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Il piano “ReArm Europe” proposto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che dovrebbe mobilitare 800 miliardi di euro in ambito militare spacca le coalizioni politiche italiane, a partire dalla maggioranza che sostiene il governo. Non solo: crea distinzioni all’interno degli stessi partiti, come accade nel Partito democratico.
Le distanze nella maggioranza
Sul fronte del centrodestra la contrarietà del segretario della Lega Matteo Salvini è netta: «È il paradosso europeo – dice il vicepremier -: non si poteva investire un euro in più per sanità e scuola, mentre ora si possono spendere 800 miliardi per la difesa comune? Se oggi avessimo un esercito europeo, Francia e Germania ci avrebbero già mandato in guerra». Bocciatura del piano von der Leyen da parte del ministro dell’Economia ed esponente della Lega Giancarlo Giorgetti per il quale la difesa e sicurezza europea «implica un programma ragionato meditato di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso, e non fatto in fretta e furia senza una logica».
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Di parere opposto l’altro vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani: «Noi siamo sempre stati a favore della difesa europea, era il grande sogno di De Gasperi e poi di Berlusconi e se adesso si concretizza questo sogno non può che essere un fatto positivo». Quanto al giudizio di Giorgetti il ministro dell’economia dice :«Quella è l’opinione di Giorgetti, a me invece pare essere un buon piano che dovremmo applicare e studiare, io certamente lo sostengo». Per un’esponente azzurra come la senatrice Licia Ronzulli, però, «c’è stato un errore di comunicazione da parte della Commissione europea. Credo che von der Leyen abbia sbagliato totalmente l’utilizzo della parola “riarmo”, bastava chiamarlo “Defend Europe” e non “Rearm Europe”.
La prudenza della premier
La premier Giorgia Meloni è restata prudente: ha preso posizione solo al termine del Consiglio europeo del 6 marzo.
Cautela perciò dal suo partito, Fratelli d’Italia. A parlare è stato Fabio Rampelli, che ha commentato la bocciatura del piano Ue di riarmo da parte del ministro dell’Economia: «La parola “armi”, dopo decenni di finto e ipocrita pacifismo, è diventata impronunciabile in Italia». Rampelli, con la sua dichiarazione, sostiene il Governo «Italia ed Europa sono state difese dalle testate nucleari americane, non dai sit-in arcobaleno, abbiamo partecipato alle missioni di pace con gli eserciti, non con i cortei». Più sei forte più puoi costruire la pace, sarebbe l’idea del vice presidente della Camera: «Si chiama “deterrenza”, più sei indifeso e più sei preda di chi ha intenzioni ostili. Più sei forte più puoi costruire la pace. Lo dimostrano gli Usa in queste ore: possono far cessare le ostilità perché sono una potenza militare, altrimenti non se li filerebbe nessuno».