- L’attrice 46enne salvata dalla figlia Jolanda: “Mi riempivo la pancia finché l’amore non mi è entrato in pancia”
- Convive con i giudizi altrui, ma “non permetto a nessuno di calpestare il mio giardinetto”
Ambra Angiolini si sente risolta. Non teme i giudizi degli altri. Al Corriere della Sera dice: “Ci convivo da sempre, ma mi rifiuto di diventare il bidone dell’indifferenziata delle frustrazioni altrui e metto dei confini: non permetto a nessuno di calpestare il mio giardinetto e di lasciarvi degli escrementi”. Cresciuta a Roma nel quartiere periferico Palmarola, ricorda l’armonia della famiglia allargata composta anche dai vicini di casa. Era felice, questo non le ha impedito di essere vittima dei disturbi alimentari. La 46enne ne torna a parlare e spiega: “Sono nata bulimica, forse una predisposizione genetica”.
E’ diventata bulimica a 15 anni, lo racconta nel suo libro “InFame”. Quando le si domanda come mai sia accaduto, Ambra chiarisce: “Non c’è un perché. Sono nata bulimica, forse una predisposizione genetica. Mi riempivo la pancia di cibo, finché l’amore mi è entrato in pancia, che si è riempita di senso e ne è uscita la mia prima figlia Jolanda: io ho partorito lei e lei ha partorito una nuova me… abbiamo in teoria la stessa età”. La sua primogenita di 20 anni l’ha salvata. Dall’ex Francesco Renga l’attrice ha avuto anche Leonardo, 17 anni.
La Angiolini al quotidiano parla anche di chi l’ha resa famosa, Gianni Boncompagni: “Mi ha regalato una lente per guardare il mondo in un modo diverso.. Avere la voglia di inventarlo, di non accontentarsi di come è il mondo, ma cercare un modo originale di parlare agli altri. Avevo 14 anni. Ricordo una sua frase fondamentale: ‘Ambra pensa che grazie a te non si salveranno i bambini dal cancro e che la gente continuerà a morire in guerra, quindi prendi le distanze e conta sempre dieci passi per allontanarti dal nostro mestiere’. L’ultima volta che l’ho visto, fu a una cena insieme, poco prima della sua scomparsa: quella sera mi dichiarò tutta la sua stima, il suo rispetto, il suo orgoglio per avermi formato. E poi mi disse: ‘Non perdere la tua professionalità, pur di fare, fare, fare…’ Fu un saluto bellissimo”.
Ambra ha trovato la sua dimensione perfetta a teatro. “Un anno fa ho aperto tutti i cassetti: i sogni che erano dentro stavano ammuffendo… – racconta – Ora ho la sensazione di stare nel sogno realizzato, il teatro, la forma espressiva che amo di più. E’ un contesto che fa poco rumore e continuo a sceglierlo pur essendo una faticaccia fare le tournée. Ma quando, mentre recito in palcoscenico, non vedo cellulari accesi in platea, vuol dire che per il pubblico sono più interessante, che ho vinto sui social o sulla chat del momento… E, a fine spettacolo, vado a casa contenta”.
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