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    Violenza sulle donne, Nordio: “Ho detto quello che pensano tutti”

    “Come al solito molto rumore per nulla. Ho detto quello che pensano tutti e che dico da sempre, cioè che la violenza maschile nei confronti della donna va affrontata essenzialmente in termini culturali”. Così il ministro della Giustizia a proposito delle sue parole sulla resistenza degli uomini alla parità dei sessi

    “Come al solito molto rumore per nulla. Ho detto quello che pensano tutti e che dico da sempre, cioè che la violenza maschile nei confronti della donna va affrontata essenzialmente in termini culturali”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a Stresa, tornando sulle polemiche per le sue parole di ieri sulla violenza contro le donne. “E’ una miseria argomentativa quella di volermi attribuire a tutti i costi cose che non ho mai detto, anche se mi riconosco la dote, tra le pochissime che ho, di essere chiaro, qualche volta anche troppo”, ha aggiunto
    Le parole al centro delle polemiche
    “Nel codice genetico dell’uomo c’è una resistenza alla parità dei sessi” aveva dichiarato ieri il ministro. “C’è una sedimentazione nella mentalità dell’uomo, del maschio, che è difficile da rimuovere perché si è formata in millenni di sopraffazione, di superiorità e quindi anche se oggi l’uomo accetta e deve accettare questa assoluta parità formale e sostanziale nei confronti della donna, nel suo subconscio il suo codice genetico trova sempre una certa resistenza” aveva proseguito Nordio.  LEGGI TUTTO

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    Mattarella: tutti sono chiamati a costruire la pace

    Ascolta la versione audio dell’articoloDa attività come quelle del Cuamm arriva “un messaggio di esortazione, una preziosa provocazione: tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia collaborazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all’annual meeting 2025 dei Medici con l’Africa-Cuamm in corso a Padova, in occasione del 75esimo anniversario della fondazione del Collegio universitario aspiranti e medici missionari. Il capo dello Stato al suo arrivo è stato accolto da un lungo, caloroso abbraccio con don Dante Carraro, salutato da una standing ovation della platea e un applauso ancora più lungo.Europa-Africa, “futuro dei popoli fortemente connesso”“La vostra opera si arricchisce di un grande significato oggi per la visione che reca e che esprime in contrasto con le guerre” e “con gli egoismi alimentati da paure e da chiusure. La vostra opera” rappresenta “un messaggio di esortazione, una preziosa provocazione: tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia e collaborazione”, ha sottolineato Mattarella nel suo intervento alla Fiera di Padova.Loading…“L’investimento in Africa è di primario valore per l’Europa, il futuro dei due popoli è fortemente connesso”, ha aggiunto Mattarella: “Il Piano Mattei è un avanzamento del percorso verso un maggiore coinvolgimento e collaborazione”. LEGGI TUTTO

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    Primarie nel «campo largo», chi vincerebbe? YouTrend: Conte avanti di 14 punti su Schlein

    Ascolta la versione audio dell’articoloMentre ci si avvia alle ultime elezioni regionali del 2025 – in programma in Veneto, Puglia e Campania – nel centrosinistra ci comincia a pensare alle prossime Politiche del 2027. In particolare, se dovessero esserci le primarie interne nel «campo largo», chi vincerebbe?Il sondaggio sugli elettori: vince ConteLo svela il sondaggio di YouTrend, condotto sugli elettori di Pd, M5S, Avs, Azione, IV e +Europa «che si dicono sicuri di votare a queste primarie». A vincere sarebbe Giuseppe Conte, davanti a Elly Schlein e Silvia Salis.Loading…Grande distacco fra Conte e SchleinCi sono anche le percentuali, ampie, sul distacco emerso nei sondaggi. Il leader dei Cinque Stelle sarebbe al 43%, avanti di 14 punti rispetto alla segretaria del Pd Schlein (29%) e alla sindaca di Genova, sempre del Pd, Salis (28%).La fiducia fra gli elettori del M5SIn particolare, gli elettori del M5S non avrebbero dubbi a scegliere: il 96% di loro punterebbe su Conte. Al contrario della situazione nel Pd, dove il 55% indicherebbe Schlein, il 29% Salis e il 16% Conte. LEGGI TUTTO

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    Campania, Veneto e Puglia: dal voto disgiunto alle preferenze, il vademecum alle elezioni

    Ascolta la versione audio dell’articoloUrne aperte domenica (dalle 7 alle 23) e lunedì (dalle 7 alle 15) per le elezioni regionali in Campania, Veneto e Puglia. Gli elettori potenzialmente coinvolti sono circa 13 milioni (5 milioni in Campania, 4,3 milioni in Veneto e 3,5 milioni in Puglia), ma uno dei dati più incerti è quello dell’affluenza alle urne (nel 2020: 55,5% in Campania, 61,2% in Veneto, 56,4% in Puglia). A differenza delle elezioni politiche, gli elettori devono tornare in Italia per votare per le elezioni regionali e questo nella maggioranza dei casi si rivela spesso un ostacolo insormontabile. Con questa tornata si conclude la serie delle elezioni regionali del 2025. In precedenza si era votato in Toscana, Marche, Calabria e Valle d’Aosta.Possibile il voto disgiuntoSia in Puglia che in Campania che in Veneto la legge elettorale consente il voto disgiunto cioè la possibilità di votare per un certo candidato presidente e per una lista diversa da quelle che lo sostengono.Loading…Le preferenzeE’ possibile in tutte e tre le regioni votare il candidato presidente in maniera secca, barrandone il nome. Oppure si può barrare sia il nome del candidato presidente sia il contrassegno di una lista che lo appoggia. Possibile anche votare solo per una lista e in tal caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato presidente collegato alla lista. Se si vota una lista, si possono esprimere fino a due preferenze di candidati consiglieri regionali (scrivendo a matita il cognome), ma i voti dovranno andare a candidati appartenenti alla stessa lista e di genere diverso (un uomo e una donna o viceversa).Le soglie per la distribuzione dei seggiIn Puglia per concorrere alla distribuzione dei seggi, le singole liste devono superare la soglia del 4% se sono in coalizione, e dell’8% se si presentano da sole. In Campania per conquistare seggi una lista deve superare il 2,5% dei voti validi a livello regionale In Veneto i seggi sono ripartiti a livello regionale tra le coalizioni che abbiano ottenuto almeno il 5 per cento dei voti validi o che siano composte da almeno un gruppo di liste che abbia ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi.I candidatiIn Veneto si sfidano in cinque per raccogliere l’eredità di Luca Zaia, non più candidabile dopo tre mandati: Alberto Stefani (centrodestra); Giovanni Manildo (centrosinistra); Marco Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare; Fabio Bui (Popolari per il Veneto) e Riccardo Szumski (Resistere Veneto). Gli ultimi sondaggi prima dello stop previsto per legge danno in largo vantaggio Stefani. Quest’ultimo, vicesegretario della Lega, è appoggiato da tutto il centrodestra: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi Moderati per Stefani, Unione di Centro e Liga Veneta. Manildo, è sostenuto da tutte le forze di centrosinistra, compresa Azione: (Movimento 5 Stelle, Pd, Avs, Volt Europa, Pace Salute Lavoro (Rifondazione comunista) e le liste Uniti per Manildo Presidente, Civiche Venete. LEGGI TUTTO

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    Veneto, Campania e Puglia: ecco i candidati e le sfide nelle coalizioni

    Ascolta la versione audio dell’articoloDomenica 23 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 24 novembre (dalle 7 alle 15) novembre si terranno le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia per eleggere il nuovo presidente e i nuovi consiglieri regionali. Sono circa 13 milioni gli elettori chiamati alle urne (5 milioni in Campania, 4,3 milioni in Veneto e 3,5 milioni in Puglia). In base ai gli sondaggi pubblicabili, la partita è già decisa in Veneto e Puglia, dove Alberto Stefani (centrodestra) e Antonio Decaro (centrosinistra) sono nettamente in vantaggio sui competitor. Più aperta la partita in Campania dove Antonio Cirielli (centrodestra) affronta Roberto Fico (centrosinistra).I candidati in VenetoIn Veneto si sfidano in cinque per raccogliere l’eredità di Luca Zaia, non più candidabile dopo tre mandati: Alberto Stefani (centrodestra); Giovanni Manildo (centrosinistra); Marco Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare; Fabio Bui (Popolari per il Veneto) e Riccardo Szumski (Resistere Veneto). Gli ultimi sondaggi prima dello stop previsto per legge danno in largo vantaggio Stefani, con una forbice tra il 62% e il 65%, mentre Manildo si attesta tra il 26% e il 32%. Stefani, vicesegretario della Lega è appoggiato da tutto il centrodestra: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi Moderati per Stefani, Unione di Centro e Liga Veneta. Manildo, è sostenuto da tutte le forze di centrosinistra, compresa Azione: (Movimento 5 Stelle, Pd, Avs, Volt Europa, Pace Salute Lavoro (Rifondazione comunista) e le liste Uniti per Manildo Presidente, Civiche Venete.Loading…La partita nel centrodestra La partita nel centrodestra è su chi tra Lega e Fdi si piazzerà al primo posto come voto di lista. I meloniani hanno accettato a fatica di rinunciare a esprimere il candidato presidente in Regione, lasciano il posto alla Lega in cambio di un’opzione sulla Lombardia nel 2028. E ora puntano a confermare il primato registrato alle politiche 2022 e alle europee del 2024. Mentre la Lega, conta sull’effetto Zaia, capolista in tutte le province, per strappare lo scettro a Fdi. Uno degli ultimi sondaggi pubblicati, quello dell’istituto Demos colloca la Lega tra il 22 e il 26% e Fratelli d’Italia vicinissima, tra il 21 e il 25%. Si profila dunque un testa a testa in una partita destinata a condizionare certamente gli equilibri nella futura giunta. Il centrosinistra si accontenterebbe di raggiungere il 30%. Un risultato che consentirebbe di porre le basi per tornare a essere competitivo in una regione dove da sempre fatica a radicarsi (nel 2020 il candidato di centrosinistra Arturo Lorenzoni). Alle ultime elezioni del settembre 2020 il candidato di centrosinistra Arturo Lorenzoni prese solo 15,7% mentre Luca Zaia venne eletto presidente per la terza volta con il 76,8 per cento.La sfida tra Fico e Cirielli in CampaniaIn Campania centrosinistra e il Movimento 5 Stelle schierano l’ex presidente della Camera Roberto Fico. La sua candidatura è sostenuta anche dal Pd, da AVS, Casa Riformista (lista collegata a Italia Viva), “Noi di Centro” (il partito del sindaco di Benevento Clemente Mastella), le liste civiche “Roberto Fico Presidente”, “Avanti Campania” e “A Testa Alta” (la civica del governatore uscente Vincenzo De Luca, non più ricandidabile dopo due mandati). Della coalizione di centrosinistra non fa invece parte Azione.La candidatura di Fico è stata al centro di un lungo confronto con lo stesso De Luca. Il presidente uscente, da sempre critico verso il Movimento 5 Stelle, ha accettato il nome di Fico solo dopo un accordo interno al Pd sulla guida della segreteria del partito in Campania, attribuita al figlio Piero De Luca. LEGGI TUTTO