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«In merito alla gravissima vicenda della liberazione e del rimpatrio con volo di Stato del torturatore libico Almasri, i partiti di opposizione – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Italia Viva e Più Europa – presenteranno in Parlamento una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia del governo Meloni, Carlo Nordio». Lo si legge in una nota. Intervenendo in Parlamento, la scorsa settimana, il Guardasigilli ha puntato il dito contro la Corte penale internazionale e più di un esponente del governo, a partire dalla stessa Meloni, avevano adombrato l’ipotesi di una regia per un ordine di arresto diramato solo nel momento in cui il generale libico era arrivato in Italia dalla Germania.
Cpi apre fascicolo sul ruolo dell’Italia
Pochi giorni dopo aver spiccato un mandato d’arresto internazionale nei confronti del carceriere libico, la Cpi ha deciso di chiedere a Roma spiegazioni formali sui motivi che hanno portato le autorità a ignorare la richiesta di consegna, violando gli obblighi di cooperazione. Niente realisticamente all’orizzonte nei riguardi della premier Giorgia Meloni e dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, a dispetto del ricorso presentato da un rifugiato sudanese vittima delle torture di Almasri.
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«Non faccio il passacarte, atto era nullo»
«Il ministro non è un passacarte: è un organo politico che deve meditare sul contenuto delle richieste in funzione di qualche contatto con altri ministeri e altri organi dello Stato. Ho il potere e dovere di interloquire con altri organi dello Stato ove se ne presentasse la necessità, e questa necessità c’era eccome». È stato, questo, unp degli argomenti portati da Nordio nel ricostruire l’accaduto dinanzi a deputati e senatori. Per il ministro in sostanza l’atto della Corte penale internazionale «era nullo» perché «in lingua inglese e con allegati arabo».