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Meloni, critiche opposizioni per assenza vertice Volenterosi. Tajani: “Nessun isolamento”

A margine del vertice della Comunità politica europea che si è tenuto in Albania, Macron, Starmer, Merz e Tusk hanno organizzato un faccia a faccia con il presidente ucraino Zelensky e tutti e cinque hanno sentito Trump. L’assenza della premier italiana alla riunione della Coalizione dei Volenterosi a sostegno dell’Ucraina è subito entrata nel mirino delle opposizioni, che hanno parlato di “umiliazione” e rischio isolamento per l’Italia. “Nessuna occasione persa”, ha detto invece il ministro della Difesa Crosetto

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Continua la polemica politica in Italia, dopo che – a margine del vertice della Comunità politica europea che si è tenuto venerdì in Albania – la premier Giorgia Meloni non ha partecipato alla riunione della Coalizione dei Volenterosi a sostegno dell’Ucraina (GLI AGGIORNAMENTI). Un’assenza subito entrata nel mirino delle opposizioni in Italia, che hanno parlato di “umiliazione” e rischio isolamento per il nostro Paese. “Non mi pare che siamo così isolati. È chiaro che l’opposizione fa il suo gioco”, ha risposto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Nessuna occasione persa per l’Italia”, ha detto invece il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il format ristretto dei volenterosi “indebolisce l’Unione europea e mina l’unità occidentale”, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.

Cos’è successo

Ma cos’ha scatenato le reazioni delle opposizioni? Dopo il viaggio a Kiev, anche quello senza Meloni, a Tirana i leader di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia – Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk – hanno organizzato un altro faccia a faccia con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e tutti e cinque hanno sentito Donald Trump. Il momento è stato immortalato con alcune foto, in cui si nota l’assenza della premier italiana. Un’assenza apparsa ancora più evidente: se il 10 maggio la premier si era comunque collegata alla riunione in Ucraina, in Albania i leader si sono riuniti a pochi metri dalla presidente del Consiglio, che come tutti gli altri era nelle sale che ospitavano le tavole rotonde previste dalla riunione della Cpe. 


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La reazione di Meloni

L’assenza di Meloni è subito stata criticata dalle opposizioni in Italia. La premier ha così deciso di intervenire subito. Con un rapido punto stampa, ha messo in chiaro la sua linea: “L’Italia non è disponibile a inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare a formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità”. Parole sulle quali, poco dopo, si è soffermato Macron: il presidente francese ha smentito che si sia parlato di invio delle truppe sia a Tirana sia nell’incontro di domenica con Zelensky a Kiev. “La discussione è sul cessate il fuoco, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe”, ha precisato il leader dell’Eliseo.


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La reazione delle opposizioni

Le opposizioni, intanto, sono passate all’attacco. “L’Italia con il comportamento di Giorgia Meloni si isola ancora di più in Europa dimostrando la totale inaffidabilità del suo governo. Ancora una volta il nostro Paese, tra i fondatori dell’Unione europea, viene umiliato grazie alle ambiguità di questa destra”, ha detto Francesco Boccia del Pd. Ai vertici “è un fantasma, ha messo l’Italia in panchina”, ha sottolineato il leader del M5s Giuseppe Conte. “È un’influencer ininfluente. Nei momenti storici cruciali il nostro Paese è sempre stato presente, con Meloni l’Italia non c’è: è stata retrocessa in serie B”, ha aggiunto da Italia Viva Matteo Renzi. “È ancora fuori dai tavoli che contano”, ha dichiarato poi Angelo Bonelli di Avs. Parole alle quali la premier ha replicato con durezza: “A chi si lamenta, all’opposizione ad esempio, chiedo la mia stessa chiarezza: ci si chiede di partecipare a questi formati perché dobbiamo mandare le truppe in Ucraina o perché dobbiamo farci una foto e poi dire di no? Io sono una persona seria”.


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Gli alleati difendono Meloni

Le polemiche sono proseguite anche oggi. E in difesa di Meloni sono scesi in campo alcuni suoi alleati. “Rischio isolamento per l’Italia? Non mi pare che siamo così isolati. È chiaro che l’opposizione fa il suo gioco ma l’opposizione poi trova sponda nei socialdemocratici tedeschi che sono quelli che hanno detto che l’Italia non doveva essere un interlocutore”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. E ancora: “Nessun isolamento dell’Italia. Siamo protagonisti, continueremo a esserlo a dispetto di chi pensa sempre che si debba parlare male dell’Italia per vicende interne”. “A Tirana nessuna occasione persa per l’Italia!, ha assicurato poi il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Ogni tanto Macron fa delle battute che tra leader si potrebbero risparmiare. Sono delle frecciatine che nascono più da posizioni politiche e da considerazioni di ricaduta interna, ma non mi pare che riguardino i due Stati e i rapporti tra i presidenti”, ha aggiunto. È intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. “L’Italia – ha detto Fazzolari – ha sempre partecipato alle riunioni dei volenterosi, circa una trentina di Paesi, mantenendo la sua posizione contraria all’invio di truppe in Ucraina ma ora non si capisce bene cosa sia questo cosiddetto ‘Format ristretto dei volenterosi’ e quale sia la sua utilità, al netto di un po’ di forzata visibilità per qualcuno. La forza dell’Occidente è stata la sua compattezza. Non vedo a chi possa giovare un format che si auto definisce di volenterosi e che pertanto, per esclusione, dichiara meno volenterosi la Commissione europea e Stati molto impegnati come Danimarca, Svezia, Olanda, Repubblica Ceca, Canada eccetera eccetera, dando così un segnale di divisione dell’Occidente che in realtà non c’è. Qual è il senso e l’utilità di un format come quello che indebolisce l’Unione europea e mina l’unità occidentale?”.


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