Pirelli chiude il primo trimestre con un utile di 127,2 milioni, in crescita del 26,7% sullo stesso periodo del 2024, e ricavi a 1,75 miliardi (+3,7%), ma consuma lo strappo con i soci cinesi di Sinochem. Nella nota sui conti viene messo nero su bianco che il termine delle trattative con i principali azionisti della società «per tentare di risolvere le problematiche legate allo sviluppo sul mercato statunitense che allo stato non hanno avuto esito positivo». Le proposte avanzate a Sinochem dal management guidato dal vicepresidente esecutivo, Marco Tronchetti Provera, sono state infatti rifiutate mentre i consiglieri espressione di Sinochem hanno comunicato al cda di aver presentato una proposta agli uffici del Golden Power. Tale proposta non è stata condivisa con Pirelli.
I conti trimestrali (e anche il comunicato stampa) sono stati approvati a maggioranza con il voto favorevole di 9 su 15 consiglieri. Hanno votato contro il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua e Tang Grace. Il dissenso è stato motivato «unicamente in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli, non condividendone le relative motivazioni anche in considerazione del fatto che il patto parasociale fra Camfin e Cnrc/Mpi Italy è ancora in vigore e che pertanto, a loro parere, Cnrc/Mpi Italy mantiene il controllo su Pirelli», si legge nel comunicato. Dove viene citato anche il fatto che in Cina la società è diventata leader nel segmento Electric high end. Del resto, lo scontro è con i manager cinesi, non con il governo di Pechino. Cui per altro i vertici di Sinochem, secondo fonti finanziarie, avrebbero fatto promesse che poi non sono riusciti a mantenere. Di qui il muro contro muro dopo dieci anni di convivenza. E un atteggiamento che, nella conferenza telefonica con gli analisti, Tronchetti ha detto di «non comprendere». Sottolineando che la decisione del Golden Power è imminente e che «non c’è più un controllo su Pirelli, ci sono azionisti storici e il mercato».
Intanto, anche la holding Camfin (al 26,4% del gruppo) ha diffuso in serata una nota molto dura in cui prende atto «dell’atteggiamento non collaborativo e apparentemente non motivato di Sinochem». Non solo. «Qualora non si riuscisse a definire rapidamente l’attuale situazione» con i soci cinesi, Camfin si vedrebbe «costretta a valutare gli effetti di tali comportamenti su Pirelli e sul patto parasociale». Tornando ai conti, l’utile operativo rettificato è salito del 6,5% a 279,8 milioni mentre l’indebitamento finanziario netto si attesta a 2,62 miliardi, in miglioramento rispetto ai 2,93 miliardi di un anno fa.
Pirelli conferma gli obiettivi per il 2025 anche se «lo scenario dei dazi è in continua evoluzione».
Nel caso in cui le attuali tariffe restassero in vigore per tutto l’anno, comunque, «il piano di mitigazione già in atto consentirà di garantire i target di ebit adjusted e di generazione di cassa nella parte bassa della guidance, raggiungendo pertanto l’obiettivo di deleverage». Il prossimo appuntamento è fissato per il 12 giugno quando si terrà l’assemblea dei soci a porte chiuse.