Medioriente, Tajani: “Contrari a offensiva Israele su Gaza”
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Gaza, Landini: decisa mobilitazione per venerdì 19 | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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Ascolta la versione audio dell’articoloL’operazione di terra israeliana, con i carri armati che avanzano in diverse aree alla periferia di Gaza City, non è condivisa dal governo italiano. La linea è dettata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Abbiamo sempre detto di essere contrari all’offensiva su Gaza per i rischi che corre la popolazione civile, non certo per difendere Hamas che usa gli ostaggi come scudi umani» ha detto Tajani a Skytg24. E ha aggiunto. serve «accelerare i tempi per un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi senza condizioni e la fine degli attacchi. Si è già vista una carneficina in questi mesi a Gaza, non sarà facile».Crosetto: l’attacco a Gaza non fa il bene di IsraeleSulla stessa lunghezza d’onde il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Non penso che l’attacco a Gaza sia il bene di Israele. Non penso che la lotta ad Hamas, che è sacrosanta, debba essere fatta in questo modo, non penso che si possa pensare di deportare il popolo palestinese, non è una cosa che mette in sicurezza Israele, ma neanche nessun altro Paese del Medioriente. Io penso che vada trovata una possibilità di convivenza tra palestinesi e Israele e che questo sia possibile se in qualche modo si estirpano i proxi dell’Iran e delle organizzazioni terroristiche come Hamas. Il modo che ha scelto Netanyahu, non Israele, sono due cose diverse per me, secondo me non è il metodo giusto» ha detto il ministro della Difesa a margine del forum Defence Procurement a Roma.Loading…Opposizioni: Gaza brucia, Meloni venga a riferireE intanto l’opposizione incalza Meloni a riferire in Aula. «Siamo stanchi di sentire le banalità di Tajani, che dice: “siamo contrari alle operazioni di Israele perché ci sono rischi per i civili”. Le cose sono due: o siete complici o siete totalmente inadeguati» ha detto il capogruppo M5s Riccardo Ricciardi associandosi alla richiesta del Pd di comunicazioni della premier Meloni su Gaza. «E’ ora che la presidente venga in Aula – si è associato Roberto Giachetti (Iv) – a fare un ragionamento su quale ruolo l’Italia intende svolgere. Ci venga a dire quali sono le iniziative che il governo intende prendere per fermare un’azione che non è più giustificabile da alcun punto di vista». Alla richiesta si è associata anche Azione.Schlein: pagina tragica, l’Italia non sia complice«L’occupazione illegale di Gaza da parte dell’esercito israeliano va fermata subito, dove invece devono entrare aiuti umanitari, cibo, medicinali per prestare soccorso a un popolo stremato e ridotto alla fame» ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein, in una nota, definendo quello di Netanyahu un «piano criminale concordato con Trump per colonizzare la Palestina, annettere la Cisgiordania e annientare la popolazione civile». E ancora: «L’Europa ha iniziato a reagire, seppur tardivamente, invocando sanzioni al governo israeliano. La contrarietà del governo italiano è tra le cause dell’immobilismo Ue. Dopo più di 60mila morti palestinesi, Meloni ancora sceglie Trump e Netanyahu e frena una dura reazione europea. Non possiamo accettare che l’Italia sia complice, perché siamo davanti a una delle pagine più buie e tragiche della storia contemporanea» conclude.Fratoianni: non è una guerra, è in corso un genocidioAncora più dura la reazione di Avs. «L’attacco di terra a Gaza è un altro salto di qualità nel genocidio, nello sterminio del popolo palestinese: faccio un appello, l’ennesimo, al governo italiano, fate qualcosa, intervenite. Basta con le parole vuote, con l’ipocrisia, con la complicità, non è più sopportabile». A dirlo, a Firenze, il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che stamani, nella sede Arci di piazza dei Ciompi, ha partecipato alla presentazione dei candidati di Avs alle regionali in Toscana, assieme al segretario di Europa Verde, Angelo Bonelli. LEGGI TUTTO
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Alta Velocità, sì-no?Tiene banco il rebus dell’alta velocità: si farà o no? In Calabria è da considerarsi ancora un’opera strategica? Ed è sempre propedeutica alla realizzazione del Ponte sullo Stretto? Mentre Rfi continua a parlare di “itinerario strategico per la connessione tra il Nord e il Sud del Paese”, resta in ombra proprio il destino delle tratte calabresi, da Praia a Reggio Calabria: mancano svariati miliardi (17, 2) per completare l’opera. Ma l’ombra si dirada nelle dichiarazioni di Francesco Russo, fra i massimi esperti di mobilità e infrastrutture e di pianificazione ferroviaria ad alta velocità, docente di Ingegneria dei Sistemi di mobilità sostenibile all’università di Reggio Calabria, che ha chiara la situazione: «Basta consultare i documenti e i grafici della Commissione europea per capire che fino al 2050 per i tratti ferroviari da Praia a Reggio Calabria non si spenderà un centesimo. Non solo, alla fine tutto il tracciato di Av, presentato in Commissione Trasporti nel 2022, risulterà più lungo della linea convenzionale. Unico caso al mondo in cui l’Av non riduce le distanze temporali tra i terminali ferroviari estremi».Ponte sullo Stretto, lato CalabriaAnche il Ponte sullo Stretto, lato Calabria, in questa fase molto preliminare, si misura con il territorio e la comunità di Villa San Giovanni, città direttamente interessata dai lavori, che rischia un completo smembramento del tessuto urbano. L’amministrazione comunale chiede alla società Stretto di Messina, che realizzerà il Ponte, «pozzi, desalinizzatori per l’acqua, un nuovo depuratore, la riqualificazione della rete idrica e fognaria insieme a quella dell’illuminazione, un accurato monitoraggio ambientale, viabilità alternative ed esclusive per i cantieri ed espropri a progetto esecutivo», come spiega Albino Rizzuto, assessore all’Urbanistica del comune.Aiello, la discontinuità politica è un rischio«Bisogna tener presente che l’economia calabrese è strutturalmente fragile. E la frammentazione amministrativa e la discontinuità politica ne aggravano ulteriormente le debolezze – fa notare Francesco Aiello, ordinario di Politica Economica al dipartimento di Economia, Statistica e Finanza dell’Unical -. Se è legittimo e necessario occuparsi di welfare innovativo e diritti fondamentali come sanità e mobilità, è altrettanto importante che la politica regionale comprenda le cause del proprio declino per elaborare una strategia capace di rendere attrattiva la Calabria, dando priorità a politiche selettive in grado di rafforzare le istituzioni, assicurare un uso efficace delle risorse pubbliche e sostenere investimenti in settori ad alta intensità di conoscenza, innovazione e capitale umano. Senza questa rivoluzione di metodo – avverte Aiello – la Calabria diventerà ancora più piccola, più povera e più assistita». Un colpo a Tridico, uno a Occhiuto.Il piano di Unindustria CalabriaEd è ai tre candidati alla presidenza della Regione che Unindustria Calabria proporrà nei prossimi giorni un documento in 10 punti con un piano per la Calabria. «La guerra lampo delle dimissioni di Occhiuto ci ha obbligati a un intervento tempestivo – afferma il presidente Aldo Ferrara – ma abbiamo chiara la rotta. Un piano export per le imprese che studi a fondo i mercati, un piano paesaggistico per le aree industriali e la loro riqualificazione per una maggiore attrattività, l’unione fra comuni per mettere insieme servizi e personale, una grande rigenerazione del sistema degli enti locali e poi le infrastrutture. Per noi l’Alta Velocità non è negoziabile. Ovviamente, al centro, poniamo la legalità».Il mantra di Rubbettino, la cultura come leva per lo sviluppoE in questa estate così anomala, se i territori hanno mantenuto salda la propria identità profonda – a parte l’innata capacità tutta calabrese di assorbire i colpi – è stato grazie a un’offerta culturale di grande qualità, che ha svolto efficacemente la funzione di coesione sociale: festival, mostre e dibattiti ancora riempiono le piazze. Più dei comizi elettorali. Del resto, è il mantra dell’editore Florindo Rubbettino: «La cultura come leva strategica per lo sviluppo». Così, all’interno di Carta, museo e parco d’arte contemporanea a Soveria Mannelli, Rubbettino e Lanificio Leo hanno fatto prove tecniche di futuro fra arte, tecnologia e memoria industriale nella nuova edizione di IndustriArti. Rilanciano nei prossimi giorni con la decima edizione di Sciabaca Festival. Nell’anfiteatro di Gallicianò, cuore della Calabria Greca, il regista Alessandro Serra ha portato il suo Edipo, tutto recitato in grecanico, lingua ancora usata – e studiata – nell’area ellenofona della regione. Ovunque si rileggono (e si riscrivono) Corrado Alvaro e Franco Costabile, Mario La Cava e Saverio Strati, il pensiero si fa più meridiano sotto la quercia di Africo con Gente in Aspromonte, mentre spopolamento e restanza (quella di Vito Teti) diventano temi universali. All’Hyle Book Festival di Taverna, nella Sila catanzarese, la letteratura, la musica e l’arte hanno ricamato sogni e foreste. A picco, sulle rocce di Capo Vaticano, nella casa dello scrittore Giuseppe Berto, si è svolto il rituale raduno di artisti e intellettuali in cerca del paradiso, e a San Lucido, sul Tirreno cosentino, il Fotografia Calabria Festival ha ospitato Silence is a Gift, immagini di Ciro Battiloro sull’intimità sofferta, ma anche vitale, di alcuni rioni del Sud. Partendo dal quartiere Santa Lucia di Cosenza Vecchia. In calendario, il programma è ancora fitto. LEGGI TUTTO
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