More stories

  • in

    Ue: decreto per i Cpr in Albania in linea con la legge europea

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti questo decreto e il centro in Albania. Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà al centro», come «finora per l’asilo». «E in linea di principio, ciò è in linea con la legge Ue. Continueremo a monitorare l’implementazione del protocollo» e «rimarremo in contatto con le autorità italiane. E in termini di soluzioni innovative, abbiamo detto che siamo pronti a esplorarle, sempre in linea con gli obblighi del diritto dell’Ue e internazionale e dai diritti fondamentali». Così un portavoce della Commissione Ue.Decreto, irregolari anche dall’ItaliaLa struttura italiana di Gjader arriverà a 144 posti e ospiterà anche migranti irregolari trasferiti direttamente dall’Italia, aggiungendosi alla rete nazionale dei centri di permanenza per il ripatrio già esistenti. Ma la sua funzione originaria dedicata alle procedure accelerate di frontiera resta comunque in attesa di essere riattivata, in vista delle prossime mosse dei giudici internazionali. Il centro in Albania intanto cambia pelle e si espande con il decreto approvato venerdì in Consiglio dei ministri, aspettando che la Corte di Giustizia europea si pronunci sulla questione del trattenimento dei migranti e le indicazioni sui Paesi sicuri: una questione da mesi al centro di polemiche e tensioni dopo i pronunciamenti dei magistrati italiani, i quali finora hanno di fatto bocciato il progetto del governo in tema di procedure accelerate.Loading… LEGGI TUTTO

  • in

    Difesa Ue, Lega: “Pronti a proporre ai Patrioti iniziativa contro piano di riarmo”

    La proposta annunciata dal Carroccio in una nota. Tajani, leader di Forza Italia, in mattinata aveva ribadito: “Abbiamo bisogno di costruire, non di sfasciacarrozze”. Salvini conferma la propria posizione contro il riarmo in un post sui social

    ascolta articolo

    Il piano per la difesa europea continua a dividere il centrodestra. “La Lega è pronta a proporre agli alleati dei Patrioti una iniziativa per invitare la presidente tedesca della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a rivedere il progetto da 800 miliardi di euro per la difesa”, si legge in una nota del Carroccio. “Da noi no agli eserciti europei e alle folli spese per le bombe”, ha ribadito anche il leader Matteo Salvini sui social. Dall’altra parte, il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani ha sottolineato: “Stiamo lavorando per far si che l’Europa sia sempre più casa di tutti. Abbiamo bisogno di costruire, non di sfasciacarrozze”.

    Lega prepara proposta

    La Lega, quindi, ha fatto sapere che sta lavorando a una proposta. “La Lega è pronta a proporre agli alleati dei Patrioti una iniziativa per invitare la presidente tedesca della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a rivedere il progetto da 800 miliardi di euro per la difesa”, si legge nella nota del Carroccio. Ancora: “I cittadini europei meritano investimenti per lavoro, sanità e sicurezza interna. Non servono né maxi-investimenti per comprare munizioni, né un piano per il riarmo nato già morto. La Lega auspica un ampio e approfondito dibattito in Aula, dibattito che la tedesca von der Leyen vuole evitare a tutti i costi”. LEGGI TUTTO

  • in

    Sky Tg25, a chi fanno più male i dazi di Trump

    Dazi annunciati, minacciati, smentiti. Dazi e contro dazi. Proviamo a capire che cosa sta succedendo. Ne abbiamo parlato nella nuova puntata di SkyTg25 con Carlo Cottarelli e gli altri ospiti di Alessio Viola. 

    Cosa sono, cosa provocano, come si risponde. Insomma chi si fa più male con i dazi? Numeri alla mano L’Unione Europea non è quella che c’è nella testa e nelle chat dell’amministrazione Trump. Ma cosa conviene fare e soprattutto come? Se si parla di dazi la questione è economica per quel che riguarda i meccanismi che si innestano con la loro introduzione, ma anche politica quando riguarda le relazioni tra Paesi che devono per forza cambiare. Ne parliamo nella nuova puntata di SkyTg25. Ospiti di Alessio Viola un piccolo forum di economisti ed esperti come Carlo Cottarelli, Direttore Osservatorio CPI, Paola Tommasi, Azzurra Rinaldi, Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani e Valentina Meliciani, Prof. Economia applicata Luiss.  LEGGI TUTTO

  • in

    Renzi: “Meloni fa comunicazione ma non governa”. Schlein: “Esecutivo improvvisato”

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata oggi ospite del congresso di Azione. Dopo l’intervento della premier sono arrivate le reazioni delle forze di opposizione, molto critiche nei confronti dell’operato del governo, soprattutto in materia di politica estera. Mentre Calenda puntualizza: “Sbagliato criminalizzare l’avversario”.

    Renzi: “Meloni fa comunicazione e non governa”

    Il leader di Iv Matteo Renzi, a Sky TG24, ha detto: “Penso che alla Meloni non serva fare la majorette di Trump e Vance. Serva rilanciare sugli Stati Uniti d’Europa. Perché senza l’Europa l’Italia non ha futuro”. L’ex premier, oggi a Messina per presentare il suo libro “L’influencer”, dice ancora: “Nel volume spiego e racconto perché, citando le conversioni sulla via della Garbatella. Ci sono tante conversioni sulla via della Garbatella su Putin, su Zelensky, su Trump, su Biden, sulla Nato, sull’euro. Ecco, noi abbiamo una Presidente del Consiglio che fa questo. Lei fa comunicazione e non governa”.

    Vedi anche
    Metà legislatura: le opposizioni e il percorso da fare

    Schlein: “Governo litiga su politica estera e attacca opposizione”

    La segretaria del Pd Elly Schlein ha dichiarato che “un governo che non ha altri argomenti sulla politica estera se non attaccare l’opposizione è un governo improvvisato. Da settimane è in stato confusionale, con i litigi quotidiani tra Tajani e Salvini, senza un profilo chiaro sulle scelte di politica europea e internazionale. Non riescono a dire una parola a favore di una difesa comune europea, ma nemmeno a condividere una posizione sul piano di riarmo proposto. Sono uniti solo nell’abbassare la testa di fronte agli attacchi e ai dazi di Trump all’Ue. Con Meloni che minimizza e invita alla calma e Tajani che invita a importare di più dagli Usa”. Secondo la leader dem, “la cosa più assurda è che Meloni sostenga che non ci siano alternative tra essere talmente asserviti a Trump da non riuscire nemmeno a criticarlo e rompere l’alleanza uscendo pure dalla Nato. L’alternativa c’è eccome: è fare un salto in avanti nell’integrazione e nell’autonomia strategica europea, superando l’unanimità, reagendo insieme ai dazi, facendo un grande piano di investimenti comuni per l’industria, il sociale e le transizioni, e costruendo una vera difesa comune”. “Ma capisco – conclude – che per motivi ideologici faccia fatica a dirlo, come lo spiega a Orban? Così le contraddizioni dei nazionalisti le pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie del nostro paese. Così, per non riuscire nemmeno a dire a Trump che sbaglia, Meloni relega l’Italia al margine in Europa”.
    Conte: “Attacchi dal ‘partito delle armi’ sono medaglie”
    Sui social il leader del M5s Giuseppe Conte ha invece scritto: “Oggi mal di stomaco alle stelle per il partito trasversale delle armi a oltranza: insulti e attacchi a raffica per il sottoscritto e il M5S da Meloni, Crosetto, Calenda. Continuate pure, sono medaglie. Non sopportano un M5S che cresce nonostante il fango a reti e giornali unificati, che va in piazza, che è libero di dire la sua senza lobby a cui rispondere. Fa tenerezza Meloni che, dopo aver sottoscritto al Consiglio europeo l’Europa del Riarmo ed essersi battuta per spendere montagne di soldi per le armi (fino a 35 miliardi) fuori dai vincoli, ora punta il dito verso me che le spese della Difesa le ho adeguate nell’ordine di 1 miliardo l’anno mentre portavo oltre 200 miliardi in Italia per sanità, asili nido, imprese e lavoro. Che faccia tosta!”. LEGGI TUTTO

  • in

    Meloni al congresso di Azione: “Io sto con l’Italia, difendo unità dell’Occidente”. VIDEO

    La presidente del Consiglio è intervenuta al congresso di Azione a Roma. Ha toccato diversi argomenti: dai motivi della sua presenza all’evento, alla posizione dell’Italia sui temi internazionali. Sui dazi: “Non si deve agire per impulso”. E accusa: “Travisata mia intervista al Financial Times”

    ascolta articolo

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta al congresso nazionale di Azione, in corso a Roma. La premier, invitata dal leader Carlo Calenda, ha toccato diversi argomenti: dai motivi della sua presenza all’evento, alla posizione dell’Italia sui temi internazionali.

    “Sto sempre con Italia, suo ruolo è anche difendere unità Occidente”

    Meloni ha parlato anche delle reazioni alla sua intervista al Financial Times, sostenendo di essere stata travisata. “Sono molto stupita dall’interpretazione della mia intervista al Ft: ‘È scandaloso, Meloni dichiara di stare con Trump contro l’Europa’. Ma non è quello che ho detto. Ho detto che sto sempre con l’Italia, che l’Italia sta in Europa e il suo ruolo deve essere anche quello di difendere l’unità dell’Occidente”, ha detto la premier dal palco del congresso di Azione. “Voglio ringraziare Ursula von der Leyen, che fa una intervista per ribadire la posizione: penso che sia nella mia responsabilità fare quello che posso per difendere o ricostruire se necessario questa unità”, ha aggiunto. Sulle relazioni con gli Stati Uniti, poi, ha sottolineato: “Ci sono divergenze” con gli Usa, “a partire dai dazi, ma non si deve agire per impulso. Serve agire in modo ragionato cercando di raggiungere un punto di equilibrio”.
    “Senza difesa si vuole Ue come comunità hippie”
    Riguardo all’alleanza con gli Usa e alla difesa dell’Europa, poi, ha detto ancora: “Sento leader in Italia che invocano la rottura con gli Stati Uniti, Schlein dice che non possono essere nostri alleati. E ci sono altri leader che al contempo sostengono la linea che l’Europa non debba spendere risorse per la propria sicurezza. Non capisco: la proposta è rompere ogni forma di alleanza con gli Usa ma chiedere loro di occuparsi lo stesso della nostra sicurezza oppure è che l’Europa diventi una grande comunità hippie demilitarizzata che spera nella buona fede delle altre potenze straniere?”. LEGGI TUTTO

  • in

    Meloni oggi al congresso di Azione, Schlein dà forfait. Calenda: «Io a destra? Risibile»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaGiorgia Meloni, ministri, il commissario Ue Raffaele Fitto. Ma anche Mario Monti, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, la segretaria Cisl Daniela Fumarola. Vanta una scaletta nutrita il congresso di Azione in programma oggi e domenica al Life hotel di Roma. Il segretario Carlo Calenda, appena confermato, apre e chiude i lavori con due interventi, sabato alle 10,45 e domenica alle 12.Calenda: «Mi sposto a destra? Risibile»A dispetto delle tante presenze di primo piano, gli occhi sono tutti puntati sulla premier. Meloni è annunciata come ospite d’onore della prima giornata, con tanto di intervento in programma alle 11,30. Un evento politico, a suo modo, se si considera che Azione non è un partito nella coalizione di governo. Un annuncio di non belligeranza tra Azione e il centrodestra o qualcosa di più? Ipotesi respinta da Calenda che a Radio 24 ha sgomberato il campo: «Mi sposto a destra? Risibile. Abbiamo fatto lo stesso l’altro anno, uguale. Al Congresso ci sono anche Gentiloni, Monti, Picierno, Guerini e ci saremo anche noi. Ci confronteremo e discuteremo. Mentre il mondo cade, invece di parlare della borsa della Santanchè si può parlare di cose rilevanti?».Loading…A parte i nomi citati da Calenda, nel programma non figurano i leader di centrosinistra: «Ho invitato Schlein, ci mancherebbe, ma non poteva e ha mandato Boccia. Ci sarà tutto il mondo liberale», ha sottolineato ancora Calenda.Al Congresso non sono invitati a parlare Salvini e M5sNegli scorsi giorni l’ex ministro del governo Renzi aveva spiegato il criterio nella scelta di chi parlerà al congresso di Azione: «Abbiamo invitato a parlare i rappresentanti di tutti quei partiti che hanno comunque sostenuto l’Ucraina, per noi è un discrimine fondamentale della politica interna. Quindi non abbiamo invitato a parlare il M5s, l’abbiamo invitato a sentire. E non abbiamo invitato a parlare Salvini», mentre ci sarà il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. LEGGI TUTTO

  • in

    Caso Todde, Governo contro il ricorso della Sardegna sulla decadenza della governatrice

    Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaIl 28 febbraio la Regione Sardegna aveva ufficializzato il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, in merito la decadenza della presidente Alessandra Todde per irregolarità nel rendiconto delle spese della campagna per il voto del febbraio 2024. La delibera era arrivata a seguito della mozione del Consiglio regionale che impegnava la governatrice a sollevare appunto il conflitto di attribuzioni con lo Stato.A un mese di distanza è arrivata la contromossa del Governo: il Consiglio dei ministri del 28 marzo, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di resistere nel giudizio per conflitto di attribuzione proposto, ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione, dalla regione Sardegna contro lo Stato e, per esso, il presidente del Consiglio dei ministri, il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari e il ministero della giustizia per l’annullamento dell’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, depositata in data 3 gennaio 2025, di decadenza di Todde.Loading…Intanto si dovrà attendere il 22 maggio per capire il destino della legislatura in Sardegna. Per quel giorno è stata fissata dal collegio della prima sezione civile del tribunale ordinario di Cagliari la data della prossima udienza sul ricorso presentato dai legali della governatrice contro l’ordinanza ingiunzione di decadenza emessa dal collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello del capoluogo che ha portato anche a una sanzione a carico della presidente di 40mila euro. LEGGI TUTTO

  • in

    Cittadinanza italiana e ius sanguinis, cosa cambia con la stretta del Governo? I requisiti

    L’esecutivo interviene sulle richieste che arrivano dall’estero da italo-discendenti: saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni, quindi solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita. Inoltre, spiega il ministero degli Esteri, “si impone di mantenere nel tempo legami reali con il nostro Paese, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni”

    ascolta articolo

    Stretta del governo Meloni sulle richieste di cittadinanza che arrivano dall’estero per ius sanguinis, ovvero da discendenti di cittadini italiani. La riforma approvata dal Consiglio dei ministri è “di grande importanza perché punta a rinforzare il legame tra chi vuole essere cittadino italiano e l’Italia – ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Non verrà meno il principio dello ius sanguinis e molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la cittadinanza italiana, ma verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di ‘commercializzazione’ dei passaporti italiani. La cittadinanza deve essere una cosa seria”.

    I dati

    Come spiega una nota della Farnesina, i Paesi di maggiore emigrazione italiana hanno avuto infatti negli ultimi anni un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza. Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni: un aumento del 40% in 10 anni. E i procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza sono oltre 60.000. Ad esempio, l’Argentina è passata dai circa 20.000 del 2023 a 30.000 riconoscimenti già l’anno successivo. Il Brasile è passato da oltre 14.000 nel 2022 a 20.000 lo scorso anno. Il Venezuela contava quasi 8.000 riconoscimenti nel 2023. Gli oriundi italiani nel mondo che potrebbero chiedere il riconoscimento della cittadinanza con la legge vigente sono potenzialmente tra i 60 e gli 80 milioni. LEGGI TUTTO