Il mercato energetico italiano si prepara a una piccola rivoluzione: entro pochi anni, i clienti domestici e le piccole imprese potranno cambiare fornitore in appena 24 ore. È l’effetto della direttiva Ue 2019/944, recepita in Italia con il decreto legislativo 210/2021, che ora attende la delibera operativa dell’Arera (in foto il presidente dell’Authority Stefano Besseghini). Tuttavia, l’avvio, inizialmente previsto per gennaio 2026, slitterà all’inizio di aprile a causa di aggiornamenti normativi europei.
Il nuovo sistema punta a favorire la concorrenza e la ricerca di offerte più vantaggiose. In un solo giorno avverrà la procedura tecnica di passaggio nel Sistema informativo integrato gestito da Acquirente Unico, mentre la parte commerciale richiederà circa tre settimane: un netto miglioramento rispetto agli attuali due mesi medi. Il paragone con la telefonia è immediato: nel 2012 il cambio in 24 ore fece impennare la mobilità degli utenti dal 14% al 35% in due anni.
Restano però nodi irrisolti. Il diritto di ripensamento di 14 giorni, previsto dal Codice del consumo per i contratti fuori dai locali commerciali, non viene citato nella bozza Arera e dovrebbe restare invariato. I gestori, invece, temono che la facilità dello switch favorisca comportamenti opportunistici, come il cosiddetto turismo energetico di clienti morosi. Si valuta l’introduzione di limiti annuali ai cambi o di cauzioni per chi richiede lo switch rapido.
Per le aziende fornitrici l’impatto organizzativo sarà notevole: in poche ore dovranno verificare identità, solvibilità e regolarità dei clienti, pena il rischio di acquisire contratti poco redditizi. Serviranno nuove strategie commerciali, con offerte più dinamiche, tariffe flessibili per fasce orarie e pacchetti integrati con altri servizi.
Infine, si aprono grandi opportunità per i comparatori online, che potrebbero arrivare a gestire
lo switch automatico a favore del cliente ogni volta che si presenti un’offerta migliore. Un vantaggio per i consumatori, ma una sfida per i fornitori, che vedrebbero allentarsi il legame diretto con la propria clientela.