“Sono un po’ provato, ovviamente non è piacevole la situazione, ma alla fine la passione e la voglia di lavorare prevalgono, per cui andiamo avanti con intensità”, dice il primo cittadino, in diretta a Rtl 102.5, sulla sua decisione di rimanere alla guida della città. E aggiunge: “Se mettiamo a confronto Milano vent’anni fa e oggi, la città è migliorata. Poi la giustizia farà il suo corso”
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“Sono un po’ provato, ovviamente non è piacevole la situazione, ma alla fine la passione e la voglia di lavorare prevalgono, per cui andiamo avanti con intensità”. A dirlo, parlando dell’inchiesta sull’urbanistica a Milano, in cui è indagato, è il sindaco Giuseppe Sala. In diretta a Rtl 102.5, il primo cittadino, sulla sua decisione di rimanere alla guida della città, ha spiegato: “Alla fine prevale il senso del dovere, ho 67 anni e ho fatto tante cose nella vita, non è che coltivo qualche ambizione, guardo al futuro con disincanto”.
Sala: “Passati da celebrare sistema Milano a criticarlo aspramente”
La scelta di non dimettersi? “L’ho fatto solo per senso del dovere perché non sono un tipo che molla – ha precisato -. Non è che Expo sia stata una passeggiata, io so cosa ho sofferto ma è stato un successo per Milano, quindi bisogna anche sapere resistere in certi momenti”. E, parlando della rapida evoluzione di Milano negli ultimi anni, ha spiegato: “Siamo passati dal celebrare il sistema Milano a criticarlo aspramente. Se mettiamo al confronto Milano vent’anni fa e oggi, la città è migliorata. Poi la giustizia farà il suo corso ma Milano è l’unica a essersi sviluppata così in Italia. Buttare via tutto è sbagliato”.
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“Gip ha negato che io abbia fatto pressioni”
Nel merito dell’inchiesta, che vede 74 persone indagate, il primo cittadino ha ricordato che “il Gip ha negato che io abbia fatto alcun tipo di pressione. La nomina della commissione paesaggio? La verità è che noi facciamo un bando, una commissione tecnica sceglie i componenti e il sindaco poi firma. Io ho semplicemente firmato una proposta proveniente da una commissione, al termine di un lavoro durato mesi. Che tipo di pressioni avrei potuto fare?”.
Famiglie in attesa per le case e la questione San Siro: i nodi
L’inchiesta ha causato lo stallo di diversi cantieri in città, tanto che Sala si dice “preoccupato per le persone che hanno versato anticipi per le loro case”. “Ho incontrato molte di queste famiglie, e ho proposto al Tribunale di Milano di risolvere la questione davanti a un tavolo assieme ai costruttori”, ha sottolineato. Mentre sul tema stadio di San Siro, tutto rimandato: “Vedremo a settembre cosa succede. Tutto deve passare dal Consiglio comunale, io per dignità personale ci sto lavorano da parecchi anni. Prima il progetto era la cessione in affitto, poi la ristrutturazione, ora la vendita. Intendo portare avanti la questione ma lo ribadisco, ogni iniziativa deve essere approvata dal Consiglio. Vedremo le la politica in questo senso cosa farà. Per quello che vedo, le grandi città hanno stadi nuovi. San Siro non è nuovo”. Infine, un commento sui lavori di Milano-Cortina per le Olimpiadi del 2026: “Non ci sono problemi. Se abbiamo portato i giochi olimpici a casa, me ne prendo il merito assieme al presidente della Fondazione Giovanni Malagò, sono stato il primo fautore di questa iniziativa. Poi si è allargato il cerchio”.