sarà il primo a beneficiare di poteri legislativi ampliati.

    Meloni e l’impegno bipartisan
    Per la premier Giorgia Meloni si tratta di un “traguardo simbolico e politico”: fu proprio lei, nel 2020, a firmare l’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Camera che impegnava il governo a rafforzare i poteri e le risorse di Roma Capitale. Il clima di collaborazione tra il governo e il sindaco dem Roberto Gualtieri, già visibile nella cabina di regia per il Giubileo, è stato fondamentale per la stesura del disegno di legge. Al dossier hanno lavorato i ministri Elisabetta Casellati (Riforme) e Roberto Calderoli (Affari regionali), con un ruolo attivo anche del senatore Andrea De Priamo per Fratelli d’Italia.

    Scenari futuri e giochi politici
    Il nuovo status giuridico di Roma avrà inevitabilmente un impatto anche sul fronte politico. Gualtieri ha già annunciato la sua candidatura per un secondo mandato, mentre il centrodestra non ha ancora ufficializzato nomi. Tra le ipotesi che circolano: Fabio Rampelli, Giovanni Malagò, Arianna Meloni e Carlo Calenda (che però ha smentito).
    Al di là dei nomi, sarà centrale il profilo del prossimo primo cittadino: dovrà essere all’altezza di una Capitale con poteri aumentati e responsabilità accresciute. E la riforma costituzionale in discussione potrebbe diventare il vero banco di prova della Roma del futuro.

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    Lavoro: fallito blitz sui contratti a termine, emendamento ritirato

    Polemiche nate la settimana scorsa quando la modifica sulle prossime Olimpiadi invernali era stata proposta dai leghisti. Stesso testo ma su un altro provvedimento alla Camera (il decreto sport), e poi stralciato.Complici, allora, le perplessità del Quirinale e che oggi sarebbero superate, anche perché la materia appare affine e più in linea con il maxi decreto economico. Stavolta le modifiche portano la firma dei relatori di maggioranza (Dario Damiani di Forza Italia, Livia Mennuni di Fratelli d’Italia ed Elena Testori della Lega). Ma fanno infuriare le opposizioni, che in mattinata ne chiedono il ritiro.In particolare, dietro il correttivo sui lavoratori interinali ci sarebbe l’imprinting e il pressing della Lega: tra gli alleati circola il nome del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. In ogni caso la maggioranza è disponibile a “trovare un’intesa” con l’opposizione, aveva anticipato Ciriani.E in effetti, dopo il ritiro, nel governo prevale la possibilità di spostarlo in un altro provvedimento più mirato. Ma senza fretta e comunque oltre la pausa estiva, rivelano fonti dell’Esecutivo.Il fulmine a ciel sereno arriva in mattinata. Degli 11 emendamenti dei relatori, quello che spiazza il centrosinistra riguarda il lavoro di somministrazione, con norme retroattive. LEGGI TUTTO

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    Via libera definitivo del Senato al Decreto fiscale: è legge. Dalla sanatoria ai controlli Gdf: cosa cambia

    Ascolta la versione audio dell’articoloVia libera definitivo del Senato al Decreto fiscale: è legge. Il provvedimento rafforza l’incentivo all’adesione al nuovo Concordato Preventivo Biennale 2025‑2026, offrendo ai professionisti un ravvedimento speciale per regolarizzare i conti fino al 2023 con imposte agevolate, maggiore tutela contro i controlli arbitrari e dilazione nei pagamenti. Allo stesso tempo, introduce misure di trasparenza amministrativa per evitare ispezioni fiscali non adeguatamente motivate.Chi può accedere e cosa cambiaLa nuova procedura consente ai professionisti e agli autonomi che aderiranno per la prima volta al Cpb nel biennio 2025‑2026 di regolarizzare le annualità da 2019 a 2023, pagando imposte sostitutive agevolate. Chi invece ha già aderito nel biennio precedente (2024‑2025) potrà sanare soltanto l’anno 2023, mentre le annualità precedenti risultano già emerse e dunque escluse dal nuovo benefit.Loading…Ravvedimento speciale collegato al concordato biennaleLa novità più significativa riguarda il ravvedimento speciale per gli anni d’imposta 2019-2023, riservato ai soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale. La misura consente una regolarizzazione agevolata degli omessi o insufficienti versamenti, applicando sanzioni ridotte e imposte calcolate secondo i parametri degli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale). L’obiettivo è duplice: da un lato incentivare l’adesione al concordato, dall’altro contenere il contenzioso e favorire l’emersione spontanea di basi imponibili pregresse. Secondo quanto previsto, l’Agenzia delle entrate emanerà un provvedimento attuativo per disciplinare termini, modalità operative e criteri di calcolo.Maggiori garanzie nei controlli fiscaliAltro punto centrale del decreto è l’introduzione dell’obbligo, per l’Amministrazione finanziaria e per la Guardia di finanza, di motivare in modo circostanziato ogni accesso presso la sede del contribuente, anche in caso di verifiche “a sorpresa”. La finalità è rafforzare le tutele procedimentali e ridurre i margini di discrezionalità negli accessi ispettivi, soprattutto nei confronti di piccoli contribuenti e studi professionali. LEGGI TUTTO

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    Decreto Sport, via libera della Camera: il testo passa al Senato. Le misure

    Introduzione
    Il provvedimento prevede anche alcune misure riguardanti i Giochi invernali Milano-Cortina 2026 e l’America’s cup a Napoli. I sì sono stati 168, i no 109 e 6 gli astenuti. Contrari i deputati di Avs: “Super costi e troppi commissari straordinari”, afferma Zanella. Fdi accoglie invece con favore: “L’Italia si dota degli strumenti necessari per affrontare da protagonista le importanti sfide che ci attendono”, commenta Mollicone LEGGI TUTTO