In questa fase storica e politica risulta urgente anzi “prioritario, che l’Europa agisca, perché stare fermi non è più un’opzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Cotec di Coimbra, in Portogallo. “I rischi dell’immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta, sul futuro del mercato interno: le ipotetiche conseguenze per l’Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche le vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni dell’ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale”, ha ammonito Mattarella.
La citazione “lirica”
“Poc’anzi la romanza che abbiamo ascoltato, ‘Nessun dorma’ potrebbe applicarsi alla nostra Unione”. Così Mattarella ha poi citato la Turandot di Puccini – poco prima eseguita al vertice di Coimbra – per rendere più da vicino il senso dell’urgenza ad agire che dovrebbe animare sempre di più la politica europea in quello che è stato un vero e proprio appello “all’azione”.
“Avanti senza indugio sulla competitività Ue”
Il presidente della Repubblica ha fatto riferimento poi al tema della competitività che “compare in cima all’agenda dei governi europei e delle istituzioni comunitarie”. Progredire senza indugi e con efficacia in quest’ambito, ha sottolineato Mattarella, “è largamente considerata condizione indispensabile all’ulteriore approfondimento del progetto d’integrazione continentale, al rilancio strategico dell’Unione Europea e alla preservazione di un’economia prospera per i suoi Stati Membri e i suoi cittadini”.
“Orgogliosi dell’eccezionalità europea”
Quella che abbiamo davanti, ha analizzato ancora nel suo discorso Mattarella, è “una sfida impegnativa, eppure, senza sottovalutare la gravità della situazione, abbiamo il dovere – oltre che molte buone ragioni – di restare ottimisti. L’Unione si erge su solide fondamenta: un’economia di mercato aperta alla concorrenza e agli scambi internazionali; un sistema di banche centrali indipendente; un quadro giuridico stabile e affidabile; una concezione di Stato di diritto saldamente ancorata a una convinta tradizione democratica; politiche di redistribuzione attive ispirate al principio di solidarietà”. Per questi motivi, ha ribadito, “occorre essere orgogliosi di questa eccezionalità europea e progredire su tali presupposti”.
Una sfida “epocale”
Mattarella, poi, ha fatto riferimento all’intervento dell’ex premier Draghi, presente a Coimbra. “Oggi abbiamo avuto la possibilità di ascoltare spunti di grande rilevanza e interesse da parte di Mario Draghi, il cui rapporto sul futuro della competitività europea sta già contribuendo a orientare le politiche della Commissione Europea per la nuova Europa degli anni a venire. Un’Europa rinnovata, più competitiva, più resiliente, più presente nello scacchiere internazionale. È una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni negli equilibri mondiali”, ha segnalato.
“L’Ue non è sottovuoto, la sua forza è l’adattamento”
Nel suo discorso, il presidente ha parlato anche di capacità di adattamento da parte dell’Ue. “Le iniziative avviate in materia dalla Commissione europea sono un primo fondamentale passo e testimoniano piena consapevolezza della posta in gioco. Sono anche una dimostrazione di concretezza, volendo porre a fattor comune strumenti e vantaggi di scala propri di un ordinamento sovranazionale che già in passato ha dimostrato capacità di adattamento a diversi shock esogeni. Questa capacità di adattamento al mondo intorno a noi è da sempre il motore dell’Unione Europea. Sarebbe miope guardare all’Unione come ad una costruzione nata “sottovuoto”: al contrario, fin dalle sue origini gli Stati membri hanno prestato attenzione ad adattare l’Unione a un’ambiente politico ed economico in continua evoluzione, con l’obiettivo di preservare uno spazio e un ruolo tra le forze in competizione nell’economia globale”.
Difesa: “L’Ue in ritardo, farla con urgenza”
Infine, tra gli altri temi toccati, anche quello legato alla difesa comune europea che “ben esemplifica le conseguenze dell’inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino dell’integrazione”. Secondo Mattarella, “gli Stati membri ne discutono da oltre settant’anni. Da quando a Parigi, nel maggio 1952 fu firmato il Trattato che istituiva la Comunità Europea di Difesa. Questa veniva rilanciata, in forme diverse e meno ambiziose, tra il ’98 e il 2000. Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell’Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione. Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza”.