I punti chiave
I punti chiave
Viaggiare in aereo potrebbe presto costare di più, anche quando qualcosa va storto. Bruxelles sta mettendo mano al regolamento europeo che tutela i passeggeri in caso di ritardi, cancellazioni o disservizi. La proposta di riforma, attualmente al centro del dibattito, punta a ridurre sensibilmente le compensazioni economiche oggi garantite ai viaggiatori. Un intervento che, se approvato, rischia di alleggerire i bilanci delle compagnie aeree ma di pesare di più su quelli dei consumatori.
Meno risarcimenti e più spese
Il cuore della proposta è l’innalzamento delle soglie minime per avere diritto a un indennizzo: se oggi un ritardo di almeno tre ore dà accesso a compensi tra 250 e 600 euro, il nuovo schema prevederebbe soglie a 5, 9 o addirittura 12 ore. Secondo la rete ECC (European Consumer Centres Network), una modifica del genere taglierebbe fuori circa l’85% dei casi che oggi beneficiano di un rimborso. Il risultato? I passeggeri rischiano di dover coprire di tasca propria i costi accessori – come pasti, hotel o nuove prenotazioni – senza alcuna compensazione automatica.
Riprotezione rallentata
Un altro punto critico riguarda i tempi per la “riprotezione”, cioè l’obbligo della compagnia di offrire un volo alternativo in caso di cancellazione. Le nuove regole estenderebbero questa finestra fino a 12 ore, un lasso di tempo che può compromettere la riuscita di viaggi legati a impegni lavorativi o appuntamenti improrogabili, con conseguenti perdite di opportunità e produttività.
Più margini per le compagnie, meno obblighi normativi
Secondo ItaliaRimborso, nel 2024 solo in Italia si sono registrati 1.736 ritardi gravi (oltre tre ore), 924 cancellazioni e 141 casi di overbooking o smarrimento bagagli. Se tutti i passeggeri coinvolti avessero esercitato il diritto al rimborso, il totale da corrispondere avrebbe superato i 200 milioni di euro. Con le nuove regole, una larga parte di questa somma potrebbe rimanere nelle casse delle compagnie, alleggerendo i costi operativi ma scaricando il rischio direttamente sui consumatori”.
La riforma amplia anche la definizione di “circostanze eccezionali”, ovvero le condizioni in cui le compagnie sono esentate dal pagamento dei rimborsi. L’attuale normativa esclude da queste cause guasti prevedibili o scioperi interni, ma la nuova formulazione potrebbe includerli, riducendo ulteriormente le situazioni in cui il passeggero ha diritto a un risarcimento.