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Unicredit, profitti in corsa a 2,8 miliardi. Orcel: “Via dalla Russia entro metà 2026”


Chi pensava che Andrea Orcel avrebbe mollato la presa su Banco Bpm senza prima tentarle tutte, si sbagliava. Il numero uno di Unicredit, a margine della presentazione dei conti trimestrali, ha spiegato in un’intervista a Bloomberg che l’istituto sta per avviare colloqui con funzionari del governo italiano per chiarire una serie di aspetti legati alle cosiddette condizioni di Golden Power imposte sull’offerta per Banco Bpm. E ne approfitta per punzecchiare Giuseppe Castagna, l’ad di Piazza Meda, che sta cercando di resistere alla sua scalata: “Stiamo rivedendo la situazione dopo il deal distruttivo di valore su Anima (Bpm ha concluso con successo un’Opa sulla società dei fondi, ndr) e le richieste del Golden Power”. Poi precisa: “Non abbiamo ancora preso una decisione”, anche se dopo la mancata concessione del Danish Compromise ritiene che l’attuale offerta sia a premio del “40 o al 50%” allontanando quindi l’ipotesi di un rilancio. Come già fatto in passato, Orcel ha spiegato agli analisti che l’operazione sarà effettuata solo se potrà generare più valore di quello ottenibile riacquistando azioni proprie. “Siamo posizionati per una serie di possibilità inorganiche (quindi acquisizioni di altre società, ndr) nei nostri mercati, ma perseguiremo soltanto quelle in grado di migliorare il nostro forte e resiliente caso d’investimento standalone”.

TRIMESTRE CON 2,8 MILIARDI DI PROFITTI

Nel frattempo, Orcel mostra i muscoli con una trimestrale robusta, tanto che la banca di Piazza Gae Aulenti ha alzato le sue previsioni per la fine dell’anno a oltre 9,3 miliardi di euro, e potrebbe ritoccarle ancora al rialzo. L’utile, superiore alle attese, è stato di 2,77 miliardi di euro (+8,3% sullo stesso periodo del 2024). Per la banca, sottolinea una nota, si è trattato del “miglior trimestre della storia, con risultati di qualità significativamente al di sopra delle aspettative in tutte le metriche finanziarie”. I ricavi sono cresciuti del 2,8% a 6,55 miliardi, con margine di interesse a 3,5 miliardi (-2,9%) e commissioni a 2,3 miliardi (+8,2%). I costi operativi si sono attestati a 2,3 miliardi (+0,6%), per un rapporto cost/income sceso al 35,4%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente CET1 è salito di 27 punti base al 16,1 per cento. Questo implica che “il capitale in eccesso sostenibile è aumentato a 7,5 miliardi”, tra 8,5 e 10 miliardi considerando anche “gli impatti positivi a capitale derivanti dagli investimenti strategici, al netto delle coperture, e della Russia”.

ADDIO DALLA RUSSIA SLITTA AL PRIMO SEMESTRE 2026

Proprio la Russia, uno dei nodi critici nelle prescrizioni governative per dare il via libera al matrimonio con Bpm, ha generato profitti per 256 milioni nei primi tre mesi (in crescita del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2024). L’azienda ha ricordato che sta proseguendo “la compressione ordinata del business”. In particolare, “il segmento retail è stato ridotto di circa il 60%, con il completamento dell’uscita” dalla Russia “previsto entro il primo semestre del 2026” (il governo ha chiesto l’addio a Mosca entro gennaio 2026). L’ad ha inoltre precisato che la liquidazione del business prosegue “sempre nel rispetto” di quanto richiesto dalla Bce.

COMMERZBANK SI FARÀ “SOLO CON UN ACCORDO”

Quanto al fronte tedesco, il numero uno di Unicredit ha affermato di essere “esattamente dove pensavamo saremmo stati”. La banca ha “quasi ottenuto tutte le autorizzazioni” per salire fino al 30% del capitale, dopodiché farà una pausa “in attesa di avviare discussioni costruttive con Commerzbank e con il governo tedesco”. “Se sarà possibile fare un accordo lo faremo, altrimenti valuteremo la nostra posizione”, ha ribadito il banchiere, che pure la settimana scorsa ha dovuto incassare una dichiarazione bellicosa e ostile del ministro delle Finanze tedesco, Lars Klingbeil.
Quanto, invece, alla partecipazione in Generali, l’ad ha precisato che per noi “è finanziaria, vogliamo fare il bene della società e questo è quello che ispira le nostre scelte”, nel tentativo di spegnere i rumors secondo cui Unicredit potrebbe virare su Generali dopo la ritirata su Bpm (e in quest’ottica è stato visto l’incontro tra Orcel e l’imprenditore e azionista di peso del Leone, Francesco Gaetano Caltagirone).

LA PARTNERSHIP DECENNALE CON GOOGLE

Infine, tra le novità emerse durante la conferenza, l’annuncio che Unicredit e Google Cloud hanno firmato un memorandum of understanding che “delinea un accordo decennale per accelerare la trasformazione digitale di Unicredit”.

La collaborazione, sottolinea una nota, “vedrà Unicredit avvalersi delle soluzioni di infrastruttura, IA e analisi dei dati best-in-class di Google Cloud per semplificare la propria architettura digitale e migliorare prodotti e servizi nei 13 mercati in cui opera la banca”.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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