Ricavi e profitti da record per Poste Italiane che inizia l’era da azionista di peso di Tim (forte del 24,8%) con un accordo sul mobile e la promessa di una serie di nuove sinergie a doppio senso per la distribuzione dei prodotti (prodotti Poste a marchio Tim e viceversa).
A tracciare la rotta è l’ad di Poste Matteo Del Fante che, con i dati di bilancio del primo trimestre, mostra la solidità del gruppo in tutte le aree di business, apre con favore al consolidamento delle tlc, e festeggia un nuovo traguardo: «Siamo i leader nella consegna dei pacchi».
Nei primi tre mesi del 2025 l’utile netto è cresciuto del 19% a 597 milioni, beneficiando anche di una plusvalenza di 27 milioni realizzata nell’ambito dello scambio azionario tra Poste e Cdp della quota detenuta in Nexi in cambio del pacchetto del 9,81% di Tim. I ricavi sono cresciuti del 5% a 3,2 miliardi e il risultato operativo è salito del 13%, a 796 milioni. Salgono del 4,5% anche i costi, che si attestano a quota 2,6 miliardi. «Questi numeri rappresentano un’ulteriore conferma della solidità del nostro modello di business, della nostra disciplina e nella sua esecuzione e della nostra capacità di adattarci e crescere in un contesto dinamico. Restiamo fiduciosi sulla nostra capacità di raggiungere gli obiettivi del 2025 e di continuare a generare risultati solidi anche nei prossimi trimestri», ha detto Del Fante.
La crescita è generalizzata e tutte le business unit hanno contribuito al balzo dei ricavi: il fatturato del segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione è salito dell’1,6% a 949 milioni, grazie ad una solida crescita dei ricavi dei pacchi in tutti i segmenti della clientela; il fatturato dei servizi finanziari ha raggiunto 1,4 miliardi (+5,5%); i ricavi dei servizi assicurativi sono balzati a 442 milioni (+11,3%) e quelli relativi a postepay hanno raggiunto 398 milioni (+5%), trainati dalla crescita del transato e dal business dell’energia, sostenuto da una base clienti più ampia. L’offerta retail di Poste Energia per luce e gas, lanciata a giugno 2022, ha contribuito ai ricavi con 32 milioni, trainati da una base clienti in crescita che ha raggiunto circa 800 mila unità, quasi il doppio rispetto al primo trimestre del 2024. Unico neo, i ricavi da corrispondenza che sono scesi del 2,9% anno su anno, attestandosi a 520 milioni, con un calo dei volumi parzialmente compensato da un aumento del 6,3% delle tariffe medie.
Guardando alle sinergie con Tim, è stato siglato tra Tim e PostePay un Memorandum of Understanding per l’avvio il 1° gennaio 2026 dello switch all’infrastruttura di Tim per i servizi di fonia e dati di PostePay. «Stiamo lavorando molto bene con la compagnia ed esplorando ulteriori possibilità, ma ci vorrà un po’ di tempo per concretizzarle», ha aggiunto Del Fante fissando a fine anno la deadline per un nuovo complesso di sinergie tra i due player.
Quanto al consolidamento nel settore telecomunicazioni, Poste e Tim hanno confermato di essere a favore: «Con l’investimento strategico di lungo termine in Tim si intende sostenere il consolidamento
del mercato italiano delle telecomunicazioni», ha chiarito l’amministratore delegato di Poste. Mentre l’ad di Tim, Pietro Labriola, ha dichiarato di non aver «mai nascosto che con Iliad potrebbe essere un possibile deal».