La Consob accende i fari sull’attività del crowdfunding. L’Autorità presieduta da Paolo Savona (in foto) a fine luglio ha adottato con una delibera “obblighi di comunicazione di dati e notizie e la trasmissione di atti e documenti da parte dei fornitori di servizi di crowdfunding”. Un atto, secondo osservatori di mercato, non routinario ma il segnale di un cambio di passo della Commissione dopo le molte autorizzazioni concesse a operatori del settore nel 2024. Nella richiesta di dati c’è anche una tabella dove indicare i reclami ricevuti dagli investitori, distinti tra investment crowdfunding e lending crowdfunding.
Secondo un rapporto del Politecnico di Milano, il mercato italiano del crowdinvesting sta attraversando un periodo di difficoltà, con una contrazione della raccolta totale negli ultimi 12 mesi, da luglio 2024 a giugno 2025: la raccolta totale è stata pari a 260,65 milioni, segnando un calo del 14% su base annua.
Il provvedimento della Consob da pubblicare in Gazzetta ufficiale e che entrerà in vigore il prossimo 29 settembre ricorda il regolamento europeo del 2020 (1503) che pone tutte le condizioni per l’autorizzazione ad operare come fornitori di servizi di crowdfunding. Con questo provvedimento dell’Autorità di via Martini si chiede agli addetti ai lavori di riconfermare in sostanza tutte le condizioni dell’autorizzazione concessa. Tra queste anche il cosiddetto Kiis, la scheda con le informazioni chiave sull’investimento. Un provvedimento che tra gli osservatori viene considerato una sorte di giro di vite da parte della Consob.
Sul tema è intervenuta di recente anche la Banca d’Italia che a fine luglio ha imposto infatti lo stop alla piattaforma Recrowd che raccoglie fondi per investimenti immobiliari. Via Nazionale ha imposto alla piattaforma di implementare entro il 31 ottobre “un piano di rimedio dettagliato per il superamento dei rilievi”.
MaNe