Primo trimestre difficile per Stellantis come per i big tedeschi Volkswagen e Mercedes. Nel caso di Stellantis il calo dei ricavi del 14%, a 35,8 miliardi, è dovuto «ai minori volumi di veicoli consegnati(1,217 milioni, -9%), al mix geografico sfavorevole e alla normalizzazione dei prezzi». Stellantis ha anche deciso di sospendere la guidance per il 2025 a causa delle incertezze legate ai dazi, alla loro evoluzione e alla «difficoltà di prevederne i possibili impatti sui volumi di mercato e sul panorama competitivo».
L’alleggerimento dei dazi sul settore, annunciato dal presidente americano , non risulterebbe infatti sufficiente a rassicurare le aziende che ora puntano tutto sulla prudenza. Il commento del presidente e Ceo ad interim John Elkann: «Apprezziamo le misure di allentamento sui dazi decise dalla Casa Bianca e, mentre valutiamo ulteriormente l’impatto delle politiche tariffarie sulle nostre attività Usa, ci auguriamo di continuare a collaborare con l’amministrazione americana per rafforzare la competitività dell’industria automobilistica locale e stimolare le esportazioni».
Guardando ai tedeschi, per Volkswagen il calo trimestrale dell’utile netto (2,19 miliardi) è del 41% a causa delle minori vendite di modelli di lusso, dei maggiori costi fissi e di «effetti eccezionali». A pesare è soprattutto la sempre maggiore concorrenza in Cina, mercato principale per i tedeschi. La redditività del gruppo, inoltre, è scesa al 3,7%, dal 6,8% dell’anno precedente. Questo calo ha già portato all’annuncio, durante l’inverno, di 35mila tagli di posti di lavoro in Germania e allo stop produttivo in due impianti, azione mai avvenuta nella storia di Volkswagen.
Crollo dell’utile netto (1,73 miliardi) anche per Mercedes: -43 percento. La stessa Mercedes starebbe trattando con i rappresentanti del governo Usa per espandere la produzione Oltreoceano.
Da parte sua Stellantis, tramite il Cfo Doug Ostermann, nel commentare la sospensione della guidance, ha precisato che «l’azienda si impegna a ripristinare le previsioni finanziarie quando sarà in grado di farlo in modo attendibile». Stellantis produce al di fuori degli Usa (in Messico e Canada) i due quinti delle auto che vende nel Paese. E sebbene abbia annunciato un aumento della produzione americana, ha già dovuto sospendere l’attività in alcuni siti per adeguarsi al nuovo costo dei componenti e al rallentamento del mercato Usa. Ancora Ostermann: «Ora ci concentriamo sulle cose che possiamo controllare in un contesto molto turbolento. Stiamo comunque assistendo a importanti progressi grazie alle nostre azioni di ripresa commerciale.
Allo stesso tempo, procediamo bene con il lancio dei nuovi prodotti per il 2025, colmando le lacune e ampliando le nostre opportunità». In Sud America, intanto, Stellantis ha mantenuto la sua posizione di leader. Ieri, in Borsa, il titolo è arretrato dell’1,94% quotando a 8,14 euro.