Regionali, FdI riapre il fronte legge elettorale e per il Pd hanno paura
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Legge femminicidi passa alla Camera | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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Ascolta la versione audio dell’articoloVince in Veneto la Lega targata Zaia. Con 203.054 voti personali il Doge registra il record nazionale di preferenze prese a delle elezioni regionali in Italia. E manda segnali. Prima di tutto spiega che resterà per ora in consiglio regionale: «Sul mio futuro al momento non ho nessun colpo in canna – dichiara – Entrerò in Consiglio regionale da semplice consigliere, dopodiché di tutte le cose che leggo: deputato, sindaco di Venezia, presidenza dell’Eni, il Coni e chi più ne ha più ne metta, sono tutte cose che, se verranno, matureranno solo fra mesi, a ridosso dell’estate. Ma al momento assicuro che non c’è nulla. Il mio futuro è in Consiglio regionale a al servizio del partito e di Stefani».Il messaggio a SalviniIl secondo messaggio è per Salvini. Ossia il rilancio di modello di partito basato sul modello Csu-Cdu in Germania: un partito locale (la bavarese Csu) e uno nazionale (la Cdu) uniti in un patto federativo. Un modello evocato già due mesi fa a Pontida dal Doge, convinto che si tratta del modo migliore per dare risposta alle differenti istanze dei territori, da Nord a Sud. E che ora si impone con più forza. Del resto quella in Veneto, con il sorpasso di Fdi evitato, è la grande rivincita della “Lega del Nord”, sindacato del territorio sulla Lega “sovranista vannacciana”.Loading…Il modello tedesco Csu-Cdu«Siccome noi abbiamo sempre più il problema di fare sintesi all’interno di un partito nazionale, come ce l’ha il Pd e ce l’hanno tutti, perché non pensare di adottare dei modelli che funzionano? Per esempio quello che è successo con Csu e Cdu tutto qua. Al momento non se ne sta discutendo, ma prima o poi ci toccherà discuterne» ha spiegato Zaia, che ha aggiunto: «Il paese sta cambiando pelle, va verso federalismo ed autonomia, anche se altri cercano di tirare il freno a mano. Anche in altri partiti le istanze variano a seconda della residenza geografica degli elettori. Le questioni settentrionale e meridionale non sono irrilevanti»Leghe federate sul territorioLa linea di Zaia piace anche al segretario della Lega Lombarda Massimiliano Romeo. La sua idea è quella di «Leghe territoriali federate e non più mere diramazioni locali, capaci di dare rappresentanza e valorizzare meglio le diverse sensibilità e identità, del Nord, del Centro e del Sud» da un lato e di una «Lega nazionale che porta avanti le battaglie comuni su temi come la sicurezza, la flat tax, la libertà di espressione, il contrasto all’immigrazione illegale» dall’altro». LEGGI TUTTO
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L’Aula di Montecitorio ha approvato all’unanimità il ddl bipartisan, che introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis sul reato di femminicidio. In precedenza le opposizioni avevano chiesto la sospensione in protesta per quanto accaduto al Senato dove la Lega (a cui si sono associati FdI e FI) ha richiesto un maggiore approfondimento sul parallelo “ddl stupro”. Il Papa: “Educare i giovani per eliminare la violenza sulle donne”
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La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità il ddl femminicidio che, in questo modo, diventa legge. Il provvedimento che quest’estate anche al Senato aveva incassato un via libera bipartisan, introduce all’interno del codice penale il nuovo articolo 577-bis sul reato di femminicidio. Si tratta di una fattispecie specifica di omicidio che prevede l’ergastolo per chiunque provochi la morte di una donna per discriminazione, odio o prevaricazione o mediante atti di controllo, possesso o dominio. È femminicidio anche l’omicidio commesso per il rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali. Ma la giornata aveva vissuto momenti di scontro tra maggioranza e opposizione in Senato sul parallelo provvedimento del ddl stupro.
Lo scontro sul ddl stupro
Oggi pomeriggio gli esponenti delle opposizioni hanno abbandonato la commissione Giustizia del Senato che ha avviato l’esame del disegno di legge sulla violenza sessuale, che contiene la norma sul consenso delle donne frutto di un accordo bipartisan su input di Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Una protesta contro la richiesta di un maggiore approfondimento sulla norma chiesto dalla Lega a cui si sono associati Fratelli d’Italia e Forza Italia chiedendo anche le audizioni. Le opposizioni avevano chiesto, già nella conferenza dei capigruppo, il voto direttamente in Aula oggi anche per far coincidere il voto con la giornata internazionale contro la violenza alle donne. E il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si era associato.
Il ddl femminicidio alla Camera
A seguire le opposizioni hanno chiesto una sospensione del ddl femminicidio alla Camera dopo la richiesta al Senato di un maggiore approfondimento sul ddl stupri – provvedimento che correva parallelamente a Palazzo Madama – da parte della maggioranza. La Camera ha respinto a maggioranza la richiesta avanzata in primis da Avs e a cui si sono associati Iv, Pd e M5s. Bisogna “sospendere il provvedimento fino a quando la ministra Roccella non chiarirà insieme ai capigruppo di maggioranza del Senato cosa sta accadendo”, “se c’è ancora un accordo” sul tema delle violenze di genere tra maggioranza e opposizione, ha detto Marco Grimaldi di Avs. Sono però poi iniziate, tra le polemiche, le dichiarazioni di voto a Montecitorio sul ddl femminicidio.
Le accuse: “Tradito un patto”
“Oggi è stato tradito un patto di lealtà” al Senato, ed è stato fatto nella giornata contro la violenza sulle donne”, ha attaccato Andrea Quartini del M5s, definendo questo atteggiamento “inaccettabile e riprovevole”. “Quali sono le ragioni per cui maggioranza sta venendo meno ad un accordo preso dal governo e dalla presidente del Consiglio? È una violenza non contro le opposizione ma contro le donne”, ha affermato la capogruppo del Pd Chiara Braga. Dopo la bocciatura della richiesta di sospensiva i parlamentari di opposizione hanno iniziato ad intervenire sugli ordini del giorno, chiedendo chiarimenti al governo ed in particolare alla ministra Eugenia Roccella. Poi si è votato.
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Meloni: “Ok a ddl femminicidio segnale importante di coesione”
In un video la premier Giorgia Meloni ha commentato: “Sono molto soddisfatta dell’approvazione in Parlamento del disegno di legge che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto”.
Schlein: “Sentito Meloni, ho chiesto che rispetti accordi”
“Sono venuta a fare il mio dovere a votare questo reato sul femminicidio perchè sono una persona che rispetta gli accordi perchè penso che questo una forza responsabile deve fare: cioè rispettare gli accordi. Auspico che anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, faccia rispettare gli accordi”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, lasciando l’Aula della Camera dopo aver votato il ddl sul femminicidio. Schlein ha detto di aver già sentito la premier “proprio per chiederle di rispettare gli accordi” senza però rivelare la risposta di Meloni: “Questo dovete chiederlo a lei”.
La giornata alla Camera
L’Aula della Camera aveva iniziato stamattina i lavori sul ddl femminicidio. Il provvedimento, che aveva già incassato il via libera unanime del Senato, introduce all’interno del codice penale il nuovo articolo 577-bis: il reato di femminicidio come fattispecie giuridica a sé stante. Nonostante le proteste delle opposizioni, l’emiciclo di Montecitorio ha dato in serata il via libero definitivo al ddl. “Oggi votiamo un provvedimento storico, mandiamo un messaggio potente”, ha detto la ministra Eugenia Roccella. LEGGI TUTTO
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Stop femminicidi, Meloni: ‘Ok a ddl, segnale di coesione’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
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Veemente la reazione del centrosinistra, spiazzato: le opposizioni hanno lasciato la commissione Giustizia del Senato e alla Camera hanno chiesto invano la sospensione dei lavori sul Ddl femminicidio. Il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, ha parlato di «grave arretramento rispetto a un accordo politico»; l’omologa a Montecitorio, Chiara Braga, ha chiesto conto della situazione alla ministra Eugenia Roccella, presente in Aula: «Non possiamo credere che Meloni sia stata sfiduciata dalla sua maggioranza». La dem Di Biase: «Premier sbugiardata dalla sua maggioranza»Dura la relatrice per il Pd del provvedimento alla Camera, Michela Di Biase, che insieme con la collega Fdi Carolina Varchi, aveva costruito la rete bipartisan. La maggioranza – ha detto intervenendo in Aula – «ha sbugiardato la presidente del Consiglio Meloni con un «inspiegabile e gravissimo voltafaccia: a farne le spese, saranno ancora una volta le donne». Per Di Biase, le «impronte digitali sono chiare» e portano alla Lega, ha detto intervenendo a Montecitorio. Sarebbe davvero grave se polemiche e diatribe interne alla maggioranza – o veri e propri messaggi politici, tutti interni alla destra – impedissero al nostro Paese di compiere un passo così importante verso la tutela dei diritti e della dignità delle donne».La contrarietà della Lega e le perplessità di meloniani e azzurriLa leghista Giulia Bongiorno, a capo della commissione Giustizia, chiamata in causa dal presidente del Senato Ignazio La Russa che si era detto favorevole al sì alla legge sul consenso, si è difesa: «L’impegno è migliorarla un po’. Preferisco che si voti il 31 anziché farla il 25 e con una lacuna». Indiscutibile la contrarietà della Lega, che pure a Montecitorio aveva votato sì. Ma anche meloniani e azzurri hanno fatto macchina indietro. A Palazzo Madama si è in compenso celebrato un minuto di silenzio per tutte le vittime e ogni settimana, come richiesto in conferenza dei capigruppo dalle opposizioni, saranno ricordate le eventuali donne uccise.Istat: il 91,4% delle 116 uccisioni di donne nel 2024 è stato un femminicidioIntanto, l’Istat ha diffuso i dati sulla scia di sangue del 2024: il 91,4% delle 116 uccisioni di donne è riconducibile a una matrice «di genere». In 106 hanno perso la vita per mano di uomini che rientrano nella cerchia delle loro più strette relazioni. Soprattutto nella coppia. Sono 62 le donne uccise da un partner o un ex, quasi tutti (61) uomini. Che sono più vittime di omicidio in generale (211), ma per lo più commesso da altri uomini nell’ambito di risse o criminalità. Il rapporto segnala anche come più esposte al rischio di essere uccise siano le anziane tra i 75 e gli 85 anni: i partner non riescono a sopportare il carico della cura. Il rapporto sfata anche un mito, quello del nemico straniero: il 93,4% delle donne italiane è vittima di italiani. Per la prima volta viene inoltre calcolato il numero di orfani di femminicidi: sono stati 25, 17 dei quali hanno perso anche il padre. Femminicida e poi suicida. LEGGI TUTTO
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Ascolta la versione audio dell’articoloQuasi centomila voti, più del 5% di preferenze. Riccardo Szumski, in Veneto, è stato l’unico capace di superare la quota di sbarramento oltre ai candidati delle coalizioni di centrodestra – quindi il neo presidente Alberto Stefani – e di centrosinistra – Giovanni Manildo.Chi è Szumski, il medico «free vax»Szumski ha 73 anni, è nato in Argentina e ha origini polacche. È stato per sindaco di Santa Lucia di Piave, nel Trevigiano, dal 1994 al 2002 e dal 2012 al 2022. Proprio alla fine dell’ultimo mandato ha fondato l’associazione «Resistere» che, dopo la raccolta delle 30.000 firme è stata candidata e ha ottenuto due seggi al consiglio regionale del Veneto.Loading…Resistenza, in particolare, all’obbligo vaccinale, cui si è sempre detto contrario. Szumski è un medico che si definisce «free vax», cioè «un medico che difende la libertà di scelta terapeutica, rifiutando l’idea che il vaccino debba diventare un trattamento sanitario obbligatorio (Tso)». Una posizione scritta sul suo sito ma che è emersa già durante la pandemia, in particolare contro il green pass. È stato quindi radiato dall’ordine dei medici e ha deciso di presentare ricorso e continuare a esercitare come medico di base.Il suo programma La «deriva della sanità pubblica» è stato uno dei temi principali durante la sua campagna. Che si unisce alla richiesta – da ex leghista (Szumski è stato vicino a Liga veneta, confluito nella Lega Nord) – di ottenere l’autonomia: «Basta con la pantomima di chiedere 23 materie per l’Autonomia, chiediamo quella sulla Sanità e tratteniamo sul territorio le risorse».A Treviso più del 10%Proprio a Santa Lucia di Piave ha ottenuto la percentuale più alta (il 43,15%) e infatti a Treviso ha chiuso con il 10,33%. LEGGI TUTTO
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Assemblea Province, Mattarella: ‘Preziose per coesione’ | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO


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