Probabilmente a un regista di commedie romantiche mancherebbe osservare gli sguardi del suo protagonista lanciati di sottecchi da dietro il manuale di anatomia all’indirizzo della ragazzina bruna seduta due banchi più in là; o il verde accecante dei prati inglesi e le incitazioni dei vogatori di Cambridge a fare da sfondo alla scena del primo incontro.
Ma l’Università non è mai stata solo questo, e la vita non è più nemmeno questo. Oggi si sta connessi, si ottimizza, si performa e soprattutto si arriva al risultato: quello accademico. E sarebbe paradossale che a rimanere indietro rispetto ai propri tempi fosse proprio l’anticamera della vita adulta: l’Università, appunto. Le persone lavorano mentre si laureano, crescono una famiglia scrivendo la tesi, abitano dall’altra parte del globo per mille e una ragione, e hanno l’esigenza di portare a termine il percorso di studi a casa propria. Una realtà che forma deve essere in grado di rispondere a queste esigenze, di essere includente nei confronti di tutti.
Per questo, negli ultimi anni, il settore delle Università Telematiche inizialmente guardato con il sospetto riservato a ogni novità ha conosciuto un’accelerazione senza precedenti in Europa e negli Stati Uniti. E l’adozione responsabile dell’IA, ha contribuito a migliorare l’esperienza degli studenti e valorizzare il ruolo degli insegnanti. In UK, la Open University utilizza tutor intelligenti e Cambridge collabora con governi con il Cambridge Partnership for Education. In Germania, il KI-Campus, promosso dal Ministero dell’Istruzione, offre corsi online gratuiti sull’intelligenza artificiale a studenti, docenti e cittadini. A fianco di iniziative pubbliche, si distinguono realtà private come la IU International University, il più grande ateneo online tedesco, con percorsi accademici completamente digitali e flessibili e un focus sull’impiego dell’IA per personalizzare l’apprendimento. In Spagna, l’UNED e l’Universitat Oberta de Catalunya offrono da anni formazione multilingue a distanza, mentre l’Università Europea di Madrid studia l’impatto dell’IA con un osservatorio dedicato. La TECH Global University offre 14.000 corsi in 11 lingue a oltre 500.000 studenti.
Negli Stati Uniti, l’Università dell’Arizona e la UT Austin propongono corsi completamente online e soluzioni basate su intelligenza artificiale, come la piattaforma UT Sage, che consente ai docenti di creare tutor virtuali capaci di interagire con lo studente in modo guidato, sulla base dei materiali ufficiali dei corsi. L’IA generativa è parte dell’evoluzione didattica digitale, con strumenti per personalizzare contenuti e percorsi. Frequentare un’università telematica è tutt’altro che restare dietro uno schermo.
L’Intelligenza Artificiale, in questo caso, ha una funzione ben diversa dalla mera risolutrice di problemi per chi non ha voglia di affrontarli. È il caso di MultiLearn, il tutor virtuale di Multiversity (Pegaso, Mercatorum, San Raffaele Roma), attivo h24 e sviluppato internamente, che risponde nel 99% dei casi con contenuti approvati dai docenti. Integrato nelle lezioni asincrone, consente agli studenti di fare domande in tempo reale, restando concentrati sul corso. Non inventa, non divaga: guida e stimola.
Anche UniNettuno, con Socrates AI, e eCampus, con tutoraggio personalizzato, investono in soluzioni che mettono davvero lo studente al centro. Questo solo per fare qualche esempio.
L’università non è più solo uno spazio fisico. È un ecosistemache si adatta. E se l’IA è ben progettata, può migliorare il modo in cui si impara, si insegna, si cresce.