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Disforia di genere, Ddl del governo su uso ormoni e farmaci: cosa prevede

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci e del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Maria Eugenia Roccella, ha approvato nelle scorse ore un disegno di legge che introduce disposizioni specifiche per la appropriatezza prescrittiva ed il corretto utilizzo dei farmaci legati alla disforia di genere, con riferimento particolare alla triptorelina. Alla luce delle attuali direttive dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e del parere del Comitato nazionale per la Bioetica (Cnb), dunque, il disegno di legge introduce disposizioni mirate ad un efficace monitoraggio dei dati e a tutela della salute dei minori.

Le norme previste

Le norme, in particolare, prevedono che la somministrazione dei farmaci bloccanti della pubertà e degli ormoni mascolinizzanti e femminilizzanti sia subordinata ad una specifica e particolare diagnosi redatta da parte di un gruppo multidisciplinare di esperti e agli esiti documentati dei percorsi psicologici, psicoterapeutici e, se presenti, anche psichiatrici svolti, oltre che soggetta a protocolli clinici adottati dal ministero della Salute. E sarà legata anche all’acquisizione del consenso informato espresso nelle modalità previste per i trattamenti sanitari sui minori. Il provvedimento prevede inoltre l’attivazione, a cura dell’Aifa stessa, di un registro per la prescrizione e la dispensazione dei farmaci, che avverrà solo attraverso la farmacia ospedaliera. I dati contenuti nel registro, che devono essere inoltrati al ministero della salute con un rapporto a cadenza semestrale, riguardano nello specifico anche le eventuali comorbilità diagnosticate, il monitoraggio clinico e il follow up. Il disegno di legge prevede infine l’istituzione di un tavolo tecnico per la valutazione del rapporto semestrale dell’Aifa e la trasmissione al Parlamento di una relazione con cadenza triennale.

Il caso dell’ospedale di Careggi

Dunque, dopo oltre un anno dall’istituzione del Tavolo tecnico di approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere, composto da 29 esperti, – istituito a metà maggio dello scorso anno con un decreto ministeriale firmato da Orazio Schillaci (Salute) ed Eugenia Roccella (Famiglia, Natalità e Pari opportunità) – è arrivato il via libera dal Cdm al disegno di legge recante disposizioni “per l’appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere”. Il Ddl, adesso, potrebbe mettere la parola fine alla lunga vicenda cominciata all’inizio del 2024 quando il centro che si occupa dei casi di disforia di genere all’ospedale Careggi di Firenze, dopo un’interrogazione del senatore Maurizio Gasparri, catturò l’attenzione del ministero della Salute per l’uso dei bloccanti della pubertà che venivano somministrati ai minori impegnati nei percorsi di identità di genere – stando all’accusa – senza accompagnamento psicologico e neuropsichiatrico. L’ispezione del ministero della Salute e la relativa relazione avevano evidenziato rilievi e criticità rispetto a quanto succedeva al Careggi.   Sui bloccanti della pubertà è stato interrogato dal ministero della Salute anche il Comitato nazionale di bioetica (Cnb), che lo scorso novembre si era espresso raccomandando che le valutazioni cliniche siano “multidisciplinari e la prescrizione della triptorelina avvenga esclusivamente a seguito della constatata inefficacia di un percorso psicoterapeutico/psicologico, ed eventualmente psichiatrico. Il processo decisionale deve essere sempre ampiamente documentato in tutti i suoi passaggi”, era emerso.  Da qui, si legge nella Relazione illustrativa del ddl, “l’esigenza di disciplinare la materia, a partire dalla messa a punto di un sistema di monitoraggio adeguato”.

I soggetti trattati in Italia

In Italia, secondo una stima dell’Aifa, il numero di soggetti trattati con il farmaco, per l’anno 2023, è di “circa 25 ma è possibile che questi casi siano sovrastimati”. Critiche al provvedimento sono arrivate dal presidente di Gaynet, Rosario Coco: “Lo schema di disegno di legge appena approvato in Cdm sul trattamento dell’incongruenza di genere nei minori è una strategia per rallentare in tutti i modi l’accesso alla triptorelina e realizzare – ha detto – una schedatura ideologica dei minori che intraprendono l’affermazione di genere”. 


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